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5. Dolorosi segreti dal passato

Mentre James portò la nave verso un buon nascondiglio, sulla rotta incrociò alcuni galeoni e ne approfittò per saccheggiarli, per avere anche delle anime da donare a Facilier per la fine del mese. Combatteva fianco a fianco con Charlie, dato che anche suo figlio doveva rispettare il patto stretto con lo stregone e si aiutarono a vicenda. In questo modo, erano più uniti del solito, e James era orgoglioso di quanto Charlie si impegnasse, non solo per rimediare ai pasticci commessi i giorni scorsi. Alcuni giorni dopo, attraccarono in un porto. Mentre la sua famiglia si rilassava in una locanda, James, aiutato da Scarlett, andò a reclutare nuovi uomini per la sua ciurma. Questa volta fu più selettivo, dopo lo scontro con Ramòn. Sperò che non ci fossero altri come lui pronti ad attaccarlo alle spalle. Intanto, Celia e Bethany passeggiavano per il porto, come al solito. Charlie non le seguì questa volta, ma furono le ragazze ad andare da lui e a portarlo con loro. Si era sacrificato per Celia e questo suo gesto lo rendeva un eroe per entrambe. "Io non posso perdonarti", gli disse Celia ad un certo punto, "Ma ti ringrazio comunque per avermi salvato la vita". Charlie le sorrise. Ancora era innamorato, anche se cercava di non darlo a vedere. Prese la sua mano e quella di Bethany e le unì, facendo capire che era felice della loro unione. Poi, tornò verso la locanda, dove suo padre stava ancora reclutando nuovi pirati. Glenn, invece, era in una stanza con Jack. Si sentiva un po' meglio, ma era ancora scosso. Poco dopo, Charlie bussò alla porta ed entrò. Si sedette accanto a lui, chiedendogli come stava. "Sto bene", gli rispose Glenn, con lo sguardo rivolto al pavimento. Charlie gli mise una mano sulla spalla e gli disse: "Lo sai? Papà è molto fiero di te. Non fa che ripetere che, nonostante la situazione, hai avuto molto coraggio come pochi al mondo", "Lo so", "Mi dispiace che tu ti sia spaventato, ma vedrai che appena ti sarai ripreso potrai partecipare a tutti gli arrembaggi che vuoi. Una volta superato il trauma, non è più così tremendo, te lo assicuro", "Sì, ma...", "Cosa c'è?", "Io non ho avuto paura solo per aver ucciso quell'uomo", "Davvero? Di cos'altro ti sei spaventato, allora?", "Credevo che papà si arrabbiasse con me per avergli disubbidito. Mi ripeteva di continuo che per me era troppo presto infilzare qualcuno con la spada e io non l'ho ascoltato!". Glenn cominciò a piangere. Charlie lo abbracciò, poi continuò: "Ma no, dai! Non è vero, non è affatto arrabbiato, anzi, è fiero di te! Te l'ho detto, sei stato molto coraggioso, e poi quella era una situazione di emergenza! Anche se hai agito d'impulso, lo hai fatto per difendere papà! Questo dimostra che alla famiglia sei disposto a tutto e a lui ha fatto molto piacere!", "Nei giorni scorsi, però, non mi ha parlato molto", "E' perché ora siamo tutti in un periodo un po' critico, tutto qua. Ora papà e mamma stanno reclutando nuovi pirati, siamo tutti un po' occupati, ma vedrai che appena avranno finito verranno qui da te". Charlie rimase lì con Glenn ancora per un po'. Fece di tutto per farlo sentire meglio, anche suonando allegri motivetti con il suo flauto, e quando il bimbo tornò a sorridere, lo salutò e andò a prendere qualcosa da bere.

Celia, dopo la passeggiata per il porto con Bethany, andò da suo padre. Lo trovò seduto su un pontile, intento ad osservare il mare. Si sedette di fianco a lui. "Anche a New Orleans c'era un mare stupendo", le disse a un certo punto, "Ma questo è tutta un'altra cosa. Nasconde posti infiniti e molto interessanti". Poi le diede una carezza, le sorrise e continuò: "Hai scelto la via dell'amore, proprio come tua madre. Come ti dissi anni fa, una parte di lei sarà sempre dentro di te. Sarebbe molto orgogliosa di te ora, se fosse ancora qui". Celia, commossa, lo abbracciò. "Grazie, padre", gli rispose, "Verrò a trovarti spesso, una volta che avrai trovato il posto giusto per te", "Ne sono sicuro. Sarai sempre la benvenuta da me. E anche Bethany. L'amore che provate entrambe l'una per l'altra è davvero forte, l'ho notato mentre lottavate fianco a fianco. Proprio come l'amore che provava per me tua madre". Celia era davvero felice. Suo padre era contento del suo matrimonio con Bethany e aveva accettato la cosa. Rimasero ad osservare il mare ancora per un po', dopodiché Facilier si alzò e si diresse verso la locanda, sperando che James avesse finito di reclutare nuovi pirati. Celia, invece, tornò da Bethany. Quest'ultima aveva comprato due bottiglie di vino rosso e bianco, intenta a festeggiare come si deve la loro unione definitiva. Celia, però, non se la sentiva di bere, dopo ciò che era successo l'ultima volta. Anche se Charlie l'aveva finalmente lasciata in pace, ancora era scossa dopo quell'episodio. "Stai tranquilla", la rassicurò Bethany, "Stavolta non ti lascerò da sola e chiuderò la porta a chiave", "Ti ringrazio, ma se per te va bene vorrei restare sobria stasera", "Nessun problema, ho capito. Queste allora le terrò da parte per un altro momento". Si diressero verso la stanza di Bethany e fecero l'amore.

Verso sera, James e Scarlett entrarono nella loro stanza e rimasero con Glenn. Il piccolo non si era ancora ripreso del tutto. "Tranquillo, Glenn", lo rassicurò James, facendolo sedere sulle sue ginocchia, "Vedrai che presto starai meglio. Diventerai un vero pirata proprio come il tuo papà e nulla ti spaventerà mai più". Il bimbo, dopo un po' si fece coraggio e gli chiese: "Se fossi stato io al posto di Ramòn?", "Che cosa vuoi dire?", "Se mi avessi abbandonato e non mi avessi mai riconosciuto, avresti cercato di uccidere anche me?". James, che non si aspettava questa domanda, gli rispose: "Non dire così, ometto! E' vero, ho fatto degli sbagli in passato, ma mai mi sarei aspettato di trovarmi davanti un mio discendente! Tu, invece, non sei stato affatto un errore. Sia io che tua madre aspettavamo con ansia la tua nascita e ti abbiamo sempre voluto bene. Su questo puoi stare tranquillo", "Davvero?", "Certo, piccolo. Tu, Charlie e Bethany siete il nostro tesoro più prezioso". James e Scarlett abbracciarono Glenn e il bimbo sorrise, contento del loro affetto. "Posso dormire con voi, stanotte?", chiese poi. "Ma certo, certo!", gli rispose James, "Vuoi che ti racconti una bella favola prima di dormire?", "Sì, grazie, papà. Poi voglio raccontartene una anch'io", "D'accordo, tutto quello che vuoi". Glenn, sdraiato nel letto tra James e Scarlett, ascoltava con entusiasmo suo papà. Quando ebbe finito, fu il suo turno di raccontare una bella storia. "Bravi ragazzi", disse poi Scarlett, "Due storie stupende. Stanotte faremo tutti bei sogni". Prima di dormire, però, Glenn tornò serio e disse: "Papà?", "Sì, figliolo?", "Scusa se ti ho disubbidito", "Disubbidito in cosa?", "Per aver usato troppo presto la spada contro un uomo", "Glenn, non preoccuparti. Non sono arrabbiato con te. Vista la situazione, hai fatto la cosa più giusta, davvero. Volevi aiutarmi e ci sei riuscito. Non potrei essere più fiero". Gli diede un bacio sulla fronte, augurandogli la buonanotte. Scarlett, sorridendo, gli diede una carezza e cantò una dolce ninna nanna per entrambi, dopodiché si addormentarono abbracciati.

Rimasero tutti alcuni giorni in quel porto, poi ripartirono verso una nuova avventura. Mancavano tre mesi all'anniversario di famiglia su Family Island e James, nel frattempo, continuava a donare altre anime a Facilier durante i vari arrembaggi. Un giorno, fece entrare Celia e Bethany nella sua cabina. Dopo averle fatte sedere, chiese loro se davvero erano convinte del loro matrimonio, avendole sposate in fretta e furia durante la lotta contro gli uomini di Ramòn. "Sì, padre", gli rispose Bethany, "Stiamo bene insieme. Grazie di averci sposate", "Bene, bene. Sono contento. E tu, Celia? Che dice tuo padre a riguardo?". Lei, sorridendo, gli disse: "Mio padre è felice per entrambe, capitano", "Benissimo. Comunque, ora che sei sposata con mia figlia, ti do il benvenuto in famiglia, mia cara", "Grazie, capitano". James sorrise, poi disse loro che potevano andare. Poco dopo, fece entrare Facilier. Siccome sua figlia ora faceva parte della famiglia, disse che anche lui ora ne faceva parte, anche se non ne era convinto fino in fondo. Dopo gli eventi trascorsi, era un po' preoccupato, ma avendo combattuto assieme decise di fidarsi e accolse entrambi nella sua famiglia. Gli offrì un buon boccale di rum e un sigaro per festeggiare l'evento. Facilier accettò, ma poi tornò serio e gli disse: "Né mia figlia né nessun altro lo sa ancora, ma presto Celia avrà un bambino da Charlie". James, colto alla sprovvista da questa frase, gli andò di traverso il rum e tossì. Ripresosi, gli rispose: "Per la trippa di Nettuno! Ne sei sicuro?", "Sono uno stregone, è il mio mestiere! Ad ogni modo, saranno Celia e Bethany a crescere il marmocchio che nascerà, Charlie non sarà mai il padre di ciò che lui stesso ha generato contro la volontà di mia figlia! Chiaro?", "Calma, calma! Non è il caso di agitarsi! Mi sta bene, d'accordo! A patto, però, che il cognome che porterà sarà il mio!", "Ah, sì? E perché? Sentiamo!", "Insomma, vi ho accolto nella mia famiglia! Almeno il cognome lascialo scegliere a me!". Dopo alcune discussioni, alla fine si misero d'accordo. Ripresero a bere e fumare, poi Facilier gli fece notare che la sua anima era parecchio tormentata da un po' di giorni. "E quando mai non lo è stata?", gli rispose James, "In questi giorni in particolare, dopo lo scontro con Ramòn", "Lo avverto, capitano. Comunque, visto il tuo generoso invito in famiglia, sarò ben lieto di aiutarti ad evitare di trovarne altri come lui", "Ti ringrazio. Almeno posso stare più tranquillo per un po', col tuo aiuto", "E io spero di potermi mettere tranquillo anch'io una volta trovato il posto giusto per me", "A tal proposito: tu vuoi diventare ricco e potente. Beh, la vita di un pirata non è da meno. Fai ciò che vuoi e vivi fino in fondo", "Stai forse cercando di convincermi a restare qui sulla tua nave?", "Il fatto è che insieme potremmo dominare entrambi i mondi, e poi i tesori non mancano", "Grazie per la tua generosa offerta, James, ma preferisco stabilirmi sulla terraferma. Il mare non fa per me, e nemmeno per i miei serpenti". Detto questo, i suoi amici striscianti uscirono allo scoperto lungo le sue spalle. James si ritrasse, disgustato alla loro vista. "Non avrai paura di loro?", disse Facilier divertito. "Cosa? Io? Macché!", rispose James, stando a distanza, "E' solo che non mi sono mai piaciuti molto i rettili, soprattutto dopo una bruttissima esperienza che ho avuto in passato", "Ma davvero? Con un enorme rettile, immagino", "Era un mostruoso coccodrillo! Quel moccioso di Peter Pan, dopo che mi tagliò la mano, la diede in pasto a quella bestiaccia e subito dopo continuò a corrermi dietro per potersi mangiare il resto del mio corpo, avendo gradito il mio sapore!". James si sedette di colpo sulla sua sedia, tremando mentre raccontava ciò che aveva passato. Facilier ordinò ai suoi serpenti di andare da Celia, dopodiché gli si sedette di fianco, gli mise un braccio sulle spalle e gli disse: "Ma ora non c'è più, o sbaglio?". James, ripresosi, gli rispose: "Sono riuscito ad ucciderlo e poi l'ho impagliato. Il suo corpo si trova tutt'ora su un'isola poco distante dall'Isola che non c'è. Su Monster Island", "Monster Island? Beh, un nome davvero adeguato, dopo averci lasciato il corpo di quella bestia", "Infatti l'ho chiamata apposta così, dato che non aveva ancora un nome quel posto", "Capisco. Comunque, ti aiuterò ben volentieri a sbarazzarti di quel Peter Pan. Se c'è una cosa che non sopporto, è l'assoluta mancanza di rispetto. Quel teppistello si merita una bella lezione", "Infatti, ma finora purtroppo mi ha sempre sconfitto. E' più forte di quel che sembra", "Non ha ancora conosciuto me e i miei Amici dell'Aldilà. Gli daremo filo da torcere", "Musica per le mie orecchie, amico mio". Chiacchierarono a lungo. James sentì di aver trovato un nuovo migliore amico, e per Facilier fu lo stesso. "Sai che porti lo stesso nome di un mio vecchio amico d'infanzia?", gli disse lo stregone a un certo punto, "Peccato, però, che abbia scelto una strada diversa dalla mia". James, ricordando tristemente il suo miglior amico Roger, gli rispose sospirando: "Credo di poterti capire, sai? Anch'io persi un caro amico molti anni fa. Provai a convincerlo a venire con me, ma lui rifiutò", "Anche per questo non mi sono più legato a nessuno, non volevo rischiare che altri mi dessero contro o cercassero di intralciarmi in ciò che facevo". James notò sempre più cose in comune con Facilier. Sorrise, contento di aver trovato qualcuno che lo capisse. "D'accordo", gli disse a un certo punto, "Se vuoi restare a terra, fai pure. Io dominerò il mare e tu la terraferma. Nessuno ci fermerà", "Sicuramente". Bevvero e risero, felici dei loro piani.

Tre mesi dopo, tra un arrembaggio e l'altro, James lasciò la ciurma in un porto e navigò verso Family Island per la giornata annuale con la sua famiglia. Ora che anche Facilier e sua figlia ne facevano parte, portò anche loro. Fu una bella giornata per tutti sull'isola, anche se Facilier non smise un attimo di guardare storto Charlie ogni volta che si avvicinava a sua figlia. Non l'aveva più importunata, ma Facilier preferì non perderlo d'occhio. Ora Celia aspettava un bambino da lui e l'avrebbe cresciuto con Bethany. "Hai fatto una buona cosa salvandole la vita", gli disse Facilier prendendolo da parte, "Ma ti ricordo che il marmocchio che nascerà non sarà mai tuo figlio!". Charlie annuì, un po' spaventato. Era d'accordo su questa cosa, dopo ciò che era successo gli pareva giusto, ma ci rimase comunque male. Gli sarebbe piaciuto avere una relazione con Celia e magari mettere su famiglia con lei, e ora che era incinta, lui sarebbe stato solo lo zio del piccolo. "Non c'è problema", gli disse a Facilier, "Va bene così", "Bene". Poi, lo stregone andò da sua figlia. Era seduta sulla riva assieme a Bethany. Lui le si sedette di fianco, accarezzandole il ventre. "Presto sarò nonno, allora", le disse sorridendo. Celia era contenta che suo padre non l'avesse presa troppo male. Poco dopo arrivò James, si sedette di fianco a Bethany e disse: "Saremo entrambi nonni". Facilier si sforzò di sorridere. Non accettava completamente il suo nuovo nipotino e sapeva che era tutta colpa del figlio di James. In più, avrebbe portato il cognome Uncino. Prima che potesse dire qualcosa, arrivò Scarlett. "James, vieni un momento", disse. Quest'ultimo la raggiunse. "Tutto bene, cara?", le chiese. Lei, sorridendo, gli rispose: "Sì, stai tranquillo. Volevo solo dirti una cosa", "Oh, ma certo. Dimmi pure", "Sai, Celia non è l'unica ad essere in dolce attesa", "Come?". Scarlett gli prese la mano e se la mise sul ventre. James sgranò gli occhi, sorpreso. Il suo dolce amore aspettava un altro bambino da lui! Dopo qualche secondo, esultò: "Ma è meraviglioso! Non potrei essere più felice, mio dolcissimo fiore!". Scarlett lo abbracciò felice. Presto i loro figli avrebbero avuto un altro fratellino.

La sera, James e Scarlett lo dissero al resto della famiglia, e tutti esultarono felici. Alcuni pensarono, però, che il bimbo una volta nato sarebbe stato lo zio del futuro figlio di Celia, e avrebbero avuto la stessa età. Trovarono strana questa cosa, ma non ci badarono molto. Alla fine, la loro famiglia era sempre stata piena di sorprese ed erano sempre stati felici tutti insieme. Cantarono e danzarono per tutta la notte davanti a un falò, sotto un bellissimo cielo stellato.

La mattina dopo ripartirono presto, andarono a prendere la ciurma e navigarono per settimane in mare aperto. Un giorno, Facilier andò da James e gli disse: "Sento che presto realizzerò il mio sogno", "Lo spero per te, vecchio mio. Il tempo passa e io non vedo l'ora di poter finalmente uccidere Peter Pan", "Appena mi sarò sistemato, ti aiuterò, come stabilito dal nostro patto". Dopo un po', James si fece coraggio e gli chiese: "Mi serve un favore", "Ancora? Per che cosa, stavolta?", "Se non è troppo complicato per te e se non devo stringere altri patti, volevo solo un aiuto per risolvere una mia questione in sospeso", "Capisco. Vediamo un po', vorresti parlare con qualcuno dell'Aldilà?", "Per Giove e Saturno! Non ti si può proprio nascondere nulla, eh?", "Te l'ho già detto, è il mio mestiere. Comunque, non ti chiederò molto. Quello che voglio, oltre alle anime che mi porti già, è una parte del bottino di tutti gli arrembaggi, una volta che avrò trovato un buon posto per me", "Cosa?! Vuoi anche una parte del mio tesoro?", "Esattamente, prendere o lasciare". James ci pensò su. Ogni volta che saccheggiava navi e villaggi, la stiva della sua nave era sempre piena, non era mai tornato a mani vuote. Però, pensare di dividere metà dei tesori depredati con Facilier non lo accettava. Doveva servirlo fino alla fine dei suoi giorni e ora chiedeva anche una parte del suo bottino. Aspettò qualche secondo, prima di rispondere. 'Forse mi conviene accettare, in fondo non ci perdo molto', pensò tra sé e sé, 'Almeno potrò finalmente togliermi un peso dallo stomaco'. Alla fine, accettò. Facilier gli disse che poteva farlo parlare per pochi minuti con una sola persona dall'Aldilà. James rifletté attentamente. Voleva sapere se suo figlio lo avesse odiato dopo il suo abbandono, ma voleva anche poter parlare con la sua dolce Elizabeth. 'Magari posso chiederlo a lei', pensò, 'Parlerò con Elizabeth e lei mi dirà il resto. Sì, farò così!'. Disse poi a Facilier che intendeva parlare con la sua prima moglie. "D'accordo", gli rispose, sistemandosi il cappello, "Per farti parlare con lei, mi serve un suo oggetto per lanciare l'incantesimo". James si ricordò del ciondolo di Elizabeth che aveva donato a Scarlett. Andò da lei, dicendole che presto gliel'avrebbe ridato. Le spiegò quello che aveva intenzione di fare. Scarlett, dandogli una carezza, gli disse: "Se può farti sentire meglio, allora d'accordo. Salutami tanto Elizabeth appena la vedi", "Certo, cara. Ho così tante cose da chiederle, ma in particolare spero che mi dica cosa pensava di me nostro figlio Harry. Infine, devo chiederle perdono per ciò che le ho fatto", "James, lei ti ha già perdonato. Ti dissi che, quando ero piccola, parlò bene di te a tutta la famiglia e anche a me quando ero all'orfanotrofio. Io ascoltavo entusiasta le sue storie e lei me ne parlava tutti i giorni, molto più degli altri bambini. Sapevo che c'era del vero nei suoi racconti". Gli porse il ciondolo, augurandogli buona fortuna. James la baciò, felice del suo conforto.

Intanto, nella sua cabina, Facilier aveva preparato tutto quello che serviva per lanciare l'incantesimo. Appena James arrivò, gli porse il ciondolo di Elizabeth e Facilier, preso in mano l'oggetto, lo fece sdraiare all'interno di un cerchio disegnato per terra. "Sicuro che funzionerà?", chiese James preoccupato. "Se non ti fidi, questo è il momento giusto per ripensarci", gli rispose Facilier. James, però, non volle tirarsi indietro e gli disse di proseguire. Lo stregone sussurrò una formula magica sul ciondolo, dopodiché lo mise sul petto di James e, appena finito il rituale, prese una manciata della sua polvere viola e gliela soffiò in faccia, facendogli perdere i sensi.

Quando James riaprì gli occhi, si ritrovò in un luogo strano. Era tutto buio e sentiva dei lamenti continui. Si spaventò, pensando di essere all'Inferno. Si guardò le braccia e vide che era diventato quasi trasparente, proprio come un fantasma. La paura crebbe in lui sempre di più, ma sapeva che faceva parte dell'incantesimo di Facilier. Ora la sua parte spirituale si trovava nell'Aldilà e poteva finalmente parlare con Elizabeth. L'unico problema era che non la trovava da nessuna parte. "Elizabeth?", disse James debolmente. Nessuna risposta. Dopo un po', la chiamò di nuovo: "Elizabeth!". La cercò ovunque, ma invano. Cominciò a disperarsi. "Ti prego, Elizabeth", continuò, "Se ce l'hai con me, non ti biasimo, mia cara! Ma almeno fatti vedere! Sono venuto fin qui per parlarti! Mi dispiace, ti supplico, perdonami! Ti ho abbandonata, è vero, e non c'è giorno in cui io non mi senta in colpa per questo!". Pianse. Poco dopo, intravide qualcosa dinnanzi a lui. Guardò meglio e vide una figura femminile avanzare lentamente. Era trasparente, proprio com'era lui ora. Era l'anima di una donna anziana. "James", disse la donna in un sussurro, appena furono faccia a faccia. Lui, guardandola bene, la riconobbe. "Elizabeth", disse, "Sei proprio tu! Riconoscerei ovunque quel tuo dolce sguardo!". Lei gli diede una carezza, guardandolo dritto negli occhi. "Temevo di non rivederti più", continuò, "E invece eccoti qui. Sei morto?", "No, cara. Sono venuto fin qui solo grazie ad un incantesimo. Ho poco tempo, però, e ho così tante cose da chiederti!". Voleva abbracciarla, ma aveva paura di un suo rifiuto, temendo fosse arrabbiata con lui. Invece, fu lei a mettergli le braccia al collo. "Mi sei mancato molto!", gli sussurrò tristemente all'orecchio. James, con le lacrime agli occhi, ricambiò il suo abbraccio. "Anche tu, mio dolcissimo angelo. Se non vorrai perdonarmi, ti capisco perfettamente", "Oh, James. Non è colpa tua se sei diventato ciò che sei ora", "Sì, invece! Almeno in parte, cara! Potevo restare con te e Harry e invece non sono più tornato!", "La tua rabbia e il tuo odio ci hanno separati. Ma ora ascoltami bene, ti prego. C'è una cosa che non ti ho mai detto prima. Né a te né al resto della famiglia, e mi sono portata questo peso nella tomba", "Cosa? Quale peso? Di cosa stai parlando?". Elizabeth fece un respiro profondo, poi disse: "Sono io che devo chiedere il tuo perdono, James". Lui, udendo queste parole, non capì. Elizabeth continuò: "Quando Peter Pan mi portò all'Isola che non c'è, se ben ricordi, io non potevo volare e mi ero scordata di casa mia. Peter aveva fatto di tutto perché mi dimenticassi per tenermi lì con lui. Cercava disperatamente una mamma e avrebbe fatto qualunque cosa pur di ottenerla e di trattenerla lì sulla sua isola. Ero talmente disperata che, dopo alcuni giorni, convinsi Peter che oltre a una madre serviva anche un padre per raccontare le favole. Così, Peter andò spesso nel mondo reale a cercare dei ragazzi che le raccontassero assieme a me. Io, però, lo avevo convinto a fare questo sperando che, tra i ragazzi che portava sull'isola, ce ne fosse stato qualcuno disposto ad aiutarmi ad andarmene, visto che da sola non ce la facevo. Nessuno, però, ne era stato in grado. Peter se ne accorgeva subito e li ha puniti in modi veramente terribili. Molti di loro vennero addirittura venduti a Barbanera e non tornarono mai più. Poi, un giorno, arrivasti tu. Stavo quasi per arrendermi, ma con te avevo ritrovato la speranza e, col tempo, anche la felicità. Tu non ti sei mai arreso con me, già dal principio avresti fatto di tutto pur di aiutarmi. Ma poi, quando mi dissi di amarmi, io cominciai a sentirmi in colpa. Un ragazzo così dolce, portato via da casa sua con la forza e costretto a vivere per sempre su un'isola dovendo rinunciare alla sua vita e ai suoi progetti. Quando Peter mi disse che te ne eri andato via dimenticandoti di tutti, io sapevo che in realtà ti aveva fatto qualcosa. L'ho sempre saputo, visto come aveva punito gli altri ragazzi prima di te. Lì persi completamente la speranza, ma non ti ho mai dimenticato. Nessun altro prima di te mi aveva mostrato tutto quell'affetto che provavi tu per me, e io credevo di averti perduto per sempre, per colpa del mio egoismo. Un bravo ragazzo, di buon cuore e molto gentile, e io ti avevo condannato. Quel giorno sulla spiaggia in tua compagnia è per me un ricordo dolcissimo e non smettevo di pensarci, sperando di poterlo rivivere. Avevo cominciato anch'io ad amarti in quel momento. La tua dolcezza, la tua bontà. Desideravo condividere la mia vita con te una volta scappati da lì, ma dopo ciò che ti fece Peter, tutti i miei sogni si frantumarono nuovamente. Poi, quando ti ritrovai anni dopo, cresciuto e vestito come un pirata, il mio senso di colpa aumentò. Ero sollevata di averti ritrovato, era un miracolo che tu ce l'avessi fatta, ma mi sentivo responsabile per ciò che eri diventato. Speravo che, standoti vicino, potessi aiutarti a ritrovare la retta via, ma ogni tentativo fu inutile. Ormai eri un pirata e non si poteva più tornare indietro. Non riuscii a fermarti nemmeno quando decidesti di tornare all'Isola che non c'è per fermare Peter Pan. Sapevo che era una pessima idea, ma tu insistevi che volevi proteggere nostro figlio. Il tuo amore nei miei confronti è sempre stato puro fino alla fine e questo mi ha dato la forza di andare avanti. Questo è tutto. Mi dispiace non avertelo detto prima, James, ma vedendo cosa ti era successo per colpa mia, non me la sono sentita di dirtelo. Non volevo perderti, per nessun motivo. Ti ho sempre amato, James, e il mio amore per te è vivo tutt'ora. Sono io che devo chiedere a te il tuo perdono. Sono io la responsabile di tutti i tuoi guai". Appena finì di parlare, James rimase immobile, con gli occhi sbarrati. Quello che aveva appena sentito, lo mandò sotto shock. "No...", commentò, "No... Non può essere... Ti prego, dimmi che non è vero!". Elizabeth, sospirando, abbassò lo sguardo. James cominciò a tremare. Non riusciva a credere a ciò che lei gli aveva raccontato. La dolce ragazzina che conobbe all'Isola che non c'è era la responsabile di tutto. Il suo dolcissimo amore, lei aveva convinto Peter Pan a rapirlo solo per potersene andare da lì. Un'ondata di ricordi lo pervase. Si mise la mano e l'uncino nei capelli, completamente sconvolto. "Potevo continuare i miei studi!", disse agitato, "Roger sarebbe ancora vivo e potevamo costruirci un futuro insieme! No, non ci credo! Peter Pan mi ha portato via da Eton solo perché tu lo hai convinto a cercare anche un padre, e tutto per avere qualcuno che ti aiutasse a scappare!", "Mi dispiace davvero, James. Per tutta la vita mi sono sentita in colpa e ora anche la mia anima è tormentata per questo. Ti prego, perdonami", "Tu hai convinto Peter Pan a trascinarmi su quell'isola infernale! Sei sempre stata tu dall'inizio!". James perse poco a poco la ragione. Ebbe delle risate nervose, mentre delle lacrime cominciarono a scendergli lungo le guance. Se non fosse stato per lei, Peter non sarebbe mai venuto a cercarlo, non sarebbe finito tra le mani di Barbanera, Roger non si sarebbe sparato... Pensò a tutte queste cose, a tutto ciò che gli era capitato. Non voleva accettare che la colpa fosse di Elizabeth. Non del suo primo, dolce amore. L'aveva salvata, le aveva dato una nuova casa, una nuova vita e tanto altro. Avevano avuto un figlio e dei nipotini e alla fine lei era la responsabile di tutto quanto. Dopo alcuni attacchi isterici, James digrignò i denti e urlò: "Come hai potuto?!". Elizabeth arretrò. Anche se era morta da un pezzo, ebbe comunque paura di vederlo così arrabbiato. "James, ti prego...", cercò di parlargli, ma lui protese in avanti il suo uncino per non farla avvicinare. "Stai indietro, donna!", gridò furioso, "Non voglio vederti mai più!". Continuò ad urlare e a imprecare, mentre lei piangeva disperata. Cercava di dirgli qualcosa, ma lui la interruppe continuamente. "Basta!", continuò, "Non ti voglio più ascoltare! Ma almeno ora ho un peso in meno sulla coscienza dopo quello che mi hai confessato!", "Che cosa vuoi dire, James?". Lui, ghignando, continuò: "Ti ricordi di tuo fratello, vero?", "Mio fratello? Che c'entra Arthur adesso?", "C'entra eccome! Tu mi hai usato dal principio per tornartene a casa, non è vero? Sei rimasta con me finché ti faceva comodo, e appena ritrovi casa tua mi abbandoni!", "No, ti sbagli, James! Te lo dissi anni fa, volevo recuperare i miei ricordi, ma mai ti avrei abbandonato! Sarei tornata subito da te, non volevo perderti!", "Ma davvero? Oppure volevi una protezione per evitare di venire nuovamente rapita da Peter Pan?", "No, ho sempre voluto stare con te anche dopo aver ritrovato mio fratello! Ti ho sempre amato, James, davvero!", "Ora basta menzogne! E per tua informazione, tuo fratello non è scomparso! L'ho ucciso io!", "Cosa?! Tu... Tu hai...", "Proprio così, mia cara! Sei sorpresa? E sappi che ho provato un immenso piacere a torturarlo prima di dargli il colpo di grazia! Ora, però, non ho più paura a parlarne, dopo ciò che ho udito poco fa!". Prima che Elizabeth potesse dire qualcos'altro, la sua anima cominciò a svanire. Per James divenne improvvisamente tutto buio. L'ultima cosa che vide fu il terrore e la disperazione sul volto di lei.

Pochi secondi dopo, riaprì gli occhi e si ritrovò sdraiato sul pavimento della sua cabina. Si mise a sedere, respirando affannosamente. Facilier aveva avvertito che era successo qualcosa di brutto, e notò poi le lacrime sul volto di James. Quest'ultimo si rialzò, si appoggiò al bordo del tavolo e urlò più forte che poté, per poi cadere nuovamente sulle ginocchia. Facilier si tenne a distanza, aspettando che finisse di sfogarsi. Appena fu più calmo, James si rialzò e lo guardò in cagnesco. "Tu lo sapevi?", gli disse minacciosamente. "Sapere cosa?", gli rispose Facilier, "Non potevo certo vedere cosa stava succedendo, l'unica cosa che avvertivo era la sua anima tormentata e la tua che si agitava sempre di più, nient'altro. Non prendertela con me, mi hai chiesto tu di fare questa cosa". Facilier continuò a rimanere a distanza da James, vedendolo nervoso. La sua ombra fu pronta a proteggerlo in caso di pericolo, ma James poco dopo lo ignorò, chinandosi per raccogliere il ciondolo di Elizabeth. Lo fissò per svariati secondi, ripensando a ciò che era successo nell'Aldilà. Ancora non riusciva a crederci. Sperava che si fosse trattato solamente di un incubo, e invece tutto era reale. Subito dopo, Scarlett, Charlie e Bethany irruppero nella sua cabina. "Che succede?", chiese Scarlett preoccupata, "Ti abbiamo sentito urlare!". James si girò verso di loro. La sua famiglia. Tutti collegati con Elizabeth. Anche Scarlett, nonostante fosse orfana, in qualche modo era collegata a lei. Urlando, lanciò il ciondolo contro di loro, rompendolo contro la parete. "James, che ti prende?", continuò Scarlett, scansandosi. "Elizabeth...", gemette James, "Elizabeth... La mia Elizabeth... Era solo una bugiarda approfittatrice...", "Cosa?! Che stai dicendo?", "Voi lo sapevate?", "Sapere che cosa? Cosa è accaduto nell'Aldilà?", "Elizabeth si è degnata a confessare! Quando avevate intenzione di farlo, voi?", "James, ma si può sapere di che stai parlando?". Quest'ultimo, ridendo nervosamente, raccontò loro ciò che Elizabeth aveva rivelato. Tutti rimasero scioccati. "Voi lo sapevate!", continuò James, "Non dite di no!". Bethany si fece coraggio e intervenne: "No, padre! Siamo sconcertati quanto lo sei tu! Nessuno di noi sapeva niente di tutto questo! Conoscevamo solo la vostra storia, ma non una cosa del genere!". James la guardò negli occhi. Bethany le ricordava molto Elizabeth. In preda alla rabbia, estrasse la sua spada e si avventò su di lei. Bethany, non aspettandosi questa sua reazione nei suoi confronti, arretrò, andando nel panico. Charlie e Scarlett presero le loro spade e si misero davanti a lei per proteggerla. James era completamente impazzito e fecero fatica a fermarlo. Poco dopo, qualcosa lo bloccò. Celia, dopo aver udito tutto quel trambusto, arrivò di corsa e mandò la sua ombra ad immobilizzare James. Lui, però, continuava a dimenarsi, urlando come un pazzo. Tutti quanti cercarono di fargli capire che Elizabeth non aveva detto niente a nessuno di questo suo sconcertante segreto, ma lui non volle sentire ragioni. Alla fine, Facilier gli soffiò in faccia un po' di polvere viola e gli fece perdere nuovamente i sensi. "Questo lo terrà buono fino a stasera", disse, "Fossi in voi, mi guarderei le spalle, d'ora in poi". Scarlett, guardandolo male, gli rispose: "Sappiamo badare a noi stessi, grazie lo stesso!". Facilier ghignò, poi uscì dalla cabina diretto verso la sua stanza. Scarlett, aiutata da Charlie, misero James sul letto, poi uscirono.

