Capitolo I
"Mia, lancia uno stupeficium!" urlò Hermione, deviando in quel momento un lampo di luce verde che giungeva da destra. Io ero molto concentrata, ma loro erano veramente troppi: il mio braccio era indolenzito e la bacchetta vibrava per i troppi incantesimi lanciati.
Improvvisamente un nemico mi disarmò, facendo volare a parecchi metri di distanza il mio prezioso legno. Oramai ero perduta, aspettavo il colpo definitivo da un momento all'altro, ma non fu così: qualcuno mi si gettò addosso, mi sentii protetta da un corpo virile e una fragranza mascolina entrò nelle mie narici.
Aprii gli occhi che avevo chiuso per lo spavento e incontrai i suoi, così vicini e maledettamente tenebrosi. Il mio viso stava azzerando la distanza fra di noi e...
"Mia, sveglia!!!! Arriverai in ritardo se non ti dai una mossa, oggi abbiamo il turno di mattina!" mi disse Belle, dandomi una cuscinata che mi fece scattare seduta sul letto.
"Ehi che modi! Ora mi alzo. Stavo facendo un sogno stupendo... ero una strega ed ero nel mondo di Harry Potter..." feci io con aria sognante, mentre a fatica mi dirigevo in bagno.
Lei mi guardò ridacchiando e scuotendo la testa.
"Sei sempre la solita, e qualcosa mi dice dal sorriso ebete che ti trovi stampato in faccia che c'entrava Piton..." mi rispose lei, strizzando l'occhio e scomparendo in cucina, per fare colazione. Era sempre la solita... ma ormai mi conosceva troppo bene!
Dopo essere entrata in bagno mi guardai allo specchio, osservando il mio riflesso, ancora mezzo assonnato: perché non potevo essere anch'io una strega? Un colpo di bacchetta e avrei già sistemato la mia ribelle chioma di capelli ed eliminato le occhiaie, che mondo crudele! E invece dovevo armarmi di spazzola e fondotinta, una leggera differenza rispetto ad uno sventolio di bacchetta...
Ero solamente io, Mia Holmes, una normale ragazza di Londra che lavorava in un negozio di articoli potteriani, insieme alla sua migliore amica, nonché coinquilina, Belle Adams. Mi ritenevo anche fortunata, poiché il mio lavoro mi soddisfaceva, visto che ero una fanatica del mondo di Harry Potter: la maggior parte delle volte la mia mente era altrove, precisamente nel mondo magico a destreggiarsi fra incantesimi e pozioni. Uscii dalla stanza dopo essermi messa la divisa del negozio e aver domato i miei capelli, ora sistemati in uno chignon.
Grazie alla mia innata lentezza presi solo una fetta biscottata per colazione dato che ero in ritardo e, insieme a Belle, mi diressi all'Harry Potter Shop. Trovammo un parcheggio per pura fortuna e ci presentammo davanti al nostro capo spaccando il minuto. Lo salutammo e poi aprimmo le saracinesche pronte per una nuova giornata tra clienti superfan del maghetto uscito dalla penna di J.K. Rowling.
La mattinata passò tranquillamente e dopo la pausa pranzo il mio capo mi chiamò nel suo ufficio: chissà ora che avevo combinato!
Lui, vedendo il mio sguardo interrogativo con una vena di preoccupazione, mi sorrise tranquillizzandomi.
"Mia, devi farmi un piacere: io adesso devo partire per una riunione che si terrà a Bristol, quindi mi assenterò dal negozio per oggi; è anche arrivata della nuova merce da esporre, però è ancora imballata. Potresti occupartene tu? È nello scantinato." Mi disse lui, iniziando a prepararsi per il viaggio, mettendosi la giacca e prendendo le chiavi della macchina.
"Certo non si preoccupi! Per il suo ritorno sarà tutto al proprio posto!"
Lui mi ringraziò e a quel punto ci congedammo, poi mi recai nello scantinato, dopo aver avvertito Belle. Scesi gli scalini e accesi la luce.
Per la miseria! Ce n'erano di scatoloni, una ventina quasi! Sicuramente tutto il pomeriggio lo avrei passato chinata sugli imballaggi. Iniziai ad aprire quelli più piccoli e nel frattempo la mia mente vagava come al solito: immaginavo di parlare, di abbracciare, di baciare e magari poi di fare l'amore con... non prendetemi per pazza, ma pensavo sempre a Severus Piton, ero totalmente innamorata del suo personaggio.
Avevo pianto mentre leggevo le pagine di Harry Potter e i Doni della Morte che descrivevano gli ultimi istanti di vita del professore più odiato di Hogwarts, ma amato da me: avevo capito che non era il tipico cattivo e che sotto sotto aveva anche lui un cuore d'oro già dal secondo libro.
