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BULLISSIMO O CYBERBULLISMO

Le parole hanno un peso, ma non lo ricordiamo. Ed è questo il dramma nascosto dietro i messaggi di bullismo. 

Le parole hanno un peso, ne ribadiscono la pericolosità, ed è necessario essere consapevoli quando le si scaglia contro l'animo di un adolescente troppo fragile. Per poter decidere o scegliere.

Le parole hanno un peso.

GRASSO, PUTTANA, NANO, DISADATTATO, FROCIO, CRIMINALE, NEGRO, VECCHIA,  TERRONE, RACCOMANDATO, PEZZENTE, RITARDATO, TROIA, FALLITO, ANORESSICA, CORNUTO, HANDICAPPATO, FRIGIDA, INFERIORE, MONGOLOIDE. 

Le parole hanno un peso. Nella vita e sugli schermi. 

E per carità, smettiamola di difenderci tirando in ballo  l'ironia e il sarcasmo, Quelle sono arti delle quali bisogna imparare il mestiere.  Non confondiamo le acque e i livelli. Le parole hanno un peso e certe ferite resisto nel tempo. L'apologia dell'odio non è un reato che dovrebbe poter cadere in prescrizione ma in questo paese una legge contro l'odio non c'è. Quindi bulli e operatori italiani tranquilli, siete liberi. Io intanto aspetto tempi migliori nei quali le parole magari un giorno avranno un peso. 

Delle parole che hanno colpito tanto e che comunque mi hanno fatto pensare. Queste parole sono dette da Tiziano Ferro. Io nell'ultimo periodo amo immensamente Tiziano Ferro e mi è successo di guardare un po' di interviste e ne ha iniziata una proprio con questo monologo. E in quel momento mi sono commossa, non solo per quello che ha detto e per quello che ha passato ma soprattutto perché ho capito che oltre ha me c'era qualcuno che capiva, che sapeva come si ci sentiva ad essere trattati in modo diverso e che non ha molti fattori in comune con qualcun'altro.

Io sono sempre stata quella che era diversa dalla classe, già da piccola amavo molto stare davanti alla TV o al computer per essere sempre aggiornata sulle ultime novità. Amavo andare su internet e leggere articoli su vari argomenti e mi piaceva giocare con in video giochi. Mentre alle mie compagne piacevano i trucchi, uscire, o andare in discoteca.
E all'età di 14 ho iniziato ad appassionarmi alla lettura e anche alle superiori ero sempre la ragazza con un libro un mano. Ne leggevo almeno uno alla settimana, molto spesso ero arrivare anche 3 alla settimana.

Ma l'unica cosa che leggevo erano i romanzi d'amore e sui libri non ci stavo per niente. Erano l'unica cosa che mi facevano star bene e nessuno della mia classe non lo capiva e mi prendevano in giro per questo. O perché sono un po' in carne o perché sembravo strana, anche se non mi conoscevano.

Molte volte quando tornavo a casa da scuola, ricevevo dai miei compagni di classe dei messaggi in cui mi dicevano che facevo schifo, o che non importava a nessuno se andavo a scuola oppure no, o che dovevo semplicemente morire perché nessuno mi voleva.
Ci stavo male, ma non l'ho mai detto ha nessuno perché pensavo che potevo cavarmela da sola, ed ero arrivata al punto in cui ho pensato di farla finita. Ma ho pensato che è quello che volevano loro.

Poi è arrivato il 2018. L'anno in cui ho compiuto 18 anni, pensavo che arrivare a 18 anni era un traguardo bellissimo, che sarebbe cambiato tutto. E in realtà non è cambiato nulla. Anzi è cambiata tutta la mia Vita. Ho perso mio zio dopo una settimana mia nonna ha iniziato ha sentirsi male, dopo qualche mese è finita all'ospedale e ci è restata per un mese.
È stata ricoverata agli inizi di dicembre 2018 ed è stata dimessa per il suo compleanno cioè il 14 gennaio del 2019. Poi il 4 di maggio dello stesso anno è morto il mio tutor e li le cose sono peggiorate perché gli insulti oltre che in classe, le ricevevo anche in treno e facevo qualsiasi cosa pur di non prendere gli stessi treni dei miei coetanei. Tutto ciò è andato avanti fino agli inizi di luglio. Quando ho finito finalmente gli esami di maturità.

Quando ho pensato di essere salva, invece mi sono ritrovata sola. Non parlo con nessuno anche perché a scuola nessuno mi degnava di uno sguardo, non parlavo con nessuno perché mi credevano strana, o avessi una malattia strana. Stavo sempre con le cuffie alle orecchie o con un libro in mano.

E ora mi ritrovo sempre più spesso con un nuovo libro in mano o con le cuffie alle orecchie mentre cammino vicino a casa. Non me ne è sempre importato molto dei pareri degli altri, ma arrivata a questo punto mi sento sola e non faccio molto durante la giornata se non  davanti al computer o alla TV o davanti ad un libro. 

Anche se l'idea di leggere così tanto mi piace, l'idea di discutere con qualcuno dei libri che leggo è ancora meglio. Esprimere le cose che penso con qualcuno è la cosa che mi pace di più, soprattutto se quel qualcuno ha letto il libro in questione e posso esprimere un giudizio positivo o negativo un tale personaggio. Non so nemmeno se esiste un lavoro. Comunque, ritornando al discorso principale, sono sempre stata la tizia strana che girava per tutta la scuola con libro. Ma anche allora, volevo qualcuno che mi parlasse dei libri che stavo leggendo. 

Ma comunque, le parole che ha detto Tiziano Ferro all'inizio, me le hanno detto molto di frequente alle medie e buona parte delle superiori. E ci stavo male, molte volte andavo in bagno e piangevo fino a che le lacrime non smettevano di scendere nelle mi guance. 


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