72.
Eppure tanta gente va in visibilio quando si mette a impastare e preparare manicaretti. Adora prendere e mescolare i più vari ingredienti e sperimentare gusti e metodi di cottura diversi. E sporcarsi. Soprattutto sporcarsi.
Io no.
Avevo in mano quella diabolica sac a poche da ormai almeno mezz'ora e stavo diligentemente facendo ciò che Mrs Gray mi aveva spiegato, o meglio ordinato, "la riempi con l'impasto che c'è in questa terrina, poi su questa teglia fai dei riccioli il più possibile uguali fra loro", e non ne potevo più. All'inizio del lavoro mi ero piantata un bel sorriso sulla faccia e mi ero imposta di mantenere un'espressione la più neutra possibile, ma questa si stava rivelando un'impresa titanica al di fuori della mia portata. Ogni volta che dovevo mettere quell'intruglio a base di cioccolato all'interno della tasca, un po' ne andava fuori per cui sia le mie mani che la parte esterna di quell'oggetto erano luride. Per non parlare delle unghie. Sembravano quelle di un bambino appena rientrato dopo un pomeriggio passato a giocare con la terra.
E intanto Matthew e Mrs Gray se ne stavano appollaiati intorno al bancone e chiacchieravano amabilmente facendo finta che io non esistessi, quando invece li avevo colti più di una volta a guardarmi e scambiarsi sguardi a metà fra l'inorridito e il divertito. Era evidente che non ero molto brava a nascondere il mio disgusto. Avrei volentieri preso terrina, teglia, sac a poche e grembiule a fiori che Mrs Gray mi aveva legato in vita nonostante le mie proteste, e li avrei buttati nel cestino. O in testa a quei due.
Per l'ennesima volta, una parte del contenuto del cucchiaio con cui avrei dovuto riempire la sac a poche scivolò fuori, sporcò la parte esterna della tasca e mi arrivò sulla mano con cui la stavo tenendo. Cercai di recuperare parte dell'impasto con il cucchiaio per tenere pulita almeno l'altra mano, ma nel farlo senza rendermene conto spostai la sac a poche che da dov'era, sopra la terrina, puntò diretta su di me, così quando nel movimento di pulizia schiacciai un po' quel dannato oggetto, dal foro di uscita mi arrivò addosso un bel po' di intruglio. La mia esclamazione di disappunto venne coperta dalla risata di Matthew, che non era riuscito a trattenere. Alzai lo sguardo e lo fulminai con gli occhi e lui solleevò le mani in segno di scuse, ma aveva un'espressione talmente divertita che decisi di vendicarmi.
Feci un bel sorriso, con un dito mi tolsi di dosso quel ricciolo di cioccolato che mi adornava il décolleté e, tenendo ben salda la sac a poche, mi avvicinai a lui senza staccargli gli occhi di dosso.
Matthew osservò i miei movimenti passando lo sguardo dal mio viso alle mie mani e capì immediatamente che intenzioni avessi. Si alzò di scatto dalla sedia ma troppo tardi, ormai ero di fronte a lui. "No dai, Anna! Scherzavo" osò dire, la serpe. Sorrisi ancora di più e gli risposi: "Ma certo, infatti non sono mica arrabbiata..." Per sottolineare meglio il concetto, prima che riuscisse a bloccarmi le braccia gli spalmai l'intruglio di cioccolato su metà faccia, mentre con l'altra mano gli sparavo dentro la maglia una buona parte del contenuto della tasca.
Risi soddisfatta, ma cantai vittoria troppo presto. Lui riuscì a bloccarmi e ne venne fuori una mezza lotta dalla quale uscimmo entrambi sporchi da capo a piedi, mentre Mrs Gray rideva a più non posso senza fare nulla per dividerci.
"Guarda!" Esclamai, inorridita e ansimante, una volta riuscita a liberarmi dalla sua presa togliendo dai capelli una noce di intruglio. "Sono ridotta peggio... peggio..."
"Stai benissimo, invece" tagliò corto lui mentre andava al lavello a pulirsi il viso impiastricciato. Non gli risposi neanche, troppo concentrata a ripulirmi. Mi limitai a dargli le spalle, tanto per fargli capire che non avevo gradito. Errore enorme, facendo così non mi accorsi quando lui tornò verso di me. Mi avvolse da dietro con le braccia e mi passò sul viso le mani ancora bagnate. "Ti aiuto" disse ridendo "sennò tuo padre chissà cosa penserà, a vederti ridotta così!"
