Giovanni Pascoli
IL CONTESTO
Quando Giovanni Pascoli aveva undici anni, il padre fu assassinato senza pietà con una fucilata.
Tra l'altro non fu l'unico fatto traumatico per questo bambino: dopo qualche anno, infatti, perse la madre per un attacco di cuore e due fratelli per il tifo.
Ma il primo terrificante evento, probabilmente per il modo in cui avvenne la perdita del padre, lo segnò per sempre e per esso scriverà diverse poesie.
Quella che preferisco è la seguente, scritta a quasi quarant'anni, con un "distacco" poetico eccezionale usando una metafora con la natura.
IL TESTO
"Il lampo"
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto,
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'aprì si chiuse,
nella notte nera.
CARO TESTO TI RISCRIVO...
"Vita perfettamente imperfetta"
Nel vivere imperfetto aziona le mie azioni ora che non c'è
Guida senza presenza non più in vita invita a vivere
A sparire non è pronta l'impronta del viso all'improvviso
Perché piangere è un bisogno che non ha bisogno di perché
Ricordi annodati su chi mi annodava la cravatta.
Gli sto nella camicia e mi riscalda le mani nei suoi guanti
Ciò che muore può far rima a volte con dolore
Ma quel ch'è morto combacia sempre con risorto
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