Capitolo 6
Il giorno dopo disfarono l'accampamento dall'isola e ripartirono con la Thousand Sunny. Una volta salpati Nami si mise al timone e Usop di vedetta, mentre gli altri avevano tempo libero. Zoro fece cenno a Robin di andare con lui. La donna lo seguì a distanza per non creare sospetti e andarono nella sala di allenamento dello spadaccino. Lì Zoro prese Robin per i fianchi, la appoggiò a sé e le diede un bacio che divenne passionale, anche con l'intreccio delle lingue. Robin si abbandonò tra le sue braccia forti e protettive lasciandosi andare nel bacio. Dopo un paio di minuti si staccarono per riprendere fiato e si sedettero sui divanetti posti nel perimetro della stanza, Robin sulle gambe di Zoro.
-Ti ho mai detto quanto sei bella?- chiese lui.
Lei arrossì violentemente. -Dai Zoro...- si sentiva imbarazzata: non era abituata a tutti quei complimenti e non sapeva come comportarsi. Lui le accarezzò i capelli. -Sei il fiore più bello di tutto il mondo.-
Lei si fiondò sulle sue labbra in un altro bacio carico di passione e si strinsero l'una tra le braccia dell'altro.
Poi si staccarono e lei gli mise una mano sul viso e accarezzò la cicatrice che aveva sull'occhio. La faceva impazzire, come quella che aveva sul petto; davano a Zoro l'aria di quello che ne ha passate tante ma ha sempre vinto. Lui le prese la mano con cui gli stava accarezzando l'occhio.
-Quando mi procurai questa ferita temetti che con solo un occhio non avrei più potuto ammirarti nei minimi particolari, ma solo avere un'idea grossolana... Poi ho capito che gli occhi non servivano: dovevo guardarti con gli occhi del cuore.-
-Sarà...- disse lei. -Ma il tuo senso dell'orientamento è peggiorato.- disse divertita.
-Stronza...- disse lui con un sorriso baciandola.
-
Ora possiamo dirlo alla ciurma?- chiese la donna.
Zoro storse le labbra. -Io... non credo ancora che sia il momento giusto...- in realtà non voleva dirlo per via di Franky che chissà come avrebbe reagito.
-Okay.- disse la donna e rimase con lo spadaccino per tutta la mattina fino ad ora di pranzo.
Nel pomeriggio Robin e Nami si ritirarono nella loro stanza, la prima a leggere, la seconda a disegnare carte nautiche. Zoro stava per tornare nella sua palestra ad allenarsi per davvero quando qualcuno, o qualcosa, lo prese per una spalla e lo portò sottocoperta.
Sentì la porta sbattere e quando si girò si ritrovò faccia a faccia con Franky.
-Ah sei tu!- disse lo spadaccino. -Mi chiedevo chi volesse...- si fermò notando l'espressione sulla faccia dell'amico. Era seria e i suoi occhi non promettevano bene. -Ehi, Franky, tutto bene?- chiese Zoro.
-Ma sei deficiente?- ruggì lui. -Tu sai come sto eppure me lo chiedi??-
Zoro si trovò impreparato. -Che... che stai dicendo?-
-Oh, non dirmi che lo hai già dimenticato.- disse Franky con uno strano luccichio negli occhi.
Era notte inoltrata. Zoro si svegliò sul ponte della nave. Si era addormentato di nuovo dopo cena. Non c'era nessuno, erano andati tutti a dormire. Si alzò e si diresse nella stanza dei ragazzi, che era in fondo ad un corridoio. Passò di fronte all'officina di Usop e Franky e vide che c'era ancora la luce accesa.
"Usop starà lavorando ad una nuova invenzione" pensò lo spadaccino passando davanti alla porta.
- ... per Robin.-
Zoro si fermò non appena sentì pronunciare il nome dell'archeologa e spiò dall'oblò della porta dell'officina. Dentro vide Franky e Usop che lavoravano con degli arnesi.
-Cosa sarebbe?- chiese Usop indicando l'oggetto che Franky teneva in mano.
-È un vaso con alcune incisioni dei Poigne Griffe, e se schiacci questo pulsante...- Dal fondo del vaso uscì una sorta di cassetto con tanti scomparti. -...ci puoi inserire dei libri che magari non vuoi che qualcun altro li legga.-
Usop e Zoro erano impressionati.
