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32. fatto il misfatto


«No, dico, ti sembra normale?!»

Anya strizzò gli occhi nella speranza di mettere a fuoco meglio ciò che aveva davanti. «Dora? Ma che ore sono?!»

«Non importa!» sbraitò Ninfadora entrando in casa fradicia di pioggia. «Tu stai con Draco Malfoy! E non me lo hai detto!» strillò.

Anastasia si strinse nella vestaglia e strizzò di nuovo gli occhi. «Mi ha lasciata»

«Non me lo hai detto!» ripeté lei. «Sono l'esperta degli amori impossibili e sconvenienti! Ho sposato un lupo mannaro di tredici anni più vecchio, e ci ho fatto due figli, che per la cronaca, sono i tuoi migliori amici! E tu non me lo hai detto!» Dora spalancò gli occhi.

«Ninfadora!» tuonò la voce di Sirius dalla cima delle scale. «Che dolce risveglio che ci hai regalato» scese un paio di gradini e si sistemò i boccoli con un gesto semplice. «Ora tutto il quartiere sa i fattacci nostri»

«Guarda che ne ho anche per te» disse al cugino, puntandogli l'indice contro. «Nemmeno tu me lo hai detto!»

«E chi te lo ha detto, allora?»

«Remus!» strillò di nuovo lei.

«A quest'ora del mattino?» domandò Martha apparendo dietro al marito. «Senza neanche aver preso un caffè?»

«Mamma ha ragione» mugugnò Anastasia, passandosi una mano sul viso. «Facciamo colazione»

«Magari per Ninfadora una camomilla, più che un caffè» suggerì Sirius, raggiungendo la cucina.

«Non chiamarmi Ninfadora

«Abbiamo deciso di non raderci più?»

Draco alzò gli occhi al cielo. «Tu raditi se vuoi» rispose insofferente. «Io non ne ho voglia»

Blaise scosse la testa, ringraziando Kora con un cenno mentre gli porgeva la solita tazza di tè. «E perché?»

«Non mi va» rispose ancora Draco senza espressione, mentre Kora porgeva anche a lui la sua solita colazione e ne spiava l'espressione.

«Vuoi assomigliare a Babbo Natale?»

Il biondo corrucciò la fronte. «A chi?»

«Lascia stare» si arrese l'amico. «Che facciamo a Capodanno?»

«Blaise»

«Le treccine alla tua barba?»

«Sono solo due giorni che non la faccio» si difese Draco passandosi una mano sul viso ruvido. «Piuttosto, ho una domanda»

Blaise finse di stupirsi. «Per Salazar! Una domanda! Un segno di vita! Un accenno di sinapsi!»

«Ti prendo a calci» lo minacciò il biondo.

«Oh, no» si difese Zabini. «Tu mi farai una domanda, ecco cosa farai»

«E poi ti prenderò a calci»

«Sono tutto orecchie»

Draco lasciò passare qualche secondo, sapendo che l'amico li avrebbe vissuti nella più totale tensione. «Perché non mi hai detto che Kayla e Fred aspettano due Weasley?»

Blaise strizzò gli occhi e si sistemò sulla sedia, si stirò la camicia con la mano e finse di cercare la risposta nella tazza di tè ancora bollente. «Io, ehm ... come- come fai tu a saperlo? Hai ... rivisto Anastasia? Te lo ha detto lei?»

Blaise si pentì immediatamente di aver reagito così: davanti al nome della piccola Black, il suo amico s'incupì ancora di più, fingendosi di perdere a guardare il giardino della Malfoy Manor dalla finestra accanto a loro. «No, ovviamente no» ammise, sottovoce. «Ho visto Kayla e la sua pancia»

«Kayla? Quando?»

«Quando ... quando sua sorella è andata a dirle che ci siamo lasciati e che mi sono rimesso con Astoria, lei non ci ha creduto ed è venuta qui a chiedermi la mia versione dei fatti»

A Blaise non sfuggì il fatto che avesse detto "sua sorella" anziché pronunciare il nome di Anastasia, e non poté fare a meno di sentirsi ancora più mortificato per il suo amico.

«Le ha detto che vi siete lasciati? Quindi le aveva già detto che stavate insieme?»

Draco scosse la testa. «Non che io sappia» ammise di nuovo, fissando il tavolo. «Allora?» lo esortò poi.

«Beh, io ... non sapevo come dirtelo, ecco. Quando l'ho saputo, tu ti stavi lasciando con Astoria e poi ... poi è arrivata Anastasia, e non mi sembrava che nient'altro per te avesse più importanza»

Di nuovo, Blaise desiderò di poter essere stato in grado di scegliere parole diverse, perché risultò evidente come quelle usate, a primo impatto, avessero ferito Draco. Se per una vita intera era stato abituato a vederlo tenere la testa alta e l'espressione da duro, da quando Anastasia se n'era andata, a lui pareva che al posto del suo amico davanti a lui ci fosse sempre l'ombra di qualcuno che stava diventando la versione migliore di sé stesso che ci fosse mai stata, ma che adesso, improvvisamente, aveva perso la ragione e la voglia di fare.

«Poi è arrivata Anastasia» ripeté allora il biondo. «E nient'altro aveva più importanza»

«Scusami, fratello, non ...»

«Non ti scusare» lo fermò Draco, per la prima volta con una nota di vita nella voce. «Credo sia la cosa più vera che tu abbia mai detto»

Blaise finse di sistemarsi di nuovo la camicia. «Grazie» disse, con tono indeciso. «Allora, ehm ... Kayla» riprese. «Kayla è incinta di due gemelli. Secondo me, esploderà prima dell'anno nuovo»

«Esploderà

«Sì, nel senso ... non può portarseli dentro ancora tanto!»

«Oh, tu intendi "partorire"!» Draco sembrò accennare un sorriso. «Non lo so, non so molto di queste cos-» corrucciò la fronte e si concentrò su ciò che vedeva fuori dalla finestra. Nel cielo terso, volava un gufo a lui sconosciuto con una busta giallastra. Sotto lo sguardo perplesso di Blaise, Draco si alzò e spalancò la finestra. Il gufo entrò, si posò sul tavolo e lo guardò, porgendogli la busta con tranquillità. Draco se la rigirò tra le mani e allungò al gufo un pezzo di biscotto.

«Non sai di chi sia!» lo rimproverò Blaise.

«È di Hogwarts» rispose Draco senza guardarlo, aprendo la busta e sorridendo sotto ai baffi appena accennati.

Draco,

è straordinariamente difficile stupire me, mio fratello e quella sclerata di Nicole: i miei complimenti. Dire che il tuo gesto ci ha colti di sorpresa è poco.

Poi, ammetto che pensarti ai Tiri Vispi a chiedere un regalo per noi tre, è davvero divertente. Altri dieci punti a Serpeverde – forse, se fossimo stati compagni di scuola, ci saremmo davvero giocati la Coppa!

Avendoci colti alla sprovvista, nessuno di noi ha pronto un regalo di Natale per te ... e a dirla tutta, credo che Nicole ti regalerebbe solo Fatture: la Puffola le piace da matti, ma è combattuta perché gliel'hai regalata tu.

Per sdebitarmi però ho pensato di offrirti una Burrobirra, un bicchiere di Whiskey o di quello che vuoi, dove e quando vorrai. Sono sicuro che avrai un po' di cose da raccontarmi: e non temere, ho tutta l'intenzione di ascoltarti ... lo avrai capito, ormai, che sono una persona che vuole sempre sapere tutto!

Se riesco a convincere quel troll di Lyall a mettere da parte l'orgoglio, porterò anche lui, se hai piacere.

Fatti vivo, ogni tanto. Sei un tipo a posto – e non sbaglio mai, su queste cose.

Fatto il misfatto,

Ted

Draco scosse la testa e sorridendo ripiegò la lettera. «Che vuol dire "fatto il misfatto"?»

«Amico, tu fai troppe domande» si lamentò Blaise. «Chi ti scrive da Hogwarts? Lumacorno?»

«No» ammise Draco. «Ma credo proprio che oggi passerò a salutarlo»

«Però raditi, prima» si raccomandò Zabini. «O gli prende un coccolone» prima che Draco potesse rispondere, Blaise prese di nuovo la parola. «Piuttosto, non hai risposto alla domanda più importante: che facciamo a Capodanno?»

Draco scosse la testa e si alzò dalla sedia.

«Dove vai, ora?»

«Al castello, te l'ho detto» si lamentò. «Vuoi venire?»

«No» rispose Blaise. «Andrò dalla mia amica Kayla a chiederle perché ti ha detto di essere incinta prima che potessi dirtelo io»

Draco alzò le sopracciglia.

«Lo so che sembra una che si è ingoiata una Pluffa, mi serve una scusa per irrompere in quella casa: muoio dalla voglia di sapere cosa pensa di tutta questa faccenda!»

«Due» precisò Draco.

«Due?»

«Sembra che si sia ingoiata due Pluffe»

E insieme, risero di gusto come non facevano da tempo.

Tonks si lasciò cadere sulla sedia e prese un respiro profondo. «Io ... porca troia, Anastasia»

Su Villa Black l'alba era stata grigia, e prima che si potesse sperare in un raggio di sole tra le nuvole, aveva ripreso a piovere come il giorno prima, mente Anastasia, Martha e Ninfadora si erano sedute attorno al tavolo della cucina, ciascuna stringendo tra le mani la propria tazza, mentre Sirius annunciava che avrebbe fatto colazione sulla strada per il Ministero, aveva baciato la moglie sulle labbra, la figlia sulla tempia e aveva riservato a Tonks un'affettuosa carezza sulla guancia. Mentre usciva, sentì Anastasia iniziare a raccontare quella storia che continuava a sembrargli assurda, ma, suo malgrado, dannatamente bella.

Anastasia aveva appena finito il racconto, quando Tonks si era passata una mano nei capelli e le sue sopracciglia erano diventate bionde, come succedeva a Ted quando ragionava. «Voglio dire ... wow!» esclamò poi. «Remus non ... non sapeva almeno la metà di queste cose, mi ha raccontato perlopiù della chiacchierata con Nicole, ma ... wow

«Con Nicole?» s'incuriosì Martha.

«Oh, te lo racconterà lui. O lei, forse. Lui è a pezzi»

«Vuoi dire che hanno fatto quella chiacchierata?»

«Quella, esatto»

Martha avvicinò la tazza alle labbra. «Meglio tardi che mai» sospirò, perdendosi in pensieri troppo contorti guardando fuori dalla finestra.
«Non è questo il punto!» esclamò Tonks alzandosi in piedi e mettendosi una mano sulla fronte. «Anya se ... se sei riuscita a entrare così tanto in così poco nel cuore e nell'anima di quel ragazzo, perché ... perché non lo hai ascoltato?!»

Anya la guardò senza capire, palleggiando lo sguardo dalla madre a lei.

«E quei due disgraziati lo sapevano!»

«Ma chi?!» domandò ancora Martha.

«I miei figli! Li ho messi al mondo tra atroci sofferenze, per Tosca, e mi ripagano così?»

«Per favore Ninfadora, con Lyall non ti eri accorta che ti si fossero rotte le acque fino a che non te lo ha detto Robert» le fece notare Martha.

«Poco cambia!» strillò ancora lei. «Quei due non sbagliano un colpo, se Draco gli è piaciuto a pelle, significa che con te era davvero una persona migliore»

«Non sbagliano un colpo? Ma se Ted sceglie solo ragazzi sbagliati!»

«Per sé stesso, certo, ma non ti lascerebbe accanto a uno che potrebbe farti una cosa del genere» rispose pronta Tonks.

«Che cosa intendi?»

«Che lo dovevi ascoltare!»

Anastasia sospirò, posò i gomiti sul tavolo e si prese il viso tra le mani.«Mamma?» chiamò, con voce spezzata.

«Lo penso anche io, sweetheart» rispose Martha con tono dolce. «Uno con la coda di paglia non sarebbe rimasto ad aspettarti qua fuori per tutta la notte»

«Davvero è rimasto per tutta la notte?» domandarono sia Tonks che Anastasia.

Martha annuì. «Sirius non lo ammetterà mai, ma non ha chiuso occhio per rimanere a fissarlo fino all'alba e borbottare» tornò a guardare la figlia con un sorriso dolce. «Mostriciattolo, io capisco che ti abbia ferita e che tu possa temere che rivederlo ti possa fare solo male, ma ... un uomo che ha scelto un'altra donna, non sarebbe venuto qui con quell'espressione dipinta in viso»

A quel punto, Anya scoppiò a piangere. Un pianto diverso da quelli a cui si era abbandonata nei giorni precedenti, un pianto nuovo, confuso, pieno di emozioni contrastanti. E quando Martha e Tonks le si avvicinarono per abbracciarla, lei finalmente ammise: «Non so cosa fare».

Draco camminava con le mani in tasca e il naso in su, ammirando il castello in tutta la sua bellezza. Non aveva mai smesso di nevicare, lì, la neve era ancora soffice e bianca, faceva rumore sotto alle sue scarpe di drago e attorno a lui rendeva tutto cotonato e fiabesco, mentre piccolissimi fiocchi continuavano a scendere per non interrompere la magia. Non aveva intenzione di entrare: sapeva benissimo che Ted e Lyall lo avrebbero trovato in poco tempo, non sapeva come, ma lo sapeva. Se c'era una cosa che aveva imparato, era che i Lupin, Nicole e anche Anya a suo tempo, avevano a loro favore delle armi per rendere il castello completamente loro. Forse, si disse in quel momento, le stesse armi, gli stessi segreti, che avevano avuto Robert, Harry e Kayla anni prima, nella vita precedente che avevano vissuto insieme sotto il tetto fatato della Sala Grande. Lontani, ma insieme.

Troppo perso osservare il castello coperto di neve, non si rese conto della presenza di un grosso cane nero a pochi metri da lui che lo fissava con uno sguardo che non sembrava affatto quello di un cane.

Draco chinò la testa di lato ed il cane fece lo stesso.

Decisamente, si disse, c'erano milioni di cose di quel castello che ancora non sapeva, nonostante per anni fosse sempre stato convinto di conoscerne ogni dettaglio.

Si strinse nelle spalle davanti ad una nuova ma familiare consapevolezza: niente è mai come sembra.

«Vai a farti un giro, Padfoot!» tuonò la voce di Ted Lupin alle spalle di Draco. «Draco, sei il Serpeverde più rapido della storia» aggiunse con tono più dolce, avvicinandosi.

«Conosci quel cane?» domandò allora Draco con sospetto.

«Tu no?» sorrise Ted, avvicinandosi.

«Ha a che fare con i passaggi segreti e con il fatto che sappiate sempre dove sono tutti?»

«Puoi dirlo forte» rispose Ted, battendogli una pacca sulla spalla per salutarlo. «Padfoot, guai a te» disse allora rivolto al cane, che, con espressione contrariata, trotterellò verso i primi alberi della Foresta.

«Non smetterete mai di stupirmi» constatò allora Draco, sorridendo a Ted.

«Anche questo puoi dirlo forte» apparve Lyall, con la cravatta allacciata storta.

«Ciao» lo salutò Draco con inaspettata dolcezza. «Mi fa piacere che ci sia anche tu»

Lyall sembrò spiazzato da quelle parole. «Non potrei mai perdermi un incontro del genere, però ... dovremmo levarci, da qui, prima che ci veda anche Nicole»

«Chiaro» rispose subito Ted, prendendo Draco per un braccio e spingendolo amichevolmente verso il castello.

Draco, intanto, era tornato a guardare verso le finestre del castello con aria sospettosa.

«Non dalle finestre» gli spiegò Ted.

«L'ho detto: non smetterete mai di stupirmi»
E, insieme, varcarono le porte del castello.



NdA: mi scuso per essere rimasta indietro di quattro lunedì. 
In tutta sincerità, vi dirò che ho cambiato computer e non ho modo di recuperare password e mail di questo account, da cui riesco ad accedere solo dal mio vecchio computer, mezzo morto e lento come poche cose al mondo - mi trovate su efp, però, perfettamente puntuale. 

Baci stellari.  

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