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Capitolo Quarto

Il vapore caldo e denso aveva creato uno strato opaco sulle superfici delle finestre e dello specchio nel piccolo bagno della tana. L'aria era intrisa di fragranza al cocco e vaniglia proveniente dallo shampoo che Rae stava accuratamente strofinando tra i suoi capelli. Canticchiava una melodia inventata sul momento, compagna immortale delle sue docce, mentre le gocce d'acqua cadevano veloci sulla sua pelle ambrata. Dopo quella mattinata di lavoro era rigenerante lasciare che il suo corpo si rilassasse sotto il getto, cercava in ogni modo, però, di non pensare a quel momento avuto con Fred: contava le mattonelle della doccia, era arrivata a trentasette prima che un brivido la facesse tremare, le sue labbra, così tremendamente vicine e allo stesso tempo lontane, erano un chiodo fisso nel suo cervello.

Si passò le mani sul volto e sospirò pesantemente ''non posso continuare così'', pensò tra sé e sé, ''ma è così irrealisticamente bello..'', mugugnò esasperata e finì di lavarsi accuratamente la chioma e il corpo prima di uscire dalla doccia e avvolgersi un asciugamano attorno al busto.

Passò una mano sullo specchio per togliere la condensa e osservò il suo riflesso per qualche secondo. Non aveva la minima intenzione di asciugarsi i capelli, con il diffusore ci avrebbe messo troppo tempo e sentiva già l'odore della cucina di Molly arrivare dal piano di sotto. Decise allora di modellarli semplicemente con un po' di crema e di gel, li avrebbe fatti asciugare dal sole. Quando la sua pelle non fu più umida si infilò l'intimo, una gonnellina bianca in plissé che le arrivava poco sopra il ginocchio e un top a bretelle color miele fatto all'uncinetto, infilò le sue solite converse e uscì dal bagno, assicurandosi di lasciare la porta aperta per far uscire l'aria bollente.

Ginny e Ron avevano appena finito di posare le ultime cose in tavola quando, Fred e George, ignorando per l'ennesima volta i rimproveri della madre, fecero levitare pentole e scodelle traboccanti di prelibatezze dalla cucina al tavolo.

Il rumore di vetri infranti irruppe nell'aria, una ciotola verde colma di purè di patate cascò sul pavimento in pietra, Fred non se ne curò, probabilmente non si accorse nemmeno di essere stato lui a fare quel danno, tutta la sua concentrazione era indirizzata alla ragazza che saltellava giù dalle scale con i lunghi capelli bagnati che le ciondolavano sulla schiena e un sorriso smagliante impresso sul volto.

Molly entrò in cucina con i pugni chiusi sui fianchi. Nonostante si fosse accorta di come il figlio fosse imbambolato a guardare la giovane, gli piazzò un sonoro scappellotto sulla nuca facendolo sobbalzare.
''Sistema subito, Fredrick Gideon Weasley, prima che te ne arrivi un altro!''
il rosso mugugnò qualche parola di scusa e, mentre si portava la mano sinistra sulla nuca, con l'altra agitò la bacchetta per riportare la ciotola alla sua forma originaria.

Pochi secondi dopo Arthur Weasley comparve, coperto di fuliggine, dalle fiamme verdi della Metropolvere.
''Buongiorno miei Weasley! Buongiorno piccola Rae!''
Disse allegramente prima di lasciare un dolce bacio sulla guancia di sua moglie. Il cuore della mora si gonfiò di gioia a quella vista, i suoi genitori si amavano follemente, si, ma quello che esisteva tra i signori Weasley era un qualcosa di così assurdamente puro ed etereo che le faceva aggrovigliare lo stomaco dal desiderio di provare lo stesso.

I suoi pensieri vennero interrotti quando sentì il rumore delle sedie che grattavano sulla pietra, tutti si stavano prendendo posto a tavola e così fece anche lei, sempre tra Ginny e Ron, sempre di fronte a Fred.

