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Capitolo VIII

Erano ormai passate due settimane dal bacio sulla guancia che avevo dato a Severus, e tutto era rimasto nella norma, non eravamo mai tornati sull'argomento, anche se evitava ogni contatto fisico con me, rimaneva sempre ad una distanza di sicurezza...
Fortunatamente la merce non era arrivata, ma se quello che aveva detto il capo era giusto, l'indomani sarebbe stato il giorno x, quindi dovevo andare per forza al negozio: di sicuro avrei guardato se ci fosse stato il bastardo o se magari ci fosse stato il titolare... 
Ero in camera mia, ad annoiarmi a morte: nel mattino avevo fatto un camminata al parco, dato che aveva nevicato e mi ero divertita a guardare i bambini giocare con la neve. Se non avessi avuto vent'anni più di loro, mi sarei unita ai piccolini!
Ed ora non sapevo cosa fare, ero distesa sul letto a rigirarmi i pollici, forse potevo andarmi a fare una doccia calda, visto che mi stavo pure congelando...
~☆~
Piton era confuso, non sapeva più cosa pensare riguardo a Mia, dal giorno in cui gli aveva dato quel bacio aveva fatto di tutto per non sfiorare la sua pelle.
Continuava a tornargli alla mente il contatto delle labbra morbide con la sua guancia, quando la guardava sentiva una specie di formicolio allo stomaco. Doveva smetterla di pensarci, era solo una stupidaggine, non gli era mai successa una cosa del genere.
Il suo profumo lo irretiva, mentre le passava vicino respirava sempre a pieni polmoni l'aria che lo circondava. Era successo qualcosa la sera in cui lo aveva abbracciato, ma non sapeva cosa! Anzi un'idea se l'era fatta, ma non voleva ammetterlo con sé stesso, era un motivo troppo stupido per i suoi canoni.
Lei ora era in camera sua, e lui camminava avanti e indietro per il soggiorno, con le mani intrecciate dietro la schiena, passandosi talvolta una mano tra i capelli. Era inaccettabile il suo comportamento, doveva darci un taglio e togliersela dalla testa!
Ormai aveva persino capito la causa del pianto: Mia nel pomeriggio era uscita per andare al negozio, ma vedendo gli ematomi era stata aggredita, molto probabilmente dal tizio a cui aveva tirato uno schiaffo.
Magari se l'avesse accompagnata tutto quello non sarebbe successo... ma che diavolo stava dicendo? Era pazzo per caso? Aveva bisogno di sciacquarsi assolutamente la faccia con dell'acqua gelida. Si diresse quindi verso il bagno, passando così davanti alla sua camera.
La porta era semichiusa, e si poteva vedere chiaramente il suo interno senza essere visti.
La scena che gli balenò davanti agli occhi gli fece bloccare il respiro in gola: Mia si stava spalmando della crema sulle gambe ed era coperta solamente da un asciugamano striminzito che le arrivava appena sotto il sedere. Doveva allontanarsi da quella porta, anche perché ora, nonostante gli stesse dando le spalle, lei si stava togliendo l'unico pezzo di spugna che la celava al suo sguardo.
Vedeva pian piano le spalle, la schiena e poi si precipitò in bagno, dove mise l'acqua del rubinetto ad una temperatura glaciale.
La serata e la cena passarono tranquillamente, e dopo aver fatto una doccia si coricò sul divano, cercando di prendere sonno. Quella sera sembrava più difficile del solito, ma alla fine ci riuscì, dopo qualche ora.
~☆~
Severus quella sera si era comportato in modo decisamente strano: era stato più scorbutico del solito e aveva evitato persino di guardarmi negli occhi. Ma cosa gli prendeva? Vabbè che magari per uno come lui la mia mossa era stata un po' avventata, ma tenermi addirittura il muso... in quel momento decisi che il giorno seguente avremmo dovuto parlare, magari la sera con calma, alla mattina ero troppo addormentata per fare un discorso serio!
~☆~
Piton era seduto davanti al camino acceso a petto nudo, ma non sentiva freddo, bensì nella stanza c'era un calore che scaldava l'ambiente. Tutto taceva e si sentiva solo il crepitare del fuoco. Ad un tratto la porta scorrevole che separava il corridoio delle camere dal soggiorno si aprì, e da lì spuntò Mia, vestita solo con la sua camicia, che lasciava scoperte le sue bellissime gambe snelle. Gli sorrise maliziosamente e con passi lenti andò a posizionarsi sulle sue di gambe, cingendogli poi il collo con le braccia. Iniziò a dargli baci lenti lungo la giugulare, per poi spostarsi sulle clavicole sporgenti, facendolo sospirare dal piacere. Dopo rimise il viso in linea con il suo, baciandolo con dolcezza, era solamente uno sfregare di labbra; Piton, non pago, approfondì il contatto, facendo entrare la lingua nella sua bocca, intrecciandola subito con quella di Mia e succhiandola delicatamente.
Nel frattempo continuava a carezzarle la pelle delle cosce, avvicinandosi sempre di più alla sua femminilità, finché non la sfiorò con il pollice, facendole emettere un gemito roco, che pose fine al bacio. Lei continuò la sua discesa, con la punta della lingua tracciò delle linee che partivano dal solco tra i pettorali ed arrivavano fino all'elastico dei pantaloni; si inginocchiò davanti a lui, afferrandogli poi i boxer e i pantaloni, tirandoglieli giù e liberando così la sua erezione pulsante. Piton stava per scoppiare: la bocca di Mia soffiava piano sulla sua punta, era a tre millimetri da lui e poi iniziò a leccarlo; lui le prese i capelli, invitandola ad approfondire e lei obbedì, accogliendolo nel sua bocca calda, e a questo gemette di piacere. Era semplicemente in paradiso, sentiva la sua lingua guizzare su tutta la lunghezza, aveva iniziato a succhiare mandandogli brividi per tutto il corpo e sentiva che stava per venire, infatti chiuse gli occhi e si lasciò andare, raggiungendo finalmente l'apice del piacere.
Piton si svegliò di colpo, ansimante, era disteso sul divano e con lui non c'era nessuno, era stato solo un sogno. Peccato che avesse avuto i suoi effetti, dato che guardando in basso si notava un rigonfiamento nei pantaloni e mettendosi a sedere sentì qualcosa di caldo nei boxer: era venuto come uno stupido adolescente nelle mutande, davvero imbarazzante... nonostante si fosse liberato però, restava comunque eccitato, quindi prima che Mia lo vedesse in quello stato doveva assolutamente farsi una doccia fredda, per calmare i bollenti spiriti.
~☆~
Quella mattina mi svegliai di pessimo umore: anche se mancava un giorno alla vigilia di Natale ero agitata. I regali per i miei genitori e per mia sorella li avevo comprati, mancava ancora quello per Severus e oggi con una probabilità del 90% sarei dovuta andare al negozio, con una paura di rivedere Connor che era pari al 100%... perché non potevo avere una vita normale, con un ragazzo amorevole, un gatto, una casa e nessuno spasimante?
Tutta la mattina la passai nel far nulla più totale, continuavo a guardare lo schermo dell'I-phone con il terrore che arrivasse un messaggio o una chiamata del capo. Dovevo anche parlare con Severus, riguardo all'altro giorno, ma oggi sembrava anche più di buonumore. Mi riguardava negli occhi ed era tornato quello di prima, con le sue frecciatine divertenti. Magari gli era passato tutto...
Dopo pranzo mi misi sul divano, per guardare un film, sempre con il cellulare in tasca, mentre lui era seduto su una sedia, a leggere un libro; ero a metà del primo tempo quando mi vibrò la coscia e per lo spavento sobbalzai; lo estrassi e guardai il messaggio.
Ehi Mia, è arrivata la merce, come ti avevo detto!
Mi sbattei una mano sulla fronte sbuffando. Dovevo andare al negozio, ma almeno questa volta ero sicura fosse lui, dato che aveva accennato a quello che mi aveva detto.
"Severus, devo andare al negozio." Feci allora preparandomi, e lui alzò la testa dalle pagine che stava leggendo, poi venendomi incontro.
"Perché?" domandò solamente, aspettando che rispondessi.
"È arrivata della merce, devo andare a segnarla." Gli dissi, chiudendomi il giubbotto.
"Sei già andata due settimane fa." Fece lui, sembrava non volesse farmi uscire. Ma cosa gli stava prendendo?
"Era stato solo un falso allarme." Gli risposi amaramente, cercando la borsa. Ma si ricordava anche quando ero uscita per andare al lavoro?
"Sì, l'ho potuto constatare..." borbottò Severus, accennando ad una smorfia di disgusto.
"Senti se ti faccio tanto schifo, dimmelo, così risolviamo subito la questione." Gli dissi allora, fronteggiandolo. Ma chi credeva di essere?
"Io non ho detto questo." Ribatté lui, sovrastandomi con tutto il corpo. 
"Infatti la tua faccia l'ha detto. Ora se permetti devo andare." Continuai io, cercando di evitarlo. Mi stava facendo perdere tempo e soprattutto non capivo perché si stesse comportando così.
"No." Disse lui, facendomi rimanere allibita. Mi stava facendo perdere la pazienza... "Non sai difenderti, sei debole..." sputò acido.
Ora ne avevo abbastanza... ma chi era per dirmi questo? Lui non sapeva nemmeno cos'era successo quella sera!
"Vai a farti fottere!" feci io spintonandolo di lato e uscendo, sbattendo la porta. Ma che pezzo di merda! Io debole? Se fossi stata veramente debole quel giorno, non avrei reagito e lui mi avrebbe violentata! Che poi, volevo vederlo lui in quella situazione, quel cretino era ubriaco fradicio!
Uscii all'aperto, respirando a pieni polmoni l'aria fredda di Londra, cercando di calmarmi: sarei andata fino al negozio a piedi, avevo bisogno di smaltire tutto il nervosismo e venti minuti di camminata non potevano che farmi bene.
~☆~
Ma cosa aveva fatto? Aveva litigato con Mia per quale motivo? Perché lei doveva andare semplicemente al lavoro? Appena gli aveva detto che doveva recarsi al negozio qualcosa si era mosso nel suo stomaco, un fastidio strano. Gli era tornato in mente il giorno in cui aveva visto tutti quegli ematomi, sicuramente tutto era successo lì. Stava perdendo la pazienza, non voleva che ci andasse, il motivo non era chiaro nemmeno a lui, ma alla fine l'aveva offesa, dicendole che era debole, che non sapeva difendersi.
Era la pura verità, era tornata casa distrutta quella sera! Intanto lei era arrabbiata e l'aveva spinto per uscire, probabilmente non si sarebbero parlati per giorni... 
~☆~
"Salve capo!" dissi entrando nel suo ufficio, dopo aver bussato.
"Ciao Mia, mi dispiace per il disturbo, prometto che le restanti vacanze le passerai tranquille." Mi rispose lui, affabile. Suo nipote era totalmente il contrario...
Mi diressi nello scantinato, questa volta c'erano proprio gli scatoloni ad attendermi, e non viscidi vermi. Mi misi al lavoro, prima iniziavo prima finivo, mi ero detta, ma dopo tre ore ero ancora a metà, avevo catalogato buona parte dei prodotti, ma ne mancavano abbastanza... nel frattempo era venuto anche il signor Hudson a salutarmi, dato che quel giorno sarebbe per le vacanze con sua moglie. Fortunato lui! Però poteva portarsi anche suo nipote... infatti avevo di nuovo paura, ero rimasta sola, fuori c'era buio, lui aveva le chiavi. E poteva entrare quando voleva. Forse Severus aveva ragione, ero debole ed indifesa. Severus... mi faceva male che avesse detto quelle cose di me, ma magari avevo reagito anch'io in modo esagerato.
Mi affrettai e nel giro di una mezz'ora avevo terminato il tutto, ero pronta per andarmene, in velocità presi le mie cose, non mi sentivo per niente a mio agio. Secondo me mi avrebbe incastrato anche quella volta, anche se non c'era nessuno avevo un brutto presentimento...
Salii gli scalini e mi chiusi la porta alle spalle; purtroppo le mie paure si avverarono, infatti sentii una mano gelida premermi sulla bocca, ancora un po' e non sarei riuscita nemmeno a respirare. Mi legò i polsi con una corda grezza e poi mi riportò nello scantinato, buttandomi con poca cura addosso al tavolo. Questa volta non sembrava ubriaco, ma aveva lo stesso sguardo da maniaco, mi faceva ribrezzo.
"Perché non mi lasci in pace?" singhiozzai io, cercando di farlo ragionare.
"Perché? Perché mi domandi? Credo tu possa arrivare da sola alla conclusione: io ti voglio, devi essere mia." Concluse lui, con tono ovvio, anche se di ovvio non c'era nulla.
