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XVII

Ho Sook si era completamente dimenticato della visita da parte della sua famiglia, si erano organizzati giorni prima, quando lui era ancora sommerso dalle schedule di Ji Chan. E forse per questo che se lo era facilmente dimenticato.

Ji Chan si era vestito più in fretta che poteva e lo stesso fece anche Ho Sook, poi aprì loro la porta e nel frattempo avevano sistemato il tavolino del salotto. Togliendo di mezzo bottiglie di soju e birra vuote e sostituendole con un pancake di kimchi e verdure.

E l'aria si fece più imbarazzante, i genitori e il fratello erano seduti intorno al tavolino con gli occhi puntati sui due che erano invece seduti sul divano.

"Soggiornate da zia?" chiese Ho Sook per spezzare il silenzio. La madre cambiò espressione e sorrise.

"Certo, ma solo io e tuo padre. Tae Sook rimane con te" Ho Sook si girò verso il fratellino e annuì lentamente. La casa della zia era molto piccola per poter ospitare tutti i membri. La sua vecchia hanok non conteneva stanze in più per gli ospiti e ciò significava dormire tutti nella stessa stanza da letto, condividendo lo stesso ondol.

Poi la madre, notando il silenzio del figlio si volse verso Ji Chan.

"Quindi tu saresti? Scusa, non sono brava a memorizzare i nomi" Ji Chan si voltò verso di lei e così fecero anche il padre e il fratello di Ho Sook.

"Kang Ji Chan...signora" esitò qualche secondo prima di pronunciare l'ultima parola e a sentir, la madre scoppiò a ridere allegra.

Scosse la mano e in contempo anche la testa calmando in contemporanea la sua risata. Il silenzio imbarazzante che copriva l'intero appartamento era ormai calato e ognuno di loro si trovava finalmente a suo agio.

"Oh, mi fai sentire vecchia così...allora Ji Chan – si fermò, guardò il figlio per poi riportare lo sguardo sull'attore – So che c'è ancora tempo, ma quando vuoi sarò disponibile ad aiutarti per il matrimonio"

Ho Sook spalancò gli occhi, stessa cosa fece anche il fratello e Ji Chan storse il capo per la confusione cominciando a balbettare parole insensate. Il padre invece si portò la mano sulla fronte, sospirò ma sorrise.

"M-matrimonio...cosa?"

"Mamma!!" urlò di rimando Ho Sook con le guance che gli andavano a fuoco oltre allo stupore stampato in viso. La madre confusa si girò verso di lui, si aggiustò la giacca e sbuffò appena.

"Che c'è? Non state insieme?" domandò subito dopo.

Lì Ho Sook aprì la bocca per poi richiuderla un secondo dopo, non sapeva esattamente cosa rispondere o meglio non sapeva ancora se la relazione tra lui e Ji Chan sia così solidale da considerarla ormai una frequentazione stabile. Era ancora molto insicuro su questa cosa. Ji Chan notò la sua insicurezza, gli prese la mano e sorridendo si girò verso la madre del suo manager.

"Si, stiamo insieme"

Ho Sook sentì i suoi occhi cominciare a riempirsi di lacrime e si voltò verso Ji Chan. Dentro di sé stava esultando, poteva immaginare il suo bambino interiore correre sprizzando felicità da tutti i pori con un sorriso che poteva far invidia al mondo intero.

E da lì il tempo passò velocemente, tra risate, conversazioni scherzose oltre ad organizzare quei tre giorni di vacanza che li avrebbe però separati. Come giusto che sia, era il Chuseok e Ji Chan doveva nuovamente far ritorno a casa per passarlo con la famiglia. Questa volta si sentì più leggero, non temeva più alcun dialogo che avrebbe sentito ed affrontato una volta messo piede dentro la villa.

Si guardò intorno, osservava le persone intorno a lui e come le loro personalità siano più uniche che rare. Una famiglia felice, quella che avrebbe tanto voluto avere se i suoi non si fossero inondati di lavoro. 

