Si perdona ma non si può dimenticare
A cinque anni mia madre mi lasciò da solo. In questo mondo ostile e pericoloso. Già da quando avevo 6 anni lavoravo in un giro di droghe e teppisti con mio padre per guadagnarci da vivere. Non ho mai avuto situazioni semplici. Mio padre si ubriacava spesso e mi picchiava continuamente. Odiavo quella vita ma non avevo altro.
-RYAN!-
-sì papà?-
-Non mi sento bene. Ascolta figliolo. Io... sto per morire. Tu... prendi la pistola sotto quella piastrella e sparami-
-NO. Io non posso-
-fallo per me. Preferisci far soffrire il tuo vecchio piuttosto che farlo soffrire di meno e morire in pace? Sei sempre stato un figlio meraviglioso e mi dispiace per quello che ti ho fatto ma ora ti prego... prendi la pistola-
Spostai la mattonella e presi la pistola. La puntai ma mi arresi. Non potevo essere io la causa della morte di mio padre
-figliolo...-
-papà non posso. Non posso uccidere l'unica persona che non mi ha lasciato-
-Ryan... ti voglio bene-
Mi abbraccia.
-e mi dispiace-
Lo vidi con la pistola contro il suo petto. Preme il grilletto. Il rumore dello sparo risuona nelle mie orecchie. I suoi occhi senza vita. Il suo petto immobile. La pelle sbiancata.
-ti perdono papà-
Ho perso tutto e tutti.
Ho perso la mia famiglia.
Ho perso mia madre.
Ho perso mio padre.
Ho perso le mie uniche ragioni di vita.
Le mie uniche ragioni per continuare a vivere.
Ho perso la mia vita.
-o mio Dio. Ryan. Io... Non ne sapevo niente-
-e già. La maggior parte della gente non si immagina neanche che sotto questa sicurezza ci sia un passato del genere-
-e tu... l'hai perdonato?-
-si perdona ma... Non si può dimenticare-
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