Capitolo 5
Appena Mark aprì la porta mi gettai tra le sue braccia. Non disse nulla, mi strinse forte a sè e mi baciò delicatamente i capelli.
-"Ssh...tranquilla..."- sussurrò dolcemente per farmi calmare.
Iniziai a singhiozzare.
Mark non mollò la presa, mi strinse più forte.
-"Cos'è successo?"- disse.
Mi scostai dal suo abbraccio e con un filo di voce riuscì a dire solo -"Domy..."-
-"Vieni in bagno..."-
Mi trascinò nella stanza accanto alla sua e mi sciacquò la faccia.
Feci un respiro profondo e provai a calmarmi.
-"Piccola, cos'è successo con Domy?"- disse Mark.
-"Ha-ha provato a-a violentarmi."- disse nascondendo la faccia nel suo petto.
Questa volta non mi abbracciò. Sembrava immobile. Lo guardai.
-"Cazzo!"- disse -"Ma ti ha detto qualcosa?!"- proseguì.
-"Cosa mi avrebbe dovuto dire?"- dissi allontanandomi.
-"Andiamo fuori..."- disse prendendo un pacchetto di sigarette.
Nel giardino me ne passò una. Iniziammo a fumare ed io dissi:-"Allora, cosa mi avrebbe dovuto dire?"-
Mark si spostò per sedersi di fronte a me.
-"Appena è iniziata la scuola abbiamo fatto una scommessa perché eravamo convinti che tu fossi lesbica. Cioè ti vesti in modo troppo sportivo, segui il calcio e hai una parte di capelli rasati..."- disse andando nel pallone.
La sigaretta mi scivolò fra le dita. Mi alzai immediatamente.
-"Che cazzo di risposta è?!"- urlai.
-"Hope ma non ti conoscevamo..."-
-"Appunto, come cazzo vi siete permessi di giudicarmi?!"-
-"Ma non volevo che lui provasse a violentarti."-
Afferrai il mio telefono ed uscì da casa di Mark.
Mi strinsi nella felpa e camminai senza una meta. Mark mi bombardava di messaggi. Lo ignorai.
Il giorno seguente, a scuola, Mark provò a parlarmi prima del suono della campanella ma lo ignorai.
All'uscita, qualcuno mi afferrò dallo zaino. Mi voltai, era Mark.
-"Mollami!"- dissi senza battere ciglio.
-"Evita di fare scenate, ti voglio spiegare..."-
-"Non mi interessa ciò che hai da dire."- dissi iniziando a camminare.
Mark mi seguiva. Allungai il passo e poi iniziai a correre.
Mark mi raggiunse e mi afferrò di nuovo dalla zaino.
-"Mollami!"- urlai con la voce rotta.
-"No, non ti lascio!"- disse.
-"Mark, ti ho detto di lasciarmi andare."-
-"Resti qui?"-
-"No, devo andare a casa."-
-"Vengo con te."-
Sbuffai.
Mark mi seguì a casa. Marta era a lavoro così cucinai io. Mangiammo le penne con la panna e il prosciutto.
-"Sei cucinare bene!"- disse Mark.
Gli sorrisi.
Quando finimmo di mangiare Mark si coricò nel mio letto, io mi attaccai a lui.
Mi abbracciò dandomi un bacio sulla fronte.
-"Scusa..."- disse.
Io presi l'iPod, gli diedi una cuffia e misi la riproduzione casuale.
Sembrava quasi che le canzoni ci conoscessero.
La prima fu "domani" di J-Ax, poi passarono "se mi chiami" e "io ci sarò" di Rocco Hunt, "I'm with you" di Avril Lavigne, "aria" degli Articolo 31 e "Stay with me" di Sam Smith.
Mark si voltò verso di me e con il suo accento perfetto disse:-"Stay with me 'cause you're all I need."-
Gli sorrisi e mi avvicinai il più possibile a lui.
-"Ti odio!"- dissi ridendo.
-"Perché?"-
-"Perché riesci a farti perdonare, ovviamente non è per la canzone ma perché c'è qualcosa che mi impedisce di essere arrabbiata con te."-
-"Eh vabbè, come fai ad essere arrabbiata con un ragazzo così?"
-"Così stupido intendi?!"-
Scoppiammo a ridere entrambi.
Mark continuò a fissarmi per un po'. Avvicinò lentamente il suo viso al mio.
Mi diede un leggero bacio sull'angolo della bocca.
-"Cazzo, sei stupenda!"- disse.
Io arrossii all'istante.
"Lui è stupendo" pensai.
Riavvicinò le sue labbra alle mie e questa volta mi baciò lentamente. Aveva un braccio sui miei fianchi e la mano che mi accarezzava il viso. Io gli scompigliavo i capelli. Quando staccò le sue labbra dalle mie sorrise dolcemente. Ricambiai il sorriso e poggia la testa sulla sua spalla.
In quella situazione così piacevole e allo stesso tempo imbarazzante ci addormentammo abbracciati.
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