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Capitolo XVI

“Mia…” sentii chiamarmi da una voce profonda.
Aprii gli occhi a fatica e guardai Severus vicino a me che apparentemente ancora dormiva.
“Mia, hanno bussato alla porta.” Disse poi scuotendomi leggermente.
Sbuffai infastidita, e mentre mi vestivo cercando di svegliarmi totalmente, suonarono anche il campanello.
“Arrivo.” Urlai dalla camera, per farmi sentire e in risposta Sev grugnì infastidito, sprofondando la faccia nel cuscino. Mi diressi verso la porta e poi guardai nello spioncino: chi cavolo era alle sei e mezza di mattina che mi cercava?
Davanti a me vidi Becky con uno sguardo nervoso e le braccia incrociate davanti al petto.
“Ciao, entra pure.” Dissi a quel punto, aprendole la porta.
“Scusa per l’ora, ma devi farmi un favore: la madre di Ed è caduta dalle scale ed ora è in ospedale, credo abbia una gamba rotta… potresti badare a Crystal per una giornata?” fece lei, dopo essere entrata.
“Certo, figurati!” la assicurai, soffocando uno sbadiglio. “Dov’è adesso?”
“Si è addormentata durante il viaggio, Ed la sta portando qui in braccio.” Mi rispose Becky, sporgendosi verso il divano.
Afferrò qualcosa sul cuscino, per poi girarsi verso di me. Mi mostrò la camicia di Severus ed io sorrisi imbarazzata.
“Scusa, Severus è qui? Non volevo disturbare i vostri programmi, magari volevate festeggiare il primo dell’anno!”
“No, stai tranquilla, ci divertiremo con Crystal.” Le dissi io, rassicurandola.
Almeno, io mi sarei divertita… Sev non sapevo ancora, ma sicuramente avrebbe legato con lei.
Alla fine arrivò Ed con un’addormentata Crystal in braccio, me la passò e dopo esserci salutati sfrecciarono all’ospedale, lasciandomi sola con la bambina.
Aveva un volto angelico mentre dormiva, quindi senza svegliarla la adagiai sul divano, coprendola con una coperta. Avremmo passato una giornata indimenticabile, ci saremmo divertiti e forse potevo convincere Severus a venire a fare un pupazzo di neve al parco…
Nel frattempo accesi il fuoco e poi tornai in camera, portando con me la camicia. Non sapevo se avvisarlo subito o aspettare che si svegliasse, ma per evitare che arrivasse mezzo nudo in cucina mentre la bambina faceva colazione decisi di informarlo seduta stante.
“Sev, svegliati.” Gli sussurrai all’orecchio, passando un mano sulla schiena, in una leggera carezza.
“È successo qualcosa?” biascicò lui mezzo assonnato, mentre si alzava a sedere.
“Crystal passerà una giornata con noi, Becky e Ed hanno avuto un’emergenza.” Gli spiegai io, in modo semplice. Non sembrava in vena di grandi discorsi in quel momento…
Severus sbuffò, cadendo di nuovo a peso morto sul materasso.
“I tuoi genitori. Portala ai tuoi genitori.” Fece poi, con tono serio.
Dio mio! Per un giorno doveva lagnarsi così tanto?
“No!” esclamai piccata, facendolo sbuffare di nuovo. “E comunque sono andati a trascorrere un giorno in montagna.”
Lui in risposta si girò, dandomi le spalle, dicendo qualcosa che non riuscii a capire, ma di certo non erano parole cariche felicità…
“Dai così ti eserciterai per diventare uno zio con i fiocchi.” Dissi poi abbracciandolo da dietro, mentre lui non commentò nemmeno.
Siccome Severus non aveva intenzione di parlarmi, mi alzai, dandogli uno schiaffo sul sedere, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.
“Sei peggio di un bambino.” Gli dissi ridacchiando, mentre raccoglievo vestiti sparsi a terra. Ormai il sonno se n’era andato, non valeva nemmeno la pena di cercare di chiudere gli occhi per guadagnare qualche minuto di riposo.
“Non giocare con me, ragazzina…” mi minacciò lui, agguantandomi per i fianchi.
In meno di due secondi mi trovai sotto Severus, schiacciata sotto il peso del suo corpo.
Adoravo quando giocava con me in quel modo, mi faceva anche eccitare…
Iniziò a mordicchiarmi il collo, e nel frattempo sentii che stava muovendo il bacino per cercare sollievo. Per fortuna io avevo i leggins e lui i pantaloni del pigiama, quindi riuscii a fermarlo in tempo, prima che il mio cervello partisse completamente.
