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Capitolo 32: Il regalo inaspettato [R]

31 ottobre 2018

Francesca

Sto tornando a casa dal lavoro. Sono esausta: ho letto tre romanzi storici scadenti. La grammatica faceva pena e la trama era più noiosa di un aspirapolvere in funzione.

Il telefono squilla. Papà.

<<Ciao, papà>>, rispondo.

<<Ciao, Tesoro. Buon compleanno!>>

<<Grazie, papà>> .

Oggi ho raggiunto i vent'anni: non sono più una teenager. Sono ancora in attesa del pacco di Aeron.

Parliamo del tuo compleanno. Il 31 ottobre arriverà alla tua porta una bellissima sorpresa che sarai costretta ad accettare, perché non è rimborsabile.

Che cosa sarà mai?

Apro la porta del mio appartamento e butto le chiavi sul tavolo. Mi tolgo la giacca e le scarpe. Mi metto sul divano, prendo il cellulare e leggo i messaggi.

"Tanti auguri, sorellastra" da Christian.

"Auguri! Ci manchi" da Giada e Carlotta.

"Buon compleanno, piccola Zombie" da Donatella e il gruppo.

"Buon felicissimo compleanno, vecchietta. Come va con il lavoro? Qui ci manchi" da Concetta, Nonna Elena e Salvatore.

"Auguri" da Antonio.

Adoro la nostra corrispondenza, ma mi aspettavo una chiamata almeno oggi. Non ho ancora avuto tempo di rispondere alla sua ultima lettera.

Mi ha confermato che prova amore nei miei confronti. Sorrido mentre soffoco nel cuscino un urlo di felicità.

Qualcuno bussa alla porta.

Mi alzo e vado ad aprire.

Teresa!

<<Teresa! Cosa ci fai qui?>>, dico mentre mi abbraccia energicamente.

<<Buon compleanno!>>, urla.

<<Cosa ci fai qui?>>, dico balbettando.

Entra nell'appartamento e commenta: <<Me lo immaginavo più British>>, dice ridendo.

<<Puoi dirmi, per favore, cosa ci fai qui?>>

<<Non ti sembra ovvio?>>, chiede mentre lascia cadere sul pavimento una grossa borsa di pelle beige.

I capelli le sono cresciuti fino a metà schiena. Indossa un vestito grigio argenteo con delle calze nere, degli stivaletti francesi e un cappotto nero.

Alla vista del cappotto mi viene da ridere.

<<No>>, rispondo.

<<Sono il tuo regalo di compleanno>>, dice euforica, allargando e ondeggiando le braccia.

Si china sulla borsa, la apre, tira fuori una busta e me la porge immediatamente. A quel punto esce dalla stanza.

È una lettera di Aeron.


31 ottobre 2018

Cara Francesca,

Non immagini quanto mi dispiaccia non essere lì oggi.

Buon compleanno, principessa.

Ti avevo avvisato che il regalo sarebbe arrivato oggi: eccolo qui.

Ti starai domandando perché Teresa sia lì?

Ti rispondo subito: lei fa parte del regalo.

Oggi compi vent'anni, eppure sei più saggia di molte persone più grandi di te che ho incontrato. Il mio regalo consiste in un viaggio: sarai con Teresa, che ti farà da guida, e il tuo solo compito è seguirla, senza capricci, e divertirti.

Ho organizzato l'intero itinerario, che Teresa conosce alla lettera, perciò saprò dove inviarti le risposte alle lettere.

Ognuno di noi deve trovare il proprio posto nel mondo e ora è il tuo turno. Se troverai quel posto, restaci e sii felice.

Spero di rivederti un giorno, ma se non dovesse accadere, sappi che quest'anno è stato il più bello della mia vita. Amo chi sono quando sono con te. Tu sei la mia migliore amica, il mio amore più grande, il meglio di me. Per sempre.

Divertiti.

Tuo,

A.

Che cosa significa?

