75
Era ormai buio quando arrivammo davanti a casa di Matthew. Non avevo mai fatto visita ai miei in giornata ed era stato massacrante, sia fisicamente che emotivamente. Rivedere Mrs Gray, lo scontro con Nathan, i dubbi e le paure per ciò che di lì a qualche giorno avrebbe dovuto affrontare Matthew... quello soprattutto. La certezza che non sarebbe stata una passeggiata, anzi, mi stava corrodendo fegato e nervi.
Avevo provato più di una volta a scandagliare i suoi pensieri, a farmi dire ciò che realmente gli passava per la testa, se davvero era così tranquillo come voleva farmi credere. Ma non era servito a niente, aveva sempre ribadito di non temere spiacevoli sorprese dall'incontro con il fantomatico senatore Hawthorne. Nonostante questo le mie paure erano rimaste, tutte, dalla prima all'ultima. Tanto che, da un certo punto in poi, decisi di fare finta di dormire perché sennò avrei continuato ad assillarlo, anche se avevo capito che era meglio che tenessi per me tutti i dubbi e le paranoie che avevo su questo incontro.
Così l'ultima ora di viaggio era trascorsa in silenzio, interrotto solo dalle note in sottofondo delle canzoni che passavano alla radio. Quando l'auto si fermò fu quasi con sollievo che capii che eravamo arrivati, anche se questo significava che mi sarei dovuta separare da lui.
"Sveglia, bella addormentata" mi sussurrò Matthew dandomi un bacio sotto l'orecchio "Capolinea."
Aprii gli occhi e li appoggiai su di lui, ancora molto vicino a me. Non si era accorto che in realtà non avevo mai dormito. Meglio così, sennò me ne avrebbe chiesto il motivo e non avrei avuto spiegazioni plausibili da dargli.
Mi stiracchiai come una gatta che si crogiola al sole e mugolai un "Mmhh... di già?" da oscar.
"Di già, madama. Tu non te ne sei accorta perché eri nel mondo dei sogni, ma il viaggio è stato lunghino e il sottoscritto non vede l'ora di fiondarsi a dormire, visto che domani dovrà ripartire."
Aprii gli occhi del tutto mentre l'ennesimo brivido freddo mi faceva accapponare la pelle.
"Partirai già domani?" Non potei fare a meno di chiedere "Speravo che..." mi morsi la lingua, la dovevo smettere, ero ai limiti del patetico.
"Che?" disse lui con un sorriso e passò un dito sui contorni del mio viso. Mi fissò per alcuni secondi, la fronte aggrottata. "Sei ancora preoccupata, vero?"
Scrollai la testa soprattutto per distogliere gli occhi dai suoi, che erano fin troppo in grado di leggermi fino in fondo all'anima. "Ma no, se tu sei tranquillo non ne ho motivo." La peggiore balla di sempre. Speravo solo che non se ne accorgesse. "Il fatto è che mi sarebbe piaciuto passare la giornata con te, domani."
Seguì qualche istante di silenzio. Io guardavo dritto davanti a me e sentivo il suo sguardo bruciarmi la pelle. Mi credeva o no?
Senza rispondere, Matthew si allontanò da me e uscì dall'auto. Lo vidi passare davanti al cofano e arrivare davanti al mio finestrino. Un secondo dopo aveva aperto la mia portiera.
"Sei una pessima bugiarda" disse con un sorriso, facendomi l'occhiolino. "Vediamo cosa posso fare per farti passare le preoccupazioni che ti angosciano..." Mi sentii sollevare e mi trovai fra le sue braccia. Un istante dopo si stava dirigendo verso casa sua, chiudendo con un calcio la portiera.
"Cos'hai in mente?" chiesi mentre mettevo le mani dietro la sua nuca e lo fissavo perplessa. Ricambiò il mio sguardo, sornione. "Abbiamo un conto in sospeso, tu e io... Ho intenzione di riprendere da dove avevamo interrotto prima di arrivare da Mrs Gray... se sei d'accordo ovviamente."
Per tutta risposta affondai le dita fra i suoi capelli e sussurrai sulla sua bocca "Per fortuna che un minuto fa avevi detto che volevi fiondarti a dormire..."
"Ho cambiato idea" rispose, poi mi anticipò e mi sfiorò con un bacio. Una scarica elettrica mi attraversò quando sentii la sua lingua sfiorare le mie labbra e dovetti farmi quasi violenza per non rispondere. Eravamo ancora per strada, se lo avessi baciato in quel momento non sarei più stata in grado di smettere.
"Mettimi giù..." dissi invece "Chissà cosa penserà Jude se ci vedrà arrivare in casa in questo modo..."
Avevamo varcato la soglia del condominio e ci stavamo dirigendo verso l'ascensore. Speravo con tutto il cuore che nessuno ci vedesse, non avevo voglia di diventare l'oggetto dei pettegolezzi dei vicini di casa di Matthew.
"Nessun problema. Oggi e domani Jude non c'è, è via con Claire" rispose lui serafico e mi strinse di più a sé. Era più che evidente che non poteva importargliene di meno di cos'avrebbero potuto pensare i condomini se ci avessero beccati in quel momento.
Lo fissai e scoppiai a ridere. "Non te ne importa proprio di fare figuracce, vero? Ma come fai a non farti mai toccare da quello che pensano gli altri di te?"
"Anni e anni di pratica" rispose facendomi l'occhiolino e sorridendo di rimando "Pensa che potresti farcela perfino tu se..."
Non gli diedi il tempo di rispondere e gli chiusi la bocca con un bacio, le porte dell'ascensore si erano appena chiuse dietro di noi e avevo aspettato abbastanza. Affondai le dita fra i suoi capelli mi lasciai trascinare dalla marea di emozioni che mi provocò anche quella volta sentire la sua risposta. Ero affamata di lui tanto quanto lui lo era di me e la tensione che avevamo accumulato nel corso della giornata e del colloquio con Nathan non fece altro che acuire questo desiderio.
Non mi accorsi quando l'ascensore arrivò al piano, né in che modo arrivammo all'appartamento di Matthew o come entrammo in casa. Mi resi conto di essere arrivata quando udii il rumore della porta che si chiudeva dietro di noi e sentii Matthew allentare la presa e depositarmi a terra. Sempre senza smettere di baciarmi mi appoggiò con la schiena al muro di fianco alla porta di entrata. Sentivo il suo corpo su di me e le sue mani che iniziavano ad accarezzarmi la schiena provocarono brividi di piacere e aspettativa sempre più intensi. Iniziai a muovermi contro di lui e sentii immediata la risposta, anche attraverso i vestiti che ci separavano. Con un gesto rapido e improvviso mi sfilò la maglia e fece scorrere i polpastrelli lungo i miei fianchi e poi per la colonna vertebrale fino a quando non arrivò al gancio del reggiseno. Lì si fermò e ne percorse il perimetro fino ad arrivare davanti, ma sempre senza toglierlo. Stavo impazzendo. Volevo sentire il suo tocco su ogni centimetro della mia pelle, ma non volevo chiedere nulla. Decisi di farglielo capire. Staccai la bocca dalla sua e percorsi il suo viso con una serie di piccoli baci fino a quando, arrivata all'orecchio destro, gli succhiai il lobo e poi percorsi il collo fino alla spalla sfiorandolo con la lingua e con piccoli morsi. Intanto le mie mani erano scivolate sotto la sua felpa e gli stavano accarezzando la schiena e la pancia, inesorabilmente verso la cintura dei pantaloni. Quando iniziai a slacciargli la cintura lo sentii sospirare sul mio collo e le sue mani, finalmente, si decisero a liberarmi di quell'inutile reggiseno.
Mi staccai da lui e lo fissai, iniziando a fargli scendere i pantaloni e i boxer. I suoi occhi sui miei erano incupiti dal desiderio nel sentire le mie mani che sfioravano i suoi punti più sensibili. Continuò a guardarmi mentre le sue dita iniziarono ad accarezzare i miei seni scoperti in cerchi concentrici, fino ad arrivare ai capezzoli che avevano iniziato a farmi male per la necessità di sentire la sua bocca su di essi. Poi le fece scendere sfiorando la pancia e l'ombelico e, quasi in risposta a ciò che stavo facendo io, sbottonò i jeans e iniziò a farli scendere con esasperante lentezza.
"Ti voglio qui. Ora" sussurrai incapace di aspettare, avvicinando di nuovo la bocca alla sua e attirandolo a me. La sua pelle nuda contro la mia, mentre finivamo in fretta di liberarci dei vestiti e le nostre bocche si cercavano insaziabili, era un afrodisiaco potente che mi infiammava di desiderio in un modo che non avevo mai sperimentato prima. "È da stamattina che sogno questo, piccola" mi sussurrò Matthew all'orecchio con voce roca. Poi mi appoggiò contro il muro e mi sollevò. Quando lo senti unirsi intimamente a me il tempo divenne un'entità liquida ed evanescente, tutto trascolorò in un arcobaleno di emozioni e piacere che fece fremere ogni fibra del mio essere. Lo sentivo muoversi dentro di me, avvertivo sotto le mie mani le scosse elettriche che attraversavano la sua pelle mentre le nostre lingue proseguivano la loro danza all'unisono con i nostri corpi. L'orgasmo ci travolse come un'onda di piena, tanto più potente quanto forti erano state le emozioni accumulate nel corso della giornata e ci lasciò stremati, ansanti e appagati come mai prima.
Nel corso delle ore successive, nel letto di Matthew, ci trovammo ancora e ancora, ma a guidarci l'uno verso l'altra non furono più l'urgenza e il bisogno di possedersi a vicenda, ma la voglia di fondersi in un'entità sola e il desiderio di abbattere tutti i muri che ancora ci dividevano.
Durante quelle ore, regalate e rubate a una realtà che mi angosciava, riuscii a non permettere a nessun pensiero malevolo di intromettersi e rovinare quei momenti, che rimasero chiusi in una bolla al di là dello spazio e del tempo, puri e incontaminati.
Mi addormentai abbracciata a Matthew, sentendomi completa e felice, e sperai con tutto il cuore che quella sarebbe diventata entro pochi giorni la mia quotidianità.
I primi raggi del sole nascente passarono attraverso gli scuri semi aperti e mi solleticarono il viso. Ancora chiusa in un limbo di felicità mi stiracchiai e aprii gli occhi, solo per scoprire che la dura realtà era tornata a bussare alla mia porta: Matthew era già partito e al suo posto, sul cuscino, c'erano una rosa rossa e un foglietto con su scritto 'A fra due giorni, mia dolce dormigliona. Preparati, perché stanotte è stato solo un assaggio'.
______________________
... non sono molto a mio agio nello scrivere scene di intimità, spero che non risulti banale o ridicola O_O Mi fate sapere per favore, che nel caso cerco di rimediare?
Un abbraccio!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro