XXVI
Fortunatamente non vi era traffico e ciò permise a Ho Sook di poter sfrecciare più veloce che poteva, restando sempre nei limiti previsti per non beccarsi una multa. L'ansia gli cominciava a martoriargli lo stomaco e strinse le mani sul volante.
Con il piede schiacciato sull'acceleratore, schivava le auto che gli sbarravano la strada e man mano si allontanava sempre di più dal centro abitato, inoltrandosi nell'autostrada fin quando la segnaletica cominciava a riportare il nome di Hanam.
Quando Gu Jung gli mandò la posizione di dove si trovava in quel momento, subito aveva pensato al complesso di piccole fabbriche abbandonate ormai da anni.
"Cosa ci fai con il telefono di Seo Byeol!" urlò portando le mani a stringere la volante.
"Seo Byeol...uhm, è qui con me"
"Cosa vuoi ancora?" urlò un'altra volta e cominciò a disperarsi. In fondo Seo Byeol era l'unica sua amica conosciuta da quando aveva messo piede sul territorio coreano.
"Semplice. Te" fece una piccola pausa, poi riprese. "Ti do il tempo massimo di mezz'ora. Ci troviamo ad Hanam" poi riattaccò.
"Gu Jung? Gu Jung!!" quando vide che la chiamata era stata chiusa, buttò il cellulare sul sedile di fianco a lui.
E l'ansia cominciò a venirgli in quel momento. Guardò un'altra volta il cellulare e sospirando rumorosamente, fece partire il motore. Prima però mandò un veloce messaggio a Ji Chan, almeno per avvisarlo della situazione e che si sarebbe allontanato di molto.
In quel momento sembrava avesse volato, la segnaletica per Hanam si fece sempre più presente e imboccò una curva che portava direttamente alle varie fabbriche presenti. Erano stradine poco scoscese e quasi di campagna, tanto da far stridere le ruote a contatto con il terreno pieno di ghiaia e sassolini.
Seguì la posizione messa sul cellulare e quando arrivò definitivamente a destinazione, rallentò, lasciando l'auto parcheggiata a pochi metri dalla fabbrica.
A fare da contrasto era la strana e bella giornata, con un sole che faceva passare dicembre per giugno.
Ho Sook scese dall'auto, lasciando il telefono attaccato alla presa bluethoot dove la batteria continuava a caricarsi. E si guardò intorno, cercando di capire esattamente da che parte entrare.
Poi, un colpo sordo lo fece voltare verso la direzione di provenienza e cominciò a correre, fino ad arrivare all'unica porta aperta presente in tutta la struttura.
"Seo Byeol!" disse e la sua voce rimbombò nell'aria.
Camminò lentamente, percorrendo i primi corridoi che gli si paravano davanti, e quando un altro colpo risuonò si voltò alle spalle. Questa volta i colpi erano persistenti e cominciava a preoccuparsi, sentiva le lacrime riempire i suoi occhi e il groppo in gola non tardò ad arrivare.
Aumentò il passo, fino ad arrivare alla stanza cui i colpi erano sempre più forti e singolari. Ma, entrando, trovò il vuoto. I suoni continuarono lo stesso a rimbombare in quella stanza minuscola e sospirò, ma l'ansia non si calmò affatto.
I raggi del sole che in quel momento entravano dalla finestra, rifletterono sui pochi pezzi di vetro lì presenti, spingendo Ho Sook a ripararsi gli occhi e proprio così facendo, notò la vera direzione dei colpi. Una cassa bluethoot continuava imperterrita a buttare quei suoni potenti, vi era solo quella al centro di un tavolino manomesso.
Si avvicinò cercando di spegnerlo, ma non bastò molto a ritrovarsi un colpo in testa e cadere sul pavimento.
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"È stato un piacere" Ji Chan salutò i membri della stazione radiofonica e cominciò a dirigersi verso l'uscita dell'agenzia.
Il suo cellulare cominciò a vibrargli e mentre lo tirò fuori dalla tasca del suo cappotto, si sentì chiamare alle spalle. Si voltò e si trovò davanti la sorella. Sbatté le palpebre, incredulo e sorpreso di trovarsela davanti.
