3. Presente contro passato
La mattina dopo, Celia venne svegliata bruscamente da una secchiata d'acqua. "In piedi, forza!", disse il pirata, aprendo la cella, "Il capitano vuole vederti!". Celia prese le sue cose e si fece portare da Capitan Uncino.
Intanto, nella cabina di James, lui e Facilier avevano discusso a lungo su ciò che era successo la sera prima. Quest'ultimo era riuscito a convincere James a risparmiare sua figlia, spiegandogli che lei, a differenza sua, non aveva ancora imparato bene a dominare la sua ombra. "Spero per entrambi che non si ripeta mai più!", disse nervosamente James, "Ora dovrà chiedere immediatamente scusa a mio figlio!", "Non c'è problema, mia figlia è educata e sa quando sbaglia! Comunque, non lo ha ucciso, il suo era solo un avvertimento!", "Un avvertimento?! Tuoni e fulmini! Lo stava soffocando con la sua stregoneria!", "Calma, ti ho già detto che non ha fatto apposta! Ora si scuserà e non ne parliamo più! Abbiamo altri problemi da affrontare entrambi!", "Sì, lo so! Appena la questione sarà risolta, ci daremo da fare!". Per tutta la notte, Facilier e James avevano parlato su ciò che era successo a Black Island e stavano escogitando qualcosa per poterne uscire entrambi, così che alla fine potevano dedicarsi solamente alla vendetta di James su Peter Pan. All'improvviso, qualcuno bussò alla porta. "Capitano, la ragazza è qui", disse una voce. "Falla entrare", rispose James. Celia entrò e si sedette davanti a James, abbassando lo sguardo. "Ordunque", disse quest'ultimo, "Per questa volta ti è andata bene, mia cara. Ma la prossima volta che proverai a fare del male a un membro della mia famiglia, ti sbatterò io stesso in mare!". Celia, senza alzare lo sguardo, gli rispose: "Vi chiedo scusa, capitano", "Le scuse devi farle a mio figlio, non a me!", "Io non volevo fargli del male, ma non mi lasciava in pace e ho perso il controllo", "Non m'interessa com'è andata! Tu hai aggredito mio figlio e questo non lo posso tollerare! Ora dovrai chiedergli scusa per ciò che gli hai fatto!", "Sì, capitano". Detto questo, James fece chiamare Charlie. Poco dopo, appena entrò nella cabina, si sedette di fronte a Celia. Ancora era offeso per la sua reazione della sera prima, ma anche preoccupato di dover subire ancora uno dei suoi scatti d'ira. Celia, guardandolo negli occhi, gli tese la mano e gli chiese scusa. Charlie, titubante, accettò le sue scuse, stringendole la mano. Poi, James disse a Charlie di portarla con sé e di non perderla di vista. Prima che uscissero, Facilier disse: "Celia, aspetta! Hai fatto tutto quello che ti ho chiesto?". Lei, avvicinandosi a lui, gli rispose: "Sì, padre. Ecco qui". Gli mise i due sacchetti in mano e poi uscì, accompagnata da Charlie. Ancora non sapeva di preciso che cosa le avesse fatto fare suo padre, erano cose del Voodoo che ancora non conosceva, ma ora aveva altri problemi e aspettò a fare domande. Poi, Facilier si rivolse a James: "Ora che tutto si è risolto, che ne dici di tornare ai nostri affari?", "Certo, certo! Prima risolviamo questo pasticcio e prima potremo dedicarci a quel moccioso di Peter Pan!", "Bene, dov'eravamo rimasti, allora? Ah, sì! Che ne diresti di stringere un patto con me?", "Un patto?! Quale patto?", "Tranquillo, amico mio! Ora ti spiego, non aver paura".
Nel frattempo, Charlie aveva portato Celia in camera di Bethany. Lei, vedendola tutta bagnata, la fece sedere, le diede una salvietta per asciugarsi e le disse: "Stai tranquilla, Celia. Nessuno qui è più arrabbiato con te. Anche nostra madre ti ha perdonato. Tra poco sarà qui col thé e i biscotti. Non c'è niente di meglio di una buona colazione per far tornare il buonumore". Celia le sorrise. Bethany era sempre così dolce e gentile con lei. Pochissime persone nella sua vita l'avevano trattata con dolcezza. Poco dopo, entrò Scarlett con un vassoio, accompagnata da Glenn. Lo posò sul tavolo, poi si rivolse a Celia: "Ti perdono per ieri sera, ma che non si ripeta più", "Mi dispiace, io...", "Ora non parliamone più. Charlie sta bene e tu sei pentita. Vieni, versa il thé a tutti quanti, poi mangiamo tutti assieme". Celia obbedì. Finito di versare il thé, si sedette a fare colazione con gli altri. Intanto, Charlie non smetteva di fissarla. Lei se ne accorse, ma fece finta di niente, nonostante il suo disagio. Non capiva perché Charlie si comportasse così con lei. Nella sua vita non aveva mai avuto un fidanzato, ma trovarsi un pirata così insistente nei suoi confronti non era quello che si aspettava e le dava anche un po' fastidio. Sperava che la lasciasse in pace, anche perché non poteva permettersi di arrabbiarsi ancora, rischiando di fargli seriamente male se perdeva il controllo. Bethany, notando come Charlie fissava insistentemente Celia, gli disse: "Senti, fratellone: perché non vai a vedere se la ciurma sta facendo il suo dovere?". Charlie, distrattamente, le rispose: "Eh? Ma, io...", "Per favore, VAI! Sei tu il nostromo!", "Uff! E va bene, finirò più tardi il mio thé!". Detto questo, si alzò ed uscì. Celia capì il gesto di Bethany e la ringraziò sottovoce. Quest'ultima le sorrise e le diede una carezza, facendole l'occhiolino. Celia, dopo questo gesto, si portò la mano sulla guancia. Quella carezza le aveva appena rallegrato la giornata. Bethany era veramente molto buona e a Celia faceva molto piacere. Dopo tanta sofferenza nella sua vita, finalmente aveva conosciuto qualcuno che le mostrava affetto. Sperava che la loro amicizia sarebbe rimasta intatta per sempre. Finito di fare colazione, Scarlett disse a Celia di aiutarla a portare via il vassoio e le tazze. Quando furono sole, le disse: "Celia, so che tu non sei cattiva. Perdona i miei modi di ieri sera, ma è stata una reazione istintiva. Sai, se mi capita di vedere uno dei miei figli in pericolo, agisco subito e faccio di tutto pur di proteggerli", "Scarlett, io...", "Non preoccuparti, non servono giustificazioni. Ti confesso che anche Bethany non molto tempo fa ha perso il controllo con suo fratello. Charlie non è cattivo, solo che a volte esagera con la sua simpatia, ma non prenderla male. Se fa ancora così, dimmelo e lo faccio smettere subito", "Grazie, Scarlett. Comunque non so cosa mi sia preso ieri. Non avevo nessuna intenzione di fargli del male, è solo che... ecco... non sono abituata ad essere riempita di complimenti, gli unici che mi hanno dato affetto nella mia vita sono stati mia madre e mio padre", "Oh, cara. Non hai avuto una vita facile, vero?", "Purtroppo no. Mia madre è morta alcuni anni fa e ora mio padre è ancora arrabbiato con me. Era il mio unico punto di riferimento e senza di lui sarei persa. Non mi fido di nessuno, non dopo ciò che ho passato. Quando mia madre morì, mio padre mi è sempre stato accanto". Celia, mentre parlava del suo passato, cercò di trattenere le lacrime. Scarlett se ne accorse e la abbracciò forte. "Mi dispiace molto", le disse dolcemente, "Comunque, qui tra noi sarai sempre la benvenuta. E' vero che ora sei al nostro servizio, ma non preoccuparti. Non dovrai fare nulla di troppo faticoso. Magari più avanti potremmo anche insegnarti a combattere con la spada come facciamo noi, se lo vuoi", "Grazie, Scarlett. Mi farebbe molto piacere imparare", "Non c'è di che. Ora torna pure da Bethany, qui finisco io", "D'accordo, a dopo". Mentre Celia tornava in camera di Bethany, incrociò Charlie, e ancora non le staccava gli occhi di dosso. Cercò di ignorarlo, sperando che presto si sarebbe stufato.
Appena arrivata, si ritrovò sulla spalla Jack, il pappagallo di Glenn. "Ti trova simpatica", le disse quest'ultimo, "Di solito non vola sulle spalle degli altri in questo modo". Celia, sorridendo, accarezzò la testa di Jack. Glenn le era molto simpatico e il sentimento era reciproco. Le piaceva occuparsi di lui quando gli altri andavano in giro a saccheggiare, era diventato come un fratellino per lei. "Prometto di non farti mai arrabbiare, non voglio che mi fai quello che hai fatto a Charlie", continuò Glenn. Celia, tornando seria, gli rispose: "Non preoccuparti, non ti farei mai del male. Io ti voglio bene. Voglio bene a tutti voi, non accadrà mai più. Starò molto più attenta ai miei poteri". Bethany le rispose: "Anche noi ti vogliamo bene, siamo felici di averti conosciuta. Dopo anni in mezzo ai pirati, fa piacere parlare con qualcuno di diverso. Sei dolcissima e simpatica. Comunque, dopo ieri sera, hai dimostrato di avere carattere. Mi piace", "Ti ringrazio", "Non c'è di che. Senti, tu sei la più grande amica che io abbia mai avuto finora. Anzi, posso dire che sei appena diventata la mia migliore amica", "Grazie, Bethany. Mi fa molto piacere. Anche tu per me sei un'amica meravigliosa. Sento di potermi fidare di te", "Anch'io mi fido. Tu sei a posto". Chiacchierarono a lungo. Poi, quando Glenn tornò in camera sua con Jack, Bethany continuò: "Quello che sto per dirti non l'ho mai detto a nessuno", "Tranquilla, non aprirò bocca", "Bene. Volevo dirti che mio padre in realtà è il mio bis bisnonno", "Il tuo... che cosa?!", "Esattamente, mio e di Charlie. Solo Glenn è suo figlio e di Scarlett. Lei adottò me e Charlie quando eravamo piccoli e poi venimmo in questo mondo per conoscerlo di persona", "Ma... ma com'è possibile?", "All'Isola che non c'è è come se il tempo non andasse mai avanti e quindi mio padre... cioè, il mio bis bisnonno non invecchiava mai", "Ah, quasi come per me e mio padre quando siamo rimasti bloccati nell'Aldilà", "Più o meno. Ad ogni modo, io, Charlie e Scarlett un giorno decidemmo di andare a conoscere il famoso Capitan Uncino. Quando lo incontrammo, era un uomo a pezzi. Aveva appena perso tutto dopo l'ennesima battaglia contro Peter Pan e si stava per arrendere, quando arrivammo noi a dargli una mano", "Oh... Ma questo Peter Pan è così terribile?", "Altroché! E' un po' lungo da raccontare, magari te lo dirò la prossima volta ciò che ha fatto quando mio padre era ancora un ragazzo, tra poco devo aiutare Charlie a controllare la nave e la ciurma", "D'accordo, io intanto ti sistemo la stanza", "Fai pure con calma, non stancarti troppo", "Va bene. Poi anch'io ho qualcosa da raccontarti", "Non vedo l'ora. A più tardi, amica", "Ciao". Appena rimase sola, Celia, pulendo la stanza, ripensava al racconto di Bethany. Ancora non riusciva a crederci, ma soprattutto non si aspettava così tanta fiducia nei suoi confronti andandole a raccontare questa incredibile storia. 'Forse non è stato un grosso sbaglio praticare quell'incantesimo', pensò, 'Spero che anche mio padre possa trovare dei lati positivi in questo nuovo mondo'. Continuò a pulire, sperando anche di poter finalmente far pace con suo padre.
Intanto, Facilier e James avevano stretto un patto. "Mi auguro che andrà tutto bene alla fine di questo mese", disse preoccupato quest'ultimo. "Andrà bene", gli rispose Facilier, "Anzi, DEVE andare bene. Tu fai come ti ho detto e riusciremo a cavarcela", "Ti avverto che se un solo membro della mia famiglia ci rimette la pelle...", "Non succederà! Ora pensiamo ad arrivare alla fine del mese, ti aiuterò come al solito per portare le anime a Tata Zulie e quando saremo lì saremo pronti". Detto questo, uscirono dalla cabina e James fece radunare tutta la ciurma per prepararsi al prossimo arrembaggio.
Arrivò la fine del mese. James navigò verso Black Island per saldare il suo debito mensile. Quando furono quasi arrivati, disse a Facilier: "Ancora non lo hai detto a tua figlia quello che le aspetta?". Lui, sospirando, gli rispose: "No, altrimenti si sarebbe agitata", "Io non potrei mai sacrificare uno dei miei figli, sono il mio tesoro". Facilier, ghignando, disse: "Nemmeno se servisse per eliminare definitivamente Peter Pan?". James, dopo questa frase, ribaltò il tavolo urlando e mise Facilier con le spalle al muro, puntando la sua spada contro la sua gola. "Non osare mai più dire una cosa del genere!", lo minacciò, digrignando i denti. Facilier rise: "Stavo scherzando!", "Non scherzare sulla mia famiglia!", "D'accordo, non ti scaldare, capitano! Ora abbassa quell'arma, tra poco saremo arrivati e devo chiamare mia figlia!". James rinfoderò la spada e chiamò Charlie per dirgli di portare Celia nella sua cabina. Una volta arrivata, la fece sedere. "Celia", le disse Facilier, "Ora devi fare un'altra cosa per me". