Furto con sorpresa (parte ottava)
Si passò una mano sul naso per fermare il moccio che stava calando. "Aspetta che lo sappia la signora Palmieri, la tua carriera è destinata a finire!"
Massimiliano abbassò lo sguardo. "Se tu le racconti dello schiaffo, io le dico che hai passato la notte a dormire sulle scale, in attesa di una telefonata che non è mai arrivata..."
Ilaria si massaggiò la guancia dolorante.
Le fischiavano ancora le orecchie per il colpo subito.
"Questo è... un ricatto? Non dovresti comportarti così. Io credevo che fossi diverso, che potessi capirmi! In fondo, hai poco più del doppio dei miei anni..."
L'uomo sospirò e si avvicinò a lei, alzandole il mento. "Io non sarei mai in grado di dire alla signora Palmieri che hai dormito sulle scale, anche se dovrei comunicarglielo. Mantengo le promesse, Ilaria, ed è proprio per questo che non posso rivelarti nulla sul motivo del ritorno di Mario in casa famiglia. So che è difficile per te, ma devi accettarlo. Stai fuori da tutta questa storia o potresti pentirtene!"
Lei scosse la testa, sempre più determinata.
Lui tentò di convincerla: "Non ti sto parlando come formatore dell'equipe degli educatori, ma come amico. Non so se posso definirmi come tale perché ci conosciamo da un mese e mezzo e abbiamo parlato poco, ma ascolta il mio consiglio: cancella Mario dalla tua vita. Ti assicuro che non te ne pentirai!"
Ilaria aprì la bocca, scioccata. Perché? Perché tutti si accanivano contro di lei?
"Non hai alcun diritto di parlarmi così, Massimiliano. Io lo amo e sono sicura che Mario non pensa davvero ciò che mi ha detto!"
Assottigliò gli occhi e si avvicinò a lui in modo accusatorio. "Siete stati voi a plagiarlo, a ordinargli di parlarmi in questo modo per desistermi dal mio intento di avvicinarmi a lui, ma io non ci casco."
L'uomo si stava ormai spazientendo. "Ilaria, basta vedere complotti dove non ci sono! La situazione è più complicata di quanto tu possa pensare e proprio per questo ti chiedo di non parlarmi più di lui, di toglierti il suo nome dalla testa. Altrimenti soffrirai, e tanto. Hai già pianto abbastanza, no?"
La ragazza scosse la testa e si avviò verso la porta per uscire dalla stanza, ma Massimiliano la bloccò. "Ascoltami, ti prego. Se io, la signora Palmieri e persino Mario ti diciamo di dimenticarti tutta questa faccenda, è solo per il tuo bene. Nessuno deve sapere che Mario è qui. Nessuno deve conoscere il motivo per cui non ha potuto concludere la settimana di prova da sua zia."
Si avvicinò a lei e le sussurrò all'orecchio: "Ci sono motivazioni più grandi che vanno oltre i tuoi capricci. Ragioni che non sei in grado di comprendere, ma le devi accettare anche senza esserne a conoscenza. Ti basta sapere che Mario rischia molto. La sua vita sarà completamente stravolta e dovrà affrontare un percorso molto lungo e difficile. Tu non puoi farne parte."
Quelle parole erano macigni per Ilaria, saliva che non riusciva a ingoiare perché le ostruiva la gola.
Abbassò gli occhi, disgustata da quelle parole. Si rifiutava di abbandonare il ragazzo che amava proprio nel momento del bisogno. Doveva salvarlo, a ogni costo. Aveva il dovere di tendergli la mano e sostenerlo in ogni momento, come solo chi ama può fare.
Si avvicinò alla porta, ma lui la trattenne di nuovo. "Ci siamo intesi? Non devi parlarne con nessuno, lo dico anche per il bene di Mario!"
Ilaria scosse la testa. "Se tu tenessi davvero al bene di Mario, mi concederesti di parlare con lui. Ha bisogno di una persona che lo aiuti. Solo io posso lenire il suo dolore."
Guardò la maniglia e, dopo un'attenta riflessione, si rivolse all'uomo: "Manterrò il silenzio, però... ho bisogno di sapere che è in buone mani. Qualunque sia il pericolo che deve affrontare. Se lui vuole che io non mi impicci più della sua vita, esaudirò il suo desiderio, però... promettimi che andrà tutto bene!"
Massimiliano sospirò e la liberò dalla stretta. "Non posso farti una promessa che non posso mantenere. Ma ti assicuro che è in buone mani. La signora Palmieri ha insistito molto che lui tornasse in casa famiglia, almeno per adesso."
"E poi cosa gli succederà? domandò Ilaria con il fiato sospeso.
Lui appoggiò una mano sulla maniglia. "Poi se ne andrà. Definitivamente."
