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6. 'Gli affari del Bronx restano nel Bronx.'

Oggi è lunedì, Christian non c'è, ma mi sento in dovere di alzarmi comunque presto e preparare la colazione per Thomas e Catherine. Quest'ultima ha deciso di restare qui ancora un po' di giorni, ha detto che vuole conoscere la sua sorellina, vuole aiutarla. Lei crede che io non lo sappia ma la ho sentita mentre parlava con Thomas ed io non ho bisogno della compassione di nessuno. Questi pensieri mi hanno già portata in cucina dove dopo aver preparato dei pancake leggo anche le istruzioni su internet su come fare il latte per il piccolo Josh. Chissà con quale magia riesco a prepararlo ed una volta servito tutto, salgo e vado a svegliare Catherine e Josh che alloggiano nella stanza femminile, ovvero la sua, poi vado nella camera di Thomas e busso. Non risponde e siccome la camera non è chiusa a chiave entro e lo vedo che dorme ancora in una posizione così stramba che mi viene da ridere, accanto al letto matrimoniale c'è un comodino su cui è poggiata una sveglia puntata alle 8:30 (ecco perché non si svegliava, sono solo le 8) ed alcune cornici, in una ci sono due bambini che credo proprio essere Christian e Catherine, in un'altra c'è una famiglia al completo ed in un'altra ancora c'è una donna che avrà 43 anni massimo che sorride serena. Ha il viso giovanile e somiglia un sacco a Cat, presuppongo sua madre. Ha l'aspetto di una che non ti farebbe mai del male, di una che sa solo amare, di una madre perfetta, di una moglie amorevole.

"Lo so, è bellissima!" La voce impastata dal sonno di Thomas mi risveglia dal mio stato di trance in cui ero caduta guardando la foto di quella che dovrebbe essere Melissa. Guardo Thomas che nonostante sia solo una foto ha lo sguardo innamorato puntato su di essa. Sono sicura che si amavano tanto.

"Un incidente, lo fece con suo fratello, Ricky. Lo conosci bene, il proprietario del bordello." Ora capisco come Ricky si è procurato la cicatrice sul mento...

"Stavano tornando a casa dal lavoro, quello nell'azienda di famiglia in cui adesso lavora anche Christian, quella volta volle guidare Melissa, non conosceva bene la strada ed era molto buia, non vide il punto in cui non c'era più la barriera intorno alla strada e continuò a guidare dritta, precipitando lungo una collina. È stato un miracolo se Ricky si è salvato. La mia Mel non ce l'ha fatta. Era bella anche nell' obitorio con tutti quei graffi addosso. Quando ho visto te, ho rivisto quella bellezza straordinaria e unica che ti accomunava con Mel. Non le somigli per niente, ma siete entrambi bellissime, era quella bellezza che CI mancava. In un certo senso con i tuoi modi gentili, educati e amorevoli CI ricordi lei. Credo che è questo il motivo per cui Christian ti odi tanto..." Sospiro, è tutto più complicato di quanto mi aspettassi.

"Scendiamo, i pancake si freddano!" mi sorride e poi annuisce scendendo e non preoccupandosi di essere in pigiama.

Mentre scendiamo sentiamo le grida di Cat.

"Papà!!!!! Avvisa Christian che per una buona settimana Clare sta da me. Manhattan è troppo stressante! La porto nel Queens!"

A quelle parole mi irrigidisco.

"Cat, per caso hai detto Queens?" Le chiedo io.

"Sì, io abito nel Queens. Senti voglio aiutarti. Ti porto dai tuoi genitori, dai tuoi amici, ti ridò la tua vita! Sei una ragazza fantastica, la sorella e l'amica che ho sempre desiderato, ti vorrei tenere con noi, ma non posso. Tu hai una famiglia, una vita migliore di quella che ti ordina di essere la domestica di mio fratello! E io non posso portartela via."

"Cat, di certo non sei stata tu a portarmi via dalla mia vita. Non voglio rivedere la mia famiglia, i miei amici. A loro non è importato di me quando ero in quel lurido bordello del Bronx!" Lei ride.

"Come credi che io conosca i tuoi genitori? Sono un avvocato, li ho conosciuti perché loro avevano bisogno di me per ritrovarti, e su 4 anni in cui sei scomparsa hanno passato tutti i giorni a cercarti. Li ho fatti arrendere io, li vedevo sommersi da delusioni e così gli ho detto che quando uno entra nel Bronx non ne esce più, loro si fidavano di me ed ora hanno un'altra Mary Suddeon. Se non ho capito subito chi fossi è perché loro hanno cercato Mary e non Clare, perché tu non sei la Mary che mi hanno descritto, tu sei Clare, e sei completamente diversa da Mary. Clare, se devi odiare qualcuno in questa faccenda, quella sono proprio io, ma capiscimi: seguivo il caso da 3 anni e non avevamo un singolo indizio perché sai come si dice 'Gli affari del Bronx restano nel Bronx.', non me la sentivo di vedere ancora i tuoi genitori sconfitti, ma sono sicura che hanno cambiato avvocato, ma non hanno smesso di cercarti. Ti faccio una proposta: io ti porto da loro, poi deciderai se continuare a stare con noi. La famiglia è sempre la famiglia Clare, e tu sei una brava ragazza, sceglierai loro!"

Sono sconvolta dalla parole di Cat, dovrei essere arrabbiata con lei ma non lo sono. Non ne ha colpa. Sono stata io la prima ad arrendermi, perché non avrebbero dovuto farlo loro? Io mi sono arresa dopo un giorno, loro dopo tre anni. Cat ha fatto bene, gli ha permesso di rifarsi una vita e adesso chi sono io per guastargliela di nuovo? Nonostante tutto accetto. Devo schiarirgli le idee, devo comunque dargli qualche spiegazione e non far vivere i miei nel rimpianto di avermi abbandonata. Anche se non lo hanno fatto.

"Clare, vuoi seguire Catherine?" mi chiede Thomas. Faccio un cenno con la testa per confermare il mio sì, lui sospira e dice a sua figlia.

"Maledetta te Cat, quante volte ti ho detto di stare zitta e farti i fatti tuoi, ora Clare è di nuovo triste perché pensa di aver deluso i suoi genitori!" La figlia abbassa il capo, è la prima volta che la vedo imbarazzata, nonostante faccia una gaffe dopo l'altra.

Thomas chiama il figlio per avvisarlo della mia decisione e lui sbraita così forte che lo sento anche io: 'Papà ricordiamoci che è una domestica! Non può fare ciò che vuole, lei è una dipendente come le altre per me, come quelle dell'azienda. Per te non è così? Non mi interessa, fino a prova contrario è la MIA domestica non la tua. Clare non va da nessuna parte e non voglio sentire altro. Dì a Cat di farsi i fatti suoi e anche che questa volta sono irremovibile. Punto e basta.' E attacca. Cat mi guarda dispiaciuta, non è di certo colpa sua. Anche Christian ha ragione quindi semplicemente dico.

"Cat, se mi vuoi vedere sono qui. I miei genitori ne sono appena usciti, da quanto ho capito, non voglio farli ricadere nel burrone!" Lo penso veramente e accompagno il tutto con un sorriso per convincere Catherine. Lei annuisce e sorride debolmente anche se è molto delusa dal fatto di non essere riuscita nel suo intento. Thomas mi guarda e mi mima un: 'Hai fatto la cosa giusta.' per non farsi sentire da sua figlia ed io gli sorrido nuovamente.

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