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XXVII

Dopo che il detective accettò l'incarico di trovare Ho Sook, lui non riuscì a colmare la sua ansia. Digitò il codice e la porta si sbloccò, permettendogli di entrare in casa.

"Sicuro di voler rimanere da solo qui?" chiese Ji Min alle sue spalle. L'attore non si voltò, annuì solamente. E in quel momento la sorella capì che, conoscendo la situazione, era meglio che Ji Chan trovasse una piccola vicinanza stando accanto a ciò che apparteneva a Ho Sook.

"Va bene, allora ci vediamo domani mattina?"

Ji Min si ritrovò la porta chiusa in faccia e sospirò, per poi girare i tacchi e andare nell'appartamento del fratello.

Ji Chan si poggiò sulla porta precedentemente chiusa e sospirò, i suoi occhi gli erano diventati rossi per quanto avesse pianto dalla disperazione. E nonostante questo, nonostante in quel momento non poteva fare nulla, sperò che Ho Sook fosse ancora vivo.

La casa era immersa nel silenzio e senza accorgersene si tappò le orecchie, all'improvviso i suoi ricordi si erano fatti vivi tanto da dargli piccole allucinazioni. E il silenzio stesso cominciò a rimbombare nella stanza facendo eco.

Andò a sedersi sul divano, ma neanche qualche minuto dopo si alzò e uscì di casa. Non voleva aspettare nessuno, se la polizia non si fosse mossa prima che la giornata raggiungesse la sua fine, ci sarebbe andato da solo. Tirò fuori il cellulare dalla tasca del giubbotto e lesse l'orario sul display.

20:00

Sono passate dodici ore.

Il buio era calato già da un pezzo e sospirò. Poi telefonò a Yi Seo.

Dopo qualche squillo, sentì la sua voce.

"Ji Chan? Dimmi" la tranquillità con cui pronunciò quelle parole, un po' lo infastidì.

"Non c'è la faccio" cominciò lui e ancor prima che Yi Seo lo potesse interrompere, pronunciò quella frase, che portò Yi Seo a urlargli nell'orecchio.

"Cosa? Non puoi aspettare che la polizia lo trovi?"

"No. Ci sto andando io, la posizione la so e devo solo trovare la sua macchina per sapere dove si sarà fermato. Non riesco a stare calmo" nel mentre uscì dal cancello e si avviò verso la sua auto. 

Ji Chan non perse alcun tempo disponibile, sfrecciò lungo la strada evitando le varie macchine che intralciavano il suo percorso. Riuscì inoltre a superare i vari semafori, secondi prima che scattasse di nuovo lo stop.

Strinse la presa sulla volante e sospirò, nel mentre schiacciò più forte che poteva il piede sull'acceleratore. Il cellulare, che era attaccato alla presa bluethoot, squillo in modo insistente e lo schermo si accese e si spegne ad ogni chiamata.

Il nome di Yi Seo come quello della sorella, erano gli unici due contatti che comparivano, ma Ji Chan non riusciva proprio a fermarsi per rispondere. Cercava in tutti i modi di sopportare la suoneria e, quando il nome che tanto sperava apparisse, cominciò a farsi spazio di fronte a lui, rallentò.

La strada che avrebbe percorso dopo la svolta, non era messa nel migliore dei modi. Infatti il rumore di ghiaia e sassolini non tardarono ad arrivare e si fermò in mezzo alla strada. I lampioni che circondavano l'area illuminavano, o almeno ci provavano, il territorio circostante.

Si guardò intorno.

Non riusciva a trovare l'auto di Ho Sook.

Uscì dall'auto e cominciò ad avvicinarsi alle varie fabbriche lì presenti, alcune sembravano essere appena costruite, altre avevano una condizione fatiscente e che, di lì a poco, sarebbero crollate senza esitazione.

Continuò a camminare finché notò il furgoncino nero infondo alla piccola salita. Spalancò gli occhi per la sorpresa, trattenne anche il respiro e si mise a correre fino ad avvicinarsi alla vettura. I vetri oscuranti non gli permettevano di osservare granché l'interno, portò così la mano sulla maniglia della portiera.

Tirò e si aprì.

Ho Sook sembrava esseri preparato con molto tempo in anticipo, forse per questo il fatto di aver lasciato l'auto aperta, diede a Ji Chan segnali di sicurezza.

Al suo interno ritrovò la solita borsa che portava sempre e il telefono, poggiato su di esso. Lo prese in mano e come giustamente si aspettava, la batteria si era scaricata. Il suo cellulare riprese a squillare e questa volta lo tirò fuori.

"Pronto?" disse, non era riuscito a guardare il nome sul display. ma la voce gli sembrava fin troppo familiare. Assottigliò gli occhi, storse la bocca e si appoggiò sull'auto con un braccio.

"Ho Sook sei tu?"

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Ho Sook teneva la testa china e gli occhi chiusi, Gu Jung gli tirò un secchio d'acqua addosso per svegliarlo e non ci era bastato molto. Ho Sook aprì gli occhi e boccheggiò per la temperatura dell'acqua. I capelli gli si appiccicarono sulla fronte, scosse la testa per spostarli un po', ma quando i suoi occhi si puntarono sulle finestre distrutte della fabbrica, notò che il sole era sparito da un bel po'.

Gli sembrava fosse passato giusto qualche ora e invece, il tempo era volato. La preoccupazione cominciò ad attanagliarlo nel profondo e senza pensarci la sua mente lo portò a pensare a Ji Chan. Si chiese se fosse riuscito a vedere il messaggio e di conseguenza se stesse provando a raggiungerlo o anche solo a cercarlo.

"Hey...svegliati!" Gu Jung, con un sorriso soddisfatto sul volto, si abbassò e lo guardò in faccia trovando l'espressione che portava indosso, troppo divertente.

In quel momento, o forse lo sapeva da molto prima, sentiva di essere completamente impazzito. La sua ossessione era aumentata a dismisura e trovava divertente ciò che stava facendo in quel momento. Non gli importava più se la sua vita sarebbe ricaduta nuovamente nel baratro, ora voleva solo portare a termine la sua vendetta. 

Ed era sicuro che ci sarebbe riuscito.

Ho Sook alzò lo sguardo, incrociando quello di Gu Jung, e capì che la strada era ancora lunga prima che potesse liberarsi dalle sue grinfie. Doveva resistere e in mente gli tornò le parole di Do Hyun, parole che potessero davvero ferire nel profondo colui che era il suo migliore amico.

Scoppiò a ridere, poi parlò.

"Sai una cosa Gu Jung?" cominciò, lui fece spallucce e si mise comodo sulla sedia che aveva davanti a sé.

"Do Hyun...mi ha rivelato un segreto su di te"

A quell'affermazione, Gu Jung si portò dietro con la schiena pronto a sentire cosa avrebbe da dire di così interessante, quale segreto potrebbe mai rivelargli il suo ormai lontano migliore amico.

"Do Hyun...sapeva già della tua cotta" si fermò per osservare al meglio l'espressione sul viso del ragazzo e mentre l'acqua continuava a gocciolargli lungo la fronte, riprese a raccontare.

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"Cosa mi volevi dire di così tanto importante?" Ho Sook si fermò trattenendo Do Hyun a sé. Lui, indietreggiò incespicando sui suoi stessi passi.

Si voltò, alzò lo sguardo per qualche secondo poi sorrise e annuì, ricordandosi esattamente il motivo per cui quella sera voleva vedere Ho Sook. E prima di parlare, si schiarì la gola.

"Si tratta di Gu Jung...sai che è il mio migliore amico sin dalle elementari, vero?"

Ho Sook annuì.