Il pranzo procedeva tranquillamente, Rae era sempre stata una ragazza di buona forchetta e, la cucina di Molly, non faceva altro che aumentare il suo appetito. Arthur era intento a raccontare della sua mattinata al Ministero quando qualcosa le scivolò sulla coscia, abbassò lo sguardo e vide un sottile foglio di pergamena piegato con cura, lo afferrò e, attenta a non strapparlo, lo aprì con cautela:

''Sei così bella che mi lasci senza fiato''

Non vi era nessuna firma, nessun nome, ma a lei non serviva, avrebbe riconosciuto quella scrittura tra milioni. Aveva centinaia di scarabocchi e frasi impresse sui suoi libri di Divinazione e Storia Della Magia fatti dallo stesso autore di quel biglietto. Le sue guance si colorarono di un rosso tremendamente evidente mentre alzava lo sguardo su Fred che, nemmeno per un secondo, le aveva tolto gli occhi di dosso da quando era scesa dalle scale. Rae si schiarì la gola e spostò lo sguardo su George che la sorrideva compiaciuto mentre sollevava e abbassava le sopracciglia ''Sei cotta a puntino, piccola serpe.'' mimò con le labbra causando così una enorme rotazione delle iridi scure della ragazza mentre gli faceva segno di stare zitto.

***

Era ormai pomeriggio inoltrato, un vento leggero soffiava tra le foglie e i fiori colorati del giardino, gli uccellini cinguettavano allegri sui rami, un telo verde menta era steso all'ombra di un Salice.

Ginny era immersa nella lettura del Quidditch attraverso i secoli mentre accarezzava distrattamente le gambe di Rae poggiate sul suo ventre. La testa della mora era posata sul telo e i suoi capelli, ormai completamente asciutti, si allargavano gonfi da tutte le parti mentre leggeva Oceano Mare di Alessandro Baricco, un libro babbano che i suoi le avevano spedito durante la loro tappa in Italia. Dietro il suo capo vi era Fred, disteso su un fianco, con un braccio piegato a reggersi il viso, leggeva assieme alla ragazza, passando le lunghe dita affusolate tra i fili d'erba. Poco distanti George e Ron erano impegnati in un'avvincente partita agli Scacchi dei Maghi, nella quale ovviamente Ron stava avendo la meglio, poteva essere considerato in assoluto il migliore della famiglia in quel gioco.

La quiete che regnava sovrana venne interrotta da Molly, Arthur era tornato a lavoro subito dopo pranzo, che chiese a Ginny e Ron di accompagnarla a fare un po' di spesa al mercato di Ottery St. Catchpole poiché le vivande erano quasi completamente finite. Sbuffando i due piccoli Weasley si alzarono e, facendo un annoiato cenno di mano al gruppo, si allontanarono dietro la madre.
''Vado anche io, devo comprare delle cose!''
Disse George dandosi una spinta con le mani per alzarsi dal prato incolto.
"e cosa dovresti comprare, sentiamo un po''
Disse Rae abbassando appena il libro per guardare l'amico intento a pulirsi il retro dei pantaloni dalle macchie d'erba.
''Cose e basta, non scocciare''
Disse ghignando divertito, lanciò un bacio ai due ancora stesi e, dopo aver mandato un'occhiata abbastanza eloquente al fratello, si dileguò con il resto della famiglia.

Entrambi erano consapevoli che l'intenzione di George era quella di lasciarli un po' da soli. Cercare intimità e privacy alla tana era quasi più difficile di individuare un Bezoar in mezzo ad un centinaio di pietre, e, anche se non lo ringraziarono a parole, erano estremamente felici che lo avesse fatto. Rae strisciò leggermente più indietro con il corpo e posò la sua testa sulla vita del ragazzo continuando a immergersi in quelle righe che tanto amava. Fred sorrise appena, prese una ciocca dei suoi capelli ed iniziò a farla scorrere ripetutamente tra l'indice e il pollice. I suoi occhi scorrevano sul profilo della ragazza, vederla leggere forse era una delle cose che amava di più di lei: il modo in cui corrucciava le sopracciglia quando un passaggio non le piaceva, il modo in cui arricciava il naso e accennava un sorriso quando un passaggio inconsciamente la rendeva felice e il modo in cui incastrava la lingua tra le labbra carnose per concentrarsi.