~☆~
Piton stava iniziando a preoccuparsi, non era da lui essere nervoso per qualcosa, ma lui e Mia avevano litigato, era tardi, quasi le otto, era andata a piedi quindi aveva aspettato per il tempo necessario di un'eventuale camminata, ma comunque era in un ritardo pazzesco. Alla fine decise di smaterializzarsi, doveva assicurarsi che fosse tutto apposto. Si mise il cappotto e girò su sé stesso, chiudendo gli occhi, per poi riaprirli quando arrivò nel vicolo buio dietro il negozio. La porta era semiaperta, non era un buon segno, quindi entrò con cautela, cercando di captare qualche rumore; non sentiva niente, però dallo scantinato proveniva una luce fioca, era ancora lì, e decise di andare a vedere se stava bene.
Entrò e rimase sconvolto: Mia era rannicchiata a terra con le braccia legate dietro la schiena, la felpa era sul pavimento e lei aveva solo il reggiseno e i pantaloni addosso, mentre l'uomo che l'aveva importunata anche quando lui era presente stava sopra di lei, stringendole con forza il viso che era rigato di lacrime.
Si precipitò da loro, prese quel pervertito per il bavero della camicia e lo scaraventò contro la parete opposta, chinandosi poi per aiutarla. Le slegò i polsi e le tolse il bavaglio, ma poi Mia indicò un punto alle sue spalle, Piton si girò di scatto e gli arrivò un cazzotto in pieno viso, che lo fece cadere a terra con un labbro sanguinante.
Si rialzò per fronteggiarlo, ora era una questione fra lui ed il tizio: gli ritornò il pugno, dandogliene altri, fino a stenderlo al suolo, agonizzante. Si rimise subito in piedi, pensava volesse un altro round, ma a quanto pareva il vigliacco aveva altri programmi, dato che era corso via.
Tornò quindi da Mia, aiutandola ad alzarsi e porgendole la felpa, in religioso silenzio. Per fortuna non era arrivato troppo tardi.
"Scusa, Severus, avevi ragione, sono debole, non so difendermi..." gli disse lei, asciugandosi le ultime lacrime presenti sulle sue guance.
Lui non le rispose, strinse solamente le labbra, facendo riaprire così la ferita.
"Non ho l'auto." Fece poi lei, sussurrando quasi quelle parole. Notò che stava tremando dal freddo quindi decise di muoversi.
"Ci smaterializzeremo. Andiamo fuori. Ora." E dicendo così le prese il polso, portandola di sopra e successivamente nel vicolo. "Pronta?" fece poi, porgendole la mano.
"No, ho paura." Gli rispose Mia, incrociando le braccia al petto e stringendole per riscaldarsi.
Di certo non potevano tornare a casa a piedi, faceva troppo freddo e c'era troppo da camminare, non aveva voglia di fare il viaggio di ritorno fra la neve... pensò in fretta, e arrivò ad una sola conclusione.
"Chiudi gli occhi." E si avvicinò a lei, dopo che ebbe obbedito, abbracciandola e tirandola a sé. "Tre, due, uno..."
Pop! E si ritrovarono sani e salvi nell'appartamento.
~☆~
Ero aggrappata con tutte le forze a Severus, ci eravamo appena smaterializzati ed io stavo tremando sia per il freddo che per la paura. Se non fosse arrivato in tempo, io in quel preciso istante sarei stata ormai... non riuscivo nemmeno a pensarlo, mi faceva troppa impressione. Mi staccai da lui e notai che aveva un labbro sanguinante e stranamente sotto il cappotto aveva una t-shirt nera, invece della solita camicia. Volevo riabbracciarlo, avevo una paura continua che mi potesse accadere qualcosa, mi sentivo al sicuro tra le sue braccia. Andai a sedermi ancora scossa, ero scampata per puro miracolo, e sentivo che Severus, dopo essersi pulito il labbro e aver messo la teiera sul fuoco, stava armeggiando con la tazza per il the. Aveva già fatto molto per me, non doveva sentirsi obbligato a prepararmi qualcosa di caldo; mi alzai per fermarlo, prendendogli il braccio e cercando di accampare qualche scusa.
"Non serve, d-davvero, posso fare io..." iniziai a blaterare, afferrando con le mani tremanti il suo polso. "Fermo, i-io, io, io..." e alla fine crollai, cominciando di nuovo a piangere.
