Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO 12-Sbroccata al computer

(Quassus)

Yeela mi conduce correndo per la Datospiana, e devo dire che correndo comincio a riflettere su come stia andando questa pseudo-alleanza, che non era esattamente nata coi migliori auspici, ma Yeela sembra essersi pentita davvero. Forse più per vergogna che spontaneamente, ma mi basta. Meno mi sbroccherà contro, più collaboreremo, più sarà probabile dunque uscire da questo inferno ripetitivo e digitalmente meccanico che già mi sta stufando. La Datospiana sembra non finire mai e volgere verso cose sempre più orrende, e non è affatto il posto in cui voglio vivere: io voglio tornare a casa, capire dove mi trovi e dare una lezione ai quei computer dall'alta cresta. E devo dire che do ragionissima a Yeela: non possiamo essere governati da computer, noi siamo i loro creatori e sono esseri senza emozioni, senza intenzioni chiare né prospettive. E per di più senza vita. Noi siamo esseri pensanti, vivi, costruttori, ed anche riparatori, per quanto abbiam spesso fatto alcuni danni. Ma delle entità prive di qualsiasi vita non possono governare il mondo, e questa è una delle cose certe.

Probabilmente nel mondo reale sarei un prigioniero politico, il che mi fa sorgere una domanda.

-Yeela – la chiamo, continuando a correre. –Una domanda!

-Che c'è?

-Volevo sapere...

-Attento, dietro di te!

Mi volto, ed un'Agotorre sta sfrecciando a tutta birra verso di me da dietro. Mi scanso rapidamente dal circuito che sto calpestando: sono minacciose quelle robe, ma se non altro sottili come fili di seta imbevuti d'olio. Passa oltre, quasi che non fossimo mai esistiti.

-Stavo dicendo, Yeela, hai scoperto almeno in base a cosa venivano scelti i Datospianesi?

-Be', a quanto pare erano volontari. Te l'avevo detto. -È vero.

Mi chiedo come possa essermi offerto volontario per questo schifo.

-Penso che molti volessero affrontare i computer nel loro stesso campo, ed in effetti ripercorrendo all'indietro i miei ricordi nei primi tempi ho scoperto che anche per me era così: non sopportavo quella dittatura ed ho voluto cercare di porre un freno. Probabilmente anche tu eri così... io avevo studiato un pochino di informatica.

Ripercorro a mia volta i miei ricordi ed improvvisamente mi affiorano le parole da dire: -In effetti è vero. Ricordo di aver odiato profondamente i computer ed anche qui avevo una sorta di ripugnanza verso di loro, quindi non escludo la tua ipotesi. Ma ricordo anche di aver studiato informatica parecchio. Forse sull'ordine degli otto anni.

Yeela si ferma.

-Cavolo – esordisce, con il suo solito linguaggio pulitissimo (ma non che tu sia migliore, mi ricorda il
subconscio) –Otto anni?

-Sì. – Dico non aspettandomi un'esatta risposta.

Dalla sua faccia sembra volermi tirare uno schiaffo, invece replica: -Io soltanto uno. – Ed i suoi occhi si illuminano di speranza. –Dovrai sicuramente scovare qualcosa di più.

Non rispondo. Spero proprio sarà così.

-Continuiamo a correre. – la esorto, e così ricominciamo la corsa seppur con un leggero fiatone dovuto alla piccola pausa. –Ma tu come hai cominciato a ricordare? A me sembra ancora che la memoria mi sfugga a meno che non la acchiappi col retino – chiedo.

-Non so. Talvolta, da sola o davanti ai computer mi sono fermata a riflettere su queste cose, come non ho mai smesso di fare, e di tanto in tanto mi sono affiorati nuovi ricordi. Ho notato che sembrano affiorarmene sempre di più andando avanti nel gioco, il che spiegherebbe perché, senza offesa – sorridiamo – tu ne abbia ancora così pochi, mentre io ricordo parecchie cose della mia vetusta vita reale – dice. –Probabilmente anche tu eri un ribelle all'autorità dittatoriale digitale e dunque hai fatto quegli studi sperando anche tu che avresti potuto dare una svolta a questa lotta, che non ricordo al momento se già venisse portata avanti, tanto è il tempo che è passato, come la mia memoria. Sono sicura che ci saranno parecchio utili: nella Datospiana, non si spreca nulla.

Lo spero proprio. Sto per dirle esattamente cosa ricordo di aver studiato, quando alla mia destra vedo un'immagine che mi gela il sangue.

Strattono Yeela per il colletto della camicia dicendole: -Yeela... di là... c'è un mammut digitale.