Ji Min si avvicinò a lui correndo, per poi fermarsi davanti.
"Cosa ci fai qui?" domandò lui. Ji Min alzò le spalle.
"Papà ha acconsentito al fatto di voler studiare musica sulla terraferma" spiegò sorridendo. "Quindi da marzo inizierò il college a Daejon" Ji Chan storse il capo per poi annuire lentamente.
"Quindi per ora, sei qui in vacanza?" Ji Min annuì.
Alla fine Ji Chan sospirò. Non si sarebbe mai aspettato che ora, anche la sorella minore, si fosse spostata sulla terraferma, al contrario di Ji Woo che era già tanto il fatto che fosse venuto a trovarlo durante la prima uscita del film. Ma qui, la situazione prendeva una piega totalmente opposta portandolo a domandarsi cosa ha fatto cambiare idea il padre.
Mentre i due si stavano dirigendo verso l'uscita, il telefono gli vibrò ancora una volta. E si fermò, facendo inceppare sui piedi Ji Min.
"Aspetta un attimo" disse ricordando che aveva visto di sfuggita, poco prima che la sorella lo chiamasse, un messaggio da parte di Ho Sook.
Lo schermo era acceso, facendo comparire su di esso una notifica di instagram e sotto, un nuovo messaggio da parte di Ho Sook, proprio come aveva notato in quei pochi secondi. Aprì il messaggio e lo lesse veloce, tanto da fargli spalancare gli occhi per via del contenuto.
'Seo Byeol è in pericolo, non so cosa ha in mente di fare...ma sto andando da Gu Jung. Ti lascio la posizione'
"Cosa c'è?" domandò la sorella mettendosi di fianco a lui, per poi spingersi su in punta di piedi per poter riuscire a vedere.
Non riuscì a vedere nulla, Ji Chan uscì di corsa dalla struttura, perché sapeva benissimo il retroscena di Gu Jung e di tutto quello che era successo a Ho Sook in passato. E ciò lo portò a respirare in modo pesante, tanto da provocargli dei giramenti di testa, ma fortunatamente riuscì a rimanere in piedi. E il sole, quel giorno, sembrava non voler sparire.
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Yi Seo entrò di corsa nella stazione di polizia, dove vi trovò sia Ji Chan che la sorella e si avvicinò a loro. Il poliziotto che stava dietro la scrivania lo salutò mettendo sul suo viso un'espressione confusa.
"Ji Chan-ssi" chiamò lui e l'attore si girò verso il suo ex manager. "Cos'è successo? Cosa significa che Ho Sook è in pericolo?" nella sua voce si dipingeva la paura.
Era la prima volta che sentiva succedere qualcosa del genere e, guardando l'espressione di Ji Chan, poteva benissimo intuire chi dei due si sentisse peggio in quel momento. Ji Min si alzò dalla sedia salutandolo e Yi Seo ricambiò il saluto.
Ji Chan in quel momento non aveva forza di parlare, aveva usato tutto il fiato che aveva in corpo per poter sporgere denuncia sulla scomparsa di Ho Sook, per cui gli mostrò l'unico e ultimo messaggio da lui ricevuto e Yi Seo lo lesse.
"G-Gu Jung? Intendi il nuovo attore arrivato in agenzia?"
Ji Chan annuì.
"Scusate se vi interrompo, posso sapere lei chi è?" chiese il poliziotto che era intento, fino a poco fa, a digitare qualcosa sul suo portatile.
"A si certo, scusa" estrasse dal borsellino il suo biglietto da visita e lo porse. L'ufficiale lo prese, lesse il nome e lo invitò ad accomodarsi.
Il silenzio calò nella stanza e una volta che finì di digitare ciò che stava scrivendo prima, chiuse il portatile e si concentrò sui due.
"Allora, come le ho già spiegato prima, non possiamo sporgere denuncia se la scomparsa è avvenuta prima delle ventiquattro ore"
A quel punto, Ji Chan perse un po' il senno, un po' per l'ansia e il panico che lo stava travolgendo, sia per i mille pensieri negativi che gli stavano attraversando la mente. Batté il pugno sul tavolo e Ji Min sobbalzò al rumore.