Celia provò a confortare Bethany. Ancora era scossa dopo che suo padre aveva cercato di ucciderla. Scarlett aveva provato ad aggiustare il ciondolo di Elizabeth, piangendo mentre lo faceva. Charlie andò a far compagnia a Glenn, sperando di riuscire a distrarsi. Anche lui aveva sentito un gran trambusto, ma non aveva avuto il coraggio di andare a vedere. Charlie lo consolò, dicendogli che per questa volta aveva fatto bene a non avere coraggio. "Papà non sta molto bene", gli spiegò tristemente, "Ha avuto una crisi di nervi, e credimi, non è stato un bello spettacolo", "Ma si rimetterà, vero?", "Sì, stai tranquillo. Ora sta dormendo, appena si sveglierà starà già meglio, vedrai". Non gli raccontò tutti i dettagli, anche perché sarebbe stato troppo scioccante per lui. Glenn conosceva la storia di Elizabeth, gliel'avevano raccontata non molto tempo fa. Però, Charlie preferì evitare di parlargli di ciò che Elizabeth aveva rivelato a James. Non voleva che ci rimanesse male anche lui. Poco dopo, uscì, diretto verso la camera di Bethany, preoccupato per lei.

In camera sua, lei era seduta sul letto accanto a Celia, in lacrime. Anche Scarlett era presente, e tutti discussero su come potevano fare per far tornare la ragione a James. "Elizabeth ci teneva davvero a lui", disse poi Scarlett, "Altrimenti perché raccontare la sua storia, sperando addirittura che il resto della famiglia lo incontrasse un giorno? Come facciamo a farglielo capire? Anche noi siamo scossi dopo questa rivelazione, ma i suoi sentimenti erano certamente puri per vostro padre". Parlando, Charlie intervenne: "Se fosse possibile, qualcuno dovrebbe andare nel mondo reale a cercare una prova che lo dimostri". Bethany, asciugandosi gli occhi, gli rispose: "E come pensi di fare?", "Servirebbe della polvere di fata. Se solo ne avessimo ancora, allora potremmo tornare nella nostra vecchia casa e cercare qualcosa che dimostri quanto Elizabeth e tutti gli altri volessero davvero bene a papà, visto che a noi non vuole ascoltarci", "Certo, peccato che non ne abbiamo più. Se ben ricordi, l'abbiamo usata tutta anni fa per andare a cercarlo". Scarlett uscì di corsa dalla camera. Poco dopo tornò con un sacchetto in mano. "Ne avevamo usata una parte, ma il resto sono riuscita a conservarlo fino ad oggi", disse, mostrando il contenuto del sacchetto, "La tenevo da parte per le emergenze, e direi che questa è davvero un'emergenza. Ascoltatemi bene: ce n'è per uno solo, andata e ritorno. Ora decidiamo chi deve partire". Charlie si fece avanti, insistendo per poter andare lui. Anche Bethany volle farlo, ma lui insistette: "No, sorellina. Tu devi rimanere qui e prenderti cura di Celia. Mancano ancora alcuni mesi alla nascita di vostro figlio, perciò stalle vicino, mi raccomando". Bethany, dopo qualche secondo, annuì, sapendo che aveva ragione. Celia sorrise, notando quanto Charlie fosse migliorato. Scarlett disse che poteva andarci lei, ma lui continuò: "No, madre. Tu prenditi cura di papà e di Glenn. E anche del nuovo fratellino in arrivo. Andrò io", "Ma, Charlie. E il tuo debito?", "Siamo a inizio mese, ho già dato l'ultimo versamento il mese scorso, pochi giorni fa. Non ci metterò molto a tornare, tranquilla". Scarlett decise di dargli fiducia. Gli mise in mano il sacchetto con la polvere di fata e gli disse: "Sii prudente, mi raccomando". Charlie la abbracciò. "Sì, madre", le disse sorridendo, "Non ti deluderò, vedrai". Poi abbracciò Bethany. "Stai attento, fratellone", gli disse lei. Celia protese la sua mano verso di lui, augurandogli buona fortuna. Charlie la ringraziò, stringendole la mano. Dopodiché, uscì, andando a scrutare il cielo dal ponte della nave per cercare la seconda stella. Appena la vide, prese un po' di polvere di fata e se la lanciò addosso. Non aveva molti pensieri felici in quel momento, ma poi gli venne in mente un ricordo di quando era piccolo. James che lo teneva sulle sue ginocchia insegnandogli a suonare il flauto. Era uno dei ricordi più belli che aveva. Subito dopo si sollevò da terra e volò in cielo. Scarlett e gli altri lo guardarono dal ponte, sperando che andasse tutto bene. Poi, Charlie sparì, dopo aver attraversato la stella.


[continua]...

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