Eppure poco importava, sapeva inoltre che non in quel momento non si erano degnati di visitarlo neanche una volta da quando si era trasferito a Seoul. Forse per questo si sentiva molto a più agio a stare con Ho Sook e la sua famiglia.

Ho Sook si alzò e andò ad accompagnare i genitori alla porta che, visto l'orario, dovevano tornare a casa della zia. Ci avrebbe fatto un salto il giorno dopo, era anche da tanto tempo che non la vedeva.

"Hyung, vado pure io con loro" disse tutt'un tratto il fratello mentre gli dava una pacca sulla spalla. 

"Ma come?" Ho Sook era confuso e nel frattempo uscirono tutti fuori dall'uscio.

La brezza notturna cominciava a far venire i brividi, non era più estate e l'autunno aveva già spalancato le porte. Mancavano solo che le foglie cominciassero a dipingersi dei suoi colori e quando avrebbero iniziato, l'isola di Namu diventava tappa obbligatoria. In quella confusione, Ho Sook pensava già al prossimo viaggio, il suo compleanno era anche vicino e non si sarebbe lasciato scappare quell'opportunità.

"Sisi, non ti preoccupare"

"Fatto bene Tae Sook, lasciamogli lo spazio" la madre sorrise e alzò i pollici. Ji Chan scoppiò a ridere, avendo capito esattamente cosa voleva intendere mentre Ho Sook ormai non faceva altro che sorprendersi sempre di più.

I due aspettarono che i familiari di Ho Sook partissero e rimasero qualche minuto davanti al cancello fino a quando la loro auto scomparì nell'oscurità della via. Ho Sook sospirò e si girò verso Ji Chan.

"Scusa Ji Chan-ssi"

"Scusa per cosa?" rispose lui non capendo.

"La mia famiglia ha una mentalità molto aperta, ti chiedo scusa nel caso ti hanno fatto sentire a disagio" spiegò il manager, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. Il freddo cominciava davvero a farsi sentire.

Ji Chan scosse la testa e gli scompigliò i capelli.

"Non ti preoccupare. Non mi sono sentito affatto a disagio, anzi vorrei che la mia famiglia fosse uguale alla tua" 

Ho Sook sorrise e gli prese la mano, la strinse, quasi con l'intenzione di volergli dare supporto, che su di lui poteva contare quante volte voleva.

Ma, qualcosa lo distrasse, si sentiva osservato, come se qualcuno lo stava fulminando da dietro. Si grattò la nuca per il fastidio e si voltò guardandosi intorno.

"Qualcosa non va?" domandò Ji Chan e si mise anche lui a guardare intorno prima di riportare lo sguardo su Ho Sook.

"Ho l'impressione che qualcuno ci sia osservando. Proprio come quella sera al parco" si voltò guardando il suo attore in faccia. Nei suoi occhi vi era dipinta la preoccupazione e Ji Chan, notandolo, lo tirò a sé stringendolo in un abbraccio.

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Non molto lontano da loro, qualcuno vestito di nero da capo a piedi, stringeva a sé la sua grande macchina fotografica, il cappello e la mascherina coprivano l'intero volto e quella poca luce che gli passava addosso, non riusciva a rivelare nulla. Era come un'ombra e stava agendo come essa.

Sorrise da sotto la mascherina, un sorriso simile a quando un cacciatore ha adocchiato la sua prossima preda. Alzò la macchina fotografica e scattò. L'otturatore fece girare i due verso la direzione e si nascose dietro la colonna, anche se era consapevole di non farsi scoprire, poi spiò, si sporse vedendo i due che si allontanavano da casa.

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La famosa insegna del 7eleven, spezzava l'oscurità che aleggiava intorno, nonostante le luci dei lampioni provavano in qualche modo ad illuminare la strada sottostante.

Non vi era quasi nessuno in giro, le poche auto che passavano era perlomeno taxi e nel minimarket, il lavoratore part-time stava per addormentarsi. Ji Chan e Ho Sook entrarono dentro, pronti per gustarsi il loro snack notturno.