“Fermati, c’è Crystal per di là.” Feci infatti bloccando il suo bacino.
“Dammi solo dieci minuti.” Mi pregò lui, iniziando ad abbassarmi i leggins, mentre i suoi pantaloni li aveva già calati.
“Mio Dio, Severus… mi stai proponendo una sveltina…” ridacchiai io, ma invece di facilitarlo, incrociai le gambe e gli alzai i pantaloni.
“Ho aspettato una settimana per poterti avere di nuovo, non volevo metterti fretta, ma voglio recuperare il tempo perso.” Disse infatti, andando a baciarmi il collo.
“Lo abbiamo fatto ieri sera.” Gli ricordai, spostandolo di lato. “E Crystal si potrebbe svegliare da un momento all’altro.”
Mi alzai, e subito Severus mi abbracciò da dietro, muovendo piano il bacino contro il mio sedere e mordicchiandomi l’orecchio.
“Sei sicura di non volerlo?” mi stuzzicò lui. Stavo per cedere, ma l’idea che la bambina fosse sul divano e che si sarebbe potuta alzare e vederci… mi girai nel suo abbraccio, fermando i suoi tentativi.
“Sicurissima.” Sussurrai sulle sue labbra, facendo però scivolare la mano nei suoi pantaloni.
Iniziai a muovere la mano su e giù, afferrando il suo membro eccitato, e Severus mugolò leggermente.
Continuai così per un po’ e poi improvvisamente la tolsi.
“È meglio se vai a farti una bella doccia fredda, così poi potresti andare a prendere qualcosa per la colazione.” Feci io, con un sorriso furbo.
“Sei, sei…” iniziò lui sbalordito, ed io mi affrettai a finire la frase.
“Un angioletto?” gli suggerii, ridacchiando.
“No, diabolica.”
~☆~
Ancora scioccato Piton si stava dirigendo in bagno, cercando di metabolizzare quello che era appena accaduto: lo aveva stuzzicato, lo aveva eccitato e poi non aveva continuato? Era impossibile da prevedere quella ragazza… e non era possibile che non riuscisse a controllarsi. Aveva sempre voglia di lei e Mia era stupenda, oltre che affascinante, anche se lei lo negava; era troppo per lui, ma la amava, Merlino se l’amava.
Lui era un uomo che sapeva dominare le sue emozioni, ma con lei era tutto così complicato… la sua donna era anche maliziosa, e non smetteva mai di stuzzicarlo. E le conseguenze erano evidenti. Aveva sempre voglia di possederla, di farla godere, anche per tenersela stretta. Aveva scelto lui, non il cagnaccio, e doveva continuare a darle un motivo per stare insieme, per soddisfarla pienamente.
E ora doveva a prendere la colazione e passare una giornata intera con una bambina! Va bene soddisfarla, ma questo era un po’ troppo…
Chissà come lo avrebbe torturato Mia: sperava caldamente che non lo infastidisse più di tanto.
“Che vuoi ora?” le domandò dopo che aveva bussato. Non sarebbe mai riuscito a fare quella dannata doccia. Doveva ancora togliersi il pigiama.
“Severus mi scappa.” Sentì dall’altro lato della porta.
Sbuffando la aprì, facendosi da parte e lei subito sgattaiolò all’interno. Lo chiuse fuori e lui, ancora indispettito per lo scherzo di pessimo gusto, incrociò le braccia al petto, appoggiandosi al muro. Non era possibile che ogni volta si facesse aggirare così facilmente: doveva essersi proprio ammorbidito. O rimbambito.
“Sei arrabbiato?” gli chiese dopo essere uscita.
“Secondo te?”
Non era propriamente arrabbiato, ma un po’ di fastidio comunque persisteva. E voleva farla sentire in colpa. Almeno una piccola soddisfazione.
“Io… mi dispiace. Non pensavo te la prendessi tanto.” Fece Mia, con un tono veramente mortificato.
~☆~
Dopo che Severus era uscito dalla camera, mi ero accorta di aver bisogno del bagno. Se avessi aspettato ancora un po’ me la sarei fatta sotto. Infatti speravo che non fosse ancora andato sotto la doccia e fortunatamente ero arrivata giusto in tempo. E Severus non era molto felice da quel che avevo visto, forse avevo esagerato un po’ troppo…
Volevo solamente fargli uno scherzo, stuzzicarlo. Ma non era stata un’idea brillante… probabilmente aveva ragione lui: era rimasto in astinenza una settimana e non doveva essere stato molto piacevole. In fin dei conti eravamo solamente all’inizio della relazione, quindi la voglia di esplorare l’uno il corpo dell’altra era molto alta.
