Earl Grey
Eloise si era alzata tardi e di conseguenza i suoi genitori avevano già fatto colazione.
La ragazza sorseggiava piano il suo tè Earl Grey da sola, nel silenzio della sala. Continuava a riflettere su quanto fosse accaduto il giorno precedente, mentre il profumo di bergamotto accompagnava i suoi pensieri. L'Earl Grey era la sua varietà preferita di prima mattina. Niente di eccessivo, si trattava del tè nero aromatizzato più diffuso al mondo e traeva il suo nome da Charles Grey, primo ministro britannico dal 1830 al 1834.
Claire interruppe la colazione in solitaria di Eloise, entrando nella sala da pranzo con un piccolo sorriso dipinto sul volto "C'è qualcuno che l'aspetta" mormorò. "Fallo entrare" rispose Eloise, chiedendosi chi potesse venire a farle visita in quel momento. "Ha chiesto di essere ricevuto nei suoi appartamenti" tentennò Claire, indecisa di aver compiuto una scelta corretta permettendo quell'incontro.
Eloise sbatté le palpebre perplessa. Era una richiesta ben strana. "Va bene, arrivo" acconsentì alzandosi. Si diresse verso la sua camera da letto e quando aprì la porta sobbalzò.
"Fabian!" esclamò senza fiato.
Il tedesco le sorrise, aggiustandosi la camicia bianca. "Sei pazzo a venire qui dentro? Se ci trovano è la fine!" sibilò Eloise chiudendo la porta dietro di sé. Fabian l'abbracciò di slancio "Ma dovevo condividere con te questa novità!" "Cosa è cambiato rispetto a ieri?" chiese lei, sempre più confusa. "Accomodati perché forse siamo alla svolta" continuò Fabian, con gli occhi che brillavano. Eloise lo ascoltò, sedendosi di peso sulla poltrona damascata giallo ocra. "Ti ascolto" rispose sorridendo
Fabian prese fiato "Ti ho già raccontato varie volte di mio fratello, vero?". Eloise annuì con il capo, invitandolo a proseguire. "Bene,- continuò lui- l'ultima volta che ho ricevuto sue notizie era in Inghilterra, sempre per quell'affare con il suo socio Horner. Come sicuramente già saprai, gli inglesi amano il tè più della loro stessa Regina e devono sempre individuare luoghi nuovi dove coltivarlo, perché ovviamente il clima londinese non è ottimale. Quindici anni fa James Taylor è riuscito ad impiantare a tè i primi 20 acri di terreno a Loolecondera, nella regione di Kandy dell'isola di Ceylon. Taylor ha spedito poi il primo pacco di tè a Londra nove anni fa ma solo dopo due anni le esportazioni sono diventate regolari, con oltre 650 chili di tè spediti in un anno. E so che sembra incredibile, ma proprio lo scorso anno il tè Ceylon, la varietà proveniente proprio dall'omonima isola, è comparso per la prima volta nelle aste londinesi e..." "Ma perché mi stai facendo questa lezione sul tè?" lo interruppe Eloise, temendo di trovarsi di fronte all'ennesima delusione, dal momento che Fabian stava ampiamente divagando.
Ma gli occhi azzurri del ragazzo continuavano a brillare, mentre riprendeva "Il punto centrale del discorso è che il tè Ceylon diventerà ben presto conosciuto e aumenterà di valore!" "Continuo a non seguirti" disse Eloise scuotendo la testa e alzandosi dalla poltrona, non facendo nulla per non dimostrare il suo disappunto. Fabian la bloccò, prendendole dolcemente un braccio "Lasciami concludere!". Lei sospirò "Va bene, ma accorcia il discorso" "Ebbene, -proseguì il tedesco- caso vuole che Horner abbia ereditato proprio una piantagione a Ceylon e che non abbia nessuna intenzione di recarvisi per amministrarla. E qui è intervenuto mio fratello Sebastian, il quale si è offerto disponibile per trasferirsi a Ceylon e gestire l'intera piantagione. Ovviamente per Horner è stato un sollievo tale che gliel'ha pure regalata! Quando sono tornato a casa, ieri pomeriggio, ho trovato una lettera proprio di Sebastian che mi informava della notizia e mi chiedeva se fossi disponibile a raggiungerlo a Ceylon, dal momento che lui si trova già nella piantagione da qualche mese"
"Ma...e partirai? Quando ti potrò rivedere?" chiese Eloise con le lacrime che iniziavano a risalire gli occhi, comprendendo ora il senso del discorso di Fabian e perché lui stesse tergiversando.
