CAPITOLO 6-Meglio la calma
(Quassus)
Come farglielo capire? Mi ero davvero dimenticato per un attimo che quelli erano circuiti. E non sapevo che le Agotorri vi passassero sopra. Ma lei si è dovuta incazzare lo stesso.
-Senti, fai silenzio e continuiamo. Tanto casa tua è qui.
Continuo a camminare, scovando improvvisamente in un'esplorazione mentale il ricordo d'una cosa. Un ricordo di mia madre, proprio sulla Datospiana. Una litigata, una discussione. Io volevo venire, la memoria parla chiaro. Lei cercava di tenermi fuori.
Il punto è: perché cazzo sono stato così coglione da non ascoltarla?
Alzando lo sguardo, rivedo finalmente il cartello "SOGGETTO 2201". Glielo indico, e lei strabuzza gli occhi.
-Eccoci – annuncia Yeela con tono neutro. –Entriamo. Poi prendi il tuo zaino, mettici qualche bottiglia d'acqua dentro, del cibo, i tuoi vestiti ed i tablet. Sono sicura che ne hai anche tu, tutti i giardini della Datospiana sono uguali, anche se non ci si trova spesso qualcuno. Economizza su vino, olio e spazio.
Sto per chiederle dove dovrei trovare questo mio fantomatico zaino, ma so già che se lo farò esploderà d'ira e mi schiaffeggerà intimandomi di cercarlo... quindi meglio lasciar stare. Sarà la rabbia che ha represso contro qualsiasi cosa si celi nella Datospiana in tutti questi anni?
Va be', le mie ipotesi filosofiche ridicole.
Entro nella baita e rovisto tra gli scaffali un pochino, ma scopro che lo zaino era accanto alla pila di vestiti,assieme ad una cassetta del pronto soccorso. Ecco, poi magari Yeela si incazzerà anche per il tempo che sto perdendo.
Metto dentro tre magliette, come ha detto lei, poi adocchio uno scaffale vicino, dove mi si parano davanti delle bottigliette. Ne prendo tre, tenendole in mano. Con l'altra mano, sfiorando un gioco di equilibrismo da giullare esperto, afferro due ciotole di frutta e le ripongo nello zaino con cura.
Ma considerato che non so se Yeela darà di matto se le chiederò di darmi una parte del suo cibo, rimproverandomi di non averla presa quando potevo ed imponendomi di patire le fame, ne metto un'altra. Saranno una trentina di frutti, e praticamente potrei resisterci per cinque giorni. Od almeno lo spero.
Poi dovrei razionare l'acqua delle tre bottiglie, ma in fondo Yeela c'è sempre riuscita, quindi mi farò spiegare la sua tattica. Deve funzionare se ha toccato persino l'ottavo livello, su dieci.
Ma è anche vero che prova ad uscire dalla bellezza di sei anni. È lei ad organizzarsi male o sono i livelli ad essere molto difficili?
Lo scoprirò presto.
Esco, e lei è distesa sul prato con i capelli a cascata sull'erba, mentre intreccia coroncine di fiori. La camicia bianca la isola come una macchia albina in un mare di verde.
Stranamente, non mi insulta né mi rimprovera. –Vai a riempirle d'acqua, t'aspetto. Assicurati che siano piene fino all'orlo.
-D'accordo.
E faccio come mi ha ordinato: una damigiana basta a riempirle tutte e tre, quindi l'operazione è abbastanza rapida. Getto le bottiglie nello zaino, e risalgo nel prato, dove Yeela mi aspetta, già in piedi e pronta.
-Sei a posto? – chiede.
-Sì – rispondo.
-Hai occupato tutto lo spazio dello zaino?
-No... ho messo tutte le cose che hai messo tu. I vestiti, tre bottiglie, trenta frutti...
-Ah, allora... trenta frutti sono già tanti, raramente si sta per più di una settimana fuori dalla Datospiana. Poi, se non hai altro... un'altra cosa che sarebbe utile sarebbe un kit medico, o qualcosa di simile, ma se non lo hai...
-Ma c'era una cassetta medica. Ed anche altre bottiglie – dico.
Ma vedendo la sua faccia arrossirsi in modalità "vulcano innevato" mi pento subito di queste parole.
-Ed allora perché non l'hai preso?! – urla. –Ti ho raccontato di tutte quelle volte in cui ho fatto game over, sai che vago nella Datospiana da sei anni, trovi un kit medico, sai che si può restare per vari giorni nella Datospiana, e, quando hai davanti delle bottigliette d'acqua e delle medicine, non le prendi, nonostante possano fare la differenza? Ti ho detto chiaramente tutto questo! Ma per caso oggi è il festival del "Viva-Le-Sclerate-Di-Yeela" ed io non lo so?
Non ha aspettato neppure che controbattessi, ha sputato quelle tre frasi in un solo respiro.
La rabbia la fa schiumare. Solo così avrà consumato metà dell'energia giornaliera, ed è più rossa di quanto abbia mai visto. Probabilmente proromperà in altri insulti ancora peggiori se non risponderò entro tre secondi. –Ma io pensavo...
Sono le uniche parole che riesco a farmi uscire di bocca. Ma d'altra parte è davvero convinta di aver ragione? Magari non ho sfruttato appieno il mio buonsenso, ma neppure lei ha mai ordinato tutto questo esplicitamente. Mica leggo nel pensiero.
-Muovi quel tuo culo! – grida lei per tutta risposta, ed io sgattaiolo nella baita correndo, prima che mi insulti o mi schiaffeggi di nuovo. Ma noi due riusciremo mai ad avere una conversazione civile?
Afferro deciso la cassetta, che getto nello zaino, ed altre due bottiglie (il numero massimo che potrebbe entrare). Corro fuori a riempirle.
Yeela è immobile lì, e continua a guardarmi con sguardo irato, ma la sua faccia si sta rischiarando.
Anche se... non so se si entusiasmerà all'idea di perdere altro tempo. Così affretto il passo e dopo dieci secondi sono già in cantina.
Prendo la prima damigiana, che non avevo ancora svuotato completamente, e con quel solo liquido riesco a riempire entrambe le bottiglie. Infine le metto nello zaino.
Ecco, ora è davvero pieno: ci si potrebbe aggiungere un granello di sabbia ed esploderebbe. Non si lamenterà.
Quando la ritrovo, sempre in piedi e con le gambe trepidanti, mi ammonisce nuovamente, ma senza segni di furia in faccia: -Ora è completamente pieno?
Rispondo pieno di fiera sincerità: -Sì.
Lei sorride e commenta: -Perfetto, allora. È finalmente giunto il momento di affrontare il primo livello.
Il suo tono è indecifrabile. Non capisco se sia eccitata o se lo dica alla leggera, visto che lei, stando a quanto dice, lo attraversa continuamente. –Non sei emozionato?
Emozionato dopo le sue sfuriate e dopo essere stato sbattuto da un mammut per l'aria? Col pensiero che potrebbe farlo di nuovo in quella sottospecie di deserto digitale? –No.
Lei accennando una risata mi fa cenno di seguirla. –Vedrai che al secondo livello ti emozionerai di sicuro. Ci si diverte un mondo, se non altro. Almeno mi ci diverto io.
Ecco, allora posso star fresco.
Comunque sospiro: forse siamo giunti all'agognata normale discussione tra amici.
Usciamo dal giardino riprecipitandoci in quel groviglio ingarbugliato di circuiti. Yeela intanto prende il tablet.
-L'accesso è a circa 2 minuti di corsa – esordisce.
Prima ce ne andiamo da questo scioccante primo livello, meglio è. Anche se non sono sicuro di voler sapere cosa si celi nel secondo.
