il mio corpo
Quando mi sono guardata allo specchio, in mutande e reggiseno, niente di più, niente di meno; ho pensato che il mio corpo fosse qualcosa di indefinito.
Ormai mi giudico così tanto che smetto di avere una reale percezione di me stessa.
È come quando disegni con una matita, non importa se sia spessa o sottile, e disegni tante volte e poi cancelli e ridisegni perché quello che viene fuori non ti piace mai.
A forza di cancellare rimangono i tratti dei disegni precedenti e ormai diventa tutto una macchia nera.
Prima o poi il foglio si buca, continuando a cancellare e ridisegnare.
È così che mi sento: una macchia prodotto di cancellature, sbavature, precedenti disegni distratti, errati.
Non verrà mai fuori quello che voglio io.
La mia immagine continuerà a vacillare, a essere un'ombra distorta, qualcosa di astratto e sempre incompleto, sempre sbagliato.
Sempre sbavato, sempre errato, sempre pieno di cancellature e di ombre.
Il mio corpo non esiste più.
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