5. La nascita di un nuovo capitano
Passarono alcuni anni. Barbanera andava spesso via dall'Isola che non c'è e dai suoi dintorni per depredare tutte le navi e i villaggi che incontrava, e nel frattempo James era cresciuto. Ormai aveva vent'anni. In tutto questo tempo si era abituato ad uccidere e veder morire le persone durante i vari arrembaggi e aveva anche cominciato a prenderci gusto. Non guardava più in faccia nessuno, così gli veniva più facile togliere vite umane senza impazzire o provare rimorso. Per lui era diventata una cosa normale uccidere le persone. Aveva anche cominciato a tracannare rum per soffrire meno emotivamente e prese presto una vera e propria dipendenza da quella bevanda. Tutte le sere suonava il clavicembalo sotto ordine del suo capitano, ricevendo un caloroso abbraccio da quest'ultimo. Suo padre non lo aveva mai abbracciato, per cui permetteva a Barbanera di fare questo gesto nei suoi confronti, vero o falso che fosse il sentimento da parte sua.
Un giorno, mentre James stava di nuovo pulendo il ponte della nave, si incantò ad osservare il tramonto. Quella vista gli riportò alla mente Elizabeth e si domandava se lei si ricordasse di lui. Prima o poi sarebbe tornato a salvarla, anche se ormai lui era adulto e lei era rimasta adolescente, non crescendo mai. Chissà cosa sarebbe successo dopo? Una volta portata via da lì, come sarebbe andata col loro rapporto? Mentre sognava ad occhi aperti, prese dentro il secchio con il piede e rovesciò l'acqua sul ponte. In quel momento, passò di lì Drake e scivolò, cadendo all'indietro. Si rialzò furioso, maledicendo James. Lui provò a fuggire, ma il nostromo fu più veloce. Lo afferrò per la giacca e lo sbatté per terra. Poi si mise sopra di lui e cominciò a prenderlo a pugni. Drake era molto più forte e stava avendo la meglio, poi James prese lo spazzolone con cui stava pulendo il ponte e lo colpì in testa, facendolo urlare per il dolore. James si rialzò velocemente e fuggì di nuovo, con Drake alle calcagna. Riuscì a prendere la sua spada e a puntargliela contro, minacciando di ucciderlo se provava ad avvicinarsi. "Certo, come no!", rise il nostromo, "Ho molta più esperienza io di te, cosa credi di fare? Ma ti accontento subito!". Drake prese anche lui la sua spada e cominciarono a duellare per tutta la nave. Era molto forte, ma James era più agile. Tra le lezioni di scherma e gli incontri con Peter Pan avvenuti da ragazzo, riusciva a tenergli testa e a parare bene i colpi. "Sei in gamba, pivello!", disse Drake dopo alcuni colpi, "Ma ora facciamola finita!". Spinse James contro un barile, facendolo cadere a terra. Da esso fuoriuscirono dei pesci appena pescati. Drake stava per colpirlo, quando James gli tirò in faccia alcuni dei pesci finiti per terra. Mentre Drake si ripuliva l'occhio sano, James lo disarmò e lo trafisse al ventre. Il nostromo cadde in ginocchio con un grido strozzato e sgranando l'occhio. Sputando sangue, disse: "Ho combattuto contro avversari molto più forti, non accetterò mai di morire per mano di un moccioso!". James, per farlo tacere, gli tagliò la gola, e Drake si accasciò a terra privo di vita. In quel momento, tutta la ciurma andò in subbuglio. James aveva ucciso il nostromo, come avrebbe reagito Barbanera? Non fece in tempo a pensarlo che subito il capitano apparve dietro di lui, dicendogli di seguirlo nella sua cabina. Una volta lì, chiuse la porta, lo fece sedere e gli disse: "Sei una continua sorpresa, mio caro ragazzo. Hai ucciso uno dei miei uomini migliori. Non servono le motivazioni, quello che mi interessa è la tua grandissima abilità. Sai suonare e sai combattere perfettamente. Avevi solo bisogno di una piccola spinta per mostrare le tue doti. Dopo tutti questi anni, sei migliorato molto. Ti faccio i miei complimenti, davvero". James era confuso. Non era arrabbiato con lui per aver ucciso il suo nostromo? Provò a domandargli: "Ho ucciso Drake, il vostro uomo più fidato. Non ce l'avete con me per questo?". Barbanera rise, poi gli rispose: "Era solo un uomo come tanti. Prima o poi sarebbe capitato comunque. In ogni caso, morto un nostromo, se ne fa un altro". Gli si avvicinò, gli mise le mani sulle spalle e gli disse: "Sei stato promosso, ragazzo". Dopo queste parole, a James mancò quasi il fiato. Ora era diventato il nostromo del suo capitano! Barbanera gli sorrise e lo condusse fuori, comunicando la notizia al resto della ciurma. Tutti esultarono, da quel momento in poi avrebbero trattato James con più rispetto. Quella sera, Barbanera gli preparò un posto per dormire nella sua cabina. Ora che era diventato il nuovo nostromo, aveva diritto di entrare e uscire da lì tutte le volte che voleva. Lo fece sedere, poi tirò fuori da un baule una bottiglia di rum. Prese due boccali da una mensola, ne porse uno a James e, mentre gli versava da bere, gli disse: "Brindiamo insieme alla tua grande carriera, ragazzo". Bevvero un paio di boccali ciascuno, poi a James cominciò a girare la testa. Ancora non era abituato all'alcool e lo reggeva poco rispetto agli altri. Poi il capitano gli porse un sigaro e glielo accese. "Coraggio, provalo", gli disse, facendogli l'occhiolino, "E' favoloso, soprattutto dopo il rum". James accettò. Dopo il primo tiro, però, cominciò a tossire senza fermarsi. Barbanera rise: "Non preoccuparti, ti devi ancora abituare". James, ripresosi, continuò a fumare. Non arrivò neanche a metà sigaro che la testa gli girava sempre di più. Chiuse gli occhi e si addormentò. Il capitano lo prese in braccio prima che cadesse in terra e lo mise a letto, augurandogli la buonanotte.
Passò qualche mese. Una sera, mentre James suonava il clavicembalo, Barbanera si sedette di fianco a lui e gli chiese di parlargli di quando era piccolo, prima del loro incontro. James smise di suonare, sospirò e gli raccontò quello che riusciva a ricordare. Di essere cresciuto coi suoi domestici, di come suo padre lo trattava, della sua permanenza al college di Eton, del rapimento di Peter Pan fino al suo tradimento. Il capitano lo ascoltava rapito. "Quanti brutti ricordi", gli disse poi, "Beh, allora sei proprio capitato in buona compagnia qui sulla mia nave. Guardati un po', hai anche fatto carriera. Nessun altro nella ciurma ha il privilegio che hai tu, puoi restare con me qui in cabina tutto il tempo che ti pare e piace e non devi fare quasi mai i lavori troppo pesanti che facevi prima. Dovresti esserne fiero", "Lo sono, capitano", "Bene. Ora continua pure a suonare, intanto porto un po' di rum". James si sentiva un po' meglio rispetto ai primi tempi, ma ancora stava escogitando un modo per salvare Elizabeth. Non era passato giorno in cui non pensava a lei, alla sua bellezza e alla sua dolcezza, mai più avrebbe trovato un'altra ragazza così in tutta la vita.
Un giorno, la nave attraccò in un nuovo porto. Era uno dei tanti nascondigli dei pirati e, mentre la ciurma andava in giro a rifornirsi e a spassarsela, Barbanera portò James in un appartamento. Dentro c'erano tante donne ben vestite. Il capitano spiegò a James che ora era il momento per lui di farsi un bella esperienza con qualcuna di loro, per diventare un uomo a tutti gli effetti, secondo lui. James era un po' in imbarazzo. L'unica femmina a cui pensava intensamente era Elizabeth, non si era mai sognato di andare con un'altra e poi non aveva alcuna esperienza e non sapeva come comportarsi. "Su, non essere timido", gli disse Barbanera, "Scegli quella che più ti piace e divertiti. Questo primo giro te lo offro io". Gli diede in mano un sacchetto con delle monete e gli strizzò l'occhio. James, però, abbassò lo sguardo, arrossendo. Il capitano, vedendolo in difficoltà, scelse per lui tre donne ritenute le più belle e disse loro di fargli provare la miglior esperienza della sua vita. Quelle, ridacchiando, lo portarono in una camera, lo spogliarono e lo misero sul letto. "Sei proprio un bel ragazzo", disse una di loro. "Davvero è la tua prima volta?", disse un'altra. James non parlò. Non sapeva proprio cosa dire in quel momento. Loro tre si avvicinarono sorridenti, dicendogli di non preoccuparsi e che sarebbero state dolci con lui. Dopodiché, la più giovane iniziò per prima. James, all'inizio, era teso, poi si rilassò, travolto da un'enorme piacere. Riuscì a consumare il suo primo rapporto con tutte e tre, poi le pagò, le salutò e tornò dal suo capitano. Quando la nave ripartì, Barbanera gli chiese come si era sentito. James gli disse che era stato piacevole, ma non disse che, mentre era in quella camera, i suoi pensieri erano fissi su Elizabeth. Non aveva mai smesso di amarla, anche se ormai lui stava invecchiando e non sarebbe mai più riuscito ad avere un rapporto come si deve con lei, essendo rimasta una ragazzina non ancora matura. Ad ogni modo, voleva comunque salvarla, il resto contava poco.
Qualche anno dopo, mentre James lucidava le scarpe di Barbanera, quest'ultimo gli disse: "Presto ci servirà ancora della polvere di fata o non potremo più volare in cielo da un mondo all'altro". Per James, quella fu una grande occasione. Se fossero ritornati all'Isola che non c'è, finalmente poteva salvare il suo dolce amore e vendicarsi di Peter Pan. Però, una volta portata in salvo, come avrebbe lasciato la ciurma di Barbanera? Ci pensò su, era da un po' che avrebbe voluto andarsene, ma non sapeva in quale altro posto recarsi e se il capitano gli avrebbe dato la caccia per ucciderlo. Nei giorni seguenti avrebbe escogitato un piano.
Passarono alcune settimane e venne il momento di tornare all'Isola che non c'è per fare rifornimento di polvere di fata. Quando la nave attraccò, Barbanera ordinò alla sua ciurma di perlustrare tutta l'isola e di rubare quanta polvere potevano. Poi tornò nella sua cabina e disse a James di servigli un boccale di rum bello pieno. Appena glielo porse, il capitano bevve velocemente fino all'ultima goccia. Finito di bere, gli disse di prepararsi e di raggiungere la ciurma per la raccolta della polvere. Poi fece per alzarsi, ma si bloccò di colpo, con gli occhi sbarrati. Si portò una mano sul ventre e cadde in ginocchio. James si mise davanti a lui e gli disse: "Qualcosa non va, capitano? Non avete gradito il vostro drink, per caso?". Barbanera alzò lo sguardo verso James. "Che cosa mi hai fatto?", gli disse sibilando, "Che ci hai messo nel mio boccale? Maledetto! Ora ti faccio vedere io!". Cercò di afferrarlo con una mano, ma il dolore al ventre divenne sempre più forte e cadde lungo disteso a pancia in giù, tenendosi la pancia con entrambe le mani. "E' solo un potente veleno che ho realizzato io", disse James con un ghigno, "E' stata una delle prime cose che mi avete insegnato da quando sono qui, ricordate? Non avere nessuna pietà per nessuno!", "Ma io sono il tuo capitano! Questo è ammutinamento!", "No, vi sbagliate! Sto solo facendo carriera! Sarebbe successo, prima o poi! Dico giusto?", "Dannato moscerino! Prima o poi me la pagherai!", "No, non credo proprio! E' giunta la vostra ora, mio caro capitano!", "Saresti morto se non ti avessi raccolto sulla mia nave, quella volta! Ti ho anche fatto diventare il mio nostromo di fiducia e permesso di suonare al mio fianco! Che tu sia maledetto!". Barbanera era sempre più agonizzante, ma a James non bastava vederlo soffrire col veleno che gli aveva somministrato, così si guardò intorno e vide alcuni uncini appesi vicino ad una mensola. Ne prese uno, girò Barbanera a pancia in su, si mise sopra di lui e gli disse: "Questo è per avermi rovinato la vita, vecchio miserabile!". Subito dopo, lo colpì al ventre con l'uncino e lo squarciò molto lentamente, provando un immenso piacere mentre lo faceva. Barbanera emise un grido soffocato, sputando sangue. Allungò una mano verso il viso di James, ma prima che potesse sfiorarlo, il braccio ricadde indietro e il capitano esalò il suo ultimo respiro. James ebbe una risata nervosa, mista a gioia ed eccitazione, mista a qualcos'altro. Era da molto che desiderava farlo, ma allo stesso tempo aveva anche perso una parte della sua figura paterna. Ora chi lo avrebbe più abbracciato? Chi altri