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33. Hai così tanto di cui scusarti.

#Vi avviso subito, questo capitolo è dal punto di vista di Zayn e sappiamo tutti che quel ragazzo non è un Santo quindi non vi stupite di ciò che farà.#

Zayn' s POV

Perrie sta per entrare da quella porta ed io non so che cazzo fare. Riempio un bicchiere di whiskey e mi siedo, i gomiti sulla scrivania e le mani che racchiudono la mia testa. Chiudo gli occhi, ho un sacco di domande da farle e molto probabilmente un quarto d'ora non basterà. Dopo un po' inizio ad essere confuso. Non ci vuole tutto questo tempo per venire qui dalla postazione di Clare, anzi bastano pochi secondi. E allora perché Perrie non è ancora qui? Mi alzo ed apro la porta, nel corridoio non c'è nessuno e così vado nella sala d'aspetto, ma lì c'è solo Clare presa da alcuni documenti. Cosa c'è di difficile'? Secondo corridoio a sinistra, prima porta. Sbuffo. Solo lei può perdersi con queste indicazioni. E in effetti la trovo nel quarto corridoio a destra, da mio padre. Prima che apra la porta dell'ufficio di Yaser Malik la prendo per un polso, bloccandola.

"Vuoi morire per caso?" Le sussurro. Lei si volta spaventata e non posso fare a meno di notare che è rimasta bella e innocente come al solito. Arrossisce.

"Scusa." Dice lei flebile.

"Clare è chiara, come hai fatto a perderti?"

"Ho dimenticato subito quelle informazioni, ero presa dal pensiero di te."

"Vieni nel mio ufficio." La trascino e dopo che io ho preso posto vuole farlo anche lei.

"Non sederti, hai solo dieci minuti, cinque li hai sprecati per cercare il mio ufficio." Dico duro. Lei si morde il labbro, sta per piangere, lo so. Due anni fa avrei fottutamente fatto di tutto per impedirlo, adesso non mi interessa.

"Vuoi del whiskey?" Le chiedo. Scuote il capo.

"Ne ho perso il vizio, a te non piaceva."

"Io lo ho preso, visto che andavi matta per il whiskey."

"Mi dispiace." Dice dopo un po'.

"Di cosa? Hai così tanto di cui scusarti." Dico ironico.

"Di tutto Zayn. Alan è stato solo uno sbaglio e tu lo sai." Dice lei.

"Non me ne frega un cazzo di Alan, so com' è fatto. Ma tu Perrie... tu avresti dovuto impedirlo."

"Ero ubriaca."

"Non è una giustificazione." Mi imbroncio.

"Strano, tu la hai usata tante volte e io ti ho perdonato, sempre."

"Quando?"

"Michelle, Avril, Pamela, Kristin, Cassie... E posso andare avanti. Te ne ho perdonate un sacco. A te è concesso sbagliare, perché a me no? A te è concesso sbagliare milioni di volte ed essere perdonato, perché a me non è concesso un solo piccolo sbaglio? Mi rendo conto che tutta questa scenata è stupida. Sono passati due anni. Ti ho solo fatto perdere tempo. Ciao Zayn." Perrie esce da quella porta ma non posso permetterlo.

"PERRIE! PORCA PUTTANA TORNA SUBITO QUI!" Grido con tutta la voce che ho. La vedo, intimorita, che lentamente apre la porta.

"Io ti perdono e ti amo, quindi se vuoi..."

"Cosa?" Chiede lei stranita.

"Sì insomma possiamo rimetterci insieme." Lei scoppia a ridere.

"Hai frainteso. Io volevo togliermi questo peso dalla coscienza ma non voglio assolutamente tornare con te. Per cosa poi? Per essere chiamata cornuta come alle High School. No grazie. Addio Zayn." Esce dalla stanza ed io rimango imbambolato come un coglione.

Se solo l'avessi ascoltata prima, se solo non fossi scappato adesso sarei ancora felice con lei. Potrei amarla incondizionatamente e invece ha ragione lei. Ero un testardo viziato e adesso non ho nulla. Penso a quanto io sia ridicolo, mi sono ridotto ad avere una fidanzata finta con i miei genitori. Rido istericamente. Chiamo Clare con il telefono dell'ufficio ma non mi risponde. Provo la seconda, la terza, la quarta volta. Guardo l'orologio. Sono le 22:37, è normale che non sia più in ufficio mentre io sono rimasto qui a pensare tutto il tempo. Indosso il cappotto, prendo le chiavi del mio bolide e vago nella caotica New York. Mi fermo ad un pub. Appena entrato l'odore di alcool, sigarette e droga mi riempie le narici. Qualche spogliarellista si fa lanciare banconote addosso. E poi ci penso. Perchè non provare con un'accompagnatrice, più comunemente chiamata Escort? Ho i soldi che mi escono dalle orecchie e questo gesto è assolutamente ridicolo e disperato ma anch'io alla fine sono assolutamente ridicolo e disperato. Torno a casa e mi metto davanti al computer su un sito di Escort alla ricerca della ragazza perfetta e, solo alle quattro del mattino riesco a trovarla. Natasha, 22. È perfetta. I capelli sono neri come la pece, lunghi e ricci, la pelle scura, mi ci gioco il cazzo che è persiana o comunque arabica, gli occhi ambrati dalla forma elegante, le labbra piene a cuoricino e il fisico stupendo. Senza pensarci due volte mi scrivo il numero e la chiamo.

"Pronto?" Mi risponde una voce melodiosa.

"Pronto, sto parlando con Natasha?" Chiedo.

"Certo, cosa posso fare per te?" Mi chiede cortese.

"Io mi chiamo Zayn, ho bisogno di una semplice accompagnatrice. Non sono previsi atti sessuali, ho bisogno di una finta fidanzata." Le spiego imbarazzato.

"Per quanto tempo?"

"Non ne ho idea, ti pagherò a settimana. Quattro mila dollari alla settimana, non di più."

"Porca puttana certo che sì!" Esclama lei.

"Ecco questo linguaggio lo dobbiamo curare... comunque che ne dici se ci incontriamo domani alle 9:00 al bar Fabolous BB nel Queens? Offro io." Le chiedo.

"Certo! Ci vediamo domani Zayn." Riattacca.

Sospiro. Speriamo vada tutto per il meglio. Chiamo Clare per avere un parere ma parte la sua segreteria telefonica. Sarà da qualche parte con Christian, dovunque intorno a me c'è amore. Christian ha la sua Clare, Scott ha la sua Cat, Ed ha la sua Lia, Thomas ha la sua Chanel e qualcun' altro ha la sua Perrie. Sono l'unico fottuto single sfigato che non fa un cazzo oltre a lamentarsi e questo è inaccettabile. Spero solo che questa Natasha sia perfetta perché cazzo, sono over milionario ma quattro mila dollari a settimana sono fottuti soldi. In che cazzo di casino mi sono messo? Non lo so nemmeno io. Vado a farmi una doccia, indosso il pigiama e mi infilo nel letto consapevole che non dormirò un minuto e sarà solo una nottata insonne.


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