Poi si mise una mano nei capelli, preoccupato per quella situazione. "Ascolta il consiglio di Mario: evita di intrometterti in questa faccenda, altrimenti anche tu potresti finire in seri guai. Mario è la dimostrazione vivente che se si gioca con il fuoco, ci si brucia. E non credo che voglia scottarti anche tu. Pensa a Carmine. Sta vivendo un periodo difficile e morirebbe se dovesse perdere anche la sorella. Stagli vicino, ha bisogno di te ora più che mai."
Lei annuì e sbuffò, aprendo la porta.
Massimiliano ebbe appena il tempo di tirare via la mano, prima che lei toccasse la maniglia.
Dopo quel gesto, Ilaria percorse il corridoio a grandi falcate. Era irritata da quella situazione. Si trovava tra due fuochi: o stare zitta per il bene del fratello o agire in nome di un amore appena nato. E sapeva che, in entrambi i casi, lei avrebbe perso qualcosa di importante, un pezzo del proprio cuore.
Massimiliano la guardò allontanarsi e tirò un sospiro di sollievo. Ancora una volta il pericolo era scampato, ma sapeva che, presto o tardi, il segreto di Mario sarebbe venuto alla luce. Nemmeno lui, però, poteva immaginare le conseguenze di quella scottante rivelazione.
Quella sera, a Mestre, la zona intorno all'hotel Excelsior era illuminata dalla scia di auto che percorreva le strade. I flash dei fotografi indugiavano sugli ospiti che percorrevano sorridenti il tappeto rosso. Avvocati, notai, imprenditori. Tutti accompagnati dalle rispettive consorti. Tutti che, solo per qualche secondo, spostavano lo sguardo sui giornalisti curiosi che li chiamavano. Ad accoglierli, all'entrata dell'hotel, il vicedirettore, che ringraziava personalmente gli invitati per essersi presentati.
Per Mestre era l'evento più importante del mese e aveva attirato anche i più curiosi, che guardavano sognanti i bellissimi abiti da sera indossati dalle donne che accompagnavano i loro rispettivi consorti. Nei giorni precedenti i giornali avevano dedicato molto spazio a quel gala di beneficenza. Lo scopo della serata era raccogliere dei fondi per l'apertura di un centro protonico per la cura avanzata dei tumori nell'Ospedale dell'Angelo. Per l'occasione l'hotel aveva investito molto denaro per convincere la società che si occupava della conservazione del Rubino celeste a presentarlo durante la serata. Era la prima volta che quel minerale era esposto in Italia e la curiosità di tutti gli appassionati e non solo era alle stelle. I giornali lo descrivevano come più resistente del diamante, un'affermazione che aveva suscitato molto scalpore. Durante la serata ci sarebbe stato un concerto durante il quale il pianista Ludovico Einaudi avrebbe suonato i suoi migliori pezzi. In seguito sarebbe stato esposto il Rubino celeste e tutti gli invitati avrebbero potuto ammirarlo in tutto il suo splendore. La serata si sarebbe conclusa con la proiezione di un filmato realizzato dall'associazione che si sarebbe occupata dell'apertura del centro protonico per la cura avanzata dei tumori.
Damiano era già entrato all'interno della struttura, aveva ottenuto l'invito grazie alle conoscenze del suo capo Eliseo. Solo a poche testate giornalistiche era stato dato il permesso di partecipare all'evento e di ottenere in esclusiva le fotografie della serata.
Damiano si stava guardando intorno circospetto, una mano in tasca e l'altra con un bicchiere di amaro tra le dita.
Si avvicinò a uno specchio e notò che il suo papillon nero era leggermente storto.
Sbuffò e appoggiò il bicchiere su un tavolo lì vicino.
Si spostò verso lo specchio e sistemò il papillon, soffermandosi sul suo smoking composto da camicia bianca e giacca nera. Si sentiva a disagio con quell'abbigliamento, gli sembrava di essere un pinguino.
I gemelli ai polsi non gli permettevano di muoversi con agilità e le scarpe nere lucide parevano più piccole di uno o due numeri.
Nonostante ciò, presentarsi a quell'evento era di fondamentale importanza ed era disposto a fare qualche sacrificio.
Dopo essersi sistemato il papillon, afferrò il bicchiere e terminò di bere l'amaro. Non aveva mai assaggiato una bevanda così deliziosa.
In quel momento sentì vibrare il cellulare nella tasca dei pantaloni e rispose subito alla chiamata.
"Pronto?" chiese nonostante sapesse già chi fosse, appoggiando il bicchiere sul tavolo.
"Tutto bene?" domandò Cherifa dall'altro lato della linea.
Lei si trovava all'esterno dell'hotel, nella parte da cui si poteva vedere l'ufficio del direttore.
