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1. E se tu fossi un serial killer?

"Preparati, questa sera hai un cliente!" Mi dice Jake.

Va avanti così ormai da 4 anni, non ci sia giorno oppure ora in cui io non penso alla mia vita perfetta prima di quella sera nel Bronx. Ormai dubito di tutto però. Mi sono sentita tradita e delusa quando non ho visto la polizia varcare la porta della mia camera perché quello voleva dire che nessuno mi cercava, che a nessuno importava di me. Sono ancora la più bella qui e questo mi dà un sacco di vantaggi come il fatto che qualunque cosa io voglia Ricky la ottiene e me la dona. Ricky è il capo, è l'uomo che quella sera si è strappato la mia verginità. Ormai mi sono rassegnata alla vita del bordello ed ho anche qualche amica: donne over 40, ragazze scappate di casa, altre che ci vengono volontariamente e quelle che sono finite qui così come ci sono finita io. Anche gli uomini hanno ognuno storie diverse: i depressi, i viscidi, i traditori, i ragazzini e perfino gli anziani. Poi ci sono gli strozzini di Ricky e alcuni sono angeli in questo Inferno, come Travis, ha la mia età e lavora qui perché si era innamorato di Giselle, la ragazza che è stata uccisa per far entrare me nel bordello, da allora Travis lavora qui per assicurarsi che nessuna di noi venga trattata come è stata trattata Giselle, anche se io non ne ho tanto bisogno, Ricky è molto bravo con me, mi ha spiegato più volte che ha voluto essere lui il primo per accertarsi che nessuno mi facesse del male, mi sceglie accuratamente i clienti cosicché non siano maniaci e mi fa vivere nel confort. So benissimo che non lo fa per affetto ma perché per lui sono una miniera d'oro vista la mia naturale bellezza. Oltre a loro due ci sono Jake, Mickey, Bob, Nash, Al, Harold e Louis e tutti loro ci trattano bene perché hanno tutti delle famiglie o comunque sono semplicemente costretti a fare questo lavoro. Sto finendo di allacciare il corpetto quando sento una voce di un uomo che mi dice.

"Non finire di legartelo, non ci servirà!" ha un sorriso maligno e da maniaco, mi chiedo come Ricky abbia potuto sceglierlo per me. Ma questa è la mia vita e così in modo provocante mi avvicino a lui e lentamente lascio cadere l'indumento rimanendo solo con le mutande. L'uomo che non avrà meno di 50 anni ha un evidente bisogno di fare sesso visto che con questo piccolo gesto ha già un'evidente erezione, se non ha usufruito di qualche farmaco. Guarda dietro di me e vede il letto e una luce maligna attraversa i suoi occhi. Mi butta con forza sul materasso e mi blocca i polsi, le mani ruvide prendono ad accarezzare la mia coscia salendo lentamente verso la mia guancia facendomi sentire ancora più umiliata, mi bacia in modo rude e si mette a cavalcioni su di me, si leva la cintura che usa per legarmi alla testata del letto e dopo avermi strappato nel vero senso della parola l'unico indumento che copriva il mio debole corpo, affonda violentemente in me facendomi gridare dal dolore, continua così fino a quando lui non viene per la quinta volta e ha finalmente un po' di pietà del mio corpo inerme. Si alza, si riveste e si accende una sigaretta.

"Come ti chiami?" Mi dice lui dopo un po'.

"Roxelle. E tu?" Gli rispondo. Ricky ci ha sempre insegnato di non dire ma il nostro vero nome perché alcuni clienti sono più cattivi del capo ed io non voglio correre questo rischio.

"Thomas. Sei molto bella Roxelle, sai? Di certo non sarò l'unico a dirtelo..." Sospira guardando il muro di fronte a lui. Poi continua. "Non sono ciò che tu hai visto questa sera, sono un avvocato anche molto ricco, semplicemente ero qui per sfogarmi..."

"Non ti preoccupare, non ti devi giustificare con me e poi sono abituata ad essere trattata così..." gli dico allora io.

"Non meriti di essere trattata così... sai Roxelle, sei una ragazza giovane e bella, potresti fare altri mille lavori e di certo non posso pensare a cosa tu debba subire ogni giorno. E' il guaio di noi gentiluomini: facciamo una cosa, ce ne pentiamo, siamo tremendamente in colpa e cerchiamo in qualche modo di rimediare. A me manca solo l'ultima tappa."

"Cosa vuoi dire?"

"Roxelle, Ricky è un mio caro amico, ecco perché mi ha riservato la ragazza più bella di tutto il bordello. Ha un conto in sospeso con me ed io vorrei chiedergli un favore, ma con il tuo consenso..."

"Continuo a non capire."

"Roxelle, ti voglio a casa mia, sei bellissima non puoi restare a fare questo misero lavoro, saresti la mia domestica e di certo ti tratterei meglio di come vieni trattata qui. Lo so, sono egoista, ma pensa a come sarebbe sceglierti da sola il tuo uomo, non sentirti umiliata e avere la libertà che ti manca..."

"Io non lo so, non ti conosco. E se questo fosse solo un tranello? E se tu fossi un serial killer? Io voglio vivere!"

"Appunto perché vuoi vivere vieni con me, ti sembra vita quella che fai adesso? Non mi approfitterei di te, tanto meno ti ucciderei – si blocca per ridacchiare- semplicemente da avvocato quale sono non posso lasciar passare il fatto che una ragazza bella come te rimanga ancora qui!"

Storco la bocca per una smorfia che mi mostra indecisa ma poi sbuffo, ha ragione, comunque non vivo qui.

"Mi chiamo Clare in realtà e... accetto."


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