Orange Pekoe
Quella mattina Eloise si era svegliata con un solo pensiero.
Voleva tornare nel casolare di George e Lando, non poteva nemmeno immaginare di trascorrere una giornata intera al fianco di Fabian. Si rese conto di quanto lo stesse evitando, ma non riusciva davvero a sentirsi in colpa. Era solo una ragazza di sedici anni che aveva bisogno di persone positive nella sua vita, dal momento che era fuggita di casa ed era rimasta senza nessuna figura di riferimento al suo fianco.
Quindi, evitando anche Sebastian, si era ben presto immersa nella piantagione attraversandola a piedi e cercando di non farsi notare troppo dai tamil, che in ogni caso erano troppo impegnati a lavorare a capo chino sulle piante per prestare attenzione a lei.
Quando raggiunse il casolare, i timidi raggi solari iniziavano a riscaldare l'aria facendola pentire di non aver indossato un vestito più leggero. Bussò timidamente alla porta, aspettando che uno dei due ragazzi venisse ad aprirle.
"Parola d'ordine!" sentì gridare dall'interno. "Perché, esiste anche una parola d'ordine?" replicò Eloise, inclinando la testa. "Certo, -replicò Lando spalancando la porta con un sorriso- ed è 'Russell è un idiota'". Eloise scoppiò a ridere, entrando nella stanza.
"Ti ho sentito" ribatté George, disteso sotto ad una sorta di piccolo carro. Si sollevò rapidamente da terra, pulendosi le mani con uno straccio. Non indossava nessuna camicia ed Eloise doveva ammettere di non aver mai visto così tanti muscoli su un ragazzo.
"Ora si gioca anche la carta del petto nudo" lo prese in giro Lando, dirigendosi verso un banco con gli attrezzi da lavoro. Eloise ridacchiò, accomodandosi al tavolo "Temo che sarò la tua prima sconfitta. Non sono fisicamente attratta da te, mi dispiace". George si strinse nelle spalle sorridendo "Mi arrendo. Anche perché in questo momento non avrei troppe attenzioni da dedicare ad una ragazza".
"State lavorando a qualche progetto?" chiese Eloise, cercando di scrutare sotto i teli che ancora celavano qualcosa. George lanciò un'occhiata preoccupata a Lando, che invece era molto più sciolto. "Non ti preoccupare, -rispose infatti all'amico avvicinandosi ai teli- è una ragazza diretta e sveglia, a differenza delle altre che vivono qui intorno. Sono sicuro che ci possiamo fidare".
Poi si voltò verso Eloise con un enorme sorriso "Signorina, ho il piacere di presentarle i nostri bolidi". E con un movimento teatrale tolse il telo bianco rivelando un carro simile a quello sotto cui lavorava George, ma molto più rifinito. "Cosa sarebbero?" chiese lei interdetta. Certo, erano dei comuni carretti di legno con delle ruote. Non ci intravedeva nulla di speciale o misterioso.
"Stiamo organizzando un evento unico. Una cosa mai vista qui in zona! -continuò Lando con gli occhi che brillavano- una sfida tra carri! Ogni partecipante dovrà sistemarsi un piccolo carro e affrontare una discesa. Ovviamente vince chi arriva per primo in fondo alla collina".
"Ma è una cosa legale?" lo interruppe Eloise, in realtà molto divertita dalla folle idea dei due inglesi. "Tecnicamente nessuno lo vieta- si intromise George asciugandosi le mani in un piccolo straccio- certo, non è il modo più corretto di utilizzare del materiale da lavoro ma dobbiamo inventarci qualcosa per passare il tempo" "Cercare di conquistare tutte le donne delle piantagioni confinanti non ti diverte più?" lo stuzzicò Eloise, mentre Lando si tappava la bocca con una mano fingendo di ridere più del dovuto. George si stiracchiò con un sorriso leggero sulle labbra "Ormai le ho conosciute tutte, non rimane più nessuna da sedurre. Meglio dare quindi ascolto a questo pazzo e assecondarlo con la sua idea".
Lando sbuffò, colpendo la spalla dell'amico con uno straccio "Ma se sei stato tu l'ideatore di tutto insieme a me!" "Quindi gareggerete l'uno contro l'altro?" chiese ancora Eloise, divertita e incuriosita al tempo stesso. "No, abbiamo già contattato gli altri figli dei proprietari delle piantagioni di Nuwara Eliya -rispose prontamente Lando- il problema che accomuna tutti noi è la noia. La vita nella piantagione è libertà allo stato puro, poche regole da rispettare e nessuna etichetta da mantenere, però è terribilmente facile annoiarsi. Quindi tutti hanno aderito e ora di nascosto dai nostri genitori stiamo sistemando questi carri per competere". "Senza contare che noi che siamo gli organizzatori abbiamo libera scelta su come organizzare il tutto, con annessa festa post gara" proseguì George con gli occhi che brillavano. "Esatto! -lo completò Lando- e ovviamente siamo i favoriti per la vittoria. Basterà gestire il carro in questo modo lungo il percorso". Saltò dentro il carretto di legno piegandosi a destra e sinistra simulando il rumore delle ruote sulle stradine dissestate attorno alle piantagioni. Eloise non riuscì a trattenere le risate.
"Ma questa gara ha un nome oppure deve rimanere totalmente segreta?" indagò lei. Lando sbuffò "Certo che ha un nome, siamo organizzatori seri, per chi ci hai preso?". Scese con un salto dal carro e con tono orgoglioso e solenne proclamò "Signorina, è invitata ufficialmente alla nostra mitica Discesa del tè".