Damiano annuì. "Sì, anche se mi sento come un elefante in una cristalleria. Qui ci sono persone troppo snob per i miei gusti..."
Spostò lo sguardo verso le donne con abiti appariscenti e decisamente troppo scollati per la loro età. I loro cappelli, poi, rendevano il tutto ancora più imbarazzante. Gli uomini che le affiancavano, invece, le mostravano come un trofeo ai loro amici.
"Dai su, devi resistere! Quando sarà presentato il Rubino celeste?" chiese Cherifa, stringendo le spalle per il freddo pungente di quella sera.
"Sarà presentato intorno alle ventitré, alla fine del concerto di Einaudi."
La ragazza rimase sbigottita di fronte a quella risposta. "Alle ventitré? E io dovrei stare tre ore qua fuori al freddo? No, Damiano, io non..."
"Ti scongiuro, Cherifa, non puoi lasciare tutto adesso!" la interruppe lui, alzando il tono di voce.
Le persone intorno a lui lo guardarono con un cipiglio di disprezzo e lui si spostò, spazientito per la loro ostentata superbia.
"Ascoltami, è importante che tu stia lì fuori. Da quella posizione riesci a vedere l'ufficio del direttore?"
Cherifa annuì. "Sì, per adesso le luci sono ancora accese, di sicuro lui è all'interno... Ma io di questo passo mi prendo un bel raffreddore! E domani devo andare al bar a lavorare, comincio il turno alle sette! Non oso immaginare a che ora andrò a dormire stasera..."
Sbuffò e una folata di vento gelido le travolse il volto. "Senti, se lo sto facendo è solo per l'amicizia che ci lega. E anche perché non voglio lasciarti solo in questa situazione scomoda. Anche perché, se Dark Rose entrasse nell'ufficio del direttore, io non potrei comunque vederla a questa distanza. In fondo, non credo che accenderebbe la luce per vedere meglio la cassaforte... Non sappiamo nemmeno se la polizia adotterà ancora lo stesso sistema di sorveglianza di cui mi hai parlato prima. Magari sarà presentato il vero Rubino celeste e non uno falso..."
Damiano scosse la testa. "Non penso che presenteranno quello vero, considerando anche l'evasione di Dark Rose. Credo che seguiranno lo stesso sistema del documento che ho letto un mese fa, quando Dark Rose aveva rapito Elisabetta e mi aveva chiesto di fornirle il foglio in cui era spiegato l'impianto di sicurezza."
"Appunto. Lei ormai conosce come il minerale sarà sorvegliato, quindi credo che a quel documento siano state apportate delle modifiche!"
All'interno della sala si diffuse una tenue melodia proveniente da un violinista al fondo della stanza.
Damiano sospirò. "L'unica modifica è relativa alla presentazione del Rubino celeste: nel documento era scritto che sarebbe stato presentato subito, invece nel comunicato ufficiale hanno spiegato che sarebbe stato esposto dopo il concerto di Einaudi. In più la sua presenza non era descritta in quel foglio. Di sicuro il Rubino celeste che presenteranno sarà una copia. Avanti, nessuno rischierebbe mai sapendo che Dark Rose è a piede libero e potrebbe tentare di rubarlo. Forse si è trattato solo di un modo per richiamare pubblico e in realtà il Rubino celeste non si è mai spostato dal luogo in cui di solito è conservato. Potrebbe non esserci stato nessun trasporto verso l'hotel!"
Cherifa alzò gli occhi al cielo. "Oh, cavolo! Spero proprio che non sia così, altrimenti tutto questo non servirebbe a nulla e io mi prenderei un raffreddore solo per uno stupido timore..."
Il giornalista sorrise. "Ehi, la mia era solo un'ipotesi! Magari mi sbaglio e stasera sarà presentato quello vero!"
In quell'istante, tra la folla, notò un uomo che gli stava rivolgendo uno sguardo truce. Era Edoardo.
Spazio Sly
Come promesso, ho pubblicato l'ottava parte del diciannovesimo capitolo. Cosa ne pensate? Ilaria sembra essersi messa il cuore in pace, ma... sarà davvero così? In questa parte ho fornito anche qualche indizio in più sulle condizioni di Mario. Secondo voi perché è tornato in casa famiglia?
Per quanto riguarda la storyline di Damiano, finalmente la sera del gala di beneficenza è arrivata. Vi avviso che le prossime tre parti saranno tutte incentrate su questo, ne vedrete delle belle!
Ho cercato di rendere il più realistico possibile questo gala, fornendo un fine e un programma preciso per la serata. Spero che sia tutto chiaro!
Vi invito a lasciare un commento per esprimere la vostra sincera opinione.
Ci vediamo sabato con un nuovo aggiornamento!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro