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2. Christian, lei è Clare

"Questa è la casa, fai un giro di esplorazione, è a tre piani e puoi scegliere la tua stanza tra le due vuote all' ultimo piano, se hai qualche domanda mi trovi nel mio studio al secondo piano." Mi dice Thomas, dopo aver aperto la porta della sua maestosa villa. Mi sembra anche strano visto che mi ha detto di essere un semplice avvocato, ma sono solo la sua domestica e non posso permettermi una certa confidenza.

"Clare? Ci sei?" Thomas muove una mano davanti al mio viso come per risvegliarmi ed io dopo avergli dedicato un sorriso inizio a girovagare per la casa.

Al primo piano ci sono la cucina, il soggiorno, la sala da pranzo, un bagno ed un'altra piccola stanza dove c'è l'ascensore. Una volta entrata salgo al piano superiore e lì ci sono la lavanderia, uno studio, credo quello di Thomas, una palestra ed un ripostiglio, entro un'altra volta nel grande ascensore e scopro che l'ultimo piano è quello dedicato alle stanze da letto, nonché il più grande. C'è una camera matrimoniale, una stanza neutra, deduco quella degli ospiti, una stanza femminile, un'altra stanza degli ospiti ed infine una stanza maschile che a differenza di quella femminile sembra regolarmente utilizzata, ognuna di loro ha un bagno correlato privato. Scelgo la mia stanza tra le due degli ospiti, la prima, che va sui toni del panna e del beige. È molto semplice perché è composta da un letto di una piazza e mezzo con le coperte beige su cui è poggiato uno smartphone con su scritto 'Io sono di Clare! ', un armadio a due ante, una beige e una bianca, una libreria ed una scrivania. Il bagno invece ha una vasca, un lavandino con accanto un mobile beige di marmo ed un water dall'altra parte della stanza, al centro c'è un tappeto super morbido bianco. Rientro nella mia stanza e apro l'armadio sperando che Thomas abbia già provveduto al mio abbigliamento perché non ho pensato a portarmi quello del bordello visto che non credo sia un abbigliamento che io possa indossare da lavoratrice. Con mia grande fortuna trovo dei vestiti da una normale ragazza di 21 anni e scelgo un jeans attillato (capitemi non è facile passare da lingerie a abiti) ed una canottiera azzurra anch'essa attillata con sopra un cardigan bianco, indosso delle converse azzurre e bianche e dopo aver legato i capelli in una coda alta scendo da Thomas.

"Signor Collins?" lo chiamo.

Lui si volta verso di me e mi dice "Dio, finalmente ti vedo vestita come una normale ragazza! Hai qualche domanda da farmi?"

"In verità sì. Volevo farle tre domande precise. La prima è: Come mai la stanza maschile è così in disordine? La seconda è: Quali sarebbero i miei compiti? La terza è: Posso vestirmi come voglio per lavorare?"

"La stanza maschile è in disordine semplicemente perché ci vive mio figlio, non so quali siano i tuoi compiti perché io non ho bisogno di una domestica, tu lavoreresti per mio figlio, non so come tu ti debba vestire perché appunto lavori per mio figlio." Mi dice con un sorriso che io contraccambio. "Dovrebbe arrivare tra poco, gli ho già parlato di te. Non sono il tuo capo, ma per favore potresti preparare la cena? Ho una fame!"

"Signor Collins si figuri, faccio ciò che mi dice. La stupirò!" gli dico io. Vado subito in cucina perché non voglio di certo fare brutta figura il primo giorno di lavoro e così preparo un pranzo con i fiocchi. Preparo delle uova strapazzate con delle bistecche, macedonia di frutta ed una tortino con cuore di cioccolata, mentre aspetto che questo finisca di cucinare sento il campanello della porta ed un'altra voce oltre quella di Thomas. 'Christian! Campione come va?' 'Bene papà, bene!' il forno suona e così una volta messo il tortino sul piatto di ceramica lo porto nella sala da pranzo. Appena entro vedo un ragazzo che potrà avere 25 anni bellissimo. È alto e muscoloso, i capelli biondi e gli occhi verdi, le labbra sottili sono contornate da un anellino nero che lo rende ancora più sensuale di quanto sia già. Ha un jeans, una t-shirt bianca attillata che evidenzia il suo perfetto corpo ed un capellino nero che lascia fuori uscire un ciuffo che va verso l'alto. Mi squadra ed io mi sento a disagio.

"Papà, lei chi è?" dice quel dio greco rivolto a Thomas.

"Christian, lei è Clare, la domestica!" gli risponde lui.

Il suo sguardo vaga su tutto il mio corpo, io mi avvicino e gli dico "Clare." Chino il capo mentre lui mi tratta con sufficienza.

"Perché non hai la divisa?" mi chiede poi.

"Non sapevo dove trovarla." Gli dico io intimorita dal suo tono autoritario.

Lui inizia a camminare verso la stanza degli ascensori ed io non so se seguirlo o meno.

"Ti vuoi muovere?" abbasso il capo ed inizio a camminare verso di lui ma Thomas lo interrompe "1 Porta rispetto verso di lei, sta lavorando e poi non sa ciò che ti passa per la testa quindi spiegati. 2 Possiamo farlo dopo? Si raffredda la cena!" lo rimprovera.

Christian guarda il padre e gli dice "Non credo ci metterà 2 anni per indossare una divisa, quindi vieni, muoviamoci!"

Entriamo in ascensore nel più completo imbarazzo ed una volta aperte le porte mi prende per il polso e mi trascina nella camera maschile, la sua.

"Sia chiaro, questa è la prima e l'ultima volta che entri nella mia camera, non ci dovrai entrare nemmeno per pulirla o riordinarla. Sono stato chiaro?" Annuisco e lui apre un cassetto da dove esce la mia divisa. Siamo seri? Stiamo per caso girando un video porno? La divisa è attillata e corta fino a metà coscia, bianca ed ha una scollatura sul mio seno molto prosperoso, ci abbina un paio di décolleté bianche tacco 6.

"Su mettitela!" Non mi lamento della divisa perché è lui che decide e la prendo in mano dirigendomi verso la porta.

"Dove vai?"

"Ad indossarla!"

"Fallo davanti a me."

"C- Credo di non aver capito..."

"Non fare storie, tu sei la MIA cameriera. Ubbidisci!" Abbasso il capo ed inizio a svestirmi rimanendo nel mio intimo bianco contornato da pizzo nero. Lui fischia ed io divento rossa dall'imbarazzo ed è la prima volta che mi capita dopo tanto tempo.

"WOW! Mi piace un sacco quel pizzo e poi quella cosa sarà, una quinta? Ho fatto bene a darti quella divisa!" dice rimanendo a godersi lo spettacolo. Mi rivesto in fretta e scendiamo dal padre che lo guarda con un sopracciglio alzato.

"Christian!" dice in tono lamentoso e di rimprovero

"Cosa? Prova a dirle che non le sta bene!"

"Non mi sembra adatto!" Insiste Thomas.

"Ma per fortuna non decidi tu per lei. Poi domani vengono dei miei amici pensa che bella figura che ci faccio!" Thomas sbuffa scuotendo la testa.

"Signor Collins, non si preoccupi. Ha ragione suo figlio. È lui a decidere per me e poi... ho messo anche di peggio!" Gli dico abbassando la voce per l'ultima parte. Lui mi sorride comprensivo e prendono posto intorno al tavolo mentre io non so se cenare con loro.

"Clare! Cosa fai lì impalata! Mangia con noi, hai cucinato tanta di quella roba. È poi è buonissima!" Thomas mi rivolge un sorriso affettuoso, un sorriso da padre, uno che ho sognato di rivedere in quei 4 anni e che finalmente mi è stato dato. Padre e figlio iniziano a scherzare e a parlare mentre io felice li osservo.


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