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Molly - Now

N/A: stasera la seconda parte di titanic ed io mi ritrovo a sperare che jack non muoia

SU QUELLA PORTA CI ANDAVANO IN DUE, CAZZO

Il sorriso candido di Christina ti accoglie come ogni giorno - una quotidianità che quasi quasi ti annoia - e lo ricambi con fare da prassi. 

Lei dondola leggermente sulle punte delle ultime scarpe comprate e «Ti piace questa gonna?» pronuncia subito dopo averti salutata con una stretta familiare. Abbassi lo sguardo ed annuisci, prima di scorgere dei dettagli conosciuti. «Non l'avevi già?»

«No, non nera. Sono tornata in quel negozio e non ho potuto non prenderla.» acconsenti, dici che è stata un'ottima idea e non ti fermi nel constatare da quanto non vai a fare compere con tua madre.

«Mamma ha comprato una mantella bellissima, ti devo inviare le foto.» le parole infatti stridono al tuo orecchio e fai per entrare con lei, senza indulgiare nel vialetto alberato e freddo.

Un clacson ti richiama ed impieghi poco per voltarti, mandando un bacio al tuo fidanzato che ti verrà a prendere alla fine delle lezioni.

«I capelli viola ti stanno bene, comunque.» esordisce Chris, prendendo fra le dita sottili una tua ciocca e mostrandoti un assenso affettuoso, contornato da una di quelle solite smorfie di educazione. Annuisci.

Stamane si protende in te uno speranzoso vuoto, come se si allargasse dalla pancia alle costole e non puoi controllare l'impatto con i tuoi sensi già oltraggiati.

Il grigio corridoio, nel mentre, - proprio quando ti volti sgargiante verso di me e mi ammonisci (non che tu non l'abbia mai fatto precedentemente), raccomandandomi di starmene al mio posto --- che non è affar mio. Che ci stai male quanto è essenziale - vi attende e percorrerlo nella sua chiacchieraticcia solitudine, malinconia assordante, ti dona perfino un appagamento spontaneo.

Non sei soltanto tu, paiono sussurrarti le pareti assorbenti ogni singolo lamento e ogni ingiustizia che prende atto nelle viscere scolastiche.

Ma il tuo decadimento è abbastanza per il tuo fisico robusto e la tua vita ordinaria, monotona, libera. Non hai freni, non possiedi inibizioni, ma non sprechi il tuo tempo --- non basta?, sembra che sia necessario che i tuoi occhi pungenti e vispi me la rigettino addosso, l'inutilità di un quesito riparatore.

«Hanno di nuovo scritto post it sull'armadietto di Norah.» afferma Chris e si ferma, stringendo a lei i libri della prima lezione. La borsa beige nuova cade dalla sua spalla destra e noti la dispersione del suo sguardo verso la ragazza di colore che se ne sta in piedi dinanzi alla carica di insulti giornalieri. Scrolli le spalle. «La società fa schifo.»

Norah - dalle cosce grosse e le mani costantemente sudate - aggiusta una ciocca di capelli ed abbassa la testa per celare d'un minimo le misere lacrime che scorrono sulla superficie morbida delle sue guance piene.

Le ragazze - vostre coetanee - con il portamento perbene se la ridono e scattano foto, senti una di loro addirittura commentare: «Chi può essere stato?» altre risa.

Stringi la presa allo zaino ad entrambe le spalle e trascini con la voce flebile la ragazzina dai tratti asiatici lontano da lì, permettendo che Norah si accovacci e pianga, stringendo lo zaino nel bel mezzo del corridoio negli affanni di una società crudele.

Un groppo intercede nella tua gola rinfrescata, potresti giurare di sentire un esile odore di meschinità propagandarsi nella tua gola e ti smuovi nel nulla con gli occhioni scuri, mentre Christina conclude che in questa scuola avvengano solamente barbarie.

Ed è proprio quando lei divaga, annunciando come metterebbe fine ad esse, che i tuoi tratti si induriscono e le tue sensazioni ti suggeriscono di non distogliere la lunga occhiata che emani curiosa.

In piedi alle scale, proposti in un cerchio, ritrovi chi mai avresti pensato di beccare insieme.

Riconosci nell'immediato le spalle larghe di Catherine e la sua gestualità, sebbene sia voltata. Accanto a lei, una Daisy si massaggia le tempie e non fiata. Subito dopo, neppure fosse un accordo obbligatorio, è in piedi Josh che di tanto in tanto ti sembra parli. Ancora, Elizabeth stridulante in un'espressione incazzata.

«Molly?» annuisci, dici che hai capito. Non presti una minimale attenzione alle parole con le quali congedi Christina: banali scuse che ti consentiranno di riunire pezzi di un puzzle scombussolato. Vuoi immischiarti, desideri comprendere e quindi compi un rapido giro dell'istituto per ritrovarti dall'altro lato delle scale, alle loro false spalle. Ed è adesso che riconosci la postura sciancata ed impropria di Taylor.

Ti avvicini più che riesci, non badando agli sguardi inquisitori dei bidelli e dei ragazzi che ti danno della strana, stai ben impiantata sulle punte, dietro l'ultima rampa di scale per seviziare la loro intimità inopportuna.

«Questo gioco deve finire.» è Daisy.

«In effetti,» Josh concorda, lei pare emetta un lamento di protesta, «Che cazzo è? Una serie tv? Gossip girl? Teen Wolf? Pretty Little --- »

«Ma ce la fate ad essere seri?» il tono di Catherine è duro, rigido e capisci che qualcosa non è al posto che le è più conveniente. Non più bastevole l'assidua consapevolezza di non essere stata, ti domandi di che diavolo stiano parlando.

Ti appoggi con le spalle al muro e per poco Taylor riesce a vederti. Percepisci un sospiro sfrenato di Cath e «È morta. Non è una stupida serie tv, cazzo! Carolina si è uccisa e voi non riuscite a non prenderla come se fosse una barzelletta.»

«È proprio quello che sto facendo: riderci su.» la scimmiotta Taylor, «Che discorso del cazzo.»

«Perché tu sei il maestro dei discorsi.» Elizabeth possiede una tonalità acutamente tagliente di voce.

«Cosa stiamo aspettando?» interrompe Josh.

«Che qualcun altro le trovi e ripeteremo il giro. Non l'hai capito?» risponde acida ed innervosita Daisy.

«Bene, allora bruciale.» vedi Taylor, ancora con gli occhiali posati sul naso, ora di sbieco, che le porge della carta. «Vediamo se hai il cazzo di coraggio.»

«Non serve che le bruciamo.» spintona Beth. Lui le lancia un'occhiata veemente e le pone davanti - di nuovo - la carta. «Allora conservale tu. A casa tua.»

Tutti tacciono. Il silenzio disturba la tua tranquillità ed un battito osceno si insidia imperterrito nelle tue orecchie e vorresti che la piantasse, che adesso non assumesse la voce deliziosa ed eloquente di una delle tue migliori amici. Pian pianino, la voce si dissolve e tu tieni una mano al petto per reggere il peso di nuove consapevolezze a cui far fronte col tuo scetticismo e tentativo di minimizzare.

«Allora portale lì e vacci adesso.» Catherine si muove e tu impieghi tutto il tuo equilibrio per scendere dalle scale e riprendere a camminare con velocità senza che lei sospetti alcuna cosa. Poi si affaccia anche dall'altro lato - puoi vederlo dalla tua posizione all'indietro rispetto il busto del fondatore dell'istituto - e fa un cenno a Taylor.

Lo osservi scendere dalla tua direzione le scale e correre via. Il telefono ti squilla fra le mani, impieghi un attimo scioccantemente breve per rispondere.

«Ohi, Molly? Ma non vieni a storia?» il tono di Chris è astruso, privo di catene. Ti guardi attorno e sai di non essere pronta ai conti con me.

So alla perfezione che mi punti gli occhi addosso mentre scandisci le parole al microfono, «No, ho avuto un contrattempo.»

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