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Condannata a morte (parte seconda)

Aura scosse la testa. "Parto con te e parlerò con Pip: per lui sarà difficile capire, ma lo accetterà."

La donna si avvicinò a Luke, lo strinse forte a sé e lo baciò.

***

Il ragazzo scese le scale con il suo zaino in mano, si diresse verso l'uscita e vide la madre baciare Luke: il gesto lo scosse.

Si avvicinò e disse di essere pronto per partire.

Aura si accorse del suo arrivo: era imbarazzata.

Il commissario mise le mani in tasca. "Veramente non credo che adesso sia possibile..."

Il ragazzo guardò la madre con arroganza. "Cosa sta dicendo il tuo nuovo fidanzato?"

La donna abbassò lo sguardo. "Per lavoro è costretto a restare qui..."

"Oh, mi dispiace!" ironizzò il ragazzo e si rivolse verso Luke. "Mi rattrista partire senza di te, ma cercherò di sopravvivere" e consigliò alla madre di preparare le valigie.

La donna ebbe il coraggio di guardare il figlio negli occhi. "Rimandiamo la partenza di qualche giorno per aspettarlo."

Il ragazzo aveva già capito e buttò lo zaino a terra. "L'hai deciso adesso? Perché non me l'hai chiesto?"

Luke intervenne: "Non deve sempre avere il tuo permesso per prendere delle decisioni. Impara a rispettarla!"

Pip era furioso, ma cercò di stare calmo: "Parli di rispetto? Non l'hai mai davvero avuto, stai solo fingendo per i soldi del flauto. Sei un ottimo attore, ma è arrivato il momento di togliere la maschera."

Prese lo zaino e si avvicinò all'entrata.

Luke lo prese per un braccio. "È questo che pensi di me? Hai convinto tua madre a fuggire da Luang Prabang perché temevi che avessi dei secondi fini?"

Pip non si lasciò spaventare e con voce calma ordinò: "Lasciami!"

Luke si allontanò e lo invitò a sedersi.

Il commissario prese una sedia, la mise vicino a quella di Pip e si accomodò. "Non devi temere questo. Non ho mai mirato ai soldi del flauto. Vi ho sempre aiutato perché è il compito di un commissario di polizia. Mi sono affezionato a voi e non voglio perdervi." Pip restò irremovibile e Luke sospirò. "Se pensi che sia un pericolo per te e tua madre, mi allontanerò. Prova, però, a pensare a cosa sarebbe successo se non ci fossimo mai conosciuti. Chi avrebbe aiutato tua madre dopo la morte di Ben? Chi l'avrebbe salvata quando è stata rapita? Chi l'avrebbe sostenuta quando sei scappato?"

Pip si alzò. "Questo conferma ciò che penso: mamma sta confondendo l'amore con la riconoscenza. Non ti ama. Si sta solo appoggiando a una spalla su cui piangere per avere conforto."

"Rispondi sinceramente. Pensi di sapere se il suo cuore batte per me?" chiese l'uomo per capire il suo stato.

Il ragazzo guardò la madre e poi rispose: "Uscirai dal cuore di mia mamma con la stessa velocità con la quale sei entrato. Io, invece, ci rimarrò per sempre." Si rivolse alla madre: "Va bene. Aspettiamo che Luke si liberi dal suo lavoro. Verrà con noi, ma non mi chiedere di acconsentire alla vostra relazione perché non la accetterò. Rispetto la tua scelta, ma non la condividerò mai."

Prese lo zaino ed entrò nell'albergo.

Intanto Elisabetta arrivò in redazione e i suoi colleghi la accolsero contenti: si erano preoccupati molto per le sue condizioni di salute. La giornalista sembrava particolarmente felice e scherzava con tutti, fin quando in corridoio vide Leonardo.

L'uomo finse di non notarla e prese il cellulare.

Elisabetta si avvicinò. "Hai paura di incontrarmi?"

Lui scosse la testa e disse di essere stupito di vederla.

"Credevi di avere campo libero per ingraziarti Eliseo? Il tuo periodo di gloria sta per finire: dopodomani ritornerà Damiano e dovrai lasciare la redazione. Sistema la tua roba e lascia il suo ufficio!" esclamò, orgogliosa delle sue parole.

L'uomo mise il cellulare in tasca. "Come sei ingenua. Eliseo ha detto che continuerò a lavorare qui e lascerò l'ufficio di Damiano per andare in uno nuovo. È sullo stesso piano di Eliseo! Sono fortunato, vero?" chiese, ironico, lui.

Elisabetta non era stupita: sapeva che non sarebbe stato facile cacciarlo dalla redazione.

