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40. A Las Vegas.

"Buongiorno Clare!"

"Buongiorno Mrs. Fray!"

"Hai preparato la copertina?"

"Sì, la vado a prendere e gliela consegno subito nel suo ufficio. La lascio alla segretaria?"

"Preferirei che tu venissi nel mio ufficio, dovrei parlarti." Mi dice.

"Buongiorno anche a te Summer!" Saluta poi la mia collega.

"Buongiorno Mrs. Fray!"

"Non mi è sembrata arrabbiata, cosa vorrà mai da te?" Mi chiede la ragazza.

"Non lo so Summer ma non posso permettermi di perdere questo lavoro." Dico preoccupata per poi raccogliere il manoscritto, l'IPhone e la chiavetta con il file della copertina. Mi reco nell'ufficio del mio benevolo capo.

"Clare sei tu?" Mi chiede.

"Sì" Alzo la voce perché sono ancora dietro la porta.

"Entra pure!" Esclama felice.

"Di cosa voleva parlarmi?" Chiedo subito.

"Sei nervosa?" Annuisco.

"Non hai motivo di esserlo Clare, non hai fatto nulla di male ma sei una new entry e questo è il primo lavoro che esegui senza l'aiuto di Summer quindi volevo parlarti un po', tengo ai miei dipendenti." Mi rassicura con quel suo solito sorriso cordiale.

"Vuole vedere la copertina?" Annuisce mentre beve del caffè ed io inserisco la chiavetta per poi aprire il file.

(Lo so, questa copertina fa cagare ma considerate che io non mi occupo di fare copertine anche perché la mia l'ha fatta una pagina Instagram. Volevo solo dare un senso al capitolo. Sorry not sorry!)

"Cosa ne pensa?" Chiedo cauta.

"È veramente magnifica! Bel lavoro Clare!"

"Grazie mille Mrs. Fray."

"Clare, hai fatto questo lavoro con attenzione?" Mi chiede insospettita.

"Ovvio. Ho amato quel libro!"

"C'è una frase in particolare che ti è piaciuta?"

"Beh... sì! <<Se questo è il prezzo da pagare..."

"...aprirò un mutuo>>" Completa frase il mio capo.

"Clare. Non hai fatto questo lavoro con attenzione altrimenti ti saresti immediatamente accorta che la scrittrice di questo libro sono io. Ho affidato questo lavoro a te perchè riconosco degli occhi innamorati e sofferenti. Volevo dirti che nessuna storia d'amore è semplice. Ognuna ha le sue intemperie. L'importante è farcela insieme, e se questo insieme manca non è lui il ragazzo per te..." Mi dice Mrs. Fray con un sorriso.

Rifletto sulle sue parole mentre sono in ufficio e appena mi risiedo nella mia scrivania Summer si precipita da me.

"Allora? Cosa è successo? Cosa ti ha detto?" Mi chiede impaziente.

"Nulla... si è complimentata con me per la copertina che le ho consegnato." Le dico semplicemente.

"Evvai! Uragano Clare alla riscossa!" Esclama felice.

"Summer è ancora il primo lavoro da sola, io devo già organizzare un sacco di cose e Mrs. Fray mi ha già dato un altro libro."

"Vecchiaaaa! Ma un giorno faremo un viaggio insieme." Mi dice e una lampadina si illumina nella mia testa. Sì, Summer ha detto proprio viaggio.

"Summer... ti va di fare un viaggio insieme?" Le chiedo. Summer sputa l'acqua che stava bevendo e mi guarda incredula.

"Tu vuoi fare un viaggio con me?" Dice indicando prima me e poi lei.

"Ovvio. Devo fare un importante viaggio a Las Vegas e vorrei che tu mi accompagnassi." Dico calma.

"A LAS VEGAS!" Grida richiamando l'attenzione di qualche segretaria.

"Esatto. A Las Vegas." Continuo tranquilla.

"Ovvio che sì Clare! E me lo chiedi anche? Non ci posso credere! Quando partiamo?" Mi chiede.

"Pensavo di partire per le ferie estive. Una sorta di compleanno in ritardo. Restiamo lì una settimana. Spenderemo i soldi solo per il viaggio. Ho una zia lì che ci ospita." Le dico mentre Summer rimane con il suo sorriso a trentadue denti continuando ad accettare tutte le mie proposte.

Vi chiedete a quale zia mi riferisco? A nessuna zia. Avevo in mente di alloggiare da Marika, la mamma di Peter. Ne ho già parlato con mamma che ne ha già (naturalmente) parlato con Marika che si è offerta di ospitare me e le mie amiche (visto che avevo in mente di andare con Cat, Lia e Natasha). All'inizio avevo gentilmente rifiutato ma Marika mi ha chiamata ogni singolo giorno portandomi all'esasperazione e praticamente costringendomi ad accettare la sua offerta. Voleva già parlarne a Peter visto che sono quindici anni che non ci vediamo ma le ho spiegato che volevo fargli una sorpresa. D'istinto mi porto la mano all'anello. Da quando Memory lo ha ritrovato lo porto sull'anulare della mano sinistra. Come una fede, perché il legame che c'è tra me e Peter è forse qualcosa di più forte dell'amore. Qualcosa che il tempo e la distanza non sono riusciti a distruggere. Chissà com'è diventato il mio bambino riccio e dagli occhi azzurri. Il mio principe azzurro. Mio "marito". Con questi pensieri il tempo è praticamente volato, l'orario di lavoro è finito ed io torno nel mio appartamento. Appena però apro la porta dell'ingresso mi ritrovo Zayn e Natasha che si mangiano la faccia.

"Yu hu! Ci sono anche io qui e questo non è il migliore degli spettacoli!" Esclamo disgustata dalla lingua di Zayn che lecca Natasha. La coerenza a puttane visto che quella lingua ha leccato anche me.

"Scusami Clare! Non mi ero resa conto che tu fossi tornata! Com'è andata al lavoro oggi?" Si precipita Natasha. Con lei ho recuperato il rapporto mentre con Zayn ci si odia. Non è una persona con cui voglio avere qualcosa a che fare.

"Bene, ho consegnato la copertina e sono stata tutto il tempo a chiacchierare con Summer." Le rispondo.

"Un giorno dovrai farmela conoscere questa Summer! Sembra stupenda da come la descrivi!"

"Tra poco ho le ferie e facciamo un viaggio insieme. A Las Vegas." Le dico.

"Ah... Il viaggio che dovevi fare con noi..." Dice Natasha delusa.

"In verità adesso sono dell'idea che ognuna di noi deve risolvere i suoi problemi, senza intralci. Con i propri spazi." Natasha annuisce con il broncio. Mi dispiace ma la penso veramente così.

"Beh io vado a dormire sono stanchissima!" Dice Natasha.

"Cosa? E io? Vuoi mandarmi via senza nemmeno aver fatto sesso?" Dice Zayn.

"Ma non ti fai schifo da solo? Se Natasha è stanca tu la devi rispettare. Non è un giocattolo che accendi e spegni quando vuoi!" Le dico disgustata.

"Tu fatti i cazzi tuoi." Mi risponde arrabbiato.

"FUORI DA CASA MIA! E FARAI MEGLIO A NON FARTI PIÙ VEDERE DA ME O GIURO CHE TI DENUNCIO!" Gli grido ormai stanca della sua arroganza.

"Sono io quello circondato da avvocati." Dice strafottente.

"Ed è qui che ti sbagli. Tu non sei circondato da nessuno. Sei solo e lo sarai per sempre. E adesso fuori da casa mia." Gli dico per l'ultima volta. Zayn prende il suo giubbotto di pelle ed esce dalla mia casa. Sperando che non ci ritorni più.

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