CAPITOLO 20-Grandissimo Marco
(Quassus)
Fisso quel coso enorme mentre abbassa la testa per guardarci, rivelando la sua faccia. Carnagione leggermente scura, ed occhi enormi e sbarrati a fissarci.
-E voi chi sareste? - chiede Marco.
Yeela lo fissa impietrita. Oh, coraggio da veterana.
Tanto che dopo qualche secondo mi getta la braccia al collo, affondandomi il naso nelle scapole. -Quassus... cos'è quello? Cosa faremo?
-Cazzo, si vede che sei la veterana Datospianese - commento.
-Non ho mai visto mostri così, Quassus.
Tzé. Sotto quella scorza titanica da dura è ancora una donnetta.
-Mostro? - dice Marco, sempre con la sua testa enorme ad osservarci. -Marco non è un mostro. Marco è bello, buono e bravo.
Ti pareva che non dovessi trovarmi davanti un mastodonte vanitoso che parla in terza persona in questa Datospiana di merda.
Ma visto che non sembra avere intenzione di distruggerci con la tattica del tritare-scarafaggi-malcapitati, meglio rompere il ghiaccio: -Marco, io sono Quassus, lei Yeela.
-Ciao Quassus. Siete contenti di vedere Marco?
-Marco... ma tu chi sei?
-Come chi sono? Sono Marco. Marco è l'essere più bello, bravo e bello che c'è. Pensavate forse che ero qui per ammazzarvi?
E ti pareva che quel coso sopraccitato non dovesse avere un italiano di schifo.
Mi converrà ragionare ed essere diretto, per quanto sia difficile con Yeela, ancora incollata come una cozza, che trema come fosse al polo Sud.
-Marco, cos'è questo posto?
-La sala di Marco. Marco sarà felice di accogliervi e darvi acqua.
-Marco, noi dobbiamo andare avanti. Dove dobbiamo andare?
Lui apre la bocca lentamente. Yeela intanto comincia a girare la testa per guardarlo, continuando a singhiozzare.
Di colpo: -COME?! - grida Marco.
Yeela lancia uno squittio e si ripara dietro di me, tenendomi le braccia al collo e mettendosi a piangermi sulla spina dorsale.
Donne.
Marco continua: -Volete andarvene da Marco? Marco è così bello, buono e bello.
E che cazzo, ho capito che sei fottutamente bello, bravo, buono e bello, ma non me ne frega una minchia assoluta, io voglio proseguire in questo livello di merda.
Non posso dirglielo ad alta voce perché non è escluso che possa pestarmi. Per fortuna non sono Yeela, che se non fosse così terrorizzata gli avrebbe già sbroccato contro.
Sussurro a Yeela con una voce più debole possibile: -Yeela, questo mastodonte ci tratterrà all'infinito se non ci diamo una mossa.
Studio rapidamente la stanza. Le pareti dorate non sembrano avere porte da nessuna parte. Siamo al capolinea, pare.
È arrivato il momento di ricorrere al computer.
-Yeela, prendimi il computer.
Lei alza un attimo la testa, smettendo di nascondersi nel mio collo.
Dice con voce piangente: -Ok.
Una parola, ma l'unica che desideri sentire.
La sento aprire una cerniera e poco dopo ho il computer in mano.
Marco decide di abbassarsi. Le sue gambe giganti si fanno strada nella stanza estendendosi quasi fino alle pareti, e noi ci ritroviamo la sua faccia chinata davanti.
-E cos'è quello? - chiede con voce tonante.
-Distrailo -ordino a Yeela a voce bassissima. Spero proprio mi senta solo lei.
Fortunatente pare di sì, dato che, seppur continuando a battere i denti, si calma ed attacca: -È il nostro computer personale.
-Davvero? E cosa ci fate?
Questo Marco sarà un mastodonte ma non sembra il massimo della furbizia.
Per cui mi isolo dalla loro conversazione ed attacco la tastiera, che si illumina di luce bianca.
Probabilmente Marco starà chiedendo a Yeela cosa sia. Meglio. Più si protrarrà la conversazione, più tempo avrò per lavorare.
Allora lavoriamo.
Digitando in pochi secondi le stringhe di violazione accedo al codice sorgente. Tutte mi si dipanano davanti in un turbinio di lettere e dati.
Comincio subito a scandagliarle. Niente dettagli: mi bastano analisi rapide. Teoricamente adesso sto inquadrando il mio codice, che adesso non mi serve.
Mi sposto nel codice circostante. Trovo quasi immediatamente il codice di Marco, ma a delle rapide occhiate non sembra avere nulla di interessante. È solo programmato per essere così com'è (vale a dire, leggerissimamente scemo).