Si guardò intorno per assicurarsi che nessuno la vedesse e si rivolse a lui. "La fortuna gira, Leonardo. Oggi sei sul carro dei vincitori e domani sarai giù. Presto arriverà il giorno in cui te ne andrai e mi godrò la scena." Lui rise e lei si arrabbiò: "Hai ancora il coraggio di ridermi in faccia? Non ti vergogni per aver pubblicato un'intervista frutto di registrazioni illegali?"

Leonardo non rispose: si limitò a darle una pacca sulla spalla e si allontanò.

***

Dopo essere andata nel suo ufficio, Elisabetta si recò da Eliseo. L'uomo stava leggendo con noncuranza degli articoli e la donna entrò senza bussare.

Lui la riconobbe senza neanche guardarla. "Quando imparerai a chiedere il permesso prima di entrare?"

"Il giorno in cui porterai rispetto a me e Damiano" rispose seccata la donna.

Era stanca dei suoi giochi di potere.

Eliseo capì: "Damiano è..."

"...vivo, ma dubito che t'interessino le sue condizioni di salute!" esclamò la donna sedendosi. "Dopodomani ritornerà a lavoro. Riceverai un'e-mail sull'articolo che gli hai chiesto. Ha rispettato la consegna."

"Perché non mi ha avvisato?" chiese l'uomo spazientito.

"L'avresti tenuto lontano dall'Italia per proteggere il tuo amico Mariano" rispose la donna. Elisabetta cercò di calmarsi: "Mi sono sempre trovata bene a lavorare con te. Insieme agli altri siamo una squadra e voglio che partecipi anche Damiano. Non lo devi trattare come un pivello, perché non lo è e te l'ha ampiamente dimostrato. Il rapporto tra voi due è partito con il piede sbagliato, ma potete recuperare. Trattalo con il rispetto che merita."

Eliseo abbassò lo sguardo. "Va bene, ma Leonardo resterà in redazione. Non posso licenziarlo."

Elisabetta non era sorpresa. "Sei molto amico di suo padre Angelo. Non te lo perdonerebbe." Cercò di trattenersi, ma non ci riuscì: "Mi chiedo fino a che punto tu sia in grado di difendere quel raccomandato. Ha scritto un articolo basato sulle registrazioni delle conversazioni tra me ed Elena e hai accettato di pubblicarlo."

"Mi dispiace, ma era un'occasione imperdibile. Nessuno sapeva che Elena sarebbe stata arrestata e potevo avere l'esclusiva" spiegò l'uomo d'un fiato.

Elisabetta sorrise ironica. "Certo. La giustizia non è più contemplata, ma adesso che sono tornata la situazione cambierà."

La donna si alzò ed Eliseo chiese come stesse.

Elisabetta si avvicinò all'uscita. "Bene, ma non grazie a te. Domani non verrò in redazione per problemi di famiglia."

L'uomo era sinceramente pentito di aver supportato Leonardo, ma aveva paura del padre Angelo. Non poteva tradire un amico, perché avrebbe rischiato che il questore rispolverasse vecchie questioni del passato.

Intorno alle undici la campanella della scuola di Ilaria suonò.

I ragazzi uscirono dalle aule, lasciando il materiale sul banco.

La ragazza aveva portato con sé gli appunti per la verifica di Latino sul programma di grammatica del Biennio, si era seduta sugli scalini e stava ripassando.

Si avvicinarono tre ragazze che dormivano nella sua stessa stanza in casa famiglia. La più alta aveva i capelli biondi lisci, si chiamava Rosalia Signorili. Era sempre in compagnia di due ragazze che la assecondavano in tutto. Ilaria non l'aveva mai vista da sola.

La ragazza masticava un chewing-gum e si toccava i capelli. "Hai studiato?"

Ilaria la guardò: le stava davvero rivolgendo la parola?

La sorella di Carmine precisò. "Sto ripassando."

Le due ragazze presero gli appunti e li diedero a Rosalia. "Grazie, molto gentili." Ilaria si alzò. "Dammeli! Devo ripassare..."

"...e noi studiare" ribatté Rosalia. Sembrava il capo del gruppo.

Ilaria sentì una vibrazione: era il suo cellulare.

Si allontanò, ma Rosalia la seguì. "Dove vai?"

Vide Ilaria prendere un cellulare dalla tasca dei pantaloni e Signorili non capì: "Perché lo tieni? Avresti dovuto darlo alla signora Palmieri!"

"Non t'importa! Smettila di seguirmi!" esclamò Ilaria con decisione.

***

Cercò un luogo dove nessuno l'avrebbe vista, andò nel corridoio delle aule e scese una rampa di scale alla quale non aveva mai prestato attenzione.

In fondo c'era una porta che aprì, cercò l'interruttore della luce e lo azionò: era una stanza piccola con degli attrezzi della palestra, sedie e tavoli.

