CAPITOLO 29-Catena cifrata
(Quassus)
Quando vedo la parola "view" scomparire dallo schermo credo di capire immediatamente cosa sia successo. Quindi spengo lo schermo.
La mano mi trema mentre le gambe mi conducono verso la porta. Poi il cielo mi si spalanca davanti, assieme al giardino.
Sul prato verde c'è Yeela distesa. Capisco che è viva perché sta respirando, come si vede dal ventre in movimento, ma gli occhi sono chiusi. Sembra dormire.
Spero sia già passato il momento in cui per ogni minimo disturbo diventa una furia pronta a distruggermi come fossi una lastra di vetro fragile. Quindi procedo a piccoli passetti, che strisciano prima sulla pietra scabrosa e poi sull'erba soffice, che mi culla le suole. Fino al momento in cui sono inginocchiato davanti alla sua testa. Mi fa quasi impressione guardarla mentre è immersa in questo stato di incoscienza.
Le poso una mano sulla spalla. -Ehi. - La scuoto, ma resta immobile. -Yeela. Svegliati. - Nessuna risposta.
Contro simili sonni c'è un solo rimedio. -Lavativa.
Arrivo in fretta, con una corsetta, alla cantina, e ne scendo le scale. Prendo la prima damigiana d'acqua che vedo e poi esco.
Mentre ripercorro all'indietro il percorso sull'erba, camminando, tolgo il tappo di sughero e lo getto all'indietro, alla cieca.
E non appena raggiungo la testa di Yeela rovescio questo bottiglione, aggrappando le mani ai vimini. -Sveglia!!! - grido nel mentre.
Ma la cosa sembra non fare effetto.
Lei resta così, immobile, continuando a respirare, con gli occhi chiusi, che le danno un'aria quasi funerea. Nessun minimo segnale di vita vera. In questo momento la sua faccia è uno straccio inzuppato immerso nell'immobilità completa.
Non posso non provare pena.
Fatto sta che se non si sveglia, o ha un attacco di narcolessia improvviso, od è comparso qualche problema serio. Nel livello speciale od altrove, non saprei dire.
Mi sembra intuitivo pensare che il metodo più rapido per capire cosa accada sia stendere il braccio e pronunciare: -Servimi.
Quando il fiume di stringhe del giardino mi capitombola davanti il mio cervello entra senza un comando in modalità elaborazione.
Trovare le sue stringhe non è difficile. Data la nostra vicinanza, sono quasi accanto alle mie.
Tuttavia non è facile individuare il problema. Cercarlo tra mille stringhe sarà un duro lavoro.
Ma mi rimbocco le maniche e comincio a darmi da fare.
Se sta dormendo, di certo il problema risiederà nella mente, quindi è il primo posto in cui cerco.p
Sono solo due stringhe: una recita il comando che collega il programma alla sua mente. Una riporta "action:sleep-always". Insomma, il programma l'ha resa in qualche modo una bella addormentata.
Il tentativo di cancellarla si rivela inutile. Il cursore sembra impazzire quando viene trasmesso il comando. Probabilmente c'è, nascosto tra le righe, un firewall.
E l'unico modo per distruggere un firewall è sguinzagliare un virus.
Ma funzionerà qualsiasi mio virus contro una creazione di quel livello extra, modellata appositamente da un costruttore della Datospiana?
Mi accorgo di essere troppo scoraggiato per poter produrre qualcosa che funzioni. Così torno nella baita a distendermi sul letto, sbocconcellando una banana, per schiarirmi le idee.
Annidare una difesa in quel virus non servirà a molto. Qualsiasi cosa metterò dentro sarà stata prevista.
Quando non posso cambiare la Datospiana, devo cambiare me stesso.
Ma quest'idea avrà difficilmente un'applicazione.
E se invece di contrastare quella stringa, la confondessi?
Apro subito il computer per tentare di attuare questa idea.
Posso inserire un virus che elimini i firewall all'interno di un pacco di codice.
Ovviamente mescolandolo ad una serie di distrazioni. Varie stringhe che distraggano quelle difese, che abbiano un'aspetto più pericoloso del virus stesso, ma destinate ad autodistruggersi per generare altra confusione, permettendo al virus di agire senza che sia troppo disturbato.
Innanzitutto creo un'area protetta in cui elaborare il codice senza che quei cretini vengano a cancellarmelo. Non ho molto tempo, ma la mole immensa della Datospiana gioca a mio favore. Non scandaglieranno di certo così in fretta tutto il codice, ed anche se fossimo sorvegliati speciali mi basterà mettere un velo di invisibilità alle stringhe. È qualcosa di elementare, e funziona bene. Come si dice, le soluzioni più semplici sono sempre le migliori.
Impiego cinque minuti. Nel frattempo esco, perché standole vicino il codice agirà molto più in fretta, e qui non c'è, non dico un secondo, neppure attimo da perdere. Le stringhe compaiono in una specie di danza sullo schermo. Sono costretto a rallentare per evitare qualche fatale errore di battitura, ma il cuore mi batte a mille lo stesso. Sono questi i casi in cui vorrei poter digitare con la mente. Purtroppo il programma non può collegarsi ai miei pensieri, e se andassi a voce alta impiegherei troppo tempo, anche perché pronunciare i comandi delle stringhe con la bocca e ad una certa velocità non è facile. Le dita saranno sempre più efficaci, come ai vecchi tempi.
Alla fine, ho un attimo d'esitazione. Non sono sicuro di voler esporre il codice, ma il mio cervello vince: non posso fare nient'altro.
Il contatto col pulsante Invio mi manda un brivido.
E poi dallo schermo intangibile sgorga una massa di lucine. Corrono attraverso l'aria verso il suo corpo, cambiando lentamente colore.
Le penetrano nella pelle, formando poi delle linee intessute in un reticolo candido. Solo così, sembra emanare luce.
Comincio a sentire dei ronzii, che mi avvertono come il codice sonnifero stia già venendo intaccato.
Monitoro la situazione dal mio schermo. Le stringhe virali stanno accerchiando l'incriminata. Poi si fermano, pronte ad una battaglia silenziosa.
Nel frattempo, su Yeela, le linee del reticolo si stanno assottigliando mentre continuano a penetrarle la cute.
Tutto resta immobile. Continuo ad osservare con occhio vigile, alla ricerca di un minimo cambiamento che presagisca un suo risveglio. Ma quando il reticolo viene completamente assorbito, e nulla accade ancora, mi sorge il dubbio atroce che nulla cambierà.
Guardo il computer. Le stringhe sono ancora lì, perfettamente immobili.
Le fisso. Spero ancora che avvenga qualcosa. Ma zero. Zero.
-Eclissati - dico, e lo schermo crolla in un ammasso di cifre.
La osservo, impotente.
La cosa più preoccupante, poi, è che le stringhe non si sono dissolte, sono rimaste. Non prevedevo comunque un tempo troppo alto perché facessero effetto. Forse vuol dire che stanno ancora lavorando, ma se invece non potessero penetrare completamente il codice? Yeela sarebbe in una sorta di coma.
Ero così preso dalla riflessione che non mi sono accorto dell'inizio del tramonto, e neanche della mia fame.
Mi accontento di smangiucchiare un paio di mele. Poi, dopo aver preso il tablet ed essere uscito dalla baita, vado accanto a lei, proprio vicino al capo.
La durezza della pietra fredda della salita d'accesso, che si riflette in violenti colpi delle mie scarpe, esprime alla perfezione ciò che sento. Non come l'erba su cui mi siedo, che mi coccola in un soffice e tiepido abbraccio.
Alla fioca luce azzurra della tavoletta, guardo il suo viso. Occhi chiusi, respiro lieve, lineamenti distesi. Sembra addormentata, ed in effetti lo è. Peccato non sia un sonno naturale.
Le poso una mano sui capelli trattenendo un singhiozzo. Riesco solo a sussurrare: -Cosa posso fare?
Non ho idee. Non posso distruggere quella stringa. Qualunque cosa abbia all'interno sembra avere una mira infallibile.
All'interno.
Mi scatta una lampadina.
Non potrò mai sconfiggere quella stringa se non saprò in cosa consista.
-Servimi - stendendo il braccio apro in tutta fretta il computer, precipitandomi sulla stringa sonnifera.
Di certo non posso annidarvi nulla, ma una piccola stringa basterà. Questi problemi si superano facilmente.
Poi, ora che guardo, le stringhe d'attacco che avevo fabbricato si sono volatilizzate. Ufficialmente sconfitte. Ma ora te la do io la sconfitta, maramaldo mascherato (momento frasi in stile 'De Paperoni).
Alla fine ho ragione: non è troppo difficile svilupparla.
Il codice è un po' intricato e dunque fatico a leggerla, ma dopo riesco a capirci qualcosa.
A quanto pare, per mantenere questo coma, la mente di Yeela è stata intrappolata in un mini-scenario all'interno del livello, anche se non riesco a capire esattamente come sia fatto.
Mi pare ovvio: biologicamente non avrebbero potuto bloccarla in un coma solo attraverso il programma. Avrebbero dovuto agire a livello fisico, probabilmente impedendo poi che il corpo le funzionasse correttamente. Di certo non vogliono che i loro estrattori energetici, in qualunque modo funzionino, non abbiano più pane da sgranocchiare.
Avrei dovuto pensarci prima.
Comunque, se la situazione è questa, ho già una soluzione.
-Quassus - dico -Mettiamoci al lavoro.
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