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CAPITOLO 17-Acchiapparella con la morte

(Quassus)

Mi ritrovo a piombare di pancia sul pavimento di una casa. Aumentando quel dolore che già provavo.

Gemendo guardo in alto, e, proprio come pensavo, scopro che il terminale è appeso al soffitto. Ma letteralmente appeso: sembra un lampadario, e la sola idea mi fa venir da ridere, ma l'impatto per ora mi ha bloccato il respiro. Che comunque recupero pochi secondi dopo, quando già è finito l'attacco di ridarella.

Mi guardo intorno, mentre ancora stringo Yeela con la mano destra. Tiene gli occhi chiusi, deve aver dato una bella botta. Credevo fosse abituata. O forse abbiamo saltato male, e saremmo dovuti cadere come se fossimo saltati da un muretto. Ma non ne ho idea.

È una sala da pranzo. Fuori la finestra è nera e vuota, sembra oscurata. Non passa la minima traccia di luce, né solare, né lunare. Né stellare.

Riesco a vedere solo grazie ad un piccolo lampadario acceso, e ad alcune candele sparse per la stanza. Nel complesso, l'ambientazione è da film horror. Decisamente.

Guardando il muro mi alzo per cliccare l'interruttore, ma Yeela mi avverte: -Non funzionerà, Quassus. Le Morti devono poterti trovare.

Le Morti?

-Sono quei simpatici tizi incappucciati che incontrerai non appena saremo usciti.

-Bello.

Fa spallucce.

-Almeno ti danno un biglietto da visita?

-Certo, quelli con scritto sopra "ora morirai, imbecille".

Decisamente rassicurante.

Mi guardo un pochino intorno. Tutto è immerso in un silenzio tombale, ma non appena apro il frigo alla mia destra, accendendone la luce ed attivando un ronzio costante, mi sento improvvisamente più tranquillo. Ho bisogno di sapere che questo posto è in funzione.

-Non potremmo fuggire dalla finestra? - dico. Intanto estraggo varie bottiglie d'acqua, dolcetti e piatti di vario genere, ma non li guardo neanche. Anch'io mi sono già stufato della dieta fruttaiola.

-Escludendo che non potresti più raggiungere il terminale da là fuori, ricorda che fuori potrebbe esserci qualsiasi cosa. Non ti consiglio di andare a scoprirla, a meno che tu non sia pronto ad affrontare un brutto game over. - Sinceramente mi è bastato il primo, data la mia... ehm, sensibilità.

Ad ogni modo, esigo una medaglia adesso. Per aver fatto la domanda più cretina dell'anno. Me la merito?

Esamino un momento tutte le cavolate che ho deciso di estrarre. Non sono solo bottiglie d'acqua, ma ci sono anche varie bibite come limonate, Coca-Cola, persino alla ciliegia od all'arancia, e vari succhi di mirtillo, pera, papaia, uva e tanti altri frutti che non riesco ad immaginare. Ad ogni modo, ero stufo di sballarmi solo col vino: finalmente qualcosa di analcolico.

Poi passo al cibo, che scopro essere dei tipi più disparati, dai cioccolatini semi-ghiacciati a carni quasi cotte nonostante il freddo, sacchetti di patatine, plum-cake, confetti, meringhe di tanti gusti, e non riesco a finire l'elenco che ho già preso e sbranato una meringa, avido come non mai.

-Io propongo - biascica Yeela - di fare l'ultimo pasto di frutta per alleggerire lo zaino e poterci mettere dentro tutto il resto.

Io annuisco. Prendiamo fuori quasi tutta la frutta rimasta e per l'ora successiva la mangiamo. Alla fine, mi sento tanto pieno che non vorrei riempire più lo zaino con niente, ma so che poi me ne pentirei amaramente, così con Yeela mi spartisco quasi tutto quel frigo strapieno. -Spero per noi - annuncio - che questo non sia un livello arduo. Non voglio dover riaffrontare tutto da capo per rivedere questo ben di Dio.

-Puoi soddisfare adesso il tuo stomaco - suggerisce. Ma non avrei la forza di farlo: troppa frutta.

Così propongo a mia volta, dopo aver declinato il suo invito con un'espressione discordante ed un cenno del capo: -Piuttosto, se cominciamo ad affrontare il livello? Ovviamente sai come muoverti.

-Certo. Le Morti cercheranno di ucciderti al tocco mentre pattuglieranno i corridoi di quest'edificio, e tu devi cercare in tutte le stanze il terminale. Ma tu, avendo me, dovrai soltanto seguirmi. - E si indica con aria vanitosa.

-Ti senti figa?

-Ovvio. - Io le rispondo con un "bah" biascicato, al che lei vorrebbe fulminarmi con lo sguardo, od almeno così interpreto i suoi occhi, ma non proroghiamo la discussione per altro tempo.

Non perdo tempo. Esco dalla porta, scoprendo uno spettacolo sicuramente orribile, ma allo stesso tempo mozzafiato.

Davanti ad una ringhiera legnosa si dipanano oltre duecento rampe di scale discendenti, su una cinquantina di piani. Tutti sorvegliati da strani tizi incappucciati di grigio e con una falce in mano, dall'aria terribilmente letale ed affilata. Devono essere le Morti. Probabilmente, il nome è stato inventato da Yeela.

Esce e si ferma accanto a me. -Il terminale è al tredicesimo piano. Ringrazia di non dover stare qui due giorni interi, come dovetti io. - Non so come rispondere e quindi propongo: -Andiamo subito?

-Sì - acconsente, secca.

Non perdiamo molto tempo per scendere le scale, od almeno le prime tre rampe, perché Yeela mi ferma prima che continui a scendere bloccandomi il polso. -Le Morti ti percepiscono solo sui loro terreni, ossia i piani. Su questa rampa di scale sei al sicuro, e così nella maggior parte delle altre, ma appena toccherai il pavimento del piano ti percepirà e tenterà di mandarti in game over. - Io sorrido correggendola: -Gameoverarti - al che lei mi dà semplicemente una gomitata nei fianchi borbottando, senza punte ironiche nella voce: -Hai rotto.

E sono costretto a zittirmi.

-Comunque, le alternative che abbiamo sono di rifugiarci in una stanza o continuare a correre sperando di sfuggirle e raggiungere la successiva rampa di scale, ed è la tattica che attuerei. - Ovviamente la seguirò. -Pronto?

-Pronto.

Aspettiamo che la Morte pattugli abbondantemente il corridoio. Mi fa un effetto quasi comico guardarla passare, io su un gradino e quella su un piano, ed al massimo picco di vicinanza, mentre continua ad ignorarmi, avverto un brivido corrermi lungo la schiena. Ho appena sfiorato la morte.

Come vediamo che ha raggiunto la fine del corridoio, ci precipitiamo nel piano. Al che, con una rapida occhiata, la vedo girarsi mostrando un paio di occhi rossi fiammati, che lasciano vedere subito la sua sete di sangue e di vita.

Comincia a muoversi verso di noi ad una velocità spaventosa. Ma noi corriamo, ignorando la porta alla nostra sinistra e raggiungiamo la rampa di scale con largo anticipo. Che sollievo.

-Cosa ci sarebbe oltre quella porta?

-Non che le ricordi tutte né tutte le abbia esplorate - in sei anni?! - ma penso sia lo stesso che in tutte le altre stanze: attrezzi vari, cibo ed oggetti. È il livello ideale per fare rifornimento, ed io mi fermerei precisamente al ventunesimo piano.

-Ok.

-Adesso però ci conviene scendere i piani tutti di corsa per non incrociare le Morti. Quando arriveremo al ventunesimo piano io ti farò entrare nella stanza, e poi dovremo chiudere subito con una scala od un armadio che troveremo dentro: la Morte non deve entrare. Per uscire useremo invece un piccone che bucherà il muro, poi ci precipiteremo giù per le scale: per fortuna, possiamo essere percepiti solo con la vista, anche se le Morti possono capire che siamo in una stanza.

Annuisco: certo che ha le idee molto chiare.

Così scendiamo altre tre rampe di scale ed aspettiamo che la Morte si sia allontanata abbastanza per correre sul pavimento per non essere presi. Questo per ventisette piani consecutivi, mentre Yeela li conta ad ogni pavimento.

Poi, Yeela mi ferma prendendomi un braccio prima che possa scendere ancora buttandomi sul piano.

Mi ero tanto lasciato prendere da questa maratona che dimenticavo di dovermi fermare al ventunesimo.

-Ci siamo - esordisce - è il ventunesimo piano, questo. Ora, fiondiamoci dentro, poi chiudiamo.

Non me lo faccio dire due volte, ma prima che me ne possa rendere conto Yeela si è già lanciata contro la porta per aprirla, ed io senza pensare corro dentro. Mi segue, e fortunatamente per lei la Morte era già abbastanza lontana.

Lei afferra una scaletta lì accanto e, ordinandomi di togliermi col suo femminilmente delicatissimo tono più che consueto, la posa davanti. Pochi secondi dopo sento sbattere contro la porta, lo sbattere di qualcuno che cerca di entrare.

-Non potremmo combatterla? - chiedo.

-Già provato - risponde prontamente. -I picconi non sembrano avere effetto, ma se hai un'idea migliore... - preferirei non rischiare, grazie. E penso lo capisca solo dal mio sguardo illuminato dalle poche candele, sparse in tutta la casa.

