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SECONDO TENTATIVO

Ender faceva su e giù davanti al ristorante ansiosa, sperava che questa volta non succedesse nulla.

"Sei puntuale".

Alex si appoggiò al muro sorridente.

"Nemmeno tu scherzi".

"Sono in ritardo?"

Arrivo Max che dopo una lunga corsa chinò il busto e con le mani sulle ginocchia respirava affannosamente.

"Veramente sei in orario...rilassati".

Il lupo gli diede una pacca sulla spalla.

Un bus giallo si fermò a pochi passi e Roxanne scese alla fermata vicino al ristorante.

"Ci siamo tutti?"

Chiese.

"Mancano Clay e Car...".

La gatta nera non finì la frase che due mani le coprirono gli occhi.

"Carmen?"

La gatta bianca rise e ridiede la vista alla simile.

"Dov'è Clay?"

Chiese Max mentre si guardava intorno.

"Penso che non verrà, ha perso lui la gara perciò tocca a lui pagare".

Disse Alex con una leggera risata.

"Scusate il ritardo".

Clay scese dalla bicicletta e la incatenò al paletto grigio proprio fuori dal ristorante.

"Pensavamo che non saresti venuto".

"Da dove esce questo noi?"

Chiese Ender all'affermazione del canide bicolore. 

"Per chi mi avete preso? Certo che vengo...al massimo durante la cena scappo dalla finestra del bagno".

Il gruppo si lasciò andare ad una risata per poi entrare.

Il primo che li vide fu il camaleonte, restò fermo e deglutì silenziosamente.

"Stia tranquillo non vogliamo guai".

Carmen parlò per il resto dei neo-pugili.

Il cameriere, ancora spaventato anche se poco, li scortò a un tavolo con sei sedie nere.

Dopo pochi minuti ognuno di loro ordinò e dopo circa mezz'ora arrivarono le pietanze richieste.

"Ragazzi non ne abbiamo mai parlato ma perché voi avete accettato la richiesta di Ely?"

Chiese Alex mentre mordeva un boccone della sua bistecca ben cotta.

Ender ingoiò il suo salmone e posò il pezzo di pane con il quale lo accompagnava.

"Non lo so perché, da piccola se guardavo la televisione con mia madre succedeva che a volte lei si addormentava e non so come fosse possibile ma io schiacciavo due tasti sul telecomando, il due e il sette e sullo schermo apparivano due pugili intenti a fare il loro mestiere, la cosa mi attirò di più quando un giorno vidi che erano due femmine a stare sul quadrato bianco e da allora ho come avuto una specie di chiodo fisso".

Detto questo addentò il pane.

"Io invece cinque anni fa mentre tornavo a casa sono stata aggredita, non l'ho visto in faccia ma ricordo uno strano odore, un profumo penso, vaniglia ma fidatevi lo riconoscerei da quel profumo così comune ma su di lui così diverso...fatto sta che sono riuscita a scappare ma ogni volta che sono sola al buio in un vicolo o dovunque ho paura, non voglio farmi trovare di nuovo impreparata".

Ender guardò la simile mentre mangiava distratta la sua orata.

"Ho avuto una famiglia...complicata...".

Roxanne posò la forchetta con ancora un pezzo di anguria della sua macedonia incastrato dentro.

"...fanno parte della massa di idioti che dicono che tutto deve andare come deve senza differenze di alcun tipo: omosessuali, chi ha opinioni diverse dalle loro, donne che fanno cose che non dovrebbero fare...".

"Come il pugilato?"

Chiese Max.

"Si, ma per me venne dopo, loro volevano che svolgessi lavori da donna sottomessa come dico io: casalinga, cameriera...io invece volevo essere un avvocato per far cadere i pregiudizi sulle donne e sul resto del Mondo".

La volpe strinse il pugno destro.

"Ma si misero in mezzo e sabotarono il mio colloquio di lavoro, quando lo scoprì ero così arrabbiata che sarei potuta andare davanti a loro e spaccarli quella faccia così simile alla mia, dovevo trovare uno sfogo e così per caso presi a pugno un sacco buttato in un vicolo...fu così che decisi che sarai salita sul ring e anche se non l'avrei fatto in aula avrei fatto cadere i pregiudizi sul quel quadrato bianco".

Roxanne chiuse gli occhi e scacciò la rabbia con un sospiro.

"Da piccolo ero tormentato dai bulli...".

Max ingoiò un pomodoro della sua insalata mista.

"...erano in cinque e mi prendevano di mira solo quando erano tutti insieme mai da soli".

"Coraggiosi".

Ironizzò Alex.

"I bulli non sono coraggiosi, fatto sta che un giorno offesero i miei genitori con parole che non ripeterò...non dovevano e io forse non dovevo reagire".

"Ti hanno picchiato?"

Chiese Clay.

Max scosse la testa.

"Io li ho picchiati...non mi hanno nemmeno sfiorato, da allora mi hanno lasciato in pace ma non ho avuto nessuna soddisfazione, il pugilato potrebbe aiutarmi a capire quando è necessario combattere fisicamente e quando psicologicamente".

"Io voglio essere un leone".

Clay ingurgitò un po' di stufato di carote.

"Cioè vuoi svegliarti una mattina con la criniera, le zanne e la coda?"

Chiese Alex sorridente.

"Si dai dopotutto succede a chiunque...ma mi hai preso per un idiota? Intendo che voglio che le persone mi vedano per come sono e non per un coniglio, solo per il mio aspetto pensano che io abbia paura".

"Noi non lo pensiamo".

Disse Carmen.

"Davvero?"

"Ti sei già dimenticato che in questo stesso ristorante abbiamo vinto una rissa e che tu ti sei schierato al nostro fianco".

Continuò Ender.

Il coniglio sorrise leggermente.

"E tu Alex?"

Chiese Max.

Il lupo pensò un istante.

"Diciamo che voglio dimostrare il mio valore a me stesso, capire se sono degno di stare sul ring".

Detto ciò tornò a mangiare in silenzio.

La cena finì poco dopo, il secondo tentativo in quel posto era andato bene.

Il gruppo uscì e tutti si ritirarono tranne Carmen e Ender.

"Si?"

La gatta bianca notò che la simile la fissava.

"Ti accompagno a casa...è buio".

"Lo faresti?"

Arrossì leggermente la felina bianca.

"Certo".

Sorrise la nera.

CIAO A TUTTI spero che il capitolo vi sia piaciuto se avete domande o curiosità scrivetele nei commenti e ci vediamo al prossimo capitolo CIAU.

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