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Capitolo 11


Non ero un tipo adatto alle esperienze traumatiche. Avrei voluto essere quel tipo di persona che pensava velocemente, che riusciva ad inghiottire un problema non appena ci si concentrava a trovarne una soluzione. Tipo come Harry. Era più calmo riguardo le cose. Al contrario, la mia energia era immischiata con la preoccupazione, veniva trasportata via dalle lacrime e dall'agitazione del mio stomaco. Ero un tipo nervoso, mi spaventavo facilmente. E per questo forse che fui io quella che si mise sull'attenti al suono delle sirene di polizia.

"Harry!" Sussurrai duramente, scuotendo il braccio che era avvolto attorno a me. Solitamente, avrei aspettato un po' per ammirare i suoi bellissimi tratti addormentati, ma questa volta non si trattava di una mattinata come le altre. Si svegliò confuso ed irritato, mettendosi a sedere quasi velocemente quanto me. "Cosa?!" Domandò scontrosamente.

Misi la mia mano sulla sua bocca, facendo aggravare la sua espressione infastidita. O almeno fino a che non ascoltò anche lui la fonte del mio panico. I suoi occhi si spalancarono, mentre alzava lo sguardo sulla strada sospesa sopra di noi.

Rimossi la mano dalla sua bocca, un fuoco si agitò nel mio corpo. Tremavo, agitandomi insieme all'adrenalina. "Cosa facciamo?"

Portò un dito sulle sue labbra, mormorando la parola 'ascolta'. E ancora una volta, sembrava calmo. E con calma e velocità iniziò a sistemare le nostre cose, togliendo via le coperte e piegandole. Nel frattempo i suoni si fecero più vicini. Le sirene si stavano avvicinando, più rumorose, come se stessero cercando di riempire la mia mente di terrore ad ogni suono.

Raggiunsi Harry, la mia mano strinse il suo bicipite. Lui si fermò, e senza neanche vederlo, sapevo che stavamo guardando entrambi verso l'alto. Il suono era così terribilmente vicino ora, a pochi metri di distanza. Mi sentivo nauseabonda con i nervi che devastavano il mio corpo.

E dopo fu proprio sopra il ponte. Ma la macchina non si fermò.

E il suono delle sirene volò sopra di noi.

Un'alluvione di sollievo piombò dentro di me, il mio corpo e il braccio di Harry si liberarono dal mio precedente nervosismo. Mi appoggiai ad Harry e lui mi lasciò rifugiare nel suo petto, i miei occhi si chiusero mentre un sospiro sfuggì dai miei polmoni.

Sentii Harry rilassarsi sotto di me. "Non tutte le macchine della polizia sono per noi." Rise quasi mentre lo diceva, arrivando alla mia stessa conclusione. "Ci sono dei reati e degli incidenti che accadono dappertutto. Quella macchina probabilmente stava solo rincorrendo qualcuno che correva troppo."

Risi leggermente per le sue parole. Mi ero così spaventata, così preoccupata, da non riuscire a considerare altre opzioni più probabili. "Stiamo bene," ridacchiò, facendo scivolare le sue mani sui lati del mio viso prima di lasciarvi tanti baci. Sulle mie guance, sulla fronte, sulle tempie, sul naso.

Non lo bloccai e non mi ritrassi come avrei fatto solitamente, ma invece risi soltanto per il suo affetto. "Mi sono spaventata a morte," dissi, dopo che lasciò un altro bacio sulla mia guancia.

"Ad essere onesto," disse, allontanandosi leggermente. "Anche io. Mi sono immaginato la Signora Hellman dietro al volante con quello sguardo fottutamente stupido sul suo viso," disse e poi cercò di imitare la sua espressione.

"Uguale a lei," risi, anche se l'interpretazione di Harry era molto più carina di quella reale.

"Grazie a Dio non ci hanno visti. Magari è un bene che siano passati di qua, probabilmente è il segno che dovevamo alzarci."

"Sì," concordai. "E comunque chi ha bisogno di una sveglia quando si hanno invece le sirene della polizia a farlo?"

"Esattamente," disse.

"Allora che facciamo oggi? Faremo colazione e poi correremo? O corriamo e poi mangiamo?" Suggerii, queste erano le nostre uniche vere opzioni.

Ma improvvisamente, l'atmosfera prese una svolta drastica. Prima si riempì di panico, qualche secondo dopo ridemmo e scherzammo, ed ora il sorriso di Harry era sbiadito in una strana serietà.

"Cosa c'è?"

"Niente," disse. "Stavo solo pensando. . . vogliamo lasciare il paese il prima possibile, giusto? Per mettere fine a tutte queste preoccupazioni e corse."

Annuii, ma non ero sicura di dove volesse arrivare.

"Io penso che," sospirò. "Forse dovremmo iniziare a raccogliere qualche soldo."

Feci un respiro profondo dopo aver capito cosa intendesse. E iniziai a preoccuparmi di nuovo, poiché sapevo che aveva ragione. Non potevamo aspettare ancora. Più soldi avremmo preso più lontani saremmo potuti andare. Quindi oggi avremmo corso, naturalmente, ma avremmo dovuto fare anche altre cose al di fuori delle nostre normali attività.

Oggi sarebbe stato il giorno della nostra prima rapina.

Non giudicai la situazione e non decisi se fosse un'idea giusta o sbagliata, poiché sapevo che non lo fosse. Ma che scelta avevamo? Quindi chiesi soltanto, "Come?"

Harry chiuse le sue labbra in una linea sottile mente pensava. "Ho un paio di idee in mente. Prendere borsellini dalle borse nei bar e stronzate del genere. Ma non penso che dovremmo tornare in città."

Annuii, concordante. "Quanto sei bravo a recitare?" Chiesi ad Harry.

Fece spallucce, divertito. "Non ne ho idea. Non mi sono mai interessato," disse. "Perché?"

Ora che me l'aveva chiesto, mi sentivo in imbarazzo a rispondergli. "Questa potrebbe essere un'idea terribile, non lo so. Cosa ne pensi se uno di noi due fermasse un'auto o qualcosa del genere? Potremmo far finta di aver bisogno di aiuto o di essere feriti mentre l'altro cerca i soldi."

Harry guardò in basso con quell'espressione pensierosa che indossava sempre. Increspò le sue labbra e per qualche ragione mi sentii ansiosa, come uno studente che aspettava di sapere se avesse risposto correttamente alla domanda dell'insegnante.

"Potrebbe funzionare, a dir la verità," disse. "Ma tu dovresti essere quella che recita."

"Perché?" Chiesi. Ciò mi rese nervosa, la mia mente ritornò alla mia precedente valutazione sul fatto che Harry fosse molto più calmo, anche sotto stress. Lui era sicuramente un attore migliore.

"Perché tu sei meno famosa, la gente non ti riconoscerà. E sei più goffa - senza offesa," disse. "Ma sei anche molto più gentile di me quindi la gente si fermerebbe più per te."

Sospirai, senza riuscire a trattenere il sorriso che nacque sul mi viso. "Okay, va bene. Ma cosa dovrò dire? Come facciamo?"

E di nuovo, iniziammo a pensare. Ma durò molto più a lungo di quanto mi stessi aspettando. Una buona mezz'oretta l'avevamo passata a concordare o meno su come organizzare la nostra prima 'rapina'. Saremmo dovuti andare in città? Avremmo soltanto dovuto aspettare che passasse la prossima macchina? Quante possibilità c'erano di essere scoperti? Ma dopo qualche altra discussione e tre sigarette, arrivammo ad una specie di accordo.

E questo era il piano:

Avremmo aspettato. Aspettato fino a che un'altra macchina non fosse passata, anche se avevamo stabilito che se fossero passati 45 minuti, avremmo abbandonato la strategia. Dovevamo mettere un ramo di albero o un grande bastone nel mezzo della strada, dove sarei stata io. Speravamo che il guidatore si sarebbe spaventato abbastanza da fermarsi. Una volta uscito dal veicolo, io sarei stata distesa sulla strada, facendo finta di essere ferita. Fiduciosamente, avrebbero notato il bastone sulla strada così come la mia gamba, e si sarebbero affrettati ad aiutare, se fossero stati abbastanza discreti. E se non lo fossero stati e avessero continuato a guidare, avremmo dovuto riprovare di nuovo. Ma se fossero venuti in mio soccorso, io li avrei dovuti distrarre chiedendo loro di aiutarmi ad alzare e camminare per vedere se tutto fosse okay. Mentre succedeva tutto questo, sempre se ci fossi riuscita, Harry avrebbe cercato i soldi in macchina.