"Successo qualcosa?" chiese poi lui sporgendosi appena con la schiena, in modo tale da avere il pieno contatto visivo. Do Hyun sospirò, poi scosse semplicemente la testa accennando un sorriso.

"Non abbiamo litigato, tranquillo" cercò di spiegare.

"Allora cosa c'è che ti turba?" domandò ancora Ho Sook e in quel momento gli prese entrambi le mani, stringendole e accarezzandole dolcemente.

"Credo di piacergli"

Ho Sook si fermò di colpo, alzò lentamente lo sguardo dalle mani e storse appena il capo. La sua bocca si aprì, mostrando sul suo viso un'espressione del tutto sorpresa, con tanto di occhi sgranati. Do Hyun, vedendo che il suo ragazzo non reagiva con una risposta pronta, cosa che Ho Sook ha sempre avuto in quelle situazioni, proseguì con la spiegazione.

"Non vorrei rovinare la mia amicizia con lui, davvero...forse sono stato troppo disponibile da avergli fatto provare determinati sentimenti" fece una piccola pausa, poi riprese nuovamente. "E comunque, c'è un motivo per cui io non riuscirò mai a ricambiare i suoi sentimenti...oltre al fatto che io ora amo te" sorrise ma, in quel sorriso Ho Sook notava dell'altro.

Era un sorriso triste, nonostante il suo viso e i suoi occhi si illuminavano quando stirava le labbra, la sensazione che emanava, era tristezza, delusione, ansia e chi più ne ha più ne metta.

"Qual è il motivo?" domandò infine Ho Sook.

Do Hyun sospirò, quello che stava per dire non avrebbe fatto poi molto piacere a chiunque stesse sentendo. Non faceva piacere nemmeno a lui quando l'aveva scoperto e più ci pensava, più lo stomaco si attorcigliava, causandogli attacchi di ansia e sensi di disgusto.

"Non ho nulla contro, sia chiaro...ma, scopa con chiunque. Di una persona del genere non mi fiderei mai"

.

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I fari dell'auto caddero sulla figura di Ji Chan, che in quel momento, alla vista della macchina alzò un braccio. Le ruote frenarono sull'asfalto ghiaioso e terroso e l'auto si fermò a pochi metri dall'attore.

Yi Seo scese dall'auto e corse verso di lui con fare preoccupato. A seguirlo vi era Seo Byeol, cosa che lo sorprese dopo tutto quello che aveva visto in quel locale, gli era rimasto così impresso che non seppe come comportarsi di fronte a lei. Per cui assottigliò gli occhi, la studiò o almeno ci provava, nella speranza che quella non potesse essere l'ennesima trappola.

"Hey! Kang Ji Chan!" urlò Yi Seo strattonandolo dal braccio, per poi abbracciarlo dopo qualche secondo.

Nonostante l'oscurità e la poca luce esistente intorno a loro, Ji Chan riusciva a vedere benissimo le espressioni facciali delle persone che aveva di fronte.

"Comunque, Gu Jung non può essere così tanto lontano" disse una volta sciolto l'abbraccio, Yi Seo annuì e si guardò intorno, cercando invano di riconoscere qualche fabbrica a lui familiare.

Era una zona che frequentava da ragazzino e non si aspettava di trovare quelle fabbriche ormai a terra, chiuse e sbarrate da porte di ferro ormai rugginite. Eppure, nonostante la sua memoria di ferro, a causa del buio fitto, non riusciva a vedere granché.

"Lo penso anch'io. Il mio amico detective è riuscito ad intercettare il cellulare di Seo Byeol e quello di Ho Sook. Ma il posto è grande e non riesco a capire bene dove possa essersi nascosto"

"Dobbiamo fare anche attenzione, perché potrebbe aver lasciato il mio telefono da un'altra parte, opposta a quella in cui si trova in questo momento" aggiunse Seo Byeol.