-Comunque, mi emozionerò di certo se per te l'idea di divertimento è essere sbatacchiati da orrendi mammut.
Lei ride. –Sarà doloroso, ma non puoi negare che ci sia un minimo di adrenalina, sbaglio? – Si gira facendomi l'occhiolino.
Ahahahahah! No.
Non c'è adrenalina. C'è solo sofferenza. Ed è quello che le direi se non continuasse a parlare: -Comunque, tranquillo, non ci sono mammut. Incontrerai al massimo qualche tapiro. Digitale. Che restano comunque rari.
E d'altra parte... la cosa mi tranquillizza, comunque. Un tapiro non farà certo una qualche mossa di Kung-fu scaraventandoti alternatamente a destra ed a sinistra con una sola zampa e tenendoti per un solo braccio.
Corriamo per questi due minuti abbastanza silenziosi. La corsa non mi stanca tanto, è leggera. Nel mentre schiviamo un'altra Agotorre. –Ma quante ce ne sono?
Non volevo, veramente, formulare la domanda a voce alta, ma lei ovviamente non sapendolo risponde comunque: -Di Agotorri? Non saprei, ma se ricapitolando le mie esperienze datospianesi pluriennali dovessi farti una rapida stima, penso nell'ordine delle migliaia. – Se non altro non mi ha ancora chiamato "Quizzettaro", il che non mi dispiace di certo.
Se gli ostacoli in giro per il solo primo livello sono così tanti, per prima cosa farò bene ad avere la mente vigile continuamente.
Poi appuro che ho avuto una fortuna immensa a trovare solo quel mammuttone nella mia prima uscita (non che le cose siano andate a finire bene, ma...)
E penso che Yeela mi direbbe lo stesso.
Continuiamo a correre per un poco, ma lei si arresta di colpo per poi rimettersi subito il tablet nello zaino. Ci servirà più tardi o...? (Tra parentesi, se non ci servisse proprio avremmo potuto risparmiare spazio, e glielo ricorderò la prossima volta.)
Le sono quasi sbattuto addosso, e mi affretto a dire: -Scusami!
Lei ha barcollato per un attimo, ma si è già ristabilizzata e mi dice: -Oh, non preoccuparti. – E dopo una pausa: -Strano che mi dica tali parole. – Io taccio.
-Comunque, questo è l'accesso per il secondo livello, quel terminale luminoso – e me ne indica uno che risplende di una luce verde-azzurra, acquamarina: -Sei pronto?
-Mi aspettavo un ingresso più trionfale e pomposo ad un simile traguardo, ma va bene lo stesso.
Lei ride. –Purtroppo la Datospiana non è molto magnanima. Ma ci rifaremo quando avremo superato il decimo livello.
-Lo spero. Perché se avrò dovuto affrontare tutto questo schifo (mah, non l'avrò ancora visto ma l'ho intuito) per niente, penso proprio che cercherò il costruttore di tutto questo per mezzo mondo solo per la soddisfazione di poterlo menare.
Lei ride ancora più fragorosamente. Penso proprio che cercherò di mantenere questa faccia sorridente di Yeela. Non mi piace molto quella irata.
-Be', passato il momento ludico – inizia, attenuando le risate – vogliamo fare questo piccolo passo per Yeela, ma grande passo per Quassus?
Qui neanch'io trattengo un'austera risatina. –D'accordo – e ci diamo il cinque. Forse la situazione sta veramente cambiando rispetto all'avvio, anche se è ancora presto per dire che la nostra sarà un'alleanza tutta rose e fiori.
Mi tende la mano, che io stringo, e comincia a contare: -Tre... due... uno...
Esclamiamo in coro: -Zero!
E mentre ridiamo Yeela mi trascina con un salto, che io imito istintivamente, sul terminale. Una volta toccato sembra frullarmi e scaraventarmi su un altro terreno.
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