Teresa si avvicina e mi porge un fazzoletto di carta. Mi accorgo solo ora che sto piangendo: Aeron mi ha appena regalato la libertà. Un viaggio...

Mi abbraccia e dice: <<Partiamo>>.



Francesca

Teresa mi ha preparato le valigie.

Mi aspetta un lungo viaggio, ma non so le destinazioni. Aeron mi ha regalato questo viaggio. Aeron mi ha regalato me stessa.

Ho così tanta voglia di vederlo. Voglio poterlo abbracciare e tenerlo stretto a me. Voglio poter sentire il suo profumo e la sua voce. Voglio averlo accanto a me nel letto, ancora una volta, per coccolarlo e dormirci insieme. Ho così tanta voglia di accarezzargli il viso e di averlo qui con me. Perché sento un vuoto nel petto che deve essere colmato. Quel vuoto che solo lui può riempire. Vorrei fare questo viaggio con lui, ma so che se lui fosse presente potrebbe offuscare il mio giudizio e il mio pensiero: sarei concentrata su di lui, invece che su me stessa.

Una volta lui mi ha detto: "Una delle mie più grandi paure è di rimanere nello stesso posto per sempre, senza la possibilità di poter viaggiare e vedere tutto ciò che questo mondo ha da offrire".

Vediamo cosa ha da offrire questo mondo: sono curiosa.

Ho sempre viaggiato attraverso i libri. Tiziano Trezzani esprime esattamente ciò che provo in questo momento: "I libri. Sono stati i miei grandi amici, perché non c'è di meglio che viaggiare con qualcuno che ha fatto già la stessa strada, che ti racconta com'era per paragonare, per sentire un odore che non c'è più, o che c'è ancora".

I libri sono sempre stati i miei mezzi di viaggio, ora, grazie a lui, vedrò il mondo.

Siamo in stazione. Se partiamo con il treno, la prima tappa deve essere una città vicina.

<<Mi vuoi dire dove siamo dirette?>>, chiedo, esasperata, trascinando le mie due valigie.

<<Non sono autorizzata>>.

<<Dài>>, supplico Teresa.

<<No>>.

<<Allora mi sai dire quanto durerà?>>

<<Circa sei, sette mesi>>.

Passiamo i controlli e mi trascina dentro a un negozio North Face.

<<Cosa ci facciamo qui?>>

Lei non mi ascolta, prende uno zaino da viaggio e si dirige alla casa.

Usciamo dal negozio senza proferire parola, prende le mie valigie e cammina in direzione di una panchina. Vi appoggia entrambe le valigie, le apre e le svuota. Tira fuori la mia pochette, sette cambi di vestiti normali, cinque vestitini, due tute da ginnastica e la biancheria intima.

Non capisco come, ma riesce a infilare tutta quella roba dentro lo zaino da viaggio. Richiude le valigie e, camminando veloce, entra in un negozio di cappotti. Io rimango lì, accanto alla panchina, senza capire cosa diamine stia succedendo. Esce dal negozio con una grossa busta e, invece di venire da me, entra nel negozio dei corrieri accanto con le mie due valigie mezze vuote.

Dopo dieci minuti, esce dal negozio con un gran sorriso stampato sulla faccia. Non appena la vedo incrocio le braccia al petto, esasperata. <<Vuoi dirmi cosa hai fatto?>>

<<Tieni>>. Mi porge il sacchetto.

Lo prendo, lo apro e tiro fuori l'oggetto non identificato: è un cappotto nero.

Sono diventata Miss Cappotto! Mi viene da ridere. Lo indosso e penso a lui. Mi chiedo come possano quegli occhi trovare una bellezza in me. Lui ha viaggiato molto e sa bene quanto di più splendido ci sia oltre a una persona come me, che del mondo non sa niente. Come può amare me?

<<Andiamo?>>, chiede Teresa.

<<Sì>>. Chiudo il cappotto, prendo il grande zaino e me lo metto in spalla.

<<Non guardare dove è diretto il treno, mi raccomando!>>, minaccia puntandomi il dito contro.

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