"Buonasera" il part-timer si svegliò al suono della porta che si apriva e salutò i suoi due clienti. L'orologio che stava appeso al muro segnava l'orario. 2:00.

I due presero i primi ramyeon dagli scaffali e una volta pagati, uscirono subito fuori, lasciando il part-timer ancora una volta, da solo. Solo a sorvegliare l'intero negozio fino alle sei del mattino.

"Sicuro di volerlo mangiare a casa?" chiese Ji Chan.

Da quando si erano mossi da casa, aveva notato in Ho Sook dei cambiamenti, le sue espressioni si fecero più cupe e ogni cinque metri si girava alle spalle. Non disse nulla per tutto il tragitto, ma qualcosa preoccupava anche lui.

Una volta rientrati dentro casa, solo in quel momento, Ho Sook decise di rispondere alla domanda. Si andò a sedere sul divano, poggiando sul tavolino la busta degli snack precedentemente comprati.

"È più sicuro"

"C'è qualcosa che non va?" Ji Chan si mise al suo fianco, gli prese le mani e fece in modo che si girasse verso di lui. Quando i loro occhi si scontrarono, Ho Sook abbassò subito lo sguardo.

"Ho l'impressione che c'è qualcuno che ci sta seguendo" disse dopo qualche secondo di esitazione. Sospirò e strinse le mani del suo attore, quasi come se fosse un appiglio a cui si stava aggrappando, con una paura che gli spremeva il petto. La classica paura di perderlo o che possa succedere qualcosa di inevitabile.

Anche Ji Chan sospirò.

"Cosa intendi che c'è qualcuno che ci sta seguendo?"

Ho Sook alzò nuovamente lo sguardo.

"Prima di fronte casa, ho sentito un rumore simile agli scatti di una macchina fotografica...stessa cosa quel giorno, al parco" spiegò lui e sospirò profondamente, la sua ansia appesantì il suo respiro e sentiva che a breve sarebbe andato in panico.

Per poi sentirsi chiudere in un abbraccio. Ji Chan lo attirò a sé cercando di calmarlo e a ritmi cadenzati, batté la mano sulla schiena. Ho Sook chiuse gli occhi affondando la sua testa sul petto e portò le sue braccia a cingergli la vita. 

Rimasero in quella posizione fin quando il respiro tornò ad essere normale.

"Ho Sook, non ti preoccupare, non ho paura di altri scandali. Se ci sei tu, non ho paura di nulla" cercò di rassicurarlo, ma Ho Sook sembrava dubbioso.

"Nemmeno io ho paura di altri scandali, ho solo la paura che essi possano rovinarti la carriera"

Ji Chan sorrise e lentamente scosse la testa, poi lo strinse nuovamente a sé. L'orologio segnavano ormai quasi le tre e il sonno cominciò a prendere il sopravvento. Sbadigliarono e Ji Chan, prese in braccio Ho Sook dirigendosi poi verso il letto.

"Se vuoi, possiamo confermare la nostra relazione ai media prima che escano le foto" suggerì Ji Chan, mentre Ho Sook cominciò a nascondersi sotto le coperte.

"Cosa?" sorpreso si voltò verso di lui.

"Va bene, ho capito, pensiamoci meglio prima" ridacchiò e si infilò anche lui.

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A volte andare a tempo non era mai stato un lato forte di Ho Sook. Dopo la fine del Chuseok uscì la notizia riguardante il film ed era scoppiato il caos, facendo aumentare così di gran numero la fanbase di Ji Chan. E da quel giorno, Ho Sook riuscì a rimanere tranquillo, indisturbato su ciò che poteva succedere nelle prossime settimane.

Fermò l'auto davanti l'entrata dell'agenzia.

"Ji Chan, siamo arrivati" lo chiamò guardando lo specchietto retrovisore. Ji Chan si svegliò spostandosi la benda che portava davanti agli occhi. La luce forte di quel strano caldo mattino di ottobre, lo accecò per qualche secondo.