Rae si voltò verso di lui, regalandoli uno di quei sorrisi che li facevano vibrare le ossa.
''Ho un'idea!''
Esclamò allegra posando un tulipano essiccato tra le pagine del libro, così da non perdere il filo, e lo richiuse posandolo sul telo. Con un docile colpo d'anca si mise seduta dritta e il ragazzo la imitò, mettendosi di fronte a lei ,incrociò le gambe e afferrò con delicatezza quelle sottili di lei, posandole sulle proprie.

Rae si sporse verso il prato, fuori dal telo verde menta, e raccolse qualche margherita che posò sulla sua gonnellina.
''Sai fare le corone con queste?''
Chiese lei con occhi grandi e allegri mentre lui scuoteva il capo
''Posso insegnarti se ti va! Ecco vedi..''
Continuò prendendo due margherite, lentamente, per mostrare tutti i passaggi al ragazzo, annodò il gambo di una attorno alla base del calice dell'altra
''E poi continui con le altre fino a quando non crei un cerchio abbastanza grande da infilarci la testa''.

Fred prese due fiori dal grembo della ragazza e, con la lingua stretta tra le labbra per la concentrazione, ripeté i passaggi, anche se trovò qualche difficoltà dovuta alle sue dita, molto più grandi rispetto a quelle della ragazza. Rae ridacchiò avvicinando una mano al viso del ragazzo per spostargli una ciocca di capelli dalla fronte
''Posso farla per te? E tu la fai per me''
Chiese il rosso sollevando appena lo sguardo, lei annuì allegra facendo rimbalzare i suoi riccioli. Fred le sorrise con dolcezza e le lasciò un bacio sul palmo della mano prima di tornare a concentrarsi sulle margheritine e lei, arrossendo, fece lo stesso.

''Hai parlato con i tuoi in questi giorni?''
Domandò Fred aggiungendo un quinto fiore alla sua opera
''Si! Dicono che si divertono, che gli manco e bla bla bla, sappiamo tutti che è stato meglio per me non andare, di certo non volevo stare in camera con loro mentre fanno certe cose!''
Disse la ragazza ridendo, lui ghignò divertito e la guardò di sottecchi
''Pensi che i tuoi facciano ancora sesso?''
La ragazza roteò gli occhi per poi incontrare i suoi
''Ovvio Freddie, perché pensi che i tuoi non lo facciano?'', un'espressione disgustata si formò sul volto del ragazzo ''Spero di no..o meglio si, lo spero per loro..non mi interessa sul serio''
Scrollò le spalle come per cacciare via quel pensiero, Rae ridacchiò e raccolse un altro fiore dal prato
''Andiamo dai, sei figli che per la maggior parte dell'anno sono chiusi in una scuola a kilometri di distanza o all'estero, pensi davvero che non abbiano folleggiato su ogni singolo mobilio di questa casa?...magari anche in camera tua!''
Fred sgranò gli occhi e diede una leggera spinta sulla spalla della ragazza facendola scoppiare in una fragorosa risata
''Sei un bambino!''
disse lei scuotendo la testa allibito alle sue parole.
''E tu sei una mammoccia disgustosa!''
Rispose a tono lui, ridacchiando sotto i baffi
''Non è di certo colpa mia se tu non vuoi accettare la realtà! - Mammina e papino, lo fanno sul comodino, lo fanno sul lavandino e nel letto di Freddino!''
Lo schernì lei ridendo ormai senza un contegno
''Sei proprio cretina!''.
Rae roteò gli occhi divertita e gli lanciò una margherita sul viso ''Comunque io ho finito!''
Disse allegramente mettendosi in ginocchio, prese la coroncina con entrambe le mani e la posò tra i capelli ramati del ragazzo
''Sei proprio carino!''
Fred sorrise e, dopo averle spostato alcune ciocche dalla fronte, mise la corona sulla testa della ragazza
''Tu non tanto in realtà, sembri il Platano picchiatore in primavera''
Rae alzò un sopracciglio ghignando divertita e si lanciò di peso su di lui facendolo stendere sul telo
''Sai cosa fa un Platano Picchiatore? Ti spacca il culo!''.