Il cellulare continuò a vibrare. Il numero era sconosciuto. Per un attimo pensò che fosse un operatore telefonico, ma sentì uno strano formicolio alla mano destra. Cosa le sarebbe costato rispondere?

"Pronto?" chiese insicura, guardando l'orologio. Tra pochi minuti sarebbe dovuta rientrare in classe.

Ci fu un attimo di silenzio e poi sentì un respiro affannoso.

"Che bello sentire la tua voce!" esclamò Elena, felice di sentirla.

Aveva cominciato a credere che non avrebbe risposto.

"Mamma?" chiese la ragazza, incredula. "Perché mi hai chiamata? Ti avevo detto di telefonarmi solo in caso di emergenza."

Ilaria e Carmine avevano consegnato i loro cellulari alla signora Palmieri, ma ne avevano nascosto altri due per le emergenze.

La donna guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno. "Ho bisogno di parlare con te. Io..."

Ilaria la interruppe: "Non ho tempo per parlare con te. Ci vediamo oggi pomeriggio. Mi racconterai tutto..."

"Non ci sarà alcun incontro!" esclamò d'un fiato la donna.

Ilaria non capì: "Perché?"

Elena trattenne le lacrime. "Mi dispiace, è tutta colpa mia. Non avevo altra scelta. D'ora in avanti la mia vita sarà diversa senza di te!"

La linea sembrava disturbata e Ilaria ebbe difficoltà a capirla: "Parla piano. Hai detto che non ci vedremo? Il giudice ha cambiato idea?" e intanto continuò a guardare l'orologio.

La madre respirò profondamente e si asciugò gli occhi, cercando di mantenere la calma: "Ieri sera ho parlato con uno scagnozzo di Broxen, la banda che ci sta ricattando..."

La voce le si spezzava in gola: non aveva il coraggio di dirglielo.

Il cuore era martellante nel petto e pensò di stare male.

Cominciò a sudare e la mano che teneva il cellulare tremò. "Il contratto stipulato da Lorenzo è rescisso!"

Sul viso di Ilaria comparve un sorriso. "Mi hai dato una bella notizia. Scusa se prima ho reagito male."

Elena cominciò a piangere: quelle parole di felicità rendevano più difficile confessarle la verità.

Per un attimo pensò di interrompere la conversazione, ma ricordò le parole di Carmine. Era davvero codarda? Forse sì, ma almeno era viva. Il coraggio l'avrebbe portata alla morte e poteva diventare imprudenza.

Ilaria capì il suo stato d'animo. "Dopo una bella notizia ce n'è una cattiva. Di cosa si tratta?"

Elena annuì: doveva dirglielo. Si toccò la fronte per asciugarla dal sudore e spiegò: "Quell'uomo mi ha costretta a firmare un altro contratto..."

"Cosa?" chiese la ragazza, sicura di non aver capito bene.

Più che una domanda era un'esclamazione di terrore.

La sua voce sembrò rimbombare nella stanza ed Elena continuò a piangere ancora più forte. Come poteva rivelare alla figlia di averla venduta?

Doveva trovare il coraggio, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato. Ilaria era già arrabbiata, ma come avrebbe reagito alla sconvolgente notizia?

Elena chiuse gli occhi e d'un fiato esclamò: "Per estinguere il debito di Lorenzo, ha imposto una condizione terribile. Pretende che tu lavori per l'organizzazione!"

Ilaria sgranò gli occhi: la notizia era peggio di un pugno nello stomaco.

Si sentì come se qualcuno la stesse accoltellando e sperò di aver capito male: "Cosa significa?"

La madre continuò a tremare e, visibilmente scossa, continuò: "Questo pomeriggio dei finti poliziotti verranno nella casa famiglia con il pretesto di portarti da me. In realtà andrai in una struttura protetta..."

"Mi rapiranno?" urlò la ragazza, disperata.

Si appoggiò al muro, terrorizzata.

Elena le chiese scusa per tutto il male che avrebbe dovuto sopportare.

La ragazza cercò di mantenere il controllo. "In cosa consiste il lavoro?"

Elena non ebbe il coraggio di rispondere e la ragazza si ricordò di aver già sentito una domanda analoga la sera prima. La madre aveva risposto in un modo che l'aveva spaventata e ora quella risposta era diventata puro terrore.

"Droga, prostituzione..." elencò la ragazza sotto shock.

La madre continuò a piangere in cella.

Spazio Sly

Come promesso, ho pubblicato la seconda parte dell'ottavo capitolo. Cosa ne pensate? Elena sta confessando alla figlia l'atroce verità: quale sarà la reazione di Ilaria? 

Sentitevi liberi di commentare per esprimere la vostra sincera opinione.

A presto!

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