Quanto avevo odiato i Malandrini: sempre a schernirlo, soprattutto James Potter; io mi sarei schierata sempre dalla parte di Piton, questo era sicuro. Lo avrei coccolato dopo le prese in giro, facendolo sentire anche per una sola volta amato. Ecco di cosa aveva bisogno la persona burbera qual era Severus: di essere amato.
Nella mia immaginazione ero io quella persona che lo amava incondizionatamente, coccolandolo e tempestandolo di baci ogni volta che ne avevo l'occasione; facevamo di tutto insieme, dalle camminate nel bosco allo stare seduti senza fare niente su una poltrona, e poi il sesso, era una tappa fissa con lui, ovunque e in tutte le situazioni più disparate: in un angolo di Hogwarts mentre passavano gli studenti e noi coperti solo da un Muffliato e da un incantesimo di disillusione. Quello era il mio pensiero preferito... oppure a Grimmauld Place, chiusi nel bagno insonorizzato con tutto l'Ordine al piano inferiore, mentre Sirius Black bussava insistentemente alla porta per cercare di farci uscire da lì, invano... peccato però che fosse tutto solamente nella mia testa e che il mondo magico non esistesse.
Dopo tutti questi pensieri poco casti su Piton arrivai finalmente all'ultimo scatolone: al suo interno era presente un gigantesco peluche raffigurante un serpente; sorrisi vedendolo, anch'io ne avevo uno simile nel mio appartamento, me lo aveva regalato Belle per il mio compleanno. Ne ero stata entusiasta, essendo una Serpeverde sfegatata, chissà perchè... invece la mia migliore amica era una Grifondoro convinta. Noi due eravamo un esempio brillante di convivenza tra casate nemiche...
Tirai fuori dal cartone quell'immenso pupazzo che probabilmente avrebbe reso molto felice qualche bambino, e stavo per gettare via l'immondizia rimasta quando notai qualcosa sul fondo. Afferrai quel piccolo oggetto, ma estremamente curioso: sembrava un ciondolo veramente antico e sul retro c'erano incise delle parole in latino. Magari anche quello faceva parte della merce da esporre, ma assomigliava molto ad un oggetto magico, anche se era umanamente impossibile. Me lo rigirai un po' nelle mani ed infine decisi di provare a leggere quella scritta che mi incuriosiva molto.
"Si leges, ultimae tuae cogitationes verae erint." Ripetei completamente ignara del significato di quello che stavo leggendo.
Quel ciondolo era strano, sarebbe stato venduto in un battibaleno... mi stavo alzando, posando quel pezzo di metallo, quando iniziò a brillare la gemma che era incastonata al centro: forse stavo impazzendo, una pietra non si poteva accendere così dal nulla! Dovetti anche premermi il dorso della mano contro gli occhi, perché via via il bagliore aumentava. Ormai avevo gli occhi totalmente chiusi, e successivamente li aprii, dopo aver sentito un tonfo.
In un primo momento credetti di essere uscita totalmente di senno, tutto quello che stavo guardando in quell'istante era solo frutto della mia immaginazione, forse non avevo digerito il pranzo oppure avevo sbattuto la testa senza rendermene conto: davanti a me erano apparsi Severus Piton e Sirius Black! No no no, stavo sognando, loro non esistevano!
Rimasi non so quanto con la bocca spalancata ad osservarli, mentre loro osservavano me, poi ruppe il silenzio Piton.
"Potrebbe smettere di fissarci come se fossimo dei troll?" disse infatti lui infastidito, e questo commento mi risvegliò dal torpore in cui ero caduta.
"M-ma voi non siete reali! Non esistete!" balbettai in preda alla confusione più totale.
"Come non esistiamo? Signorina ma si sente bene?" fece Sirius, facendomi dubitare di avere tutte le mie facoltà mentali. Non aveva poi tutti i torti, ero completamente rimbambita dalla situazione. Feci un profondo respiro e cercai di calmarmi.
"Allora, voi non siete reali, io sto bene. Siete dei personaggi letterari, per la miseria!" dissi io, ricapitolando le mie idee. "Voi appartenete alla saga di Harry Potter, una serie di libri per ragazzi. Non so come sia potuta accadere una cosa del genere!"
I due uomini continuarono a fissarmi sbalorditi: forse non mi ero spiegata bene...
"Scusi, non ho capito bene... lei m- " iniziò a dire Piton, ma venne interrotto da Black.
"Oh, Mocciosus per la prima volta non ha capito qualcosa..." ghignò infatti, ma subito venne troncato dalla voce molto infastidita di Severus.
"Taci pulcioso! Allora, stavo dicendo, lei mi sta cercando di dire che siamo personaggi di un libro e che il nostro mondo non esiste?"
Io annuii solamente, un po' spaventata dal tono di voce con cui mi aveva rivolto la parola il professore.
In risposta lui si massaggiò le tempie. "Cosa ha fatto negli ultimi cinque minuti?" mi domandò poi, mentre Sirius si sedeva su una sedia lì vicino.
Iniziai a pensare, anche se non riuscivo a connettere il cervello, forse ero leggermente sconvolta...
"Ho svuotato degli scatoloni e ho guardato per un po' un medaglione...il medaglione! Lei sa il latino?" feci io come se avessi avuto un'illuminazione e lui mi rispose affermativamente; come se ci fosse bisogno di chiederglielo!
Presi il medaglione e glielo porsi, sfiorando così la sua mano; aveva la pelle calda ed a quel contatto arrossii leggermente. Cavoli, ero a pochi passi dall'uomo dei miei sogni!
"Allora qui c'è scritto: 'Se leggerai, gli ultimi tuoi pensieri farai avverare'." Tradusse lui, guardandomi intensamente, forse anche un po' troppo, e distolsi lo sguardo, in imbarazzo.
"Non mi dica che ha letto senza sapere cosa stesse leggendo!"
"Ehm sì..." risposi colpevole. Ma scusa, che diavolo ne sapevo io di tutta questa roba!
Lui sbuffò spazientito, mentre io mi allontanavo, sovrappensiero. A quel punto si alzò Sirius, che fino a quel momento era rimasto in disparte.
"Ma dai, Piton, perché sei così nervoso? Ti ricordo che siamo morti!"
"Appunto, preferivo restare dov'ero!" "Sei sempre il solito stupido moccioso..." lo stuzzicò Black, facendolo innervosire ancora di più.
Iniziarono a discutere, e il padrino di Harry cominciò a spingerlo, presto sarebbero arrivati alle mani, di sicuro. Dovevo intervenire al più presto, non era un ring quello!
"STOOP!!!!" urlai io, facendoli smettere all'istante.
"Potreste comportarvi da persone civili?!? Adesso state fermi, devo andare a chiamare una persona." E detto questo mi diressi verso il piano superiore, per chiamare Belle. Giuro su Dio, la mia testa stava scoppiando!
Arrivai e vidi che stava chiudendo il negozio, era ormai ora di chiusura ed io non me ne ero resa conto. Appena mi vide mi venne incontro.
"Hei, ma ti eri addormentata lì sotto? Pensavo di venire giù a chiamarti!" mi disse lei, sorridendo.
Addormentata? Questa sì che era buona! Non avrebbe mai immaginato cosa mi fosse successo lì sotto!
"Non esattamente... ci sono due persone che vorrei presentarti..."
Lei mi guardò interrogativa, ed io la condussi nello scantinato, speravo solo che non si fossero azzuffati quei due!
Entrammo e per fortuna tutto era normale, se si poteva definire normale avere due personaggi totalmente inesistenti nel sottoscala!
"Bene, eccoci qui. Professor Piton, Signor Black, questa è Belle Adams, la mia migliore amica." Feci io, passando subito alle presentazioni, guardando attentamente la mia coinquilina.
Lei rimase a bocca aperta, come me, e allora iniziai a spiegarle tutto, mostrandole il ciondolo, la scritta latina e dopo un silenzio di alcuni attimi, riuscì a parlare.
"E quindi, che facciamo ora? Non possiamo lasciarli qui, li portiamo nel nostro appartamento?"
In effetti io non ci avevo ancora pensato, ma era l'unica opzione possibile.
"Sì, non ci sono altre possibilità...seguiteci, ora vi porteremo nel nostro appartamento; starete con noi fino a quando non troveremo una soluzione." Conclusi, facendo un piccolo sorriso. Piton fece una smorfia e Sirius sembrava contento dopotutto.
"Scusi, signorina..." iniziò Severus, schioccando le dita, per farsi dire il mio nome; in effetti con tutto il trambusto non glielo avevo detto.
"Holmes, Mia Holmes."
"Bene, signorina Holmes, se non le dispiace porto con me il ciondolo così potrò studiarlo." Finì lui, prendendo l'oggetto causa di tutto quel casino.
Ci avviammo all'auto, dopo aver chiuso il negozio, e nel tragitto continuavo a lanciare occhiate a tutti e due, seduti sul sedile posteriore: Piton era irrequieto, si vedeva lontano un miglio che non era a proprio agio, mentre Sirius era tranquillo, molto sicuro di sé. Sarebbe stata una lunga serata...
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Spazio autrice
Ecco a voi il primo capitolo di Catapultato in un altro mondo. Ci tengo molto a questa fanfiction, ed è molto più scorrevole rispetto alla mia prima storia. Pubblicherò ogni due o tre settimane, perchè non voglio finire subito i capitoli, visto che devo ancora ultimare la storia. Vi giuro che non resterà senza un finale. Spero che il piccolo assaggio vi sia piaciuto, lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate...
Alla prossima! 😊
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