Da quel momento i due iniziarono una vera e propria battaglia rotolandosi sull'erba. Fred cercava di bloccare le braccia della ragazza che però, essendo estremamente veloce, riusciva a schivare ogni suo tentativo colpendolo dove meno se lo aspettava. Ridevano di cuore, travolti da quella spensieratezza tipica dei bambini. Rae riuscì a bloccare i polsi del rosso, nonostante fosse minuta gli anni a giocare a Quidditch come cercatrice dei Serpeverde le avevano regalato un bel po'di forza nelle braccia.
''Tregua?''
Chiese la mora raddrizzandosi appena con la schiena
''Tregua''
Rispose Fred cercando di riprendere fiato.

Trascorsero il resto del pomeriggio a chiacchierare di tutto ciò che passava per le loro menti: Fred le raccontò di un sogno che aveva fatto un paio di notti prima. Un sogno alquanto strano in realtà, nel quale lui era la fenice di Silente alla fine di un ciclo vitale, dove però, invece di risorgere dalle ceneri, era risorto da una montagnetta di muco di Troll con il corpo da uccello e i capelli del Professor Piton.

Rae adorava sentire i sogni di Fred, ogni volta che ne faceva uno strano correva subito da lei a raccontarlo, e ciò accadeva molto più spesso di quanto si possa pensare. Fred aveva un subconscio talmente tanto intricato che o sognava di essere Merlino sotto forma di Folletto della Cornovaglia o non sognava affatto. Parlarono anche dei viaggi che in un futuro, dopo gli studi, avrebbero voluto fare: Cecenia, Grecia e Ungheria, e chi più ne ha più ne metta, Rae in particolar modo aveva il grande sogno di viaggiare per il Nord Africa e per studiare e vedere i lasciti di quella che poteva essere considerata una delle civiltà più antiche del Mondo.

Rientrarono in casa solo quando sentirono il brusio delle voci del resto della famiglia. Aiutarono Molly a sistemare le vivande nei vari cassetti e cassettini e si proposero di aiutarla con la cena ma lei rifiutò in modo categorico.

Ginny si diresse nella sua stanza per continuare la lettura interrotta, George e Ron ritornarono in giardino per riprendere la partita di scacchi. Rae invece si avvicinò a Fred, in quel momento seduto sul tappeto del salotto con la schiena poggiata al divano e intento ad accarezzare le sottili corde della chitarra. Con passo cauto si fermò davanti alla sua figura, piegò le gambe e si inginocchiò tra le sue cosce avvolte da un morbido pantalone della tuta.
''Mi insegni a suonare?''
Chiese allegramente mentre si legava i capelli in una crocchia veloce. Fred annuì e le fece segno di sedersi tra le sue gambe. Rae non se lo fece ripetere due volte e si sedette sul tappeto con la schiena poggiata al petto del ragazzo, lui le posò la chitarra sulle gambe e il mento sulla sua spalla
''Allora scheggia, la prima nota da imparare è il Do, che si fa in questo modo''
Mormorò prendendole la mano destra, guidò le sue dita sulle corde mentre avvolgeva l'altro braccio attorno alla sua vita stringendola di più a sé.

Dovette fare affidamento a tutto il suo autocontrollo per concentrarsi. Il profumo del suo shampoo e della sua pelle lo distraevano con un po' troppa facilità. Tuttavia, focalizzando la sua mente ancor di più che ai G.U.F.O., proseguì insegnandole la posizione del La e del Re, lasciandole di tanto in tanto qualche bacio leggero sotto l'orecchio.