Me se quel qualcuno avesse pensato che mi aveva investito davvero la gamba, quest'ultima sarebbe dovuta essere rotta o almeno un po' più ferita di quanto io sarei riuscita a far sembrare. Così, dopo aver visto che io stessi bene e aver mostrato alla vittima di poter, appunto, camminare, avrei detto loro qualcosa del tipo, 'Mi dispiace, sono così goffa ed inciampo sempre,' e far sembrare che fossi solo caduta mentre loro passavano di qua. Questo avrebbe risolto il problema dell'ospedale, la mancanza di sangue dalla mia ferita, e lo scambio di qualche altro contatto.

Considerammo anche altre precauzioni, per assicurarci che questo piano potesse funzionare. Avremmo fatto attenzione al suono delle sirene per assicurarci che non si trattasse di macchine della polizia. Ripassammo ciò che avrei dovuto dire e come avrei dovuto dirlo. Avevamo trovato, dopo quindici minuti di ricerca nel bosco, un perfetto ramo d'albero. Harry aveva nascosto le nostre borse proprio sotto al ponte. E aveva insistito di portare la pistola con lui, nella parte posteriore dei suoi jeans come facevano nei film. Mi aveva assicurato che fosse solo per essere più sicuri, anche se non sapevo cosa ci fosse di sicuro in una pistola. Ma alla fine avevo concordato.

E quindi eccomi qua, dove mi ero posizionata sin da quando avevamo messo in atto il piano, circa venti minuti fa. Le strade erano vuote, eccetto per il vento pungente che tagliava l'asfalto. Ma non c'era nient'altro da vedere, nessun altro rumore. Così aspettai e ascoltai. Ascoltati ed aspettai. E questo processo sembrò continuare per un'eternità. Nel frattempo il mio terrore aumentò.

Ma finalmente, riuscii a sentire il debole suono degli pneumatici sulla ghiaia. Vidi Harry guardarmi dalla ringhiera nella parte opposta al ponte. Mi rivolse un cenno di rassicurazione prima di nascondersi. Provai ad inghiottire la mia paura e la mia preoccupazione per noi due. Dovevamo farlo.

Riuscii a vedere la macchina, Harry non si vedeva, ma sapevo che fosse qui, solo alcuni metri di distanza da me. Così feci un respiro profondo mentre il veicolo si avvicinava. Iniziai ad avvicinarmi, più vicina al centro della strada di quanto mi fosse concesso. Lentamente, raggiunsi l'enorme ramo.

La macchina era solo a pochi metri di distanza ora, e sembrava che il cuore stesse per esplodere dal mio petto. Il vento della scia del veicolo mi colpì prima di sentire il tonfo delle ruote sul legno. Dopo qualche secondo, la macchina si arrestò ed io caddi a terra.

"Ow!" Strillai mentre si apriva lo sportello.

Evvai.

"Signorina, sta bene?" Era una donna, sulla trentina. I suoi capelli biondi erano raccolti in uno chignon mentre indossava un'espressione preoccupata.

"No, non ne sono sicura," dissi, smorzando un respiro mentre 'cercavo' di alzarmi.

"Riesce ad alzarsi?" Chiese freneticamente.

Ci misi un po' per rispondere, poiché mentre si chinava, vidi Harry apparire da dietro la ringhiera del ponte.

HARRY'S POV

Il nostro piano faceva fottutamente schifo.

Ma sembrava che avessimo l'abitudine di avere miracolosamente successo con i piani di merda, così avevamo pensato di provare con questo. Avrei soltanto voluto che fossi io a dover parlare, perché avrei preferito che fossi io quello a farmi male piuttosto che lei, se qualcosa fosse andato storto. E mi sarei potuto anche assumermi la colpa se fosse andato male. Non volevo che lei avesse a che fare con lo stress. Ma doveva essere lei a farlo, per forza. Se io avessi finto di essere ferito, non avremmo avuto nessuna chance. Sperai soltanto che lei fosse stata bene.

E sapevo che lo sarebbe stata, era forte. Ma solo per esserne sicuro, sbirciai da uno spazio metallico del ponte. Rose era a terra, e una donna si era catapultata verso di lei.

"Dai, piccola," sussurrai.

Vidi la sua espressione dolorosa dall'altra parte della strada. Era molto più credibile di quanto mi aspettassi. "Ouch," disse, afferrando il braccio della donna. Anche se stavo guardando da soli pochi secondi, capii che Rose fosse riuscita ad ingannarla. Era brava.