Si dirige verso alcune credenze ed estrae delle cose: vedo alcune barrette (energetiche, ma anche merendine), torce, strani dispositivi elettronici, e persino una lastra computerizzata. Cavolo, ma è una miniera d'oro. Non oso immaginare se depredassi ogni piano, nonostante il rischio.

Intanto sento dei colpi alla porta, molto ovattati, ma sufficienti ad informarmi della presenza inesorabile della Morte, ferma e gravante su di noi come un'ombra.

Sembra aver finito la sua scorta, ed io vorrei dare un'occhiata all'interno delle altre credenze, ma mi fido: ha sicuramente visto più di me questo piano, e questa stanza in particolare.

Poi passa ad un'altra credenza, da cui estrae un piccone in mezzo ad altri strumenti da speleologo. Di cui, spero, non avremo bisogno.

-Questa non dovrebbe esserci.

Mi sveglia di soprassalto dal mio mondo.

-Cosa?

-Questa tavoletta informatica. - Me la mostra: un rettangolo luminoso su cui splende la scritta bianca "sblocca". -Non l'ho mai trovata, in nessuna parte della Datospiana. Anzi, soltanto ai computer ho ritoccato delle tastiere.

Guardo lo schermo spegnersi con curiosità. Voglio prenderla in mano e scardinare tutta la sorgente per piegarla ai miei voleri. Se è comparsa di colpo, dev'esserci un motivo. -Non riesco a capire perché la Datospiana improvvisamente stia come... cambiando. - La ascolto.

-Alcuni livelli stanno cambiando, appaiono elementi che prima non avevo mai visto.

Elaboro una risposta intelligente, ma sento bussare alla porta con più insistenza, e gli ostacoli posti muoversi sfregando il pavimento. -Io proporrei di andare.

Yeela annuisce e raccoglie il piccone.

Avvicinandosi alla parete annuncia: -Basterà un colpo secco e poi dovremo subito correre sulla rampa. Ah, e dimenticavo, questa Morte è l'unica che cerca di seguirti anche sulla rampa di scale, quindi dovrai subito buttarti giù nell'altro piano: non importa dove la sua Morte si trovi, tu scappa, se necessario aggrappati alla ringhiera perché non ti possa falciare. Non intendo farmi decapitare per una tua cretinata, intesi?

Potevi dirmelo prima, però, vorrei dirle.

Invece annuisco accondiscendente.

Poi, con un colpo sordo, il muro si frantuma. Yeela ha già buttato il piccone a terra e cominciato a correre quando io ricordo che debba fare, al che accelero ancora di più per non perderla di vista.

Questi due piani sono un turbine velocissimo. Non faccio altro che correrle dietro dal momento in cui, uscendo, vedo la Morte del piano rivolgermi un'occhiata ferina e lanciarsi su di me a velocità esorbitante. Raggiungo in fretta la scale, ma lei mi segue anche lì, e già mi ha quasi raggiunto sulla loro terza rampa quando tocco il pavimento del piano inferiore, salvandomi.

Purtroppo non sono fortunato con l'altra Morte, che già stava rincorrendo Yeela, ora ferma sulle rampe di scale, mentre quel cappucciato è ad appena venti passi da me nel momento in cui poso il piede.

Corro per il pavimento, ma accorgendomi immediatamente che verrò falciato prima di poter toccare le prossima scale date le velocità assurde della Morte, compio quel gesto folle che Yeela, nel frattempo già arrivata alle scale, mi aveva suggerito.

Mi butto giù dalla ringhiera con un salto ed afferro il pavimento rivestito i tappeti sul pavimento per non cadere.

Come prevedevo, gli occhi ferini della Morte si spengono, e questa continua a vagare per il piano. Possono avvertirmi solo quando tocco terra coi piedi, il che è strano. Ma probabilmente i creatori del livello volevano far sì che ci fosse sempre una possibilità, una speranza.

A differenza del secondo, direi.

Trascino le mani fino alle scale, con gran fatica. I muscoli delle braccia mi tirano ed ansimo digrignando i denti per lo sforzo, ma alla fine riesco ad issarmi. Supero la ringhiera, anzi, il corrimano, e mi ritrovo di fronte a Yeela, che conclude con un: -Ben fatto, Quassus. - Lo sospira dopo aver aspettato, come se avesse pensato. E forse ha pensato davvero.

Capisco che non ci siano molte parole da dire, così mormoro un "grazie" e mi limito a proporre di avanzare, col fiatone che stempera le mia parole ventate.

Mi pento subito della proposta vedendola prendere la rincorsa e così la richiamo prima che parta: -Prima però dammi un minuto di pausa. Questa corsa... mi ha estenuato.

Le si accende un sorriso sulle labbra e mi accarezza la guancia.

Sono felice che ci sia tra noi quest'intesa.

Così aspettiamo qualche minuto, finché il mio fiatone non cessa, ed alla fine le chiedo: -Sono pronto, possiamo partire?