Rae al contempo era già completamente distratta. Ogni volta che sentiva il suo fiato caldo e le sue labbra sul collo riusciva a pensare a tutto tranne che alla posizione delle dita o ai nomi delle note. Si passò la lingua tra le labbra e si girò verso di lui, a pochi centimetri dal suo viso, era così dannatamente bello: il naso sottile ricoperto da lentiggini chiare, gli occhi luminosi che la scrutavano in un modo così sincero che Rae, in quei momenti, si sentiva la persona più bella del mondo. Le sue labbra, per Salazar, le sue labbra erano così piene e rosee che sembravano chiamarla disperatamente.

Ogni parte di lei lo voleva, lo desiderava in ogni modo possibile e immaginabile. Tutto di lui la ammaliava, la stregava. Aveva bisogno di lui e della sua vicinanza così tremendamente tanto che il suo stomaco si stringeva in una morsa quasi dolorosa.

Portò una mano sulla guancia del ragazzo che la guardava con occhi grandi e pieni d'amore.
''Penso di aver capito...''
Sussurrò lei, così piano da essere udita solo dal diretto interessato
''Le note?''
Chiese Fred spostando la mano dal ventre al collo della ragazza
''No..''
Sussurrò ancora lei.

Nessuna parola fu più detta. Il respiro si fermò e il cuore di Fred prese a battere così forte che probabilmente, credeva, sarebbe scoppiato da un momento all'altro. Le labbra di Rae si erano poggiate sulle sue.

Rae non sapeva dove avesse trovato il coraggio di lasciarsi andare così, socchiuse gli occhi e fece scorrere le sue dita tra i capelli del ragazzo, avvicinandolo a se il più possibile.

Fred aveva bramato così a lungo quelle labbra all'inizio ne rimase destabilizzato. La loro morbidezza e la loro dolcezza, dovuta al burrocacao alla ciliegia, lo mandarono in estasi.
Spostò la chitarra di lato e, dopo averle afferrato la vita con le mani, la sollevò e la fece girare, mettendola a cavalcioni sulle su gambe, la strinse forte a se, mentre le loro lingue si sfioravano, come se volesse inglobarla dentro il suo corpo pur di non lasciarla più andare via.

Quel bacio durò secondi, minuti, ore, nessuno dei due lo sapeva davvero, nessuno dei due se ne curava. Il tempo si era fermato come se un Giratempo si fosse infranto sulla pietra del pavimento.
Quel bacio, quel dannatissimo bacio tanto agoniato era tutto ciò che importava in quel momento. Era tutto ciò che era sempre importato, come se ogni singola scelta delle loro vite era destinata a condurli li, in quel momento, l'uno contro l'altra ad amarsi più di quanto si possa esprimere a parole, più di quanto un fragile cuore umano potesse sopportare.

Tutto intorno era il nulla in quel momento, ma loro erano tutto.

Lentamente le loro labbra, gonfie e umide, si separarono l'una dall'altra, bisognose di aria ma ancor più bisognose di incontrarsi ancora.

Si guardarono negli occhi così intensamente, così profondamente, che sembrava fosse la prima volta.

Le mani di lei scorrevano leggere tra i suoi capelli e quelle di lui stringevano avide la sua carne.

Incatenati e indissolubili.

Fu solo quando Molly li avvertì, dalla stanza accanto, della cena imminente che i due divennero consapevoli di ciò che era appena successo, si sorrisero così dolcemente da sciogliere anche il cuore più oscuro.
''andiamo?''
Sussurrò la ragazza con voce flebile, lui annuì, le strinse un braccio attorno ai fianchi e si mise in piedi, tenendola ancora attaccata al suo corpo. I piedi di lei toccarono il pavimento ma le sue mani restarono poggiate sul suo petto, Fred si piegò in avanti e le rubò ancora un bacio, prima di afferrarle la mano ed intrecciare le loro dita. Sospirarono piano e si diressero in cucina per la cena, ormai però completamente sazi di libertà.

Ed ecco finalmente il tanto agoniato primo bacio tra Rae e Fred! Cosa ne pensate? È valsa la pena aspettare questo momento o avreste preferito qualcosa di diverso??
Fatemi sapere nei commenti
Un bacio -R

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