"Non mi interessa quanto tempo sia passato. Non risponde al telefono e ho paura possa succedere qualcosa. Ho Sook, il mio ragazzo, è in pericolo. So benissimo in che situazione è stato spinto da quel Gu Jung. Quindi, la prego..." si bloccò il nervosismo prese il sopravvento portando i suoi occhi a riempirsi di lacrime.
"Ehi, Ji Chan...calmati un po' ci parlo io" Yi Seo gli posò una mano sulla spalla per cercare di calmarlo.
"Hyung!" urlò lui e sospirò.
Il poliziotto rimase interdetto, non riusciva a fare altro, stava solo rispettando le regole imposte e per quanto volesse non poteva. La porta si aprì, facendo entrare altri ufficiali tra cui anche alcuni detective che lavoravano in quella piccola centrale, uno in particolare si fermò sull'uscio osservando i tre seduti di spalle. E riconobbe un suo vecchio conoscente. Al sol pensiero sorrise ma tornò a mantenere l'aspetto serio che aveva un attimo prima.
Si avvicinò.
"Yoo Yi Seo?"
A sentirsi chiamare, l'ex manager si girò e spalancò gli occhi per la sorpresa. . Poi si alzò dal suo posto.
"Oh! Song Wang Byul!"
"Come mai qui?" domandò il detective e alternò lo sguardo dal suo amico all'attore. Yi Seo sospirò e da lì Wang Byul capì che qualcosa era successo.
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Il dolore lancinante alla nuca lo svegliò, strinse gli occhi e serrò le labbra ma intorno a lui vi era solo il buio. La luce esterna a malapena entrava e ciò che aveva in testa non aiutava affatto, in più gli cominciò a mancare un po' il respiro. Provò a muoversi ma si sentì bloccato sulla sedia.
Riuscì a percepire, muovendo alcune dita delle mani, il tessuto spesso di una corda che lo stringeva. Poi dei rumori metallici si insinuarono facendo rizzare il capo, voltandosi in qualsiasi direzione possibile pur di riconoscere la sua provenienza.
Ma il rumore che continuava a battere prepotentemente, lo infastidiva. Strisciava sul pavimento di cemento e a volte batteva su di esso. Strisciava sul pavimento di cemento e a volte batteva su di esso. E faceva eco, facendolo capire di trovarsi in un'ampia stanza aperta.
Poi si ricordò, quando la sua mente tornò a diventare più lucida, della trappola messa in atto da Gu Jung e ridacchiò.
"Sapevo che mi avresti teso una trappola" provò a dire, aumentando la voce il più possibile da farlo trasparire oltre quello strato di tessuto.
E Gu Jung non aspettò altro, aumentò il passo e tolse il piccolo sacco dalla testa di Ho Sook. La forte luce lo accecò e quando piano piano riuscì a mettere a fuoco, sorrise ancora. Un sorriso di uno che era stufo nel ricevere certe avance da parte di qualcuno.
E anche Gu Jung sorrise, ma un sorriso completamente diverso da quello che Ho Sook si aspettava di vedere. Lo vide portarsi il tubo di metallo sulla spalla e l'ansia tornò a martoriare il povero stomaco, con una delle sensazioni più strane che avesse mai sentito e, con la speranza che Ji Chan potesse correre da lui per salvarlo, nonostante la sua forte intuizione, nella sua testa pregò di resistere. Resistere fino alla fine.
Gu Jung tirò la sedia e ci si sedette sopra, con il braccio ancora teso e il tubo appoggiato sulla spalla, guardò Ho Sook con lo stesso sorriso di prima. Sembrava che a breve avrebbe riso di gusto, per quanto divertente trovava ciò che stava facendo.
"Wow, invece da comportarti come una persona adulta e matura...hai deciso di imitare i gangster dei film"
Ho Sook lo provocò. Ma ciò lo fece ridere.
