Il Cantastorie
Non v'è un di in cui non venga
a diffondere la sua nota
un merlo di ner piumato.
Attende al mio balcone
e il suo canto sì consola
l'anima mia ingabbiata.
Mi racconta dei suoi viaggi
dei lumi e delle vie
di parchi verdi e rigogliosi
di gioie e di follie.
Mi racconta del Tamigi
di sue barche e barcaioli
del vociare dela gente
lì, negli affollati moli.
Non partire ancora
mio nero Cantastorie,
troppe son le meraviglie che tu vedi.
Oh, quale invidia mi attanaglia
quando spicchi il volo.
Tu sei libero
ed io non posso far altro
che agognare il tuo canto,
di giorn'in giorno,
incatenato come son alla mia cella.
Il mio letto.
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