Rimasero ancora altro tempo a guardarsi intorno, Yi Seo tirò fuori dall'auto tre piccole torce, prese appositamente in prestito dalla stazione di polizia. Li avrebbero raggiunti a tempo debito, quando gli informatici sarebbero riusciti a rintracciare nel miglior modo possibile, la giusta ed esatta posizione.

"Io vado di là" Ji Chan indicò la fabbrica posta sulla piccola salita.

"Io vado dritto" esordì Seo Byeol indicando la strada di fronte a sé.

"Okay, allora io vado dalla parte opposta" 

Quando si divisero, Ji Chan salì la piccola salita e sentì la suola delle sue scarpe strisciare sui vari sassolini e tufo. Fortunatamente riuscì a mantenere l'equilibrio e proseguì verso il grande portone di ferro, batté dei pugni e indietro gli tornò solo l'eco del colpo.

Seo Byeol, invece, osservò lungo la via in caso ci fosse l'auto del fratellastro, al suo posto trovò solo una riserva ormai distrutta con il tempo. Vi erano solo erbacce, cancelli rotti e qualche casetta ormai del tutto distrutta.

Infine, Yi Seo, si avvicinò all'unica fabbrica che sembrava ancora reggere in piedi, tastò il muro notando come fosse liscio e da ciò dedusse fosse costruito da poco. Più la superficie dell'intonaco diventava rugoso, più era probabile trovare degli spellamenti da esso.

E, quando stava per girare l'angolo della fabbrica, un rumore di qualcosa che cadeva per terra andando a fare un forte eco, fece rizzare i peli e voltarlo verso la direzione del suono.

"Ji Chan! Di qua!" urlò e senza aspettarlo corse verso l'edificio abbandonato.

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 Gu Jung, dopo il racconto, perse l'equilibrio, facendo cadere a terra anche diversi tubi di metallo e il loro rumore rimbombarono in modo assurdo. Ho Sook rimase zitto, respirava a fatica, quasi come se avesse corso e osservò, forse un po' soddisfatto, l'espressione scioccata ed incredula di Gu Jung.

Lui cominciò a scuotere la testa lentamente.

"Ora capisci il motivo per cui mai ti avrebbe scelto?" sorrise mentre pronunciò quella frase. Ma, quando gli occhi di Gu Jung si posarono su di lui, il sorriso sparì all'istante.

Lo vide alzarsi in piedi, con un po' di fatica a causa della caduta improvvisa, si aiutò con il tubo di metallo e si avvicinò. Ho Sook indietreggiò con il capo e tra i due la distanza diminuì sempre di più.

"Davvero credi che possa bermi questa storia?" domandò lui sorridendo in modo sadico. "Non rispondermi, non serve" – sbuffò una risata e tornò dritto con la schiena. Schioccò la lingua sul palato e portò lo sguardo sul tubo, cominciandolo a maneggiare come fosse una mazza di baseball.

"Hey! Gu Jung!" urlò Ho Sook scioccato e forse cominciò a provare nuovamente un po' di paura. I suoi occhi erano incollati sul tubo di metallo e quando stava per lanciare il colpo, chiuse gli occhi e abbassò il capo portando le mani in posizione di difesa.

Ma il colpo non arrivò. Bensì, aprendo piano gli occhi, vide Gu Jung volare, letteralmente, il più lontano possibile da lui. Gu Jung lanciò una lamentela e quando si volse, i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa. Ho Sook spostò lo sguardo anche lui e sorrise.

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N\A: Mi scuso davvero per l'attesa, spero inoltre che non mi abbiate abbandonato ;)

In questo capitolo è successo di tutto, tanto da essermi trovata in mezzo ad un caos, mi era anche saluta l'ansia. Giuro! Mi scuso con Ho Sook per avergli fatto passare un'intera giornata con mr. red flag psicopatico. :)

Detto ciò, fatemi sapere cosa ne pensate! 


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