Speranza liquida
Ciao a tutti, lettori! Mi dispiace davvero tanto, ma non sono riuscita a pubblicare il capitolo prima... Spero che almeno vi piaccia!
Newt, Queenie e Jacob videro Tina sparire prima di riuscire a fermarla. Dovevano seguirla. Se davvero dei seguaci di Grindelwald stavano minacciando i maghi per rimanere nell'ombra, e Tina stava per fare esattamente quello che loro cercavano di impedire, allora lo scontro sarebbe stato inevitabile: e se le fosse successo qualcosa?
Tina non avrebbe approvato tutta quest'apprensione nei suoi confronti: era un'Auror, non aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse.
Queenie stava iniziando ad andare nel panico, e gli altri due tentarono di confortarla, nonostante fossero altrettanto agitati. Lei cercò di ricomporsi. Prese i ragazzi sottobraccio, uno da un lato e uno dall'altro, e si smaterializzarono.
Il MACUSA sembrava deserto, ma loro sapevano che non era così. Newt entrò con Queenie, ma Jacob rimase fuori: qualcuno avrebbe potuto riconoscerlo, e sarebbe stato riobliviato all'istante.
Si misero immediatamente in cerca di Tina, Queenie avanti e Newt subito dietro. La strega si stupì quando vide il collega Sam lì a quell'ora. Curiosa, gli lesse la mente: niente di interessante, aveva un paio di No-Mag da obliviare urgentemente. Ringraziò di non aver portato dentro Jacob.
-Ehi, Sam!- lo salutò lei
-Ciao, Queenie! Cosa ci fai qui a quest'ora?-
-Devo... controllare il permesso per la bacchetta di questo ragazzo...- rispose lei, mantenendosi sul vago.
-Ah...-
-Sam, hai visto Tina?-
-No-
Accidenti.
-Adesso devo andare. A domani!-
-A domani, Queenie!-
-Per la barba di Merlino, non ci voleva!- esclamò Newt. -Controlliamo se è nel suo ufficio...- propose.
Corsero su per le scale, diretti al suo ufficio. Red non c'era, quindi non potevano usare l'ascensore, e questo fu un bene, perché quando passarono davanti all'Ufficio Indagini Rilevanti sentirono un rumore. Queenie e Newt entrarono senza nemmeno bussare, correndo.
La Presidentessa era pallida, in disordine, mentre Tina era lì, a terra.
Immobile.
Newt corse verso di lei mentre Queenie chiedeva spiegazioni, gli occhi spalancati.
-Grindelwald è riuscito a evadere.- Fu la drammatica risposta della Picquery. Quelle cinque parole riuscirono a far calare un silenzio carico di terrore nella stanza.
Queenie, per quanto rispettasse la Picquery, non riuscì a fare a meno di leggere i suoi pensieri: -Tina è riuscita a sconfiggerlo?-
-La signorina Goldstein si è rivelata un Auror particolarmente dotato, nonché una valida duellante. Purtroppo, però, non siamo riuscite a trattenerlo. Gellert Grindelwald è di nuovo in circolazione.-
Queenie era fiera di sua sorella: non aveva mai dubitato delle sue qualità, ma Tina non aveva mai avuto molta fiducia in sé stessa: "Tu mi sopravvaluti, Queenie..."
E invece Queenie aveva proprio ragione, come al solito.
Tina non aveva ancora ripreso conoscenza, e adesso era tra le braccia di Newt, che la guardava preoccupato spostandole delicatamente i capelli dal volto. Queenie rimase colpita dalla dolcezza dei suoi pensieri. Erano così carini, quei due...
Madama Picquery si era già messa in contatto con il Ministro della Magia britannico, e stava avvisando i rappresentanti magici di tutte le Nazioni, scrivendo e inviando almeno tre lettere alla volta. Probabilmente era la Presidentessa più capace che gli Stati Uniti d'America avessero mai visto.
Sollevò lo sguardo solo per congedare Queenie e Newt: -Salvatela- disse semplicemente.
I due chinarono il capo in segno di rispetto. Poi Newt sollevò Tina e così uscirono di corsa dall'immensa costruzione che era il MACUSA, recuperarono Jacob, che non smetteva di fare domande, e si materializzarono di nuovo davanti all'appartamento Goldstein. Salirono le scale di fretta.
-Sei tu, Tina?- gridò la voce della signora Esposito dal piano di sotto.
-Sono sua sorella, Queenie!-
-Sei sola?-
-Sono sempre sola, signora Esposito.- Senza volerlo, aveva usato le stesse parole che aveva usato Tina l'anno prima.
Entrarono. Newt aprì la valigia e portò Tina dentro, adagiandola su una branda che aveva sistemato vicino agli Occamy. Entrò nel capanno e, armeggiando con erbe e boccette dalle forme più varie, preparò una semplice pozione che usava per guarire le ferite che molto spesso si ritrovava. Dopotutto, quello del Magizoologo non era mai stato il più sicuro dei mestieri. Dopo che ebbe riscaldato la pozione nel calderone, questa assunse un colore verde speranza. Newt lo aveva sempre trovato molto poetico. "Speranza liquida", gli piaceva chiamarla, e ora come non mai aveva bisogno di un po' di speranza. Prese la fialetta con la pozione e uscì dal capanno. Si diresse verso Tina e le versò la pozione tra le labbra inerti. Si sedette accanto a lei, tenendole la mano.
Non restava che aspettare.
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