16: Bugie e tradimenti
Catgirl a.k.a Frankie Jones.
"Dimmi tutto quello che sai! Ora!"
"Non so niente su Black Mask! Mi danno soltanto i soldi che devo consegnare agli sbirri! Tutto qui! Ti prego lasciami andare!"
"Gli ultimi movimenti di Black Mask provengono da qui e stranamente ci trovo uno dei suoi collaboratori, dovrei credere che sia una coincidenza?" Quel ragazzo che avevo appena preso a pugni doveva avere diciassette anni se non di meno, aveva paura di me.
"Io non so niente, ci sono diversi corrieri come me a New York e a Gotham che lavorano per la società delle false facce, per i guffi, per il pinguino... Ma come ti ho detto io sono solo un corriere."
"Ed io dovrei crederti?"
"Andiamo, a me neanche piacciono le maschere! Mi danno il prurito."
"Patetico." Dissi io voltandomi.
"E adesso posso andare, giusto?"
"Sì." Gli risposi con voce stanca, mentre lui con velocità si allontanava con la sua bici. Probabilmente era stato Robin a portarmi fuori strada con quelle false informazioni che mi aveva dato.
Rimasi a fissare il vuoto nel vicolo appoggiata al muro per qualche minuto, pensando alla mia vita e a quello che mi stava succedendo.
Pensai a Charlie, a mia zia Rosy, a Selina...
Erano le due del mattino, non volevo tornare alla base, non mi piaceva stare lì c'era un incredibile clima di tensione fra i Titans e Robin, non sapevo cosa lui gli avesse fatto e sinceramente non mi interessava, volevo solamente trovare Black mask.
Decisi di andare a prendermi qualcosa da mangiare.
Mi infilai dei Jeans e una felpa che avevo nello zaino, sopra la tuta per poi entrare in un bar.
Era affollato, vivace e pieno di vita. Non era per niente un club esclusivo, le scarpe ti si attaccavano al pavimento, trovavi tappi di birra ovunque e l'aria puzzava di sudore e whiskey.
Mi sedetti su uno sgabello davanti al bancone, avevo il cappuccio in testa e lo sguardo su delle copie del Gotham gazette, pensavo al motivo per cui quei giornali fossero lì, eravamo a New York che ci facevano qui? Smisi di pensare ai giornali quando sentii una voce a me conosciuta.
"Ecco la tua birra, Joe."
"Ah, Tesoro tu si che conosci i miei gusti."Alzai lo sguardo, fu in quel momento che la vidi mentre serviva da bere a un tale, era lei mia zia Rosy, anche lei si voltò e mi vide.
I suoi capelli neri le erano cresciuti sino alle spalle, i suoi occhi castani a mandorla sembravano più grandi grazie al pesante trucco che aveva sul viso, mi fece segno di seguirla nel retro del locale, in un vicolo:
"Frankie-" Disse lei venendomi incontro.
"-Pensavo fossi morta." Dissi fredda.
"Lo pensavo anche io di te."
"E allora perché non hai fatto niente?"
"Che cosa cerchi di dire?"
"Se pensavi fossi morta perché non hai cercato il mio corpo? Perché come ho detto: non hai fatto niente?"
"Frankie, lascia che ti spieghi-" Disse toccandomi la spalla.
"Cos'altro mi hai nascosto apparte il fatto che eri viva?" Dissi voltandomi verso di lei con violenza.
"Che cosa vuoi sapere?"Mi chiese.
"I miei genitori."
"No, fidati è meglio che tu non-"
"E meglio che io cosa? Dopo essertene andata da Gotham, dopo aver messo in scena la tua morte credo di meritarmi delle spiegazioni."
"Sai, potrei dirti la stessa cosa."
"Io non ho inscenato la mia morte, non sono scappata ma tu..."
"Slade Wilson."
"Che hai detto?"
"Tuo padre, si chiama o meglio si chiamava Slade Wilson." Rimasimo in silenzio per qualche minuto fino a quando lei non riprese a parlare:
"Dodici anni fa si è presentato al mio bar, teneva per mano una bambina di dieci anni con i capelli bianchi e nell'altra un neonato, eri tu.
Dovevi avere tre mesi al massimo, avevi la pelle bianchissima e un'adorabile viso rotondo con due grandi occhi che tenevi spalancati... Slade ti mise fra le mie braccia, mi disse che non avrebbe mai potuto prendersi cura di te e quella fu l'ultima volta che lo vidi." Non sapevo cosa rispondere, ero immobile davanti a lei, in silenzio la guardavo dritto negli occhi.
"È morto?"
"Sì."
"Quando?" Gli chiesi a bassa voce con lo sguardo fisso a terra.
"Un mese fa."
"Mia madre?"
"Su di lei ti ho già detto tutto quello che sapevo tempo fa." Non volevo crederle, non potevo crederle, dopo tutto quello che avevo passato non potevo accettarlo.
Le urlai addosso che non le credevo, che era una bugiarda, un' egoista incapace di prendere decisioni... Anche lei cominciò a urlare, diceva che io non ne sapevo niente e che ero soltanto una stupida ragazzina che non sapeva nulla della vita, mi innervosi e quando lei mi tirò con forza per il polso non riuscì ad evitare di graffiarla, mi lasciò andare il polso per controllarsi la ferita per poi cercare di darmi un pugno che riuscì ad evitare con facilità, ero arrabbiata con lei non resistei dal darle un calcio facendole sanguinare il naso, mi spinse a terra con violenza tirando una pistola dalla tasca posteriore dei pantaloni per poi puntarmela.
"Ha! Vuoi spararmi? Originale."
"Io non voglio farlo, ma devo." Mi sparó ad un fianco, sentivo il proiettile entrare dentro di me, il sangue che scorreva per terra mentre io cercavo a fatica di rialzarmi.
"Mi dispiace, Frankie."
"Non... Non vedo l'ora di rivederti all'inferno." Mi guardò per una decina di secondi per poi tornare all'interno del locale.
Mi alzai e camminai fino ad arrivare alla base ovvero Mercy Hall, cercai di non farmi sentire dagli altri ma fui tradita dalle macchie di sangue che avevo lasciato sul pavimento.
"Va tutto bene?" Mi chiese Crush vedendo la scia di sangue ed io che stavo a malapena in piedi.
"Sì." Dissi cercando di evitarla.
"A me non sembra."
"Sto Bene."
"Da dove viene tutto questo sangue?"
"Ho il ciclo." Le risposi ironicamente.
"Io vado a chiamare gli altri." Disse lei andando verso il soggiorno.
"No, aspetta-" Dissi trascinandomi dietro di lei.
"Hey! venite un minuto."
"Spero che sia importante ho interrotto una partita di Doom per questo." Disse Roundhouse venendo verso di noi con Djinn e Kid Flash.
"Stai sanguinando?" Mi chiese Kid Flash avvicinandosi a me osservando l'enorme chiazza di sangue sulla mia felpa.
"No, ha il ciclo." Rispose Crush ironicamente mentre mi guardava.
"Io sto benissimo, ok?" Dissi aggrappandomi al muro andando verso la mia camera.
"E come stai quando sei malata? Ceh muori direttamente." Disse Roundhouse.
"Lasciatemi in pace." Sentii Crush sbuffare dietro di me per poi prendermi di peso e portarmi nella mia stanza seguita dagli altri nonostante facessi resistenza.
"E piantala di muoverti oppure vuoi che ti lasci cadere sul pavimento, micetta?"
Mi disse per poi entrare nella mia stanza, posandomi sul letto.
"Puoi spiegarci che ti è successo?" Mi chiese Kid Flash.
"È complicato."
"Vuol dire no.'' Disse Roundhouse a Kid Flash.
"Credo sia meglio occuparci della sua ferita, prima." Disse Djinn avvicinandosi a me cercando di togliermi la felpa.
"Non mi toccare."
"Catgirl, permettici di aiutarti. I miei poteri sono molto potenti, però io non posso aiutarti se tu ti opponi, tu puoi fidarti di noi."
"Me la sono cavata per molto tempo da sola, io non ho bisogno di voi, grazie."
"Ma ora fai parte di questa squadra è se qualcuno cerca di ucciderti questo diventa una minaccia per tutti noi."
Disse Kid Flash.
"Grande." Disse Roundhouse dando il cinque all'amico.
"Lo so! Sembravo Red Arrow, vero?"Disse Kid Flash per poi riprendere il discorso.
"Comunque Catgirl, quello che cercavo di dire era che: ora non sei più sola, ora siamo una squadra e i tuoi problemi diventano i nostri e questo vale per ognuno di noi, dobbiamo collaborare e impegnarci per il nostro futuro, insieme."
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