Capitolo 22: Il pacchetto regalo perfetto [R]
Aeron
Erika mi ha costretto a venire a questo maledetto ballo. Indossa un vestito blu scuro con un corpetto a forma di cuore, mostrando a tutti il suo seno.
Quando entriamo nella sala, tutti gli occhi arrivano a noi.
Una piccola parte di me cerca Francesca, ma non è ancora arrivata. O forse non viene?
<<Sei bellissimo, Ron Ron>>.
<<Grazie, Tessie. Anche tu>>.
<<Io come sto?>>, chiede Erika.
<<Sì, stai bene>> .
So bene a che a Teresa non piace Erika e, sinceramente, nemmeno a me. Credevo di sapere cosa fosse l'amore, ma ero troppo giovane e non l'avevo ancora conosciuto. Francesca me l'ha fatto capire, amare e odiare allo stesso tempo. Devo rassegnarmi al fatto che non mi vuole più e dimenticarla una buona volta.
Erika è la persona che devo sposare a fine anno. Francesca non deve esistere più.
Dopo mezz'ora che balliamo, la vedo.
È davvero stupenda: indossa un vestito nero e rosso che la rende una principessa e si è tagliata e tinta i capelli di color cioccolato.
Lei era la mia principessa.
Basta!
Sposto lo sguardo al suo fianco e vedo Christian.
Cosa ci fai con lui? Mi ha sostituito? La rabbia ribolle dentro di me.
Erika inizia a strusciarsi contro di me e io la assecondo.
Guardami, Francesca! Guarda quanto mi manchi!
Dopo due ore in cui cerco in tutti i modi di attirare l'attenzione di Francesca senza alcun risultato, ci rinuncio e la vado a cercare. Ho bisogno di sentire la sua voce.
Vicino al tavolo del buffet c'è Christian.
<<Salve. Dov'è Francesca?>>
Lui mi guarda in modo truce. <<Stai. Lontano. Da. Lei>>.
<<Altrimenti cosa fai?>>
Ed eccola che esce dal bagno, con passo veloce. Prende la mano di Christian e senza degnarmi di uno sguardo sussurra al suo orecchio: <<Mi porti via?>>
Lui annuisce, le mette una mano dietro alle spalle ed escono insieme.
Rimango lì impalato. Qualcuno mi posa le mani addosso: è Erika.
Devo smettere di cercarla.
Prendo Erika e la porto in bagno.
Francesca
<<Cosa è successo?>>, chiede Christian mentre guida.
<<Alessandro... è uscito di prigione ed era in bagno. Ha provato a toccarmi e forse gli ho rotto qualcosa>>.
<<Cosa?!>>
<<Mi porti a casa di Salvatore?>>
<<si>>
Scendo dalla macchina, lo ringrazio e ci salutiamo.
<<Cosa ci fai qui a quest'ora? Non dovresti essere al ballo?>>, urla Concetta non appena mi vede.
<<Ho bisogno di vedere tuo padre: riguarda Alessandro>>. Lei si blocca e corre a chiamare Salvatore, preoccupata.
Intanto vado in camera di Concetta, mi tolgo il vestito e indosso dei vecchi vestiti di Salvatore. Esco dalla stanza e vado in salotto.
<<Cosa è successo?>>, chiede Salvatore, preoccupato.
<<Alessandro era alla festa: ha provato a violentarmi mentre ero in bagno, io mi sono difesa e penso di avergli rotto il naso e un braccio>>.
Salvatore mi guarda stupito e poi sorride. <<Ha violato gli arresti domiciliari. Andrà in prigione per almeno vent'anni ora. Fammi fare qualche telefonata>>, risponde lasciando la stanza.
Prendo il telefono e chiamo Teresa. Devo avvisarla. Risponde dopo due squilli.
<<Francesca!>>
<<Teresa! Alessandro è lì: era in bagno con me, ma gli ho rotto un braccio e il naso. Sta' attenta.>> sospiro. <<Volevo avvisarti>>.
Rimane in silenzio per qualche secondo. <<Grazie>>.
<<Figurati>>.
<<Ah, Francesca!>>
<<Dimmi>>.
<<Buon compleanno>>. Chiude la chiamata.
Come lo sa?
Concetta mi si avvicina. <<Tu stai bene?>>
<<Sì>>.
Mi abbraccia. <<Ti va di dormire qui stanotte>>
<<Sì>>.
Domani è il 1° novembre e Concetta ha organizzato una festicciola per me al bar con i ragazzi e i miei pochi amici della Le Blanc.
<<Svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!>>, mi urla Concetta nell'orecchio.
Le butto un cuscino in faccia.
<<Sono le 11:00. A mezzogiorno dobbiamo essere al bar. Avanti>>, dice, euforica, saltandomi addosso.
<<Va bene, mi alzo>>.
Mentre prendo la mia borsa in salotto compare Salvatore. <<È in carcere>>, gongola.
<<Avete risolto?>>
<<Sì, è in carcere. O per meglio dire, ci andrà dopo essere uscito dall'ospedale>>, dice sorridendo.
Ops. Rido, davvero.
<<Sei pronta?>>, chiede Concetta.
<<Sì>>. Prendo la borsa ed esco. Indosso un vestito blu con il corpetto sparso di perline, la gonna a balze che mi arriva al ginocchio e un paio di collant nere con degli stivaletti francesi con il tacco.
Entriamo dentro al bar e tutti mi saltano addosso. <<Auguri!!>>
Hanno decorato un angolo del bar con un festone e due palloncini con il numero venti. Ieri ho compiuto venti anni.
Ci sono tutti: Concetta, Donatella, Eric, Vitale, Lucetta, Paolino, Giada, Jared, Carlotta e Christian. In un altro angolo del bar vedo anche Erika, Teresa e Aeron parlare tra loro.
<<Hai raggiunto i venti!>> Vitale mi abbraccia così forte che mi fa perdere l'equilibrio.
I ragazzi mi hanno fatto una torta Oreo e, dopo essermi imbarazzata per la canzoncina, vedo Teresa venire verso di me.
<<Volevo darti questo>>. Teresa mi porge un sacchettino. <<È un pensiero da parte mia>>.
Aeron
Sono passate due ore da quando Francesca è entrata nel bar.
Sapevo benissimo di questa piccola festa perché ne avevo sentito parlare da Christian quando era in bagno con Jared ieri pomeriggio. Ho convinto Erika e Teresa a venire qui per parlare dell'organizzazione del matrimonio.
So per certo che Teresa è qui in funzione di madre, per controllare l'animo espansivo di Erika.
A un certo punto devo girarmi per non continuare a fissarla. Sta davvero bene con quel vestito blu.
<<I colori del matrimonio dovranno essere il giallo, il rosso e il bianco>>, dice Erika mentre sfoglia tre cataloghi nello stesso momento.
<<Ma...>>, cerca di ribattere Teresa.
Non le ho fatto gli auguri: ieri era il suo ventesimo compleanno.
Il suo sguardo si posa su di me. È tornata al suo colorito roseo e ha ripreso a sorridere.
Mi manca quel sorriso.
Una parte di me ce l'avrà sempre con te, perché non doveva andare così, non dovevi andare via. L'altra parte, però, quella più razionale e meno emotiva, spera che tu sia felice.
I nostri occhi rimangono incollati, finché Teresa non si alza e va verso di lei. Le dice qualcosa che non comprendo e le consegna un piccolo sacchetto.
Francesca apre il sacchetto, senza tirarne fuori il contenuto, e la abbraccia, salutandola.
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