Il mio grido inorridito mi si strozzò in gola. Già, Nathan. Mi ero talmente concentrata nel lavoro in cucina prima e nella lotta con Matthew poi, che avevo quasi dimenticato il motivo del nostro viaggio. Mi voltai di scatto verso di lui con gli occhi fuori dalle orbite, incapace di parlare. L'evidenza del fatto che così, sporca e impresentabile, non avrei mai potuto andare dai miei e avere un confronto alla pari quasi mi schiacciò. Per apparire accettabile agli occhi di Mrs Gray avevo con ogni probabilità compromesso l'esito di quell'incontro.
Matthew mi scrutò con attenzione e annuì. Aveva capito, senza bisogno che gli spiegassi alcunché. "Non preoccuparti" disse dolcemente togliendomi da una guancia una goccia di cioccolato "ora ci sistemiamo e torneremo più che perfetti".
Mrs Gray, che fino a quel momento si era limitata a fare da spettatrice, si avvicinò a noi e appoggiò le mani alle nostre braccia. "Non so quali programmi abbiate, ma a occhio sono importanti. Venite con me, avete bisogno di darvi una ripulita".
Quando fui davanti allo specchio del bagno, mi osservai con attenzione da capo a piedi. Per fortuna, una volta tolto il grembiule, i miei vestiti non avevano subìto danni salvo qualche piccolo baffo marrone qua e là che, con un po' di acqua saponata andò via facilmente. Anche i capelli non erano così inguardabili come temevo, mi fu sufficiente passare le ciocche sporche con l'acqua e ben presto fui a posto. Certo, non ero pronta per un Gran Galà, ma potevo presentarmi di fronte ai mei senza essere costretta a sostenere sguardi di disapprovazione per non essere inappuntabile come al solito.
Per Matthew, invece il discorso era un po' diverso. La mia brillante idea di sporcarlo dentro la maglia aveva reso indispensabile che quei vestiti venissero cambiati: erano troppo sporchi e, anche lavandoli, non si sarebbero mai asciugati in tempo. Per fortuna aveva con sé qualcos'altro da mettersi per cui, dopo aver preso la borsa dalla macchina, andò in bagno a mettersi a posto lasciando me in compagnia di Mr Gray.
La quale vecchina non aveva ancora smesso di sorridere da quando eravamo arrivati. Sembrava molto soddisfatta.
Eravamo sedute in soggiorno una di fronte all'altra, fra i mille ninnoli e le foto che raccontavano episodi di una vita che sembrava essere stata piuttosto movimentata. Feste, scampagnate, visite alle capitali europee. Mrs Gray dava l'idea di non essersi fatta mancare niente. Mi sarebbe piaciuto chiederle un po' di lei, ma fui preceduta.
"Siete belli da vedere insieme" affermò convinta e diretta come sempre. Mi andò di traverso la saliva e tossii, non me l'aspettavo. Annuì, come se stesse seguendo un filo di pensieri tutto suo, poi continuò. "Non ci speravo, che sarebbe riuscito a farti scendere da quel piedistallo. Sembravi troppo convinta di starci, e di starci bene. Bravo ragazzo".
Non sapevo cosa dire, ma non fu necessario. Dopo alcuni secondi proseguì. "Sei un'altra, si vede. Però hai ancora una tempesta dentro e ci vorrà un po' perché tu ne venga fuori". Si allungò verso di me e mi prese la mano destra, che tenevo abbandonata sul bracciolo della poltrona. "Non è da tutti mettersi in discussione e accettare i cambiamenti. Brava".
Mi sentii come se mi fosse stato appena consegnato il più ambito dei premi. Se quelle parole fossero arrivate da chiunque altro non mi avrebbero fatto lo stesso effetto. Ma dette da lei, che mi aveva trattata così duramente quando ci eravamo conosciute, avevano un sapore e un significato tutto particolare. La guardai e sorrisi, ma non fui in grado di rispondere. Mi limitai a stringerle la mano e a non abbassare lo sguardo. Sapevo che sarebbe stata in grado di capire cosa mi stava passando per la testa in quel momento.