"No, mia cara- disse lui prendendole le spalle e guardandola negli occhi -partiremo. Non hai idea di quanto quella piantagione possa renderci ricchi in poco tempo! Sono certo che la tua famiglia mi concederà già ora di sposarti e potremmo trasferirci insieme". Nel volto di Eloise si spalancò un enorme sorriso. Finalmente l'affare tanto atteso era giunto e potevano coronare il loro sogno.
Abbracciò forte Fabian, affondando il volto nella sua morbida camicia. Poi si staccò dall'abbraccio e sorridendo prese il ragazzo per mano "Vieni, dobbiamo assolutamente dare la notizia ai miei genitori!". Ma Fabian frenò il suo entusiasmo, bloccandola mentre lei stava già iniziando ad uscire dalla stanza "E nel caso loro rifiutassero ancora le nozze?" mormorò piano, l'espressione spenta di chi aveva già valutato questa opzione un milione di volte. Ma Eloise sorrise decisa "Io verrò a Ceylon insieme a te, con o senza il loro consenso". Sulle labbra di Fabian si riaccese un timido sorriso "In quel caso, sai che ti aspetto alla fine della via in una carrozza nera e partiremo subito questa sera".
Eloise spalancò con una mano la porta del salotto, trascinando Fabian con l'altra. Come prevedeva, i suoi genitori si trovavano entrambi nella stanza. Suo padre era intento a leggere alcuni documenti nell'antica scrivania, mentre sua madre si dilettava a ricamare seduta sul divanetto. "Ho una buona notizia!" esordì la ragazza spingendo avanti Fabian, che invece era velocemente impallidito.
Il padre sollevò lo sguardo, puntandolo contro il ragazzo "Hai finalmente imparato a concludere gli affari?". Fabian si torse le mani per la tensione, mentre annuiva fermamente con il capo "Sì, mio fratello ha rilevato una piantagione di tè nell'isola di Ceylon e io lo aiuterò. Sono certo che ci potremmo arricchire velocemente" "Ti conviene che questo sia l'affare giusto -disse la madre di Eloise, guardandolo con sufficienza- mia figlia è già in età da marito e tra non molto le troveremo noi un ragazzo valido da sposare".
Fabian sbiancò maggiormente, mentre Eloise prese il controllo della situazione "Per questo abbiamo già individuato la soluzione. Ci sposeremo e poi raggiungeremo insieme Ceylon". Calò il gelo nello studio tanto che la ragazza poteva sentire distintamente il cuore di Fabian battere sempre più veloce.
Sua madre scoppiò a ridere, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Si alzò lentamente dal divanetto, facendo frusciare il suo vestito ricamato color pesca. "Mi pare fosse già piuttosto chiaro- esordì con tono superbo, alzando il mento- il matrimonio non verrà celebrato fino a quando la famiglia Vettel non dimostrerà di essere soddisfacentemente benestante. E il discorso è chiuso". Si risedette con leggiadria, come se non avesse appena distrutto il cuore dei due ragazzi.
Fabian era ammutolito, completamente pietrificato. Eloise invece ribatté, alzando il tono della voce "Il commercio del tè è in rapida espansione, è scontato che..." "Basta! -la interruppe suo padre, sbattendo una mano sul tavolo- non hai nessun diritto di replicare. Queste sono le nostre disposizioni e vi erano già state ampiamente esplicitate". Si alzò dalla sedia, avvicinandosi pericolosamente a Fabian. "Tu sei solo un fallito – sibilò quando fu giunto a pochi centimetri dal suo volto- ti auguro di approdare a Ceylon e di rimanervi per sempre. Non sei più il gradito in questo palazzo, hai giocato a lungo con la nostra pazienza. Ora basta, finisce qui. Il vostro matrimonio non verrà mai celebrato. Me ne occuperò io stesso di individuare un valido marito per Eloise, dal momento che lei non è capace di provvedervi da sola".
Le parole colpirono la ragazza come uno schiaffo in pieno volto, facendola indietreggiare. Mai si sarebbe aspettata una simile reazione. Aveva la nausea solo a rimanere in piedi in quella stanza. "Mi fate schifo" mormorò a denti stretti, uscendo di corsa raccogliendosi l'orlo del vestito.
"Con permesso" sentì dire da Fabian e poi udì i suoi passi inseguirla. Si arrestò solo quando fu certa di essere abbastanza lontana dai suoi genitori. Il ragazzo le appoggiò una mano sul braccio, costringendola a guardarlo negli occhi, nonostante Eloise provasse il forte desiderio di piangere. Un cameriere si avvicinò, intimando a Fabian di lasciare immediatamente la casa. Al tedesco non rimase altro che obbedire, ma mentre si dirigeva verso l'uscita, si voltò un'ultima volta fissando la ragazza negli occhi.
