XX
La porta si chiuse alle loro spalle. L'appartamento era così silenzioso che sembrava non appartenere a nessuno dei due. Ho Sook si tolse le scarpe e si diresse verso il salotto, con passo stanco e il morale a terra. Ji Chan lo seguì, sedendosi al suo fianco.
Sospirarono entrambi e Ho Sook si girò verso il suo attore.
"D-Da quanto stavi dietro la porta?" finalmente glielo chiese, aveva il dubbio di farlo passare per impiccione. Ji Chan sembrò pensarci un momento, poi rispose.
"Da quando ti ho sentito urlare, ma non ho capito molto"
Ho Sook annuì e sospirò ancora, poi si portò le mani a coprire il suo viso, poggiando i suoi gomiti sulle ginocchia. Non riusciva quale emozione esternare, sentiva un mix di tristezza e rabbia. Ji Chan lo abbracciò tirandolo a sé.
"Se hai voglia di sfogarti, fallo sulla mia spalla" Ho Sook scosse la testa e si staccò dall'abbraccio.
In quel momento sentiva il bisogno di stare da solo, pensare o meglio provare a pensare. A cosa poi? Si chiese tra sé e sé. Ji Chan capì subito da un solo sguardo. Tutto quello che era successo era stato così improvviso e in quel momento si sentiva fuori posto, quasi come stesse invadendo uno spazio così personale da rendere Ho Sook un po' infastidito. In effetti lo era, tant'è che si alzò dal divano per togliersi la giacca e si diresse verso la camera da letto.
Si sentiva stanco, l'ansia e il panico che inizialmente l'avevano sopraffatto, avevano assorbito tutta la sua energia. Neanche il tempo di entrare in camera da letto che già si buttò su di esso e il sonno ebbe la meglio.
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Eco di voci si sparsero per quei corridoi freddi, sembrava il labirinto del fauno, eppure erano troppo illuminate.
La luce accecava troppo, finchè non riuscì a mettere a fuoco ciò che aveva davanti e i rumori si fecero anche più chiari. Pianti. Pianti disperati si allargarono per tutto il corridoio. E al sentir, le lacrime scesero copiosamente lungo le guance, camminava a fatica ma avanzò fino a quella maledetta stanza.
Il banco funebre era posto al centro della sala e l'odore di incenso entrò violentemente nel suo inconscio. Era arrivato, sentiva i pianti farsi sempre più forti.
"Sicuro di farcela?" Seo Byeol singhiozzò mentre poggiò una mano sulla spalla di Ho Sook. Ho Sook non la sentì, il suo viso già parlava da sé.
Il naso che gli colava, gli occhi che a stento riuscivano a rimanere aperti mentre anche lui, singhiozzava come se non ci fosse un domani. E quando voltò, arrivando alla stanza funebre, dove il suo nome era scritto sopra quel mini televisore, si accasciò a terra buttandosi in ginocchio.
La sua foto, il suo viso sorridente era lì al centro di quel tavolo coperto di crisantemi bianchi. E in quel momento non riuscì a rielaborare. Ripeté il suo nome così tante volte...
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"Do...Hyun!" annaspò e si svegliò, il viso bagnato dalle lacrime e il fiato che cominciò a farsi corto.
Ho Sook fissò il soffitto, poi si voltò, guardando il volto di Ji Chan che dormiva beato di fianco a lui. Riportò lo sguardo sopra di lui e si asciugò le lacrime. Senza che si svegliava, Ji Chan lo attirò a sé permettendo a Ho Sook di nascondersi con la testa sul suo petto. Gli accarezzò la schiena piano piano.
"Non ti preoccupare...ci sono io qui" sussurrò e lì Ho Sook tornò a piangere, silenziosamente, poi lo abbracciò con la speranza di poter tornare a dormire.
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Gu Jung spalancò la porta d'entrata, le luci erano ancora accese e, stringendo i pugni, si avviò nel piccolo corridoio. Seo Byeol si bloccò sul posto, con la tazza e il braccio alzati a mezz'aria e un'espressione quasi terrorizzata.
Abbassò lo sguardo e notò che, dalle nocche di una mano, macchiate di sangue, qualche sua goccia che di tanto in tanto cadeva sul pavimento.
La rabbia non gli si era placata e respirava pesantemente, come un toro infuriato. Seo Byeol poggiò la tazza sul bancone della cucina e si spostò di qualche passo.
"Ferma lì"
Seo Byeol si bloccò sul posto e si girò verso il fratellastro. Delle ciocche di capelli gli coprivano appena gli occhi e piano piano rialzò il capo.
"P-Perché?" disse lei con la voce che cominciava a tremare. Si voltò piano, mettendosi nuovamente di fronte al bancone e con la coda nell'occhio, riuscì a mettere nel suo piano visivo il porta-coltelli con due infilati dentro.
Gu Jung fece un passo avanti, nel mentre continuava a stringere i pugni.
E ad ogni passo che faceva, Seo Byeol indietreggiava.
"Parla!" urlò lei.
Gu Jung, scoppiò a ridere e ciò fece inarcare un sopracciglio alla sorella. Era confusa, ma ciò che la preoccupò, era quella mano insanguinata. Non sapeva nulla di quello che potrebbe aver fatto e ora la sua risata gli sembrava sempre più vicino a un sadico e psicopatico.
"Davvero lo vuoi sapere perché?" smise di ridere di colpo e il suo sguardo cambiò all'istante.
In un attimo, Seo Byeol si ritrovò con la schiena attaccata al muro, mentre cercò di liberarsi dalla presa del fratellastro. La sua mano, posta sul collo, cominciava a stringere troppo tanto da farle mancare l'aria.
"Gu Jung...per favore" annaspò e provò in qualche modo a parlare mentre cercava invano di liberarsi da quella presa.
Gu Jung, non sembrava preoccuparsene. La rabbia che provava e che aveva colmato da troppo tempo, non lo lasciava in pace. Quel piccolo scontro avuto con Ho Sook nel bagno del locale, lo ha reso in qualche modo debole e ripensare a Do Hyun ha aperto in lui ferite inimmaginabili.
Ferite che lui stesso si era causato da solo, che tutto quello che era successo in realtà era colpa sua. Ma su questo, nonostante ne fosse a conoscenza, non lo voleva accettare, scaricando così tutta la rabbia su Ho Sook. Perché se lui non si fosse mai messo in mezzo, Do Hyun sarebbe ancora vivo.
"Ah! Ho capito perché" disse subito Seo Byeol notando come lo sguardo cambiò all'istante. Gu Jung aggrottò la fronte ma non smise di guardarla negli occhi, ormai divenuti lucidi.
"Stai pensando a Do Hyun, vero?" provò a dire con più sicurezza nonostante la forte presa che ancora si insinuava sul suo collo. A quelle parole, Gu Jung si allontanò per qualche secondo, permettendole di tornare a respirare.
"No. Sto pensando a quella persona che ha causato tutto cio!" urlò stringendo i pugni.
"Cioè? Te stesso?" Seo Byeol che nel frattempo si era piegata sulle ginocchia per riprendere a respirare, si rimise dritta e ridacchiò appena. Gu Jung spalancò gli occhi.
"Io?" si indicò, poi si mise a ridere. "No no no. Hai capito male...la colpa è di Ho Sook" questa volta lo disse con un tono più calmo.
E lì, con l'espressione scioccata, Seo Byeol non riuscì più a trattenere quello che aveva dentro. Doveva urlargli, solo così sarebbe riuscita togliersi un peso e non le importava di ciò che poteva succedere da lì a quella parte.
"Ho Sook? Hey!" urlò e ciò lo sorprese, tanto da farlo indietreggiare di qualche passo. "Ho Sook non c'entra niente con tutta questa situazione. Anzi! Sei stato tu a portare via dalla sua vita, come anche dalla nostra, Do Hyun. Tu coglione!"
Delle lacrime avevano cominciato a rigare il viso di Gu Jung, le labbra serrate e buttò indietro, con un po' di fatica, il groppo in gola. Si accasciò sul pavimento e cominciò a scuotere lentamente la testa. L'incidente cominciava a risalire nella memoria e chiuse gli occhi, pur di non rivedere nuovamente la stessa scena. Quello che era accaduto non lo voleva accettare, come neanche il fatto che la colpa ricadeva sempre e solo su di lui.
"Capito? Sei tu lo stronzo qui, va bene? E datti una regolata se non vuoi tornare tra le sbarre!"
Seo Byeol corse in camera, si chiuse la porta alle spalle e diede due mandate alla serratura. Si poggiò su di sopra e cominciò a singhiozzare, mentre anche a lei, i ricordi che sembravano essere svaniti, tornarono a galla.
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Ottobre volò in un attimo, oltre ai vari impegni, il giorno delle riprese del film ebbe inizio. Il viaggio a Busan era stato tranquillo; come anche trovare il sito delle riprese non era stato affatto difficile.
Per Ji Chan e Ho Sook era la prima volta che mettevano piede nella grande città portuale coreana. Certo, era una delle tappe obbligatorie per chi organizzava i viaggi con i propri amici, senza però contare che Jeju, solitamente, aveva sempre la meglio.
"Questo è l'hotel dove ci stabiliremo, perché appunto gireremo qualche scena" precisò il regista sorridendo.
Tutti i presenti alzarono lo sguardo verso la struttura, poi si girarono di fronte. Il vialetto era molto piccolo e per loro, tanto abituati dalla vastità che si poteva osservare a Seoul dalla finestra di un hotel, era strano che ci fosse un complesso di appartamenti. E non erano neanche così tanto distanti.
"Ah, non ci fate caso. Questa sarà anche l'ultima volta che vedremo quest'hotel" disse ancora e ciò fece voltare i presenti di colpo.
"In che senso?" disse l'attrice confusa.
"È un edificio molto vecchio, ma riesce a reggere abbastanza per ospitare un'ultima volta dei turisti"
"Chiuderà?" domandò Ho Sook facendo qualche passo avanti.
Non era male come struttura e un po' gli dispiaceva che, da quel momento in poi, quei particolari scolpiti, scomparirebbero per sempre.
"Si, il proprietario ha venduto la struttura ad una ditta di costruzioni. – poi segnò con il capo il complesso di appartamenti che era di fronte – loro prenderanno il posto"
Tutti rimasero ancora una volta sorpresi, poi entrarono dentro.
E il tempo, comunque, passò velocemente. Ottobre volò in un attimo e novembre cominciò a portare le prime piogge della stagione, mentre le riprese continuarono lisce il loro percorso. Ji Chan e Ho Sook non riuscirono ad avere il tempo per loro, era già tanto che nella pausa pranzo mangiavano insieme, eppure questo non li dispiaceva affatto.
La pioggia, quel mattino, batteva senza sosta e dovettero cambiare il luogo della scena finale, all'ultimo secondo. E quando il regista urlò l'ennesimo Stop della settimana, la tensione calò, facendo sospirare gli attori per tutta la fatica.
Ho Sook tornò dal bagno, un attimo prima che cominciavano a mettere in ordine, ringraziando anche il proprietario del bar. Tra il casino e i tavoli tutti vicini, non riusciva a trovare Ji Chan.
Fuori, le nuvole si erano diramate, lasciando i presenti con l'aria sospesa e a bocca aperta. Perché di fronte a loro, il cielo si tinse di rosso con il sole che stava per tramontare, rendendo così anche l'acqua del mare di un rosa chiaro e cristallina.
Si avvicinò al regista e lui, accorgendosi della sua presenza, si girò altrettanto.
"Signor Lim" chiamò lui.
"Dimmi Ho Sook" rispose lui incrociando le braccia al petto, pronto a sentire quello che il manager aveva da dire.
"Ha per caso visto dove si è cacciato Ji Chan?" domandò e sbatté le palpebre con la speranza che possa davvero dargli una risposta.
Lim Eun Sik alzò lo sguardo e si portò una mano ad accarezzare il mento, ricoperto da un piccolo strato di barba. Poi, riportò lo sguardo su Ho Sook.
"Credo sia andato in spiaggia" disse alzando le spalle, non era sicuro di quello che aveva detto e sperava inoltre di non sbagliarsi.
Ho Sook lo ringraziò e uscì dal bar.
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Ji Chan era seduto sulla sabbia, osservava il mare e di conseguenza osservava anche il tramonto, si sentiva finalmente libero dallo stress lavorativo e anche se la sua agenda continuava a riempirsi di impegni, si sentiva comunque più leggero. Ciò che invece occupò la sua mente, era la sua relazione con Ho Sook. Quei tanti impegni gli toglievano la possibilità di godersi i momenti insieme a lui e un po' gli dispiaceva.
Si accese una sigaretta, era da mesi che non ne fumava una eppure in quel momento ne sentiva davvero il bisogno. Tutto lo stress immane che ha trattenuto, lo poteva buttare solo con il fumo, forse così si sarebbe sentito vuoto dentro, dando spazio ad altre cose più importanti.
"Eccoti, ti stavo cercando"
Si voltò alzando il capo. Ho Sook era di fianco a lui che sorrideva, felice di averlo trovato. Poi aspettò che si sedette sulla sabbia di fianco a lui.
Ho Sook notò il suo sguardo inespressivo oltre alla sigaretta tra le dita.
"Qualcosa non va?" domandò lui confuso. Ji Chan sospirò, spense il mozzicone sulla sabbia e abbracciò il suo ragazzo. Si, è il mio ragazzo ora! – pensò indisturbato. Chiuse gli occhi e poggiò la testa sulla spalla.
"Cinque minuti" disse poi e Ho Sook annuì, ricambiando l'abbraccio. Pensò subito che fosse stressato e su questo lo capiva benissimo.
Dopo i cinque minuti, rimasero ancora un po' in spiaggia, osservando gli ultimi minuti rimasti del tramonto. Preso però da una strana curiosità, Ji Chan si voltò verso Ho Sook, senza però alzare la testa dalla spalla.
"Tu e Gu Jung vi conoscevate già?"
La sua domanda portò Ho Sook a trattenere il respiro e il suo sguardo preoccupato si posò su Ji Chan. Sospirò, sorrise e infine tornò a guardare il mare.
"Mh. Era il migliore amico del mio ex" rispose lui. Ji Chan, in quel momento si portò seduto.
"Do Hyun?" Ho Sook annuì. Poi si girò mettendosi di fronte, sospirò profondamente e cominciò a raccontare.
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N\A: Ve lo dico! Ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine. Sto per mettermi a piangere, sul serio e preparatevi per il prossimo capitolo che sicuramente non sarà adatto per i deboli di cuore. :(
Comunque, cosa ne pensate di questo capitolo? Fatemi sapere qui sotto nei commenti. - ciau :)
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