Eugenio Montale
IL CONTESTO
Nel 1985 Francesco De Gregori scrive e canta mirabilmente questa sua canzone in cui dice che "La storia" siamo noi: la gente comune con i suoi semplici eventi a partire da un piatto di grano.
Eugenio Montale nel 1969 aveva, però, già composto un brano dedicato allo scorrere degli eventi storici: nato verso la fine dell'ottocento, il poeta ha partecipato alla prima guerra mondiale e visto scorrere la seconda; ha vissuto il boom economico e assisterà persino agli anni del terrorismo.
Possiamo, quindi, dire che di storia se ne intendeva.
E noi che idea abbiano di essa?
IL TESTO
"La storia"
La storia non si snoda come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso molti anelli non tengono.
La storia non contiene il prima e il dopo, nulla che in lei borbotti a lento fuoco.
La storia non è prodotta da chi la pensa e neppure da chi l'ignora.
La storia non si fa strada, si ostina, detesta il poco a poco, non procede né recede, si sposta di binario e la sua direzione non è nell'orario.
La storia non giustifica e non deplora,
la storia non è intrinseca perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi la devastante ruspa che si dice. Lascia sottopassaggi, cripte, buche e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo come una rete a strascico con qualche strappo e più di un pesce sfugge. Qualche volta s'incontra l'ectoplasma d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato. Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.
CARO TESTO TI RISCRIVO...
"Secondo me la storia è un secondo"
La storia gli eventi asseconda
a secondo del secondo vissuto
Il tempo corre e scorre e l'uomo
lo percorre e assiste muto
In silenzio muta tutto come fa
la forma della nuvola senza scopo
Non c'è giorno che possa fare
promesse al proprio giorno dopo
Raccogliamo le messi, divoriamo
gli attimi che sono i viveri nostri
Soddisfiamo la fame di vivere
ignorando gli incastri terrestri
Sui visi le lacrime sono ignare
se scorrono per tristezza o felicità
La storia è un secondo secondo me, insomma una somma di casualità
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro