Capitolo 10
P.o.v Narratore
Petra:" si comunque appena l'ho saputo sono rimasta sconvolta, cioè io un otto in matematica, ero al settimo cielo... poi anche tu hai preso un bel voto no? ..." Disse la rossa continuando a parlare come una macchinetta, mentre sgranocchiava qualche pop corn, rendendosi conto solo dopo che la corvina non la stava per nulla ad ascoltare
Petra: " Mika ci sei"
Agitò una mano davanti al volto della corvina persa tra mille pensieri, con gli occhi fissi a guardare la TV, programmata su un film di dubbia provenienza.
Erano sdraiate sul divano di casa Ackerman, a guardare un film, come ogni sabato sera, da ormai tempo.
Avrebbero dovuto parlare, ridere e scherzare... eppure Mikasa non sembrava così partecipe oggi.
Mikasa si svegliò dal suo stato di trans sgranando gli occhi.
Mikasa:" Eh... ah sì bello il film"
Disse la corvina titubante, guardandosi in torno, cercando di captare l'argomento di cui stava parlando l'amica.
Petra alzò un sopracciglio, curvandolo in modo impressionante.
Conosceva fin troppo bene Mikasa, e sapeva che stava pensando a qualcosa, qualcosa che era tutt'altro che positivo.
Petra:" non mi stavi ascoltando vero? "
Disse guardando storto la corvina, che ricambiava con sguardo dispiaciuto.
Mikasa non fiatò.
Sembrava che le avessero appena tolto l'uso della parola o della voce.
Petra:" sputa il rospo, non farmi rimanere sulla spine"
Disse la rossa spazientita.
Odiava quando l'amica si teneva tutto dentro, sapeva che le provocava solo dolore tutto ciò, lo sapeva fin troppo bene.
Era una delle poche, se non l'unica, che conosceva la vera Mikasa Ackerman, gli altri conoscevano solo una maschera, che si è creata per difendersi da critiche e giudizi.
Dopo una decina di minuti, in cui le due si guardavano fisse negli occhi, senza fiatare, la corvina si decise a parlare, anche se con un tono di insicuro e indeciso.
Mikasa:" vedi è... che non so come dirtelo ... o più che altro spiegartelo "
Guardò in basso mentre si grattava la nuca.
A Petra faceva strano tutto ciò, le sembra di rivedere la Mikasa debole e fragile di un tempo che doveva essere ormai remoto.
La Mikasa che si imbarazza a parlare con qualcuno.
La Mikasa che per ogni critica andava in bagno a piangere.
La Mikasa che pur di non chiedere aiuto mostrava un sorriso falso, dietro un mare di lacrime.
Petra:" sai che ti capirei anche se parlassi in aramaico... "
Sorrise dolcemente per tranquillizzare la corvina e metterla a suo agio.
La ragazza dagli occhi grigio argento sorrise debolmente, mentre una lacrima solitaria scorreva per la sua guancia candida come la neve.
Mikasa:" i-io n-non pensavo c-che lui f-fosse cos-così"
Balbettò la ragazza, mentre sempre più lacrime salate scorrevano sul suo volto.
La rossa non capì cosa intendeva l'amica,e iniziarono a frullarli mille domande per la mente.
Cosa stava succedendo?
Chi era quel lui?
Perché stava piangendo?
A cosa è dovuto tutto ciò?
Eppure la rossa aveva una sua teoria, che non era neanche troppo diversa dalla realtà.
L'argomento principale... Eren.
Petra:" Mikasa, ti prego spiegarti meglio, così capisco poco e niente "
Spiegò la rossa che inzio ad asciugare, con i suoi pollici, le lacrime, della ragazza che ora piangeva ancor di più.
Mikasa:" m- ma se hai d-detto che mi a-avresti capita an-anche se avrei parlato in ara-aramaico"
Disse giustamente la ragazza, sfruttando a suo vantaggio le parole dell'amica.
Petra si mise a ridere debolmente... poi istintivamente, all'improvviso, abbracciò l'amica, poggiando il volto di quest'ultima sulla sua spalla.
Mikasa sgranò, nuovamente, gli occhi, ormai rossi dal pianto.
Petra:" Facciamo così, ora piangi sulla mia spalla.
Piangi ogni singola lacrima.
Urla, grida, strilla... poi mi spiegherai tutto, ora calmati.
Non fare battute stupide solo per cambiare argomento, lo sai molto bene che con me non funziona"
Disse la rossa mentre inziò ad accarezzare dolcemente il capo di Mikasa.
Petra sapeva benissimo che il miglior modo per far calmare, e far chiarire le idee, a Mikasa era questo.
La ragazza attraverso il pianto si sfogava, e come se il quel momento buttasse tutte le sue preoccupazioni fuori da lei stessa, lasciandosi più libera, più serena, in grado di parlare... di confidare i suoi problemi.
Quest'ultima, colta alla sprovvista, crollò, e fece come le consigliò l'amica.
Urlò, gridò, pianse senza mai fermarsi, per un buon quantitativo di minuti.
Sembra che avesse di tante vicende di cui sfogarsi, eppure in realtà era solo una.
Una capace di ridurla in questo modo.
Una iniziata da tempo... ma mai risolta...
Angolo autrice
Ecco un nuovo capitolo.
Scusatemi se è troppo corto.
Parlando di cose seri, voi come state?
Spero che stiate tutti bene, diciamo che questo è un periodo un po' così per via di questo virus che gira.
Non voglio prolungarmi oltre perché se ne parla già abbastanza.
Infine spero che vi sia piaciuto il capito e grazie di averlo letto.
Accetto qualche tipo di consiglio.
Ora vi saluto.
~ by Astrid
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