Eloise annuì impercettibilmente con il capo. Si erano intesi anche senza parlare. Il loro piano di riserva era appena iniziato.
La ragazza entrò come un tornado in camera sua, iniziando a rovesciare sul letto il contenuto dei suoi grandi armadi. Scartò la maggior parte degli abiti, troppo ingombranti e probabilmente poco adatti al clima di una piantagione. Si raccolse i capelli in una pettinatura arruffata, che però le permetteva di concentrarsi meglio. La selezione doveva essere accurata, poteva portare con sé solo pochi bagagli per consentire una fuga più agevole.
Eloise si prese la testa tra le mani. Tutto quel movimento rapido e quasi delirante era un'ottima evasione dai suoi pensieri. Era certa che se si fosse fermata anche solo un attimo a riflettere, non avrebbe mai terminato i bagagli. Erano troppe le incognite e le paure. Non si era mai allontanata dalla sua famiglia e questo significava interrompere per sempre i contatti con loro. E se Fabian si fosse rivelato diverso? E se Ceylon fosse stata troppo inospitale per lei? Si sentiva soffocare dal peso di tutte quelle domande a cui non poteva dare una risposta da sola.
La porta si aprì all'improvviso, spaventandola. Claire la fissò con gli occhi spalancati. "Signorina, cosa..." provò a balbettare. Eloise si apprestò a chiudere la porta dietro alla cameriera. "Devo partire, Claire. Io devo farlo" mormorò con una luce quasi folle negli occhi. La donna rimase a fissarla, poi sussurrò dolcemente "È per quel Fabian, giusto?". Eloise annuì, muovendosi per tutta la stanza in preda all'ansia "E anche per me stessa. Voglio essere padrona del mio destino. Sono stanca di adagiarmi sulle decisioni altrui". Claire abbozzò un sorriso "E perché non sta fuggendo, allora?". La ragazza crollò sul letto, prendendosi la testa tra le mani "Perché ho paura, terribilmente paura". Claire si sedette accanto a lei, circondandole le spalle con un braccio in modo protettivo "Eloise, sei una giovane donna straordinaria. Non ho mai conosciuto un carattere come il tuo. Sei nata per brillare e per fare grandi cose. Qui sei sprecata, non è il posto adatto a te. Ti ha dato molto, ma ora è giunto il momento di tracciare il tuo percorso personale".
Eloise scoppiò a piangere, abbracciando la cameriera. Dal modo in cui aveva cambiato tono nel rivolgersi a lei, aveva capito quanto la stesse consigliando in modo sincero. E quanto in tutti quegli anni le avesse anche fatto da madre, con risultati migliori dell'originale. Claire le asciugò le lacrime con un fazzoletto, sorridendo "Ti aiuto a preparare i bagagli, ok?". Eloise annuì con il capo, abbozzando un sorriso.
In un'ora le due riuscirono a selezionare tutto ciò che poteva essere più utile per la fuga, compreso del denaro nascosto tra i vestiti. Eloise cenò insieme ai suoi genitori in silenzio. Nessuno aveva voglia di conversare e non avevano la minima idea di ciò che lei aveva ormai pianificato nei minimi dettagli. Eloise scrutava con una certa dose di soddisfazione quasi sadica i suoi genitori che apparivano calmi. Dopo cena, Claire l'accompagnò fuori dal palazzo tramite l'uscita secondaria delle cucine, quando il cuoco era già a letto. Tirarono entrambe un sospiro di sollievo mentre si avviavano lungo la via che conduceva alla piazza, il luogo prefissato per l'incontro con Fabian. Parlarono poco tra loro, guardinghe che nessuno le stesse seguendo.
Quando arrivarono in piazza, la carrozza nera era già lì. Eloise si voltò e abbracciò Claire, che piangeva. "Grazie per tutto quello che hai fatto per me- le sussurrò stringendola forte- sul mio letto ti ho lasciato una parte dei soldi. Usali per permettere a tua figlia di avere un futuro migliore". Claire pianse ancora di più, aggrappandosi alla ragazza. Quando furono costrette a separarsi, la donna si sforzò di sorridere accarezzandole una guancia "Sei una ragazza di valore. La tua discendenza brillerà come te".
Eloise ricambiò il sorriso, poi si avvicinò alla carrozza dove Fabian era sceso per aprirle lo sportello. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo colmo di attesa, gioia e promesse per il futuro.
Poi Eloise salì sulla carrozza, senza mai voltarsi indietro.
Nota per i lettori:
L'isola di Ceylon si tratta dello Sri Lanka, che ha conservato il nome "Ceylon" fino al 1972, anno in cui è stato modificato appunto in "Sri Lanka".
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