Uscii dal mio nascondiglio mentre la povera vittima era pienamente assorta dalla situazione. Rose mi vide, i miei occhi incontrarono il blu dei suoi, che riuscivo a vedere da qui.

"Può aiutarmi a camminare?" Chiese alla donna, dirigendola nella direzione opposta.

Ed ecco qua. Mi abbassai. Il corpo curvato e le ginocchia piegate mentre mi dirigevo verso lo sportello. Cercai di camminare silenziosamente e misi la mia mano su di esso per limitare il rumore mentre si apriva lentamente. Lanciai un'occhiata veloce alle due donne, che si stavano lentamente allontanando da me. Rose la stava ancora distraendo.

Cambiai il mio ritmo, ora stavo frugando velocemente nel veicolo. Aprii il portaoggetti per cercare una borsa o un borsellino. Niente.

Chiusi silenziosamente lo scompartimento e poi analizzai i sedili. Qualcosa attirò il mio sguardo a terra, vicino il lato di guida. Una borsa blu. La aprii entusiasta, tastando i vari oggetti per cercare qualcosa di utile. Dopo aver identificato alcune cose varie, toccai un borsellino di pelle. Non guardai o contai, afferrai soltanto tutti i soldi che c'erano e lo rimisi dentro. Dopo chiusi lo sportello nello stesso modo in cui lo avevo aperto, e mi allontanai.

"Ow!" Sentii Rose esclamare improvvisamente e guardai istintivamente nella sua direzione. Ovviamente il suo dolore non era reale ma l'urgenza dietro ad esso lo era. Un'improvvisa distrazione. La donna era quasi sul punto di girarsi per guardarmi.

Così corsi dietro al ponte, non volendo rimanere vicino alla nostra vittima più del necessario. I miei stivali fecero pochissimo rumore grazie alla neve che fungeva da cuscino, lasciandomi nascondere con facilità, con i soldi nella mia mano. Ma non potevo ancora rilassarmi. Provai a sentire le bugie di Rose sopra di me, mentre contavo i soldi.

"Mi dispiace così tanto," disse la donna che la stava aiutando. "Vuole che la porti in ospedale?" Sembrava che stessero tornando alla macchina ora.

"No, va tutto bene, non è stata colpa sua," rispose Rose.

Cinque pounds.

"Sì, invece, e mi sento così in colpa. Dovrei guidare più attentamente."

"Non è stata la sua guida a farmi inciampare, davvero va tutto bene. Grazie mille per avermi aiutata."

Ci fu una breve pausa nella conversazione, e gli angoli delle mie labbra si alzarono in un sorrisetto.

"Inciampata? Sta dicendo che non l'ho colpita io?" Chiese la donna, confusa.

"Oh, no, no, no! Non stavo prestando attenzione e la sua macchina mi ha colto di sorpresa! Quando mi sono girata per guardare penso che la mia caviglia si sia storta o una cosa del genere," disse Rose.

Dieci pounds ora.

Sentii un sospiro di sollievo. "Oh grazie a Dio. Beh, non grazie a Dio che si sia fatta male, ma pensavo fossi stata io a investirle il piede."

"No," disse Rose, ridendo leggermente. "Lei non ha fatto niente di male. Ma grazie mille per essersi fermata ad aiutarmi, è stato molto gentile da parte sua."

"Figurati," disse la donna. "È sicura che non vuole che la porti in ospedale? Le fa ancora male e non sarebbe affatto un problema-"

"Sto bene davvero, grazie. Penso di dover solo camminare un po', vivo proprio qui vicino comunque," insistette dolcemente Rose.

Quindici.

"D'accordo, se è sicura di stare bene. . ."

"Lo sono, grazie tante."

"Di niente," disse la donna. "Beh, arrivederla allora." Si diresse verso il veicolo prima di aggiungere. "Oh, e spero che la sua caviglia si riprenda presto!"

"Arrivederla, grazie!" Disse Rose.

Poi sentii due diversi passi andare in direzioni diverse. E qualche secondo dopo sentii lo sportello aprirsi. Dopo pochi istanti, il motore si accese, le ruote strisciarono sulla ghiaia, e partì.

La donna era andata via e noi avevamo appena terminato una rapina.

Porca puttana.

ROSE'S POV

Ero stordita. Non riuscivo a credere a quello che era appena successo, ma era estasiante il fatto che lo fosse. Una volta che la macchina sparì dalla vista, mi precipitai sotto al ponte, verso sinistra, i piedi colpivano il terreno mentre correvo su di esso. E poi vidi Harry indossare un sorriso compiaciuto e soddisfatto. Ridacchiò e scosse la testa incredulo.