E lei non risponde a parole: vedendo la Morte del piano successivo già lontana, con la coda dell'occhio, non perde un secondo e corre. Stavolta mi sbrigo a partire perché non mi "semini" nuovamente.

Per fortuna va tutto bene, e non vengo preso neppure, stavolta.

Ripetiamo questa procedura ripetitiva finché non abbiamo superato il quattordicesimo piano. Diciamo che proprio a quest'ultimo, non essendo stati calcolati bene i tempi, ho corso un bel rischio (io, non Yeela che parte sempre per prima...) perché la Morte aveva già sollevato la sua falce dietro di me, od almeno lo vedevo con la coda dell'occhio. Ma a quel punto ho toccato le scale, impedendole di sferrare il colpo letale. Ed ho avuto un brivido alla sensazione trasmessami quando, guardando la stessa, mi è sembrato che coi suoi occhi ferini mi stesse ancora fissando, minacciando vendetta e ripromettendo che mi avrebbe avuto come preda, un giorno. Poi ha ricominciato a marciare per il corridoio ad occhi spenti, come se non fossimo mai esistiti. E questa è forse la cosa che mi ha incusso più terrore in tutta la Datospiana, più di Agotorri, bombe nucleari della Rubratorre, tapiri digitali urlanti, calamari inquinatori, missili inseguitori, lapilli intelligenti o ponti vulcanici sospesi. E spero tanto di non trovare di peggio, perché in questa situazione ho visto un tipo di terrore che non deriva da un semplice fenomeno pericoloso, quanto dall'aver visto in faccia l'ineluttabile pura e cattiva certezza che la falce della vera morte stessa, un giorno, si abbatterà implacabile anche sulla mia nuca.

Ed è un pensiero che qualsiasi essere umano affronterebbe con profondo orrore, soprattutto se dovesse guardare ciò direttamente negli occhi.

Voglio assolutamente scacciare riflessioni simili dalla testa, e lo faccio.

Nel frattempo, dopo questo breve lasso di tempo, Yeela mi informa: -La porta del tredicesimo piano, proprio perché ha al suo interno il terminale transitorio, ha i cardini più forti di tutti, quindi dovremo gettarci insieme contro di essa, e poi correre subito al terminale in fondo alla stanza, che per fortuna è sul pavimento. Se non riusciamo a sfondarla in due colpi la Morte potrebbe raggiungerci in tempo, e quindi qui dovrai correre esattamente al mio segnale. Un millisecondo di ritardo potrebbe costarci il game over. - "Gameoverarci", penso, ma non voglio essere nuovamente insultato. - Sei pronto?

Anche se in realtà avrei voluto fermarmi per esaminare la tavoletta, che sempre un computer è, annuisco.

Dato che dovremo andare assieme, faccio come sempre per prenderle la mano, ma lei mi ferma mentre osserva rapita il corridoio rispondendo a velocità non stratosferica, esosferica, quasi da impedirmi di comprendere: -No, Quassus. Le mani ci servono per sfondare. Piuttosto riempile di energia. Non ti consiglio di provare il brivido di essere decapitato da quella falce.

Per fortuna (o per sfortuna) non ho il tempo di rimuginare su quell'affermazione, perché scatta immediatamente ed io ho i riflessi abbastanza pronti da seguirla correndo per sbattere assieme contro la porta. Intravedo la Morte mostrare i suoi occhi ferini e dirigersi verso di noi.

I cardini hanno quasi ceduto, ma non si è aperta ed a quanto pare, ad un rapido esame, la maniglia non sembra in vena di funzionare.

Così io e Yeela arretriamo e diamo un altro colpo forte e sordo, che riesce a spalancare la porta senza buttarla in terra, facendoci perdere preziosi secondi. La Morte ci ha già quasi raggiunto, così con una scarica di adrenalina ci mettiamo a correre, saltando anche sul tavolo, nel mio caso, per raggiungere la luce bianca del terminale che vedo appena la porta si spalanca.

Riesco a girarmi un attimo per vedere ancora una volta gli occhi ferini della Morte proprio davanti a me, ma accesi e minacciosi, mentre sguaina la falce, pronta ad assestare il colpo. Sono rapito dal terrore di quest'immagine. La morte, sul punto di uccidermi, anche se non può farlo.

Per fortuna Yeela mi salva scaraventandomi per un braccio con sé nel livello, in cui vengo avvolto subito da un brivido.

Ma non è tanto l'adrenalina di aver rivisto la morte in faccia. Più che altro si sta lamentando la mia pelle. Questo è freddo vero.

Ma non perdo tempo a guardare il paesaggio. Trovo subito Yeela accanto a me che mi tiene per un braccio, ed esprimo l'unico pensiero che sembra aver voluto occupare la mia mente: -Mi puoi dare quella tavoletta informatica?

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