-Fico.- disse il primo. -Ma dimmi... Perché proprio per Robin?- chiese in tono provocatorio.
Il cyborg lo fulminò con lo sguardo.
-Okay...- si difese il cecchino. -Diciamo che ti sta simpatica...-
Franky fece un respiro profondo. -Non è solo simpatia, io...- non riuscì a finire la frase per il groppo in gola.
-Ho capito.- disse il cecchino. -Ti sei innamorato di lei...-
Il cyborg annuì. Dall'oblò Zoro aveva assistito a tutto e rimase di sasso. Anche Franky provava qualcosa verso Robin (in questo momento non stanno ancora insieme).
-Io... la amo.- disse il cyborg. -E ti assicuro che farò di tutto per stare con lei.-
Zoro strinse i pugni. "Non provare a toccare quel fiore delicato." pensò "Con quelle mani enormi rischi di farle male. E poi sarò io che starò con lei."
Lo spadaccino se ne andò in camera con i pugni ancora chiusi e carico di rabbia.
-Io ti avevo visto che mi stavi spiando.- disse Franky. -Ma non pensavo che calpestassi così i sentimenti degli altri.- aggiunse con delusione.
-Continuo a non capire.- disse Zoro, anche se sapeva benissimo di quello che stavano parlando.
-Credi che non mi sia accorto che tu e Robin state insieme? Tutti ormai lo abbiamo notato. Bisogna essere Luffy per non capirlo.- disse acido il cyborg.
Zoro non lo riconosceva più. -Quindi io dovrei lasciare Robin solo perché la ami anche tu? Se il sentimento è corrisposto da parte sua non vedo perché non possiamo stare insieme!- lo spadaccino stava andando su tutte le furie.
-Non importa.- disse poi il cyborg.
-L'importante è che lei sia felice, anche se non è con me. Guai a te, Roronoa, se soffre per colpa tua.- l'ultima frase la pronunciò come una minaccia. Zoro sostenne il suo sguardo poi uscì sbattendo la porta.
Nei giorni seguenti la tensione tra Franky e Zoro non si era alleggerita e i due si scambiavano di tanto in tanto sguardi in cagnesco. Un giorno Robin era in biblioteca a leggere su un divanetto. Quando si alzò per riporre il volume che stava leggendo ebbe un giramento di testa, ma riuscì a mantenere l'equilibrio.
"Sarà solo un calo di pressione." si disse. Ma quando si trovò davanti allo scaffale il giramento di testa si fece più forte e la donna cadde a terra priva di sensi; il libro le sfuggì di mano e atterrò sul pavimento con un tonfo.
Chopper accorse subito in biblioteca e, insieme a Nami, la portò in infermeria.
Poco dopo si radunò lì tutta la ciurma e Chopper stava visitando Robin.
-Come stai?- chiese Nami alla donna, che aveva ripreso i sensi.
-Mi sento stanca...- rispose lei.
-Mia cara Robin, ti porto un brodo caldo, la mia specialità?- chiese Sanji.
Lei sorrise debolmente. -Grazie, volentieri.-
Ad un certo punto Chopper disse.
-Ragazzi per favore, potete uscire dalla stanza? Devo farle un controllo ma serve privacy.-
-Okay. Robin mi raccomando: devi guarire.- disse Luffy determinato.
-Agli ordini capitano.- rispose lei e gli altri uscirono dalla stanza.
Il giorno dopo Robin si riprese ma sembrava diversa: era meno attiva e stava molto più tempo seduta. A parte questo, era tornata la Robin di sempre.
Quel pomeriggio la donna uscì dalla sua stanza dicendo. -C'è un ragno molto grande sopra la scrivania! Non è che un uomo possa togliermelo via?- disse l'ultima frase guardando in modo eloquente lo spadaccino negli occhi in modo che capisse.
Gli altri componenti della ciurma erano un po' staniti dal fatto che Robin chiedesse aiuto con un ragno, di solito lei non ha paura.
-Mia cara Robin, arrivooooo!- disse inevitabilmente Sanji correndo da lei.
-Fermo là, sopracciglio a ricciolo. Ci penso io.- lo fermò Zoro.
-Cosa vuoi tu, Marimo?- gli rispose l'altro.
-Sono molto più competente di te in queste cose!- gli urlò dietro Zoro.
-Finitela!- gridò Nami tirando un pugno sulla testa di entrambi.
-Sembrate due bambini piccoli!- li rimproverò lei. -Zoro, visto che insisti, vai a sistemare quel ragno nella camera di Robin.-
Lo spadaccino si avvicinò in silenzio ed entrò nella stanza seguito dall'archeologa; lei chiuse la porta a chiave non appena varcò la soglia.
-Allora, dov'è questo ragno?- chiese Zoro guardandosi intorno.
-Era solo una scusa, stupido.- disse Robin ridendo. -Era un modo per dirti una cosa in privato.-
Lui si fece attento.
-È meglio se ci sediamo.- disse lei. Zoro si mise seduto sulla sedia della scrivania mentre Robin sul bordo del letto. La donna prese la mano di lui e puntò i suoi occhi blu in quelli dello spadaccino. Fece un respiro.
-Diventerò madre.-
Quelle parole colpirono Zoro a scoppio ritardato. -COSA?!? Che che significa? Che tu sei...??-
La donna annuì.
Zoro arrossì violentemente. -Diventerò padre...!- Non poteva crederci. Stava per diventare papà.
Robin sorrise.
-Sei contento?- chiese Robin.
-È una notizia fantastica, amore.- disse lui sorridendo e mandando lampi di gioia dagli occhi. Poi la sua faccia si incupì. -Ma sono anche preoccupato. Preoccupato per te e il bambino. La vita del pirata che conduciamo è molto rischiosa e la nostra vita è sempre appesa ad un filo. Inoltre, con la gravidanza tu sei più affaticata e ti mostrerai un facile bersaglio per i nostri nemici.-
-Lo so... Io non vorrei diventare un peso per la ciurma...- disse la donna.
-Ma fidati, non ci può essere padre migliore di te al mondo. Nostro figlio sarà orgoglioso di portare il tuo cognome vedrai.-
Lui le prese le mani. -Robin, sei sicura di volerlo? Insomma è presto, possiamo aspettare un po' e ripensarci più avanti...-
-Sono sicura che tu sei più pronto di me.- lo interruppe lei.
Zoro sorrise e la baciò delicatamente. Poi lui posò una mano sul grembo di Robin; ancora non si vedeva né si sentiva (era solo a otto settimane) ma sapevano che c'era qualcuno protetto al suo interno.
-Ti amo.- disse Zoro mentre la baciava.
Lo spadaccino uscì dalla stanza dell'archeologa e si vantò di aver sconfitto un ragno enorme che cercava di mangiarsi Robin. Ovviamente ci credettero solo Chopper e Brook. (-Pff, io ho affrontato bestie peggiori!- commentò di Usop) Il pomeriggio trascorse tranquillo e alla sera, quando tutti si ritirarono nelle proprie stanze per dormire, Robin e Nami si stavano preparando per la notte. L'archeologa entrò in camera canticchiando la canzone di Brook sorridendo. Nami notò questo strano comportamento dell'amica.
-Robin...sei strana oggi. Che ti succede?-
Solo allora la donna si accorse che stava cantando e smise subito. -Ecco io...non capisco di cosa tu stia parlando...- disse facendo finta di cadere dalle nuvole.
-Nel senso che ti comporti in modo inconsueto. Insomma, io non ti ho mai sentito cantare... C'è qualcosa sotto?- chiese con la sua solita aria da furbetta.
Robin sorrise e non riuscì a trattenersi. -Si, c'è qualcosa...- disse arrossendo. E raccontò alla navigatrice tutta la sua storia con lo spadaccino, tralasciando le ultime notizie. Nami abbracciò forte l'amica.
-Sono così felice!- disse. -Comunque se ti fa qualcosa non esitare a dirmelo che lo sistemo per le feste!- aggiunse ridendo.
-Ti prego di non dirlo a nessuno.- aggiunse l'archeologa.
-Terrò la bocca chiusa per un milione di berry.- rispose.
Robin strabuzzò gli occhi.
Nami scoppiò a ridere. -Sto scherzando, ahahahah!-
Robin sorrise anche lei e le due donne continuarono a parlare di gossip e ragazzi fino a quando non si addormentarono stanche morte.
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