"Io e te parlare? No. Preferisco far altro e siccome ucciderti subito mi avrebbe tolto tutto il divertimento, passiamo alla prima fase" mentre pronunciava quelle parole, giocherellò con il tubo sulla sua spalla.
Ma quelle parole, fece rizzare i peli a Ho Sook tanto da farlo deglutire e le prime gocce di sudore cominciavano a imperlargli il collo. Però si fece forza.
"Quando la smetterai di accusarmi di un qualcosa che non ho mai fatto? Specialmente se di mezzo c'è Do Hyun. Quando volterai pagina?" il tono calmo lo sorprese e sorprese anche Gu Jung che sorridendo come uno psicopatico, era pronto a rinfacciargli i suoi di errori e tutte le delusioni avute dalle sue false aspettative.
"Mai. E la colpa sarà sempre tua" abbassò il tubo poggiando un lato sul pavimento e su quello opposto si poggiò sopra.
"Ma dai...che colpa dovrei avere? La colpa di essere la scelta di Do Hyun? O era ancora prima che succedesse quello?" ridacchiò e roteò gli occhi.
Gu Jung alzò un dito e lo mosse, seguito da un continuo schiocco di lingua che batteva sui denti stretti.
"È colpa tua da sempre. Dal primo giorno e sai cosa intendo con il primo giorno vero?" tornò a sorridere, questa volta in modo più sadico possibile.
Ho Sook ci pensò, cercando di andare a scovare nei meandri della sua memoria qualsiasi dettaglio lui si stesse riferendo. Ci sono state tanti primi giorni tra lui e Do Hyun. Poi si ricordò.
"La cena"
"Esatto"
Ho Sook sbatté le palpebre incredulo e ancora non capiva come potesse aver dato fastidio a lui e come potesse essere stata colpa sua se Do Hyun, per quanto ricordava, aveva gli occhi posati su di lui per quasi tutta la serata della cena.
In fondo era solo la cena di benvenuto per le matricole, dov'era la colpa?
"Scherzi vero? Neanche lo avevo conosciuto quella sera. E poi era lui a tenere il suo sguardo su di me" spiegò Ho Sook ma Gu Jung scosse la testa, sembrava davvero non voler trovare una ragione.
"Ecco, teneva gli occhi su di te...potevi anche evitare di venire alla cena"
Ho Sook ridacchiò incredulo delle parole che gli uscivano dalla bocca. Erano tutte menzogne e cose senza senso che spesso faticava anche a credere.
"Ti sei spinto davvero a tanto per uno sguardo?" domandò inarcando un sopracciglio e nel mentre cercava in tutti i modi di snodare la corda che teneva fermo i suoi polsi. Cominciava a sentirli deboli per quanto stringeva.
"Lo sapevi già che mi piaceva Do Hyun, ma tu me lo hai rubato" si alzò dalla posizione e riportò il tubo di metallo sulla spalla.
Ho Sook si tirò indietro con la schiena nel momento in cui lo vedeva prepararsi a tirare il colpo.
"Se non lo sapevi, bhe...colpa tua" e tirò.
Il tubo di metallo entrò in contatto con la tempia di Ho Sook facendo risuonare così il rumore del colpo, e la sedia cadde per il peso e la velocità con cui Gu Jung aveva maneggiato l'oggetto. Al colpo, il ragazzo chiuse gli occhi ritrovandosi con la testa sul pavimento e il colpo lo lasciò quasi inerme. Faticava a rimanere sveglio e la vista cominciò ad annebbiargli, poi si lasciò abbandonare alla perdita dei sensi.
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N\A: Ed eccoci finalmente al ventiseiesimo. Devo ammettere che mi sono trovata in difficoltà con la stesura di questo capitolo. Mi spiego meglio: le scene le avevo perfette, in testa ma, le parole non mi uscivano e quindi faticavo un po' a scrivere.
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia e nei prossimi troverete un altro particolare ancora riguardo il passato di Ho Sook e di Gu Jung. E vi avviso che ci stiamo sempre di più avvicinando alla fine! Questa volta è sicuro. - ciau :)
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