Quando entrarono, Ji Chan lo trascinò dritto verso l'ufficio della direttrice. Ciò spaventò Ho Sook per l'improvvisa azione ma si lasciò comunque trascinare.

Una volta arrivati davanti la porta dell'ufficio, Ho Sook poté finalmente parlare.

"Cosa hai in mente?" confuso guardò la porta indicandola e inclinò il capo. 

"Dire alla direttrice che stiamo insieme"

Ho Sook indietreggiò di qualche passo e alzò una mano. Tutto sembrava correre troppo e l'unica cosa che in quel momento contava, era che a breve avrebbero cominciato a girare il film.

"Aspetta un attimo" cominciò. "Non sono ancora pronto a giocarmi il posto di lavoro"

Quella frase lasciò Ji Chan poco deluso, è vero che il lavoro era importante, il suo lo era ancora di più e si sarebbe giocato le carte se non con il fuoco, mettendo a rischio la sua immagine. Ma oltretutto voleva condividere con le persone più fidate la sua felicità, voleva finalmente poter dire di essere felice nell'avere qualcuno accanto. Eppure quella frase seppur scontata, lo trafisse come un pugnale nel cuore.

"È per questo che esitavi per dirlo ai media?" domandò lui, il tono cambiò drasticamente facendo alzare lo sguardo a Ho Sook.

"Per i media è troppo presto, non sono pronto...ma non so, non so cosa potrebbe pensare la direttrice" abbassò la voce mentre pronunciava le ultime parole.

Ji Chan sospirò, portandosi poi a braccia conserte e accennò un piccolo sorriso. Aveva appena scoperto cosa tanto turbava a Ho Sook, cosa lo aveva frenato all'inizio quando poteva buttarsi sin dal primo momento che aveva iniziato a sentire qualcosa per lui, perché ne era certo che qualcosa lo sentiva ancor prima di quella tragedia scampata.

"Non ti fidi?" chiese, questa volta con un tono più calmo e tranquillo. Ho Sook annuì in silenzio per poi abbassare il capo. Ji Chan sospirò. "Okay, quando sei pronto, sono qui" sorrise.

Sorrise anche lui, felice del fatto che ci sia stata una giusta comprensione, in quel dialogo che poteva portare solo malintesi. Forse per questo si sentiva finalmente libero di qualsiasi pregiudizio. È vero che ancora non si fidava e per il momento stava ancora cercando di fidarsi appieno di Ji Chan.

Il silenzio che aleggiava nel corridoio, venne spezzato dalla vibrazione del cellulare. Ho Sook lo tirò fuori e sul display compariva il nome dell'ultima persona che tanto voleva evitare, Seo Byeol.

Lo sguardò si incupì di colpo e in quel momento tutto intorno a lui si era fermato, anche il tempo. E la sua mente cominciò a fargli brutti scherzi, facendolo ricordare quell'evento che con fatica era riuscito a buttare alle spalle.

Forse era arrivata l'ora di ricevere delle spiegazioni.

Forse era arrivata l'ora di affrontarla. Di parlarle. Ma sicuro, che non sarebbe riuscito mai a perdonarla.

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N\A: No, non mi sono affatto dimenticata di Seo Byeol e in più vedevo che era anche arrivato il momento di ricevere da parte sua delle vere spiegazioni. Credo proprio che stiamo anche vicini alla fine della storia, o meglio direi che siamo più a metà. 

Qui Ho Sook si trova ancora in bilico tra il fidarsi di nuovo o mai più, mentre Ji Chan cercava di convincerlo che fidarsi è l'unico modo per scappare da un passato doloroso. Solo che, Ji Chan non conosce ancora il passato di Ho Sook e proprio per questo ho deciso di far tornare Seo Byeol. 

Comunque, cosa ne pensate? Fatemi sapere nei commenti! - ciau :) 

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