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Capitolo VI

Dopo un anno di duro lavoro erano arrivate finalmente le benedette vacanze natalizie, tre settimane di puro relax. Almeno era quello che pensavo prima dell'arrivo dei nostri ospiti particolari...
Tutto procedeva tranquillamente, Belle si dava alla pazza gioia con Sirius, anche se l'avevo avvertita: non volevo sentire nulla dei loro incontri, quindi le avevo suggerito di usare un Muffliato, se proprio non riuscivano a trattenersi...
Io comunque potevo ritenermi soddisfatta: in due settimane ero riuscita ad avvicinarmi un po' di più a Severus, ora per ingannare il tempo parlavamo abbastanza, riuscivamo a fare discorsi senza che lui mi punzecchiasse... dovevo ammetterlo, certe volte era veramente sfiancante. Ero riuscita persino a scorgere più aspetti del suo carattere: come sempre era introverso, ma in alcuni momenti aveva persino sorriso, quindi c'era un briciolo di serenità nel suo animo! Poi il periodo natalizio contribuiva a sollevarmi decisamente il morale e quel giorno avrei fatto l'alberello di Natale, non vedevo l'ora... il mese di dicembre era perfetto: l'appartamento al calduccio, l'albero pieno di colori vicino al pianoforte, il profumo di biscotti appena sfornati, tutto sapeva di casa.
Nello stesso giorno però sarebbe partita anche Belle, quindi rimanevamo solamente io e Severus, non che mi dispiacesse, ma mi mancava ogni volta che partiva. Quest'anno aveva optato per la pace assoluta della neve, e sarebbero state le vacanze più romantiche della sua vita, dato che ci andava con Black.
Era mattina, ci eravamo appena svegliati e la mia migliore amica stava finendo di preparare le valigie, mentre io stavo riepilogando mentalmente tutto il programma della giornata, anche se poi decisi di dirlo a Piton; avevo però un vago presentimento che non avrebbe approvato proprio tutto...
"Hei, Severus, abbiamo un po' di cose da fare oggi!" iniziai io, mettendomi davanti a lui, per essere sicura di essere ascoltata.
"Abbiamo? Vorrai dire hai." Mi corresse lui, subito dopo che ebbi finito la frase. Nel frattempo Sirius era appoggiato allo stipite della porta ed osservava la scena, già divertito.
"No, abbiamo. Devi aiutarmi con le decorazioni e con l'albero di Natale. Mica posso fare tutto da sola!" ribattei io, mentre Sirius scoppiava a ridere e Severus si massaggiava le tempie.
"Tu sei completamente pazza!" mi disse Piton, scuotendo il capo.
"Se riesci a convincerlo ti costruisco un monumento!" intervenne in quel momento Sirius, dandomi un pacca sulla spalla.
Io annuii sorridendo, mentre Severus sbuffava infastidito, era sempre il solito sbruffone Black, però ultimamente mi faceva anche ridere con le sue battute, era divertente quando non derideva il suo compagno secchione, come amava chiamarlo lui.
"Dai andiamo, ho finito di preparare, è tutto pronto!" fece poi Belle, acchiappando per il braccio il suo nuovo amore e spingendolo verso la porta. Dopo venne da me e mi diede un abbraccio stritola ossa, come ogni volta che non ci dovevamo vedere per giorni.
"Fai pupazzi di neve anche per me, mi raccomando..." ridacchiai io, staccandomi.
"Puoi giurarci... comunque sei hai bisogno di sfogarti riguardo quel verme chiamami subito, ok?" mi disse lei, preoccupandosi. Due giorni dopo quello che era successo al negozio mi ero confidata con lei e per poco non aveva preso le chiavi dell'auto per andare da Connor e prenderlo a schiaffi, mi ero dovuta mettere fra lei e la porta...
Comunque annuii, per farla stare tranquilla, anche se non l'avrei disturbata durante le vacanze, doveva godersele.
"E trattala bene, tu..." fece poi indicando Severus, che rispose con una smorfia. Infine presero tutti i bagagli e si chiusero la porta alla spalle, lasciandoci da soli, chissà ora come sarei riuscita a convincerlo...
"Ti prego mi aiuti con l'albero? Ti giuro che con le decorazioni mi arrangio..." lo pregai allora, facendo una faccia da cucciolotto, magari avrei smosso il suo cuore di pietra.
Lui parve pensarci un po' su, valutando la mia proposta.
"Poi mi lasci in pace per il resto della giornata?" domandò lui, con un'espressione tra l'esasperato e non so cosa di preciso.
"Sì, sicurissima." Dissi solennemente, mettendomi la mano sul cuore. Forse stavo riuscendo nel mio intento!
"E va bene." Sospirò lui, alzandosi come un condannato a morte, però ce l'avevo fatta!
L'albero l'avevo già tolto dallo scatolone, purtroppo non potevo averne uno vero nell'appartamento... Sicuramente mia mamma lo stava addobbando in quel preciso istante e stava costringendo anche mio papà a darle una mano...
Accesi lo stereo e iniziarono così a risuonare per il soggiorno i brani di Natale di Michael Bublè, li adoravo! Mi trasmettevano tanta tranquillità e gioia, e inoltre amavo il suo modo di cantare.
"È proprio necessario?" brontolò Severus, che ovviamente aveva qualcosa da ridire anche sulla musica.
"Sì, è tradizione ormai, albero è uguale a canzoni natalizie." Gli risposi io passandogli alcune palline da tenere, che prese sbuffando, mentre finivo di sistemare omogeneamente le luci sui rami.
Nel frattempo canticchiavo Jingle Bells e agganciavo gli ornamenti, guardando Severus: era veramente buffo, con la fronte corrucciata che cercava di infilare il gancetto di plastica nella pallina, e infine ci riusciva e l'appendeva dopo aver mugugnato qualcosa a denti stretti.
~☆~
Non poteva essersi abbassato così tanto, non lui! Forse nel the ci aveva messo troppo zucchero... ed ora si trovava ad addobbare un albero di Natale, per Salazar! Lui non lo aveva mai fatto, a Spinner's End non c'era spazio per la magia del Natale. Cominciava a stargli simpatica Mia, doveva ammettere che era un po' pazza però, più che pazza era strana, con la testa fra le nuvole. Ed aveva il potere di convincerlo ogni volta che lo pregava di aiutarla: ma come faceva? Inoltre era sempre divertente stuzzicarla, lei ultimamente però non ci faceva nemmeno caso e talvolta gli mostrava la lingua per ripicca, cosa che lo faceva innervosire, e lei lo sapeva.
Continuava ad appendere stupide palline colorate, prima o poi avrebbe finito! Si stava pentendo di aver acconsentito, ma una giornata di tranquillità era impagabile...
~☆~
"Guarda che spettacolo... potresti aprire un attività specializzata in preparazione di alberi di Natale!" scherzai io, guardando l'albero finito e dando a Severus un pugnetto sulla spalla.
"Ribadisco quello che ho detto precedentemente: sei pazza." Mi rispose lui, sedendosi sul divano. "Ora se permetti, ho un'intera giornata di pura tranquillità."
Io ridacchiai e poi iniziai a sistemare soprammobili natalizi vari sulle mensole, anche se smisi poco dopo, dato che era ormai ora di pranzo. Finii l'opera nel pomeriggio ed a lavoro concluso mi guardai intorno soddisfatta: tutto era colorato, a parte una macchia nera sul divano. Gli avevo prestato un libro e sembrava apprezzarlo, ovviamente non era un romanzo rosa, altrimenti mi avrebbe cruciato...
Anche se avevo pulito l'appartamento appena il giorno prima, dovetti di nuovo usare l'aspirapolvere per eliminare tutti gli aghi di plastica che l'albero aveva perso. In quel momento mi avrebbe fatto comodo una magia di Severus, due secondi e tutto tornava perfetto, ma lui non accennava ad alzare un dito.
Quando finalmente finii mi sedetti davanti al mio amato pianoforte ed aprii il coperchio, ma non feci nemmeno in tempo a sfiorare la tastiera che squillò il cellulare, era un messaggio, magari era Belle che mi aveva aggiornato sull'arrivo. Guardai lo schermo e spalancai gli occhi: era il mio capo, dovevo andare al negozio perché c'era della merce. Ma se mi aveva detto che arrivava per il ventitré! Boh, andarli a capire gli uomini... anche se era più comodo che fosse giunta in anticipo, almeno non sarei dovuta andare il giorno prima della vigilia di Natale.
"Io esco per un po', c'è della merce che devo segnare." Dissi allora a Severus, preparandomi, e lui annuì solamente, senza sprecare fiato.
Scesi con il mio amico ascensore e mi diressi verso il negozio: faceva veramente freddo, e mi pentii di aver messo solamente il giubbotto sopra la camicetta, sarebbe stato meglio indossare anche un maglioncino... c'era un tempo da lupi, era questione di giorni e poi ci sarebbe stata una nevicata con i fiocchi!
Entrai infreddolita dalla porta sul retro e notai che c'era anche il capo lì, visto che l'auto era parcheggiata fuori; senza disturbarlo mi diressi subito nello scantinato e accesi la luce, alla ricerca degli imballaggi, ma non trovai niente: ma che scherzo era quello?! Avevo fatto un viaggio per niente? Ma soprattutto, il mio capo era impazzito?
Vagai un po' per la stanza per vedere se erano stati messi in un angolino, ma pareva che non ci fosse niente. Mentre controllavo sotto il tavolo, mi si fermò il respiro e il mio cuore perse un battito: qualcuno mi aveva preso per i fianchi e potevo anche immaginare chi fosse: Connor. La bocca dello stomaco mi si chiuse, ero presa dal terrore: lì c'eravamo solo io e lui, era venuto con la macchina di suo zio e mi aveva mandato lui il messaggio dal telefono dell'ufficio! In pratica poteva farmi quello che voleva, ero totalmente indifesa e per di più il suo alito puzzava di birra, non che fosse ubriaco, ma di certo non era lucido. Aveva il bacino incollato al mio sedere e, come per la sera in cui mi aveva dato un bacio sul collo, sentivo chiaramente che era eccitato.
"Visto che continui a rifiutarmi, mi prenderò da solo quello che mi spetta..." soffiò poi lui contro il mio orecchio, facendomi rabbrividire dalla paura, mentre la sua mano era diretta verso la zip dei miei pantaloni. Stupida anch'io, avrei potuto tenere il giubbotto invece di lasciarlo all'ingresso, magari avrebbe avuto più difficoltà ad abbracciarmi e a raggiungere i pantaloni anche. Ma poi, prendersi quello che gli spettava... Ma cosa pensava, che fossi di sua proprietà? Ma era scemo?!
"Lasciami stare!" gli ordinai io, cercando di dimenarmi, ma lui era troppo forte e non riuscivo a liberarmi.
"Taci puttana!" mi rispose lui, arrabbiandosi. Ora mi chiamava pure puttana? Era lui quello che mi stava per violentare, non ero andata lì per lui!
Mi veniva da piangere, mi aveva aperto la cerniera dei pantaloni, ma si era momentaneamente spostato, passando alla camicetta. Mi maledissi per l'ennesima volta: non potevo mettere una felpa quel giorno? Mi aveva voltato e mi trovavo la sua faccia davanti alla mia: sembrava un animale, le pupille iniettate di rosso e lo sguardo da pazzo: altro che non lucido, era ubriaco fradicio!
Cercò di baciarmi ma mi scansai, girando la testa di lato, e lui, dopo aver grugnito arrabbiato, iniziò a mordermi e succhiarmi il collo, come una belva, tremavo dalla paura e dal male, sembrava che mi stessero marchiando a fuoco, sentii anche qualcosa di caldo scivolarmi sul collo, forse del sangue. Slacciava un bottone e mi mordeva la pelle; arrivò al secondo e ormai il mio seno era alla sua mercé, infatti lo prese stringendolo, fino a farmi male, nonostante la stoffa sentii le dita sprofondare nella mia carne. Ero perduta ormai, la mia mente era annebbiata dal dolore, ma ebbi uno sprazzo di lucidità: mio papà mi ripeteva sempre quand'ero più piccola 'Ricordati Mia, un calcio e via.' e così feci. Gli tirai una ginocchiata in mezzo alle gambe, facendolo cadere agonizzante a terra; in fretta e furia mi chiusi i pantaloni e la camicetta, correndo a perdifiato all'uscita, dove agguantai il giubbotto e corsi in auto, mettendola subito in moto e fuggendo da lì. Mi faceva male ovunque e il collo bruciava da morire, appena arrivata a casa sarei dovuta correre in camera e mettermi un maglione con il collo alto, non volevo che Severus mi vedesse così.
Parcheggiai nel garage sotterraneo e salii, entrando poi senza salutare e filando subito nella mia stanza: ma perché capitavano tutte a me?
Quando tornai in salotto vidi che Severus aveva preparato la cena, anche se semplice, delle bistecche e dell'insalata, ma almeno era stato carino a pensarci lui.
"Buonasera." Mi disse, invitandomi a sedere con un cenno del capo. "È galateo salutare appena si entra in una stanza, non lo sai?" continuò poi, facendomi un sorrisino di scherno.
Invece di infastidirmi, il suo tono mi sollevò il morale, la sua voce mi faceva sentire al sicuro.
"Scusa, dovevo andare un attimo in camera mia, avevo freddo, mi serviva un maglione." Gli risposi allora, prendendo posto e iniziando a mangiare. Stetti zitta per tutta la cena, non avevo molta voglia di conversare... ed appena finii di sistemare in cucina mi barricai in camera.
~☆~
Piton era sorpreso: Mia non aveva aperto bocca nemmeno una volta durante la cena, evento più unico che raro. Lei parlava sempre, anche se non aveva argomenti interessanti su cui discutere. Era strana quella sera, sembrava triste; era ancora chiusa in camera e non sembrava intenzionata ad uscire, quindi andò a prepararsi per la notte.

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Spazio autrice
Salve a tutte! :)
Non cruciatemi per la scena di violenza a discapito di Mia... ma mi serviva per far evolvere il rapporto tra lei e Sev. Vi è piaciuto il capitolo nell'insieme? Comunque non preoccupatevi, il prossimo sarà molto più dolce. 💝
Alla prossima! 👋

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