Solo che ero stata veramente antipatica a non concedergli l’orgasmo.
Quindi appena uscita dal bagno mi ero scusata e lui non mi rispondeva, stava solo lì impalato a guardarmi.
Vabbè che l’avevo combinata grossa, ma non parlarmi nemmeno…
“Dì qualcosa.” Lo supplicai allora. Certo che era veramente un maestro a mettere in soggezione le persone con i suoi sguardi.
“Preferisci i croissant alla crema o alla marmellata?”
Avevo capito bene? Mi domandava che preferenze avevo sulla colazione? Almeno non era furioso con me… o sì?
“Alla marmellata…” sussurrai. “Quindi non sei arrabbiato?”
“Volevo farti sentire in colpa.” Disse Severus con un ghigno leggero sulle labbra.
Tirai un sospiro di sollievo e lo abbracciai.
“Scusami, non volevo farlo. Era troppo.”
“Hai intenzione di rimediare?” mi domandò poi, andando a strizzarmi una natica.
“Adesso no…” gli dissi subito, per non dargli false speranze. “Comunque mi stai martoriando il culo.”
Lui mollò la presa ridacchiando, ed io mi staccai a malincuore dal suo corpo.
“Vado a prenderti una felpa ed i pantaloni. Quasi quasi ti porto quella tuta che abbiamo preso l’al… ahi!”
Quel simpaticone di Severus mi aveva tirato uno schiaffo sul sedere…
“Vado a farmi la doccia.” Fece poi con non curanza, di fronte al mio sguardo sbalordito.
Beh, me lo sono meritata, pensai poi, andando in camera.
~☆~
Piton finalmente era riuscito a placare il suo desiderio: una bella doccia con l’acqua gelida era stata perfetta. Non appena ebbe finito prese i vestiti e rimase sbalordito: doveva indossare una tuta. Era in felpa, ma ne aveva viste di peggiori al negozio, con quei pantaloni larghi e quella stoffa lucida. Lui indossava pantaloni e camicia, non tute. Ovviamente l’aveva scelta Mia, infatti non aveva intenzione di mettersi a scegliere capi sportivi, ma lei aveva insistito. Quindi ora avrebbe dovuto indossarla.
Andò in soggiorno, infastidito da quei pantaloni. Quello stupido elastico che chiudeva la stoffa sulla caviglia era insopportabile, per non parlare della forma dei pantaloni. Erano più attillati di quelli che portava solitamente, soprattutto sulle cosce. Davvero scomodi.
Prese il cappotto e borbottando uscì, lanciando un’occhiataccia a Mia.
~☆~
Chissà che voleva dirmi Severus… sembrava avesse voluto uccidermi con quella occhiata. Forse ero io quella che doveva lanciargli occhiatacce assassine, dato che mi pizzicava ancora il sedere per la sberla che mi aveva tirato. Aveva beccato proprio il punto più doloroso, tra la coscia e la natica.
Quando sarebbe tornato mi sarei vendicata anch’io… quel giorno avevo proprio voglia di giocare, o avevo solamente una vena masochista. Tanto alla fine vinceva sempre Severus!
“Zia Mia…” biascicò poi Crystal, distogliendomi dai miei pensieri.
“Ciao tesoro. Dormito bene?” le domandai, andandomi a sedere sul divano.
Lei annuì, mettendosi a sedere mentre si stropicciava gli occhi.
“Hai fame?”
“Sì.”
“Bene, perché Severus è appena andato a prendere i croissant.” Le dissi allora, sistemandole i capelli.
“C’è anche Sev?”
L’avevo detto io che l’aveva preso in simpatia! Si vedeva lontano un chilometro che le piaceva.
“Certo. Sei felice di averlo come zio?”
“Sì, un sacco.” Mi rispose lei, alzando il pollice.
Appena Severus sarebbe tornato, glielo avrei detto. Sicuramente gli avrebbe fatto moltissimo piacere, anche se nemmeno morto lo avrebbe ammesso.
~☆~
Stupidi babbani. Non sapevano educare nemmeno i loro figli, quattro bambini erano andati a sbattergli addosso, urlando e facendo i capricci. Per fortuna stava tornando all’appartamento con la colazione, e lì non ci sarebbero stati poppanti urlanti. Almeno lo sperava, Crystal non sembrava una bambina capricciosa, esuberante sì, ma non una lagna.
Si preoccupava più di Mia: chissà cosa avrebbe partorito la sua mente… lo avrebbe torturato quel giorno.
Una volta arrivato all’appartamento suonò il campanello, pensando che Mia gli avrebbe aperto la porta, ma invece si trovò davanti una sorridente Crystal.
“Ciao.” La salutò Piton, alzando leggermente un angolo della bocca.
“Ciao Sev!” esplose lei, abbracciandogli le gambe non appena fu entrato nel soggiorno.
Si irrigidì subito, ma poi vide Mia fargli l’occhiolino e sorridergli. Non era assolutamente abituato a farsi abbracciare dai bambini…
“Dai, vai a sederti peperino, che adesso ti porto le brioches.” Le disse poi e lei scattò in cucina, liberandolo.
Si tolse il cappotto e mentre lo appendeva si sentì nuovamente avvolgere da delle braccia, ma era sicuro fosse Mia quella volta.
“Crystal ha detto che le piaci molto come zio.” Fece poi, e lui scosse la testa.
“È una bambina. Anche se tu le avessi presentato Black credo che le sarebbe andato a genio.”
“Invece no. I bambini hanno un sesto senso, capiscono più degli adulti…” ribadì lei, dandogli un bacio a stampo.
“E poi, cambiando argomento…” iniziò Mia, squadrando tutto il suo corpo.
“Quanto sei sexy con questa tuta! Ti fa proprio un bel sedere.” E dicendo questo fece scivolare le mani per andare a posizionarle proprio sulle sue natiche.
“Smettila di provocarmi.” Soffiò Piton sulla sua bocca, mordendole il labbro inferiore e guardandola negli occhi.
“Oppure stasera potrei sbizzarrirmi.”
~☆~
Mmhh, l’idea che Severus potesse sbizzarrirsi mi piaceva molto… ma dato che Crystal era in cucina, presi solamente il sacchetto con la colazione e la sua mano.
“Ho preparato il the come piace a te, con due cucchiaini di zucchero.” Gli dissi mentre lo portavo per di lì.
“Che brava ragazza…” mi prese in giro lui, sporgendosi per darmi un bacio sul collo.
Alla fine si staccò per andare a sedersi e così iniziammo a fare colazione. Nel frattempo continuavo a pensare a cosa avremmo potuto fare durante il giorno: la tappa al parco era obbligatoria, e su questo non si discuteva. Poi lì battaglie con la neve e pupazzi a volontà… e ovviamente avrei coinvolto anche Severus.
~☆~
La mattina era passata tutto sommato tranquilla. Mia non aveva avuto idee strampalate e dopo aver pranzato Crystal si era addormentata mentre guardava la tv sul divano. Quindi si era messo a leggere un libro per passare il tempo, mentre la pazzoide che aveva come fidanzata era sparita in camera. Non andava per niente bene, sarebbe uscita sicuramente di lì a poco, con qualcosa che certamente non gli avrebbe fatto piacere… e le sue paure si avverarono purtroppo
“Severus, questa è per te.” Disse infatti Mia non appena uscì dalla sua tana.
Piton alzò un sopracciglio e la guardò di traverso. Non era possibile…
“Cosa diamine dovrei farmene di quella sciarpa… Grifondoro?”
“Indossarla?” fece lei con tono ovvio. “No.”
“E invece sì. Farà freddo al parco, devi coprirti. Ti prenderai un raffreddore altrimenti. E non ho altre sciarpe.”
“Non ho bisogno di una mamma!” Le rispose Severus con tono infastidito. Gli mancava solamente una stupida sciarpa… era rosso-oro! Non l’avrebbe mai indossata, non si discuteva su quello. E non poteva trasfigurarla, perché era della sua migliore amica.
“E non ho intenzione di venire al parco.” Mise in chiaro infine.
“Va bene, caro.”
Quel sorriso diabolico stampato in faccia non era un buon segno…

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Spazio autrice
Buonasera a tutte! Passato bene il primo dell'anno? Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. ☺
Vi è piaciuta l'idea di una prova per zio Sev? Ovviamente Mia non lo lascierà in pace per un secondo... 😉
Lasciatemi qualche commentino e alla prossima! 😊

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