4: Ricordi
Se n'è andato.
Il letto a baldacchino, l'armadio pieno di vestiti stupendi, il morbido tappeto che ricopre il pavimento...
È tutto così stupendo. O meglio; lo sarebbe se tu non fossi prigioniera di un demone malvagio.
Prigioniera? Forse non è il termine adatto.
Arrossisci, al ricordo di ciò che è appena successo.
Ti ha baciato. Bill ti ha baciato.
E non è stato bello.
Non capisci cosa voglia da te, non sai cosa dovresti sapere e cosa dovresti aver promesso ad uno come lui.
Da quanto hai capito c'è stato qualcosa tra di voi in una... Vita precedente. Assurdo.
Ti colpisci la fronte ripetutamente con una mano.
«No, no, no, NO!».
Non puoi aver avuto un bel rapporto con lui, con un demone.
E poi... Che genere di rapporto?
Da un lato sei curiosa e se ciò è vero vuoi ricordare.
Se invece fosse falso... Almeno non sei un suo quadro. O una statua di pietra. O un oggetto per abbellire il suo palazzo.
Se invece fosse falso saresti solo un giocattolo nelle sue mani.
E tu non vuoi esserlo.
Devi fare qualcosa: andartene, aiutare gli altri, sapere che fine hanno fatto i tuoi amici e i tuoi genitori.
Ti fiondi verso la porta e cerchi di aprirla, ma è chiusa a chiave.
Tiri la maniglia parecchie volte, ma è inutile.
Cerchi la serratura per scassinarla, ma al suo posto trovi una frase incisa nel legno viola.
"Credevi non sapessi che ci avresti provato <3 ?"
Senti l'odio che ti scorre nelle vene.
Ti lasci cadere a terra, stringi le ginocchia al petto e posi la testa su di esse.
Detesti ammetterlo, ma hai paura.
Hai paura di Bill, di quello che potrebbe fare.
Sarai anche fredda e scorbutica, ma in realtà sei più fragile di quanto sembri.
«Voglio solo andare a casa» Mormori, mentre le lacrime ti solcano il volto.
Un braccio ti circonda improvvisamente le spalle. Sussulti.
«No, no (t/n)... Non piangere. Vedrai, andrà tutto bene».
Balzi in piedi, lontana da lui, bloccata in un angolo.
Lui rimane fermo e ti guarda.
«Non devi avere paura. Penso che ormai sia chiaro che non ti farò del male».
«Io... Io non ci credo».
«Senti, capisco che in questa situazione tu possa sentirti... Spaventata. Ma puoi credermi: non ti succederà nulla».
«Allora perché mi hai chiuso qui, come in una prigione? Perché fai del male ai miei amici? Perché fai così?!».
Sospira e si alza.
Vuoi indietreggiare, ma sei bloccata dal muro.
«(t/n), ti ho chiuso qui perché tu non ricordi. Potresti scappare, e io non voglio perderti di nuovo.
Quelli non sono tuoi amici: sono sempre state persone che ci hanno ostacolato!».
«Non è vero!».
Si avvicina a te.
Abbassi lo sguardo e chiudi gli occhi, il cuore ti batte all'impazzata.
Bill ti asciuga le lacrime e ti bacia velocemente la fronte.
Avvampi di nuovo.
«Ti preoccupi sempre degli altri. È tipico tuo, leonessa».
E poi tutto si ferma.
Leonessa.
Una semplice parola, uno stupido nomignolo.
I ricordi tornano, veloci come uno schiaffo.
Era sempre successo.
Lui era lì sulla Terra per qualche motivo.
Lei lo incontrava.
Nasceva l'amore.
E tutto finiva.
Scusate, il capitolo è corto ma mi serviva farlo così.
Nei prossimi capitoli i caratteri di molti personaggi varieranno di volta in volta e saranno diversi da quelli che conosciamo.
Poi capirete.
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