Matthew, pulito e cambiato, ci trovò così. Mrs Gray distolse lo sguardo dal mio per puntarlo sul ragazzo che era stato la causa principale di tutto. Annuì di nuovo soddisfatta e gli fece l'occhiolino. "Hai visto, tu che non ci credevi. C'era tanto di buono, ben nascosto, da tirare fuori da questa signorina. Impara ragazzo mio, sempre dare ascolto alle vecchie babbione. Piuttosto, ditemi" soggiunse quando Matthew si fu seduto vicino a me "Cosa dovete fare di tanto importante? Sembrate entrambi piuttosto preoccupati". Il suo sguardo acuto passo da me a lui più volte, in attesa. Anche se prima, mentre entravamo in casa sua, fra me e me avevo deciso che non avrei raccontato nulla della faccenda di Nathan, ora m resi conto di avere voglia farlo, non solo. Volevo sentire cos'avrebbe detto lei al riguardo.
Così misi una mano sul braccio di Matthew, che stava per dire qualcosa di generico perché sapeva che non volevo parlare con estranei di quella faccenda, e rapidamente le raccontai tutto. Anche a sentirla sembrava inverosimile e infatti Mrs Gray non nascose la sua sorpresa.
"Ho capito bene? Il tuo patrigno ti ha messo di fronte alla scelta di rovinare lui o la tua stessa vita per i suoi interessi?" aveva gli occhi fuori dalle orbite.
"Esatto, proprio così" confermai "stiamo andando da lui per questo. Vogliamo fargli cambiare idea. In realtà avrei dovuto essere sola, ma Matthew ha voluto essere presente e penso sia una buona idea. In presenza anche di lui voglio vedere se non riesco a fargli cambiare idea..."
Mrs Gray rimase in silenzio. Era evidente che stava riflettendo su quanto aveva appena appreso.
"Che brutta faccenda" sbottò alla fine "non mi capacito che qualcuno possa essere in grado di proporre un patto così scellerato... a maggior ragione alla propria figlia, anche se è acquisita." Scosse la testa e il viso assunse un'espressione dura che non le avevo mai visto. Sembrava un'altra persona. "Non mi piace, ragazzi. State attenti. Potrebbe non venirne fuori niente di buono."
Matthew a quel punto decise di parlare. "Non credo, Mrs Gray. Ho buone speranze di riuscire a farlo ragionare". Lo guardai perplessa. Cosa voleva dire? Aveva in mente qualcosa di cui non mi aveva parlato? Era per questo che aveva voluto essere presente al colloquio? le ultime parole di Mrs Gray assunsero per me un significato ancora più minaccioso e un brivido freddo mi corse giù per la schiena. Gli strinsi la mano mentre la sensazione di paura senza nome, che avevo già provato mentre lo guardavo dormire, tornava a stringermi il cuore. In quel momento fui certa, come se lo avessi letto da qualche parte, che sarebbe successo qualcosa e che non avrei potuto fare niente per impedirlo.
Da quel momento in poi non riuscii più ad ascoltare ciò che dicevano Matthew e Mrs Gray e per la successiva mezz'ora non fui più che una specie di manichino che annuiva e parlava a monosillabi per dare almeno l'impressione di stare seguendo la conversazione. Per quanto ormai mi piacesse la compagina di quella formidabile vecchietta, non vedevo l'ora di mettermi in macchina e riprendere il viaggio. Volevo arrivare a casa e affrontare Nathan e le mie paure. Volevo sconfiggere entrambi e riprendere a respirare normalmente. Volevo vivere la storia con Matthew senza ombre o terrori sconosciuti a frenarmi.
Finalmente arrivò il momento dei saluti. Abbracciai con affetto Mrs Gray e accettai volentieri un bacio sulla guancia, cosa impensabile fino a poco tempo prima. "Continua così, Anna" mi disse accarezzandomi il viso. "E se mai avessi l'impressione di stare perdendoti per strada vieni da me. Ti aiuterò a ritrovarti". Era la seconda volta che mi offriva il suo aiuto, ma se la precedente l'avevo archiviata come assurdità, questa volta le fui grata dell'offerta. Mi sembrò come di avere un porto sicuro in cui potermi rifugiare, e la sensazione di conforto e sicurezza che ne derivò senza che facessi nulla mi fece capire che mi era stato appena fatto un grande regalo.
Mano nella mano con Matthew tornammo alla macchina e, prima di partire, salutammo un'ultima volta Mrs Gray che attendeva sulla porta di casa la nostra partenza prima di rientrare. Ci eravamo scambiate la promessa di tornare e aggiornarla sugli esiti dell'incontro. Guardai Matthew concentrato alla guida. Come poco prima, fui certa che aveva qualcosa in mente, sarei riuscita a farmi dire cosa? E cos'avrei raccontato a Mrs Gray, di lì a qualche giorno? Per la prima volta da anni non vedevo l'ora di essere a casa.
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