Vodka&Ink's Pub
(Regolamento e Spiegazioni)
Huston mi conosce da un po', ci siamo incontrati al Servizio Recensioni -o meglio, la mia mente l'ha sputato fuori lì, tra un commento sarcastico e l'altro. E' un tipo bonario, dagli occhi vispi e con il libro di grammatica sempre sotto alla cassa, per farle smettere di traballare. Ora mi fissa e si gratta la testa, mi chiede se sia davvero certa di volermi buttare in questa nuova avventura che sa tanto di speed date, nonostante faccia fatica a concludere le revisioni nel mese stabilito. Io rido, gli sfioro un braccio con le dita da pianista << Amico, lo sai che sono sadica. >> ricambia più o meno nello stesso modo, evitando però il contatto. Non gli piace toccarmi, crede che possa infettarlo con la mia acidità.
<< Lo so Ania, ma sotto sotto c'è anche del masochismo >> si morde il labbro carnoso e scuote la testa << l'importante è che non ti metti a fare giochetti strani con i malcapitati! >>
Un po' di imbarazzo mi imporpora le guance, ma tento di non dar peso a quelle parole maliziose che proprio non gli si addicono. L'ho immaginato diverso da così, eppure è venuto male, come tanti dei miei personaggi.
<< E' lavoro, Huston, nulla più. >> avvicino il filtro giallo della sigaretta alle labbra e ritraendo la mano dal suo braccio bollente inizio a tastare le tasche del cappottino color cenere. Ammetto che forse ha ragione, però mi andava di fare qualcosa di diverso - anche se sono certa che ci siano state influenze; non sarò certo l'unica in Wattpad City ad avere una mente così contorta e in parte malata? Volevo, anzi voglio, rendere possibile una sorta di reinterpretazione dei personaggi, ma anche degli autori. Ho questa idea che mi sobbalza nella testa da un po', ma ancora non mi ero decisa a darle corpo. All'inizio doveva essere un club del libro, ma chi ci mette piede, lì? Sarebbe stato una sorta di polveroso gruppo di gentaglia che parla sempre delle stesse cose e degli stessi libri, avrebbe finito con il diventar noioso persino per me. Poi, come un fulmine a ciel sereno, questo club del libro si è trasformato in un pub, un locale dove potersi mettere in mostra, alzare la gonna fin sopra la metà coscia, sfoggiare le scollature, vantarsi, giocare a biliardo e finire anche con il perdere, ma alla fine quel che conta qui è farsi notare.
Huston allunga una mano nella mia direzione e click, dà fuoco alla Lucky Strike che ho stretta tra le labbra. Grazie a Dio c'è lui.
<< E come credi di gestirlo? >> domanda, incuriosito e in parte scocciato all'idea che, in conclusione, lo abbia reso un personaggio vero e proprio, non più un semplice nome buttato tra una critica e l'altra. Forse non ne aveva voglia di prendersi una simile responsabilità - perché sia chiaro, creare e gestire dei personaggi non è cosa semplice, bisogna dargli un certo tono e spessore, sennò restano nomi, così come era lui prima.
Sbuffo fuori la nicotina riflettendo. Non mi ero preparata a dover rispondere alle sue domande: è una mia creazione, dovrebbe già sapere tutto, eppure non è così. Sta di fatto che se non a lui, almeno a voi, dovrei darle delle spiegazioni, quindi tanto vale illuminare tutti i presenti, non si sa mai.
Le unghie nere e fin troppo affilate incontrano la cute. << Vediamo...>> mi umettò le labbra secche: << gli autori, sì, loro dovranno candidarsi in liste. >>
<< Mensili? Ania, non fotterti da sola. >>
Gli sventolo davanti una mano, con fare stizzito. Ma questo non potevo lasciarlo di là? Chi me lo ha fatto fare di tirarlo via da Anime d'Inchiostro?
<< Stai zitto e ascoltami! >> Mette il broncio. Già iniziamo ad avere dei problemi, Huston.
Gli lascio fare l'offeso mentre prendo un'altra boccata dal filtro: << Dicevo ... ci saranno delle liste casuali, senza vere durate o altro, poi loro, da bravi bambini, dovranno candidarsi inserendo in un commento con alcuni dati fondamentali. >> Mi sporgo oltre il bancone quasi sdraiandomi sul ripiano in legno, afferro un tovagliolino bianco grande quanto uno smartphone. Malamente mi rimetto seduta su uno sgabello troppo alto per le gambette che mi ritrovo. L'arredamento sarebbe da rifare, certo, ma sono sicura che così abbia più fascino.
A tentoni, esattamente come con l'accendino fantasma, mi metto alla ricerca di una penna che trovo pochi secondi dopo nascosta nei meandri delle tasche.
L'uomo, perché Huston ha un'età indefinita che va dai venticinque ai trentacinque anni, ridacchia sotto quell'accenno di barba che si ritrova, dissipando il malumore che lo aveva colto: << Attrezzata! >>
<< Ferri del mestiere, sai com'è ... >>
Con una calligrafia degna di una principessina - e fidatevi, non scherzo -, inizio a tracciare alcune linee guida che sarebbe meglio conservassi in qualche scomparto della borsa, in modo da non dimenticarmele come fanno e sicuramente faranno alcuni avventori del Vodka&Ink's Pub. Da cosa potrei partire? Ah sì.
" A chi è rivolta la critica?" e poi faccio due belle freccette in direzioni opposte. Da un lato segno "Autore" e proseguo con questi punti: opere edite in questa cittadina virtuale, perché vuole l'intervista, una citazione tratta da qualsivoglia fonte e su cosa vuole focalizzarsi.
Alzo lo sguardo verso il mio "amicone", trovandolo perplesso di fronte a quelle cosette mal concepite << Non ti viene in mente nulla di più originale? >>
<< Tu non sei abbastanza per stasera? >>
Riprendo, spostandomi sull'altro lato del tovagliolo, questa volta con qualche richiesta in più da fare. Incido con la penna la parola "Personaggio" e subito segno l'elenco di informazioni che mi serviranno: nome completo, storia di appartenenza, genere, trama, capitoli, una breve descrizione di lui (sia fisica che caratteriale) e una citazione tratta dalla storia. Non è molto, ma il resto lo chiederò in privato, in modo da lasciare un po' di suspense a quei curiosoni che cercheranno di guardare sulle liste di commenti.
Alzo soddisfatta il foglietto, gioendo come un cucciolo di piranha al cospetto di una fiorentina. Sì, ho gli elementi fondamentali per iniziare quest'avventura tutt'altro che sensata. Posso dirmi davvero cont ... i miei occhi incontrano il muso serio di Huston e tutto si fa improvvisamente cupo, quasi la fiorentina mi fosse stata portata via.
<< Che c'è? Che hai da fissarmi a quel modo? >>
<< Ania, ma hai pensato alla selezione? Ti ricordo che già una volta sei andata nei casini per quella robaccia. Il tuo Haters' Club è stato fomentato anche da quello! >>
Odio quando ha ragione. Vorrei prendere il suo bel libro di grammatica e sbatterglielo ripetutamente in faccia, ma senza di lui tutto questo non avrebbe senso.
<< Sai una cosa Hust? Si arrangino. Il pub è tuo, l'idea mia, quindi le condizioni le dettiamo noi! Al diavolo le regole classiche. >> e così dicendo salto in piedi, imitando quel brutto ceffo di Napoleone Bonaparte e sentendomi un pò più cattivona di quel che sono in realtà.
Che si aprano le porte del Vodka&Ink's Pub!
(Benvenuti alla nuova raccolta, pronti ad iniziare?)
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