Lui mi sostenne, e così sprofondai nel suo abbraccio, sfogandomi. Se tenevo gli occhi chiusi tutte le immagini dei momenti orribili che avevo appena vissuto tornavano prepotenti, facendomi singhiozzare.
"Sshhh, calma, è tutto finito..." mi consolò lui, dandomi dei colpetti sulla schiena.
Alla fine mi staccai, tornando a sedermi, appoggiando i gomiti sul tavolo e nascondendo il volto nelle mani.
"Dovresti andare alla polizia." Suggerì poi Severus, posandomi davanti la famosa tazza di the, anche se non avevo voglia di berlo.
Andare dalla polizia? Sì, perfetto, così quel deficiente avrebbe continuato peggio di prima...
"No. Parlerò con il capo." Gli risposi, alzando la testa e guardandolo. 
"Come preferisci..." disse lui, alzando le spalle. "Bevi, ti rilasserà."
Io scossi la testa, non ne avevo proprio voglia... volevo solo rimanere fra le sue braccia, magari addormentarmi con lui sotto il piumone. Severus era seduto di fronte a me, ed in quel momento ebbi un'idea totalmente folle; mi alzai e andai davanti a lui, posandogli poi una mano sulla guancia.
Mi sporsi leggermente e appoggiai le mie labbra sulle sue, dandogli un leggero bacio a stampo.
"Grazie per quello che hai fatto..." gli sussurrai poi, iniziando a togliere la mano dal suo viso.
Lui non disse nulla, mi guardava solamente negli occhi, pensavo che come minimo mi avrebbe dato della pazza, ma invece mi stupì: mi ritrovai le sue labbra premute sulle mie, teneramente, e in quel momento mi attirò verso lui, lentamente, fino a farmi sedere sulle sue ginocchia.
Era sensuale il suo modo di fare, non stava forzando i miei tempi, forse aveva capito che ero impacciata; mi stavo rilassando, avevo posato le mie mani sul suo petto, mentre le sue erano ancorate ai miei fianchi. Mi passò la punta della lingua sul labbro inferiore, per domandare l'accesso, ed io le schiusi, facendola entrare; si intrecciò subito alla mia ed iniziò a baciarmi con passione, anche se non in modo rude, non pensavo che un bacio potesse essere così eccitante... solo in quel momento capii perché Belle era stata così contenta dell'avventatezza di Sirius. Quello era il mio primo bacio ed era magnifico, così romantico e sensuale, Severus aveva un sapore particolare, sapeva di menta e qualcos'altro che non riuscivo a capire, forse un retrogusto dolce, di the.
~☆~
Finalmente i sogni di Severus si stavano realizzando: e lui che pensava di non parlarle per giorni perché lei era arrabbiata! Mentre approfondiva il bacio, fece scivolare le braccia intorno alla sua vita, attirandola a sé; pian piano l'eccitazione lo stava pervadendo, ma non doveva spingersi troppo oltre, dato che Mia era ancora scossa, magari non era pronta per quello che voleva lui. Era il bacio più lento e romantico della sua vita, non lo aveva mai fatto così, il lungo scontro di labbra e di lingue a volte era interrotto da piccoli baci a stampo, e quando si ritrovò senza fiato si staccò da quella bocca invitante, passando alla pelle morbida del collo, lasciandole una scia umida che la fece rabbrividire.
~☆~
Stavo cercando di riprendere fiato dopo quel bacio spettacolare, ma Severus mi stava rendendo il tutto più difficile, dato che continuava a lasciarmi baci bagnati su tutta la lunghezza del collo. Volevo anch'io farlo impazzire, praticamente io non stavo facendo nulla, anche se sentivo che lui era eccitato... quindi mi sporsi un po' posandogli un semplice bacio dietro l'orecchio, per poi mordergli il lobo delicatamente. Severus si fermò, sospirando, ed io ne approfittai per abbracciarlo, poggiando la testa sulla sua spalla. Lo desideravo con tutta me stessa, e quella sera avrei coronato le mie fantasie più romantiche...

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Spazio autrice
Ed ecco qui il capitolo con la svolta! Spero vi sia piaciuto, e vi prego, non uccidetemi per l'aggressione a Mia, credo di essermi riscattata con il bacio ;)
Ora come continuerà? Ci sarà un seguito fra i due o Severus si fermerà per non forzare Mia che è ancora sconvolta? Lo scoprirete nel prossimo capitolo... Bye bye! 👋

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