"Discesa del tè?" replicò Eloise ridacchiando. "Certo, è un nome geniale!" si difese Lando, offeso. "Devo ammettere che è perfetto" capitolò la ragazza alzando le mani in segno di resa. "Io e Lando volevamo chiederti una cosa" intervenne George appoggiandosi con le mani sul tavolo al quale era seduta Eloise e cercando con lo sguardo l'approvazione del suo amico, che non tardò ad arrivare tramite un cenno del capo. "Vi ascolto" rispose la ragazza mettendosi in posizione attenta con il busto proteso verso George. L'erede dei Russell trasse un piccolo respiro, poi esclamò "Volevamo chiederti se avessi voglia di aiutarci ad organizzare la gara. Sei appena arrivata e secondo noi ti farebbe bene conoscere qualcuno. Senza contare che siamo certi che ti divertirai. Inoltre sei una ragazza sveglia, più aperta mentalmente rispetto alle altre femmine presenti in zona e che purtroppo conosciamo. Di conseguenza ci farebbe molto piacere poterti avere tra le nostre fila".
Eloise non ebbe bisogno di riflettere un secondo di più. "Certo!- rispose a voce alta e allargando le braccia- quando si comincia?". I due ragazzi scoppiarono a ridere davanti alla sua intraprendenza. "Allora è davvero il caso di festeggiare!" esclamò Lando battendo le mani e dirigendosi entusiasta verso il fuoco dove bolliva una pentola. "Voglio proprio rovinarmi- continuò prendendo una teiera e sistemando tre tazze sul tavolo- per l'occasione oggi vi offro un Orange Pekoe, un tè nero in foglia composto solo dalle ultime due foglie e dalla gemma apicale della pianta". L'inglese versò il tè bollente nelle tazze di maiolica sbeccate, probabilmente rubate dalla credenza di chissà quale casa, se Norris o Russell.
"Brindiamo a noi, allora" esordì Lando alzando la sua tazza. "Brindiamo alla Discesa del tè" replicò Eloise sollevando a sua volta una tazza. "Alla Discesa del tè" ripeté George unendosi anche lui. Le tazze si toccarono con un tintinnio lieve e subito tutti e tre bevvero un sorso. "Ma si può brindare con il tè o porta sfortuna?" chiese Eloise ridendo. George ribatté con un sorriso "Noi siamo inglesi. Con il tè possiamo fare di tutto, ci scorre persino nelle vene" "E vinceremo questa gara, perché gli inglesi non perdono mai!" affermò Lando, evidentemente su di giri.
Quando Eloise lasciò il capanno era già quasi mezzogiorno. Insieme ai due inglesi aveva progettato nei minimi dettagli il percorso, rigorosamente tutto in discesa, che doveva toccare il più possibile tutte le piantagioni coinvolte in modo da non offendere o scontentare nessuno. Inoltre su sua insistenza avevano anche iniziato a scrivere un regolamento. George e Lando erano contrari, in quanto amanti della piena libertà, ma Eloise li aveva convinti che fosse necessario per mantenere l'ordine durante la gara ed evitare eventuali scorrettezze. I due inglesi avevano però deciso che il regolamento non doveva in alcun modo includere la costruzione del carro, in modo che ogni partecipante potesse svilupparlo come meglio credeva. Della festa post gara se ne era preso completamente carico Lando perché voleva che diventasse il party più folle mai realizzato sull'isola di Ceylon. George aveva scosso la testa rassegnato, mentre Eloise si era proposta in ogni caso di poterlo aiutare nella realizzazione. Infine li aveva lasciati proseguire nel progettare i loro carri senza ulteriori disturbi, certa che la competizione fosse alta già tra di loro. Molto probabilmente si sarebbero buttati fuori entrambi alla prima curva del percorso, ma la ragazza aveva l'impressione che a nessuno dei due importasse davvero. Ciò che contava era il divertimento, l'adrenalina di progettare e costruire qualcosa che si distaccasse completamente dalla solita routine. Ovviamente Lando prima di lasciarla andare le aveva più volte ricordato che lei aveva promesso di invitarli a bere un tè, dovere che Eloise avrebbe volentieri risolto il prima possibile.
La ragazza attraversò lentamente i campi coltivati, accarezzando lievemente con le dita gli arbusti ad altezza uomo. Le piaceva tutto quel calore e quei colori vividi che a Parigi non aveva mai visto né sentito. Era come assaporare ogni giorno il gusto di aver compiuto la scelta corretta.
Aveva accettato la proposta dei due amici inglesi perché dopo una vita ritirata e sempre chiusa in casa era giunto finalmente il momento di mettersi in gioco. In Francia partecipare ad una cosa simile non le sarebbe stato mai nemmeno lontanamente permesso. Invece per la prima volta poteva decidere autonomamente che cosa fare. Un po' la spaventava ciò che Lando aveva detto: la noia divorava tutti loro. Quando aveva deciso di scappare per seguire Fabian a Ceylon cercava solo una libertà che non aveva mai posseduto. Eppure non aveva mai riflettuto sul prezzo che avrebbe potuto pagare. Forse l'eccesso della tanto agognata libertà poteva davvero condurre alla noia. Era soddisfatta quindi di aver deciso di collaborare con George e Lando. Si sarebbe costruita una occupazione alternativa e attraente rispetto alla tranquillità della piantagione.
Ed era più che certa che il meglio per lei doveva ancora arrivare.
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Avevo scritto questo capitolo per festeggiare il primo podio in Formula 1 di Lando Norris, ma lo pubblico solo oggi che comunque ha ottenuto un buon risultato. Continua così, Lando!!
(In attesa che anche il povero Alex Albon prima o poi riesca a giungere anche lui sul podio!)
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