avrebbe suonato al suo fianco, incoraggiandolo e facendogli i complimenti? Abbracciò il suo cadavere, piangendo e ridendo allo stesso tempo. Ormai Barbanera non avrebbe mai più avuto potere su di lui, ma non lo avrebbe neanche mai più abbracciato. Lasciò cadere il suo corpo sul pavimento e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. La sua vendetta su Barbanera era compiuta, ma ora era di nuovo solo. Comunque, c'era poco tempo per rimuginarci sopra, doveva sbrigarsi prima che i pirati tornassero. Dopo essersi ripulito dal sangue, uscì dalla cabina, prese una scialuppa, andò verso la spiaggia e corse alla ricerca di Elizabeth. Cercò a lungo, ma invano. Durante la ricerca, scorse alcuni dei pirati con dei sacchi e disse loro che il capitano aveva dato ordine di portare immediatamente sulla nave tutta la polvere raccolta finora, di andare verso nord dell'isola e di aspettarlo lì in attesa di nuovi ordini. I pirati obbedirono e andarono a riferirlo anche agli altri. James, intanto, si rimise alla ricerca di Elizabeth. Non ricordava di preciso dove fosse il nascondiglio di Peter e in quel posto era molto facile perdersi se non si conosceva bene. Dopo una lunga ricerca, udì una voce femminile molto famigliare. Dopo tutti quegli anni, ancora la riconosceva. Andò verso quella voce e trovò Elizabeth vicino ad un albero che cantava. James si avvicinò, ma prima che potesse dire qualcosa, lei iniziò ad urlare terrorizzata. Lui le corse incontro e le tappò la bocca, dicendole che non voleva farle del male. "Elizabeth, sono io!", le disse, "Sono James! Lo so che è difficile da credere, ma sono proprio io! Sono cresciuto dopo che Peter mi ha cacciato via, posso capirti se non mi riconosci! Ma cerca almeno di ricordarti di questo: quando mi portasti la colazione a letto, quando mi mostrasti il tuo ciondolo parlandomi dei tuoi genitori, quando eravamo soli in spiaggia al tramonto e io ti detti il primo bacio! Ti prego, dimmi che non ti sei scordata tutto questo!". Elizabeth smise per un momento di dimenarsi. Lo guardò negli occhi e le scese una lacrima. Lui le tolse la mano dalla bocca e lei gli disse: "James?", "Sì, sì! Sono io! Sono proprio io! Meno male, mi riconosci ancora!", "Ma... Cosa ti è successo? Cos'è accaduto?", "Sono cresciuto! Ora, però, c'è poco tempo per spiegare! Ti porto subito via da qui!", "Aspetta, cosa?", "Dobbiamo sbrigarci! Ti avevo promesso anni fa che ti avrei liberata da questo posto e ora finalmente posso farlo! Vieni con me, ti prego!". James le porse la mano. Elizabeth era titubante all'inizio, ma poi lei gliela prese e corse via con lui. Era ancora confusa. Non si aspettava di ritrovare il suo dolce amore dopo tutti quegli anni e vestito come un pirata. "Appena saremo in salvo, ho un sacco di cose da raccontarti!", le disse James. Appena furono in spiaggia, la fece salire sulla nave. "James, ma questa è la nave di Barbanera?", chiese lei. "Ora non più", le rispose. Elizabeth continuò a non capire. James le disse che le avrebbe spiegato presto ogni cosa e di non preoccuparsi. A bordo c'erano tutti i sacchi pieni di polvere di fata raccolta dalla ciurma. Ne prese una manciata e se ne servì per sollevare facilmente l'ancora, poi si mise al timone e pilotò la nave lontano da lì.
Quando furono lontani, James raccontò ogni cosa ad Elizabeth, porgendole un boccale pieno d'acqua. Le disse che Peter Pan lo aveva venduto a Barbanera anni fa e che fu costretto ad unirsi alla sua ciurma per avere salva la vita. Evitò i dettagli di tutti i massacri che aveva compiuto durante quegli anni, però le disse che non fu affatto una passeggiata stare con Barbanera. "Lo credo bene", disse lei, "Comunque, se non mi dicevi tutte quelle cose che abbiamo passato insieme tempo fa, ti giuro che non ti avrei mai riconosciuto. Sei cambiato molto. Poverino, non oso immaginare che anni orrendi hai passato a bordo di questa nave. Ma ora dov'è Barbanera? E come hai fatto ad avere la sua nave?", "Ecco, mia cara, con un po' di astuzia sono riuscito a sconfiggerlo. Il resto della sua ciurma, invece, è rimasto sull'Isola che non c'è. Se ne occuperà Peter insieme ai Bimbi Sperduti", "In che modo l'hai sconfitto?", "Non sono importanti i dettagli. Ora non è più qui e io sono riuscito ad impossessarmi della sua nave. Ora possiamo andare dove vogliamo, abbiamo anche la polvere di fata", "L'hai rubata alle fate?", "Veramente è stato il resto della ciurma a farlo. Comunque, questo è il minimo che Peter si merita per ciò che mi ha fatto", "Ma le fate cosa c'entrano con lui? Il dispetto l'hai fatto a loro!", "Le fate c'entrano eccome, se sono state loro a tirarlo su così, allora anche loro se lo meritano!". Elizabeth notò altri cambiamenti in James. Era più freddo, aveva perso la maggior parte della dolcezza che aveva da ragazzo. La vita da pirata lo aveva cambiato molto. Sperò che, stando con lui, potesse ritrovare quel dolce fanciullo che era un tempo. "Non ho smesso un giorno di pensare a te, mia cara", le disse James, "So di essere molto più grande di te ora e capirò se non mi vorrai più al tuo fianco, ma manterrò la mia promessa di riportarti a casa. Oppure in un altro posto a tuo piacere, se non ricordi le tue origini". Lei gli diede una carezza e gli rispose: "Non m'importa quanti anni hai ora. Sono felice di averti ritrovato, finalmente. Quando quel giorno eri sparito, Peter mi aveva detto che te ne eri tornato a casa tua, volando via per sempre e dimenticandoti di noi, specialmente di me". James smise di sorridere e cominciò a digrignare i denti: "Peter ha detto COSA?! Quel moccioso maleducato e vigliacco! Un giorno tornerò e lo squarterò con le mie mani!". Urlò, puntando la sua spada in cielo. Poi si calmò, vedendo Elizabeth terrorizzata dalla sua reazione. "Perdonami", le disse dolcemente, "Mi sono abituato a parlare così, sai. Poi sono ancora arrabbiato con Peter Pan per ciò che mi ha fatto, quindi...". Elizabeth parve calmarsi, ma ci rimase parecchio male nel vedere James così in collera. Verso sera, dopo aver mangiato qualcosa, James le disse di mettersi su di un'amaca per un momento, mentre faceva una cosa. Corse nella cabina e si chiuse dentro, per non farle vedere il cadavere di Barbanera. Prima di trascinarlo fuori, frugò nelle sue tasche e trovò il suo fazzolettino rosa. Lo prese e lo strinse a sé, felice di riaverlo di nuovo. Poi, prese il suo corpo e lo portò fuori di lì per gettarlo in mare. Senza farsi scoprire da Elizabeth, lo buttò giù dalla nave, dicendogli addio. Tornò nella cabina, diede una pulita e poi fece entrare Elizabeth. La fece sdraiare sul letto e le augurò la buonanotte. Prima di andarsene, lei lo chiamò: "Aspetta, ti prego, non lasciarmi qui da sola. Rimani con me". James, felice di quelle parole, si sdraiò accanto a lei, abbracciandola. Ora come ora, pareva più sua figlia che la sua amante, ma le voleva bene comunque. Aspettò che si addormentò, poi uscì e si mise al timone per dirottare altrove la sua nuova nave. Mentre pilotava, teneva in mano l'uncino con cui aveva ucciso il suo ex capitano. Se lo sarebbe portato sempre dietro come ricordo della sua vittoria su Barbanera. Ora quella nave era di sua proprietà, era lui il nuovo capitano. Gli serviva solo una ciurma fresca e fedele, ma a questo ci avrebbe pensato più in là. Navigò a lungo, cercando un posto nuovo per lui e per lei. Con tutta quella polvere di fata, potevano andare dove volevano. Per prima cosa, aveva intenzione di andarsene dall'Isola che non c'è, per permettere a Elizabeth di crescere e, appena diventata adulta, aveva intenzione di instaurare qualcosa di più serio con lei...
[continua]...
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