E comunque distruggerlo sarebbe troppo lungo e complesso, e non mi servirebbe a nulla. Devo trovare una falla: non penso siano scomparsi gli ultimi quattro livelli di colpo. Un computer farebbe così? Li eliminerebbe a caso? Non credo.
Meglio esplorare la stanza.
Non sembrano esserci molte speranze, però. Trovo sempre la stessa ed uguale maledetta stringa, a caratterizzare quelle pareti dorate fottutamente uniformi.
Continuo a scandagliare, ma questi sono centinaia di migliaia di comandi.
Comincio un'operazione di skimming.
Sto semplicemente confrontando continuamente ogni stringa. Se è uguale a quella standard che ho in mente, la scarto.
Finisco per automatizzare il processo nella mia mente, così che le mie orecchie, liberate dal silenzio imposto dalla concentrazione, tornano ad afferrare stralci della conversazione tra Marco e Yeela.
-Ma lui che ci sta facendo? - chiede Marco.
-Sta studiando - risponde Yeela. - È molto appassionato di computer.
-Davvero? - risponde Marco. -Marco è molto bravo e bello. Marco potrebbe farci delle cose bellissime. Marco potrebbe fare apparire uno splendido unicorno.
-Marco - Yeela ha un tono più preoccupato. -Non si disturba la gente che studia.
Un momento di silenzio. -Marco potrebbe farvi un bellissimo unicorno e tu rifiuti?
Mi fermo un attimo.
Ho trovato una stringa anomala.
La analizzo attentamente.
Indica un corridoio che sembra nascosto dietro ad un muro.
Controllando più attentamente scopro che conduce ad un'altra stanza.
Ma adesso non ho tempo per scandagliare ancora.
Anche perché Yeela non potrà trattenere Marco in eterno.
Il passaggio è parecchio in alto, quindi comincio con qualcosa che non dia nell'occhio.
Mentre comincio a digitare sento come in lontananza la voce di Marco, e subito dopo quella piuttosto terrorizzata di Yeela.
Non ho molto tempo.
Ma non posso scrivere a velocità supersoniche, perché un solo errore di battitura potrebbe mandare il mio piano in fumo.
Così creo rapidamente una serie di scalini scavati nella pietra.
Marco non mi ha ancora scagliato in aria, quindi non se ne sarà accorto.
Poi abbatto con qualche colpo di dita, in due stringhe, la parte di muro che ci separa dal corridoio misterioso.
Ma nel momento in cui confermo le stringhe si sente qualcosa fare "crack!"
Marco si gira, e noi guardiamo dietro di lui.
Il varco e gli scalini sono apparsi davvero. Ma troppo fragorosamente.
Non perdo tempo dando ordini a Yeela. Semplicemente corro ai confini della stanza per raggiungere i gradini, e lei mi segue.
Intanto Marco agita le braccia per afferrarci. Deve aver capito cos'ho fatto.
-No!!! - grida. -Non potete farlo!
Per poco non mi prende passando la mano rasente al pavimento, ma riesco a comprimermi contro la parete.
Dopo altre strisciate ed accostamenti riesco a toccare il primo gradino.
Per essere meno vulnerabile mi sposto a zig zag durante la scalinata.
Dopo otto gradini, sono al sicuro nel corridoio. Od almeno spero, anche perché stando al codice Marco non può muovere i piedi.
Yeela invece è al quarto gradino.
Ma quando la guardo Marco la afferra improvvisamente.
Comincia ad urlare e dimenarsi. -Quassus!!!
Capito? E poi sarei io il coglione.
Marco comincia a rimproverarla dandole buffetti e schiaffetti (che proporzionati alla sua statura saranno colpi di spada).
Posso fare una sola cosa.
Ritorno sul codice ed alle stringhe di Yeela.
Anzi, andiamo a quelle di Marco.
Trovo la parte adatta, mentre Yeela lancia un urletto dopo un buffetto di Marco.
Scrivo un ordine.
Yeela viene scagliata nel corridoio ed atterra accanto a me.
Marco sembra accorgersi di averla lanciata, e grida: -Non lasciate Marco! Marco è bello, bravo e buono!
Yeela rialzandosi si intromette: -Non ce ne fotte un cazzo!
Marco si zittisce. Tutto piomba nel silenzio totale mentre lo guardiamo nei suoi occhi sgranati.
-TI STIMO! - grido, e lei si porta vanitosamente le braccia al petto.
Ignoriamo i lamenti successivi di Marco e ci facciamo strada nel corridoio.
Osservo le pareti buie e scure in cui appaiono qua e là puntini verdi, simili a brillantini o stelle nel cielo notturno.
Non ci vuole molto tempo: dopo un centinaio di passi il corridoio finisce e ci si spalanca davanti un altro paesaggio.
Non faccio in tempo ad analizzarlo che Yeela esordisce: -Ehi, so cosa c'è qui.
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