Ce l'avevamo fatta.

Andai verso di lui, lasciandomi sfuggire delle risatine mentre gli saltai addosso. Avvolse le sue braccia attorno a me, alzandomi e facendomi girare. "È stato fottutamente fantastico!" Esclamò, stringendomi ancora di più prima di rimetterti a terra.

Le mie guance si accaldarono un po' quando gli angoli delle mie labbra si sollevarono involontariamente. "Davvero?"

Annuì. "E indovina quanti soldi abbiamo preso?"

"Quanti?"

"Venticinque pounds," Disse, trattenendo a stento il suo ghigno. "Stava probabilmente andando a fare compere natalizie."

"Stai scherzando," mi meravigliai. Non potevamo davvero essere così fortunati.

Harry scosse la testa. "Sono fottutamente serio," rise.

E risi insieme a lui. Era incredibile, meglio di quanto ci stessimo aspettando.

Ma quell'idea delle compere natalizie mi tormentò. La donna che avevamo appena rapinato aveva probabilmente una famiglia, degli amici, dei parenti ai quali avrebbe raccontato l'accaduto. E avrebbe scoperto che aveva perso i suoi soldi e sarebbe rimasta terrificata alla scoperta dei soldi mancanti nel suo borsellino, ferma in un parcheggio. Probabilmente avrebbe anche collegato la rapina con la ragazza con la caviglia ferita.

"Cosa c'è che non va?" Mi chiese Harry, la sua testa inclinata di lato, mentre anche il suo sorriso andava leggermente svanendo.

"Niente," dissi, scuotendo la testa. "È solo che. . . beh, ora siamo davvero dei criminali. E quella donna era gentile, mi sento un po' in colpa."

"Davvero?" Mi chiese Harry. Non l'aveva chiesto per curiosità, il suo ghigno e il tono scuro contenevano malizia. "Perché io penso sia stato tutto fottutamente sexy."

Una volta che ci fu un solo centimetro di distanza tra di noi, posizionò le sue mani sul mio posteriore e inghiottì il mio strillo, premendo le sue labbra sulle mie. Tirò il mio labbro inferiore con i suoi denti mentre ringhiava. Era un bacio giocoso, che non permise al suo ghigno di lasciare le sue labbra.

Era eccitato, lo sapevo, ritenendo la rapina più un successo che un atto criminale. Non mostrava alcun rimorso, e se avessimo dovuto continuare a farlo, avrei fatto meglio a prendere esempio da lui.

Così invece di sentirmi colpevole, infilai le mie dita nei suoi folti ricci, rivolgendo la mia attenzione al modo in cui le sue labbra combaciavano con le mie.

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Heeeeey. Buonasera a tutti,

ci sono delle cose che dobbiamo dirvi:

1)Natalie, dopo un mese, ha postato due capitoli(questo e il dodicesimo), così anche noi avevamo pensato di tradurre tutte e due e poi postarli contemporaneamente. . .ma abbiamo pensato che per oggi è meglio solo postare l'undicesimo, state tranquilli però, perché il dodicesimo è pronto e tradotto quindi arriverà presto!

2)Come ormai sapete tutti, Natalie è una scrittrice molto particolare e se aveva detto 'preparatevi' non vi lasciate ASSOLUTAMENTE ingannare da questo capitolo. Siate sempre pronti. . .

3) Ci capita molto spesso di leggere commenti del tipo: 'ma questa cosa nel 1950 non c'era' e cose del genere; Natalie fa le sue ricerche e si assicura sempre se una determinata cosa esistesse già da allora e anche noi di tanto in tanto controlliamo sul web. Volevamo solo puntualizzare questa cosa, dal momento che ne abbiamo letti molti di questi commenti;

3) Vi chiediamo PER FAVORE di non fare spoiler. Okay forse in Chaotic non è ancora successo ma in Psychotic ci capita spesso di leggere commenti dove si svelano tutti i particolari della storia prima del dovuto; non è una cosa bella per le ragazze che la leggono per la prima volta scoprire tutta la storia già al secondo capitolo, quindi gentilmente evitate di farlo, ve ne saremmo grate.

Okay pensiamo sia tutto, buon proseguimento di serata a tutti, un bacio. xx

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