Glielo indico col dito. La massa di pixel è immobile, ma penso ci localizzerà piuttosto in fretta. –Argh – risponde. –Be', svoltiamo da questa parte. Non allungheremo il percorso, anzi – dà un'occhiata al tablet – dovrebbe mancare massimo un minuto.

E seminiamo quell'ammasso imbecille di stringhe. Le parole di Yeela non si tradiscono: dopo un minuto di corsa raggiungiamo una specie di stretta scrivania isolata, su cui si trova un computer.

È un'immagine quasi comica a vedersi: un computer isolato in mezzo al nulla. Ma chi mai sarà stato così pazzo da porlo qui? Be', non posso comunque non essergli grato, visto che grazie a questo tont... ehm, benefattore scoprirò, anzi, scopriremo, qualcosa di più su questo posto. Ed è proprio quello di cui ho bisogno.

-Eccolo – esordisce Yeela. –Esploralo pure. La prima cosa che troverai è una mappa del livello.

Ed è così: non appena lo accendo, vedo che lo stesso desktop è una mappa del livello.

Non c'è molto da vedere: non ci sono pagine per le applicazioni e compare soltanto un'icona dei documenti, ed una di Prato Fiorito. Robe in vecchio stile, che si usavano più di settant'anni fa, se non più.

Tutto piuttosto sibillino, ma non troppo. Già l'icona di Prato Fiorito mi insospettisce: chi mai dovrebbe volerci giocare?

Così lo lancio ed appare il reticolato di quadratini. La prima cosa che faccio è aprire il codice sorgente.
-Avevo già usato quella tecnica anche sui documenti, ma non sembrano esserci file criptati – mi informa Yeela.

"Be', mi dispiace per te, Yeela," penso, "ma non serve affatto criptare un documento." Infatti potrebbero benissimo non essere documenti espliciti. –Ho anche controllato la lista di applicazioni in sorgente, ci sono solo quelle due. Niente icone o collegamenti nascosti.

Ma io non intendo esaminare la lista delle applicazioni. Questo gioco è troppo sospetto e sono sicuro che è stato messo come pista fuorviante. Probabilmente qualcosa è stato incorporato nel codice stesso. –Non hai mai provato a leggere il codice sorgente? Potrebbe benissimo esser stato nascosto qualcosa qui dentro che non avresti mai pensato di trovare – le dico.

Arrossisce. –A dir la verità no.

Do un'occhiata alla sterminata espansione di codice. –Ma quanto cavolo è lungo questo coso?

Non penso che per programmare Prato Fiorito serva così tanto codice, dovrebbe bastare un centinaio o due di stringhe, queste saranno ottocento e passa.

Il che è troppo sospetto.

Comincio a spazientirmi scrutando esaminante già le prime cinquanta stringhe, ma le successive cento sono un vero inferno, perché riempiono più di sette righe effettive del computer ciascuna. E per quanto le esamini, sono tutte del programma di Prato Fiorito.

Ma che cavolo di Prato Fiorito è questo, dico? Mi sarò esercitato sul suo programma centinaia di volte manomettendolo e nessuna stringa aveva queste lunghezze! Il che accresce i miei sospetti che si tratti tutto di un boicottaggio per scoraggiare e dissuadere qualunque intrepido digitale dall'esaminare questi codici, il che aumenta la mia voglia di trovarvi qualcosa. Sbroccherò distruggendo questo aggeggio se non troverò nulla.

Su circa 800 righe ne ho scandagliate ormai 600, di cui tre centinaia tutte piuttosto brevi che cominciavano a scoraggiarmi, dopo una prima massa pesantissima che mi faceva pensare ad un'abile manipolazione del programma, quando vedo una stringa con il tag "<hide_text>".

Ho un tuffo al cuore e continuo a scorrere, ma tutte sembrano lettere messe a caso od avvertimenti che neppure leggo. Ma questa è la conferma che è fatto tutto per scoraggiarmi, e che devo continuare. Ho ormai scorso la settecentesima stringa, in cui ancora non c'è nulla di interessante, ma tutto sembra più coerente e cominciano a fare comparsa qua e là parole di senso compiuto. –Era tutto un inganno, Yeela... vedi? Sta comparendo qualcosa...

Continuo a scorrere trepidante, giù, fino alle ultime stringhe, in cui prende sempre più forma una frase di senso compiuto che sembra promettente, ma comunque ancora troppo confusa per poter esser letta. Eppure non migliora di molto finché all'ottocentesima stringa, l'ultima del codice, non compare una scritta a lettere maiuscole che io non perdo tempo a leggere in tutta fretta, bruciante per l'attesa:
"E CI HAI PURE CREDUTO, MIO CARO TONTO INCALLITO."

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro