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Capitolo XII

Il viaggio stava procedendo tranquillo e soprattutto nel silenzio più totale. Severus era particolarmente taciturno, quindi avevo acceso la radio e inserito il cd di Michael Bublè, iniziando a canticchiare tutte le canzoni.
Ogni tanto sentivo il brontolone accanto a me sbuffare infastidito e all’ennesimo sbuffo lo guardai con la coda dell’occhio: continuava a tamburellare con le dita sul ginocchio.
“Non dirmi che il grande Severus Piton ha paura…” ridacchiai infatti, mettendo una mano sulla sua, stando comunque attenta alla strada.
“Non dire sciocchezze.” Mi rispose lui, con il solito tono scorbutico.
“Stai tranquillo, i miei genitori sono gentili e anche gli altri!” gli dissi tranquilla, portandomi la sua mano alla bocca e depositandogli un leggero bacio.
“Gli altri?” mi domandò sconvolto, dopo che ebbe metabolizzato quello che gli avevo appena detto.
Certo che la faceva proprio complicata! Forse mi ero dimenticata di accennargli degli altri invitati… ma cosa importava, per tre persone in più!
“Oh, niente di che, ci sono solo mia sorella, mio cognato e la mia nipotina. Non vedo l’ora di vederla, è il mio angioletto!” 
Lui in risposta si passò una mano tra i capelli, togliendola così dalla mia stretta.
“Mmhh, nipotina, sarà ancora una tiralatte urlatrice…” concluse sconsolato, massaggiandosi le tempie.
Era sempre il solito esagerato! Faceva tanto la parte del duro di cuore, ma alla fine la mia nipotina lo avrebbe conquistato…
“Non è una tiralatte urlatrice, si chiama Crystal ed ha tre anni. Secondo me ti piacerà!” precisai io, pensando alla scriccioletta.
Quanto mi mancava! Era da un bel po’ che non la vedevo, forse due o tre mesi, così come mia sorella e suo marito. Erano una bellissima coppia, si erano sposati ormai tre anni addietro e poco dopo il matrimonio avevano dato l’annuncio di essere in dolce attesa. Insomma, non avevano perso tempo! Ero contentissima di essere zia, io adoravo i bambini, specialmente se piccoli.
Mi piaceva portare al parco Crystal, era una bambina così vivace, mi ricordava molto me quando avevo la sua età, non stavo mai ferma un minuto…
Tra un pensiero e l’altro eravamo giunti a destinazione, parcheggiai nel vialetto e scendemmo dall’auto. Dopo aver preso i regali iniziai ad incamminarmi verso l’entrata, ma Severus era bloccato vicino alla portiera.
“Stai calmo, sarai perfetto.” gli dissi allora, dandogli un bacio sulle labbra. Avrei voluto continuare a baciarlo, ma a malincuore mi staccai, prendendolo per mano e trascinandomelo fino alla porta d’ingresso.
Suonai il campanello e aspettai che qualcuno venisse ad aprirci, sentendo all’interno le chiacchere di mio cognato e le risate di mio padre.
“Ciao, buon Natale!” fece mia madre euforica aprendo la porta. Tutta infreddolita entrai, andando ad abbracciarla per farle gli auguri.
“Buon Natale! Questi sono i regali per tutti.” Dissi io, porgendole la borsa con i pacchi, per poi spostarmi.
“Questi sono per lei, signora Holmes.” Esordì Severus, dandole il mazzo di rose rosse.
“Ma non serviva! Grazie, ma chiamami Sarah. Niente signora Holmes, altrimenti mi sento vecchia.” Concluse ridendo.
“Lasciate pure qui i cappotti, io devo andare a controllare l’arrosto.”
Come al solito mia mamma aveva un diavolo per capello, il giorno di Natale organizzava tutto lei in casa e come risultato il suo nervosismo saliva alle stelle. Dopo pranzo sicuramente le avrei dato una mano a sistemare, così avremmo parlato un po’.
~☆~
Basta, non si sarebbe più fatto incastrare per eventuali pranzi o cene di famiglia. Quella sarebbe stata la prima ed ultima volta.
La madre di Mia era affabile, ma il resto della famiglia? Aveva voglia di andarsene da quella casa, chissà quante conversazioni imbarazzanti… lui era un lupo solitario, tollerava a malapena la presenza di altre persone.
Ormai non poteva svignarsela, Mia gli aveva preso la mano e si stavano dirigendo nel salotto, dove tutti erano presenti.
“Stai tranquillo…” gli ripeté lei, fermandosi in un corridoio, baciandolo un’altra volta. Piton aveva tutti i sensi allerta, poteva spuntare qualcuno da un momento all’altro.
“Io non ho paura. Non sopporto molto il genere umano…” le rispose lui, beccandosi così un piccolo schiaffo sul  braccio.
“Poi, questa sera, per distendere i nervi, avrei proprio voglia di un bagno caldo, potresti farmi un massaggio rilassante, con dell’olio profumato…” aggiunse poi, sorridendo furba.
“Non continuare o potrei eccitarmi.” Le disse serio, immaginandosi le mani carezzare il suo corpo nudo, magari tutti e due immersi nell’acqua calda.
Lei scosse la testa divertita e infine arrivarono nel salone.
“Buon Natale a tutti!” Disse Mia, attirando l’attenzione dei presenti.
Oltre alla gioia di vederla, si potevano notare benissimo le espressioni stupite dipinte sui loro volti, di certo non si aspettavano di vedere Mia con un ragazzo…
~☆~
In quel momento mi sentivo euforica, mi erano mancati un sacco i miei parenti. Avevo abbracciato tutti, facendo loro gli auguri, ed ora ero tornata vicino a Severus che non si era spostato di un millimetro.
“Voglio presentarvi un mio caro amico… lui è Severus.” E dicendo questo misi un braccio attorno al suo bacino, iniziando a presentargli la mia famiglia.
“Severus, ti presento mio papà Patrick, mia sorella Becky e mio cognato Ed.”
Mentre li chiamavo loro facevano un cenno con la mano, erano tutti scioccati a quel che vedevo… e quando finii, mio papà si avvicinò, porgendogli la mano.
“Beh, sei il benvenuto qui, Severus.” Fece con un sorriso sincero. Non pensavo che mio padre l’avrebbe presa così bene, sicuramente c’era lo zampino di mia mamma.
“Grazie signore.” Gli rispose lui, stringendogli la mano che gli aveva offerto in precedenza.
“Allora, dov’è la mia nipotina?” domandai poi a Becky, lasciando momentaneamente Severus a parlare con gli uomini di casa.
“È in cucina con la mamma.” Disse lei, ed io stavo già andando quando lei mi fermò.
“Sorellina dobbiamo parlare noi due…” aggiunse poi, alzando le sopracciglia in modo malizioso.
“Certo, devo raccontarti molte novità…” feci io, rassicurandola. Ci avrei messo la mano sul fuoco: l’argomento scottante sarebbe stato Severus…
A proposito dell’uomo nero, lo avrei sottratto un attimo a mio padre per presentargli Crystal.
“Severus, vieni un momento.” Gli dissi, per attirare la sua attenzione. Lui si scusò per l’interruzione della conversazione stroncata sul nascere e mi seguì verso la cucina.
“Mamma, dov’è Crystal?” domandai entrando nel regno indiscusso di mia madre.
La vidi sbucare da una nube di vapore, spadellando varie portate. Se ci saremmo alzati da tavola per le tre del pomeriggio sarebbe stata una fortuna, avevo l’impressione che il pranzo avrebbe compreso anche la cena…
“È nella tua vecchia camera, stava rincorrendo il gatto.” Mi rispose lei, degnandomi solo di una risposta frettolosa, mentre era impegnata a far saltare i tortelloni.
“Ok.” E dicendo questo portai Severus su per le scale, verso la mia vecchia tana. Aprii la porta e trovai mia nipote che abbracciava, anzi stritolava la povera bestiola.
“Ciao zia!” urlò appena mi vide, correndo verso di me per abbracciarmi. Io la presi in braccio, con un po’ di fatica: era cresciuta in quei mesi che non l’avevo vista!
“Ciao scricciola, come sei grande!” ridacchiai, dandole un buffetto sulla guancia.
“Voglio presentarti una persona.
Crystal, lui è Severus, e viene in pace.”
~☆~
Non era un bene che Mia l’avesse abbandonato di già con suo padre e suo cognato. Gli sembrava di essere costantemente sotto esame… forse erano solo curiosi di sapere qualcosa in più su di lui, e il signor Holmes aveva ormai cominciato l’interrogatorio, domandandogli da dove veniva.
Stava per rispondere, ma Mia lo aveva reclamato, così con una scusa si era momentaneamente congedato.
Alla fine lo aveva portato in camera sua, dove in teoria doveva trovarsi la sua cara nipotina… da come ne aveva parlato doveva essere un angelo sceso in terra.
Dopo averla vista cambiò completamente idea: non era un angelo, era un peperino niente male! Tralasciando il fatto che stava per soffocare quel gatto, aveva uno sguardo furbo, quasi come quello di Mia: tale zia tale nipote.
E poi, cosa significava viene in pace? Se non fosse venuto in pace cosa avrebbe fatto? Lo avrebbe sfiancato come solamente i bambini sapevano fare?
Lo squadrò per un attimo, e poi sul suo viso comparì un sorriso enorme, che stranamente gli fece piacere vedere.
“Ciao.” Gli disse tendendogli la mano, come un piccolo adulto, e a quello sollevò un angolo della bocca, in un piccolo sorriso.
Lui gliela strinse, ricambiando il saluto e, mentre stavano per andare al piano terra, Crystal gli tirò i pantaloni, per attirare la sua attenzione.
“Posso chiamarti Sev?” gli domandò, facendo inarcare il suo sopracciglio e facendo ridere Mia.
“Va bene.” Le rispose, stupendo persino sé stesso. Non aveva mai risposto in modo così gentile ad un bambino… bah, sarà stato il clima natalizio, ma il suo tono con lei si era ammorbidito.
Subito la bambina corse giù per le scale, rincorrendo il gatto, e Mia lo abbracciò da dietro, posandogli un bacio sulla guancia.
“Stai andando alla grande.” gli sussurrò all’orecchio. “E sei entrato nelle grazie di Crystal.”
“Come fai a saperlo?” le domandò lui, mentre scendevano le scale.
“Ti ha dato un soprannome e ti ha salutato.”
“Grande rassicurazione…” sbuffò Piton, scontroso come poco prima.
“Credimi, Connor era venuto qui tempo fa e lei ha iniziato a tirargli pigne addosso… stanne certo, al momento non hai amici vegetali addosso, quindi sei salvo.” Disse lei seria, facendolo rimanere basito: non sapeva se essere sconvolto per il fatto che Crystal avesse lanciato delle pigne a Connor oppure… fermi tutti, aveva detto Connor?! Aveva già portato a casa sua, Connor? Quel Connor!? Ecco perché non si arrendeva. Era il suo ex fidanzato...
“Connor?” fu tutto quello che gli uscì di bocca, sembrava che tutta la sua attenzione si fosse focalizzata su quel nome.
~☆~
Stavamo scendendo le scale e Severus si era bloccato improvvisamente dopo aver pronunciato il nome del porco.
Sembrava, non sapevo di preciso, geloso?
Pensavo fosse felice di non essere stato aggredito con delle pigne! E invece pensava che fossi stata fidanzata con il nipote del mio capo, oltretutto una cosa non professionale, e che lo avessi portato a casa mia.
“Severus, Connor è venuto qui perché sapeva l’indirizzo, non perché l’ho invitato io. Tu sei il primo, in tutti i sensi: il primo bacio, il primo con cui ho fatto l’amore, il primo di cui mi sono innamorata, il primo che presento ai miei e il primo che porto a casa.” Gli dissi allora, dandogli in conclusione un bacio umido sulle labbra. “Ora andiamo, altrimenti mio papà scandaglierà la casa alla ricerca di noi due.”
Non credevo fosse così geloso, sapevo solamente che dopo il discorso che avevo fatto per tranquillizzarlo, si era decisamente disteso. Andammo in sala da pranzo, prendendo posto a tavola, e mi sedetti di fronte a lui, mentre Severus era vicino ad Ed.
“Spero che abbiate fame…” fece poi mia mamma, entrando con una teglia fumante di tortelloni.
Iniziammo a magiare e dopo qualche minuto di silenzio mio papà iniziò a parlare, facendo qualche domanda all’uomo di fronte a me.
“Allora Severus, cosa fai nella vita?” chiese interessato, dopo aver ingoiato il boccone.
“Il preside di un college privato.” Gli rispose lui, sicuro. Sapeva mentire alla perfezione… ma quando si trattava di me si vedeva subito la verità nei suoi occhi.
“Lavoro interessante!”
“Scusa se te lo dico, ma hai proprio un nome strano!” s’intromise allora Ed, facendo ridere me e mia sorella.
“È latino.” Disse semplicemente Severus, pulendosi le labbra con il tovagliolo e posandolo compostamente sulle gambe.
“Pff, Ed, tu hai solamente amici con nomi banali... tipo Josh, John e Rick. Secondo me è un nome originale, non strano. Pensa che io avevo un amico che si chiamava Balthazar, credo che quello si possa definire strano!” rimbeccò Becky, e Ed alzò gli occhi al cielo, mettendo poi una mano sul braccio a Severus.
“È un consiglio amico: non sposarti, mai.” Fece con tono serio, e tutti scoppiarono a ridere. Beh, tutti, Sev aveva solamente alzato un angolo della bocca.
Il pranzo passò poi tranquillo, parlando del nuovo progetto di lavoro di Ed. Ormai la terza portata era finita, arrosto con patate annesse. Tutto era squisito, era da tempo che non facevo un pranzo così ricco! Non vedevo l’ora di assaggiare nuovamente il dolce natalizio di mia mamma, era una meraviglia…
~☆~
Piton non aveva mai partecipato ad un pranzo di Natale, quello era il primo, e non era del tutto spiacevole. La famiglia di Mia era molto unita, molto diversa dalla sua. Se la sua si fosse potuta definire famiglia… una moglie sottomessa, un marito ubriaco e un mocciosetto troppo magro. Non era il caso di rivangare certi ricordi, portavano solamente tristezza, e adesso voleva pensare al presente.
Non poteva fare a meno di notare la serenità di Mia, era felice, sembrava euforica. Stranamente si sentì avvolto dal calore familiare di quelle persone, lo avevano trattato come un amico di lunga data e per la seconda volta in quel giorno il suo animo fu scaldato da una punta di felicità.
Ovviamente la sorella e la madre di Mia erano, in qualche modo, sempre in allerta: cercavano di captare un qualsiasi sguardo d’intesa fra lei e lui.
La signora Holmes era veramente un’ottima cuoca, anche se sarebbe scoppiato di lì a poco… non era abituato a mangiare così tante portate: due primi, un secondo e mancavano ancora frutta e dolce, da quello che aveva detto.
Infatti, dopo aver tolto i piatti, tornò dalla cucina con un dessert che non aveva nemmeno mai visto.
“Severus, ora assaggerai il mio cavallo di battaglia: è un dolce italiano, gli inglesi non se lo sognano nemmeno di notte.” Disse lei fiera, appoggiandolo sulla tavola.
“È buonissimo!” fece poi Crystal, battendo le manine, entusiasta.
“Mi dispiace, sono sazio.” Rispose Piton, appoggiandosi allo schienale della sedia.
“Suvvia, ho visto quanto hai mangiato… un uccellino mangia di più! Una fettina non ti ucciderà!”
“Va bene, ma piccola.” Si arrese infine. Meglio non contraddirla, mai rifiutare il cibo di un’italiana…
“Ma sì, Severus, il posto per il dolce si trova sempre!” aggiunse Mia, facendogli l’occhiolino e rubando un po’ di crema con l’indice, per poi portarsela alle labbra per gustarsela.
In quel momento Piton si sarebbe sporto verso di lei e le avrebbe leccato l’indice e le labbra, per poi terminare con un bacio passionale. Ma stette fermo al suo posto, limitandosi a fare un piccola risatina. Si sarebbe rifatto la sera…
~☆~
“Allora… adesso noi donne sistemiamo la cucina, voi fatevi due chiacchiere fra uomini e poi apriamo i regali, va bene?” disse mia mamma, dopo che avemmo finito di mangiare  mandarini. Ovviamente Severus aveva evitato la frutta, in effetti non era abituato a mangiare molto…
“Agli ordini, mia signora.” Rispose mio papà, alzandosi da tavola e imitando un soldato, portandosi una mano alla fronte. Era sempre il solito!
“Forza, andiamo a bere uno scotch.” Aggiunse poi, portando in soggiorno Ed e Severus.
Prima che scomparissero dietro l’angolo, vidi Sev lanciarmi un’occhiata. Sembrava una richiesta d’aiuto, ma in risposta gli sorrisi soltanto: di certo non sarebbe morto!
“Ehm, ehm…” tossicchiò Becky. “Crystal, perché non vai in cucina ad aiutare la nonna, io e zia Mia sparecchiamo la tavola e poi portiamo tutto per di lì.”
“Sì, mamma.” Disse lei, scendendo dalla sedia.
“Grazie tesoro.” 
Quando Crystal chiuse la porta scorrevole alle sue spalle, mia sorella mi guardò con uno sguardo fiero.
“La mia sorellina ha trovato un fidanzato!” fece poi, battendo le mani felice.
“E se fosse solo un amico?” ribattei io, sfidandola.
“Mia, Mia… è evidente: ti ha osservato per tutto il pranzo, ti stava mangiando con gli occhi. Dovevi vedere lo sguardo che aveva quando gli hai fatto l’occhiolino! Comunque hai un succhiotto dietro l’orecchio…”
“Oh cavolo! E se papà l’avesse visto?” le domandai subito, mentre il terrore iniziava a prendere possesso del mio corpo.
“No, tranquilla, l’ho visto solo adesso perché i capelli si sono spostati. Però è un gran pezzo di Marcantonio il tuo Severus!” ridacchiò infine, facendomi sorridere innamorata.
“Può sembrare un po’ freddo, però con me è sempre attento, e dolce, e premuroso… lo amo con tutta me stessa.”
“Ohhh, che carini… e com’è a letto?” domandò poi maliziosa, aveva uno sguardo da serpe.
“Te lo riassumo in una parola: wow.” Risposi sincera, facendola ridere.
“Sai, sono felice che tu ci vada a letto, perché non sapevo che regalo comprargli per Natale, quindi l’ho preso doppio a te. Uno lo aprirai con tutti e uno lo aprirai a casa…” fece lei misteriosa, anche se ormai mi ero fatta un’idea del suo regalo…

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Spazio autrice
Buonasera a tutte! 😄
Bene, siamo a quota 12... magari se avessi iniziato a pubblicare più tardi il capitolo sarebbe arrivato giusto per Natale, ma pazienza, siamo sempre nel periodo natalizio. 🎄😉
Come vi è parso Severus al pranzo di Natale? Secondo me se l'è cavata egregiamente, ma non è ancora finita la giornata, e questo lo scoprirete nel prossimo capitolo... vi do un piccolo assaggino: una serata piccante e un pianoforte... 😏
Lasciatemi come al solito un commentino per sapere se è di vostro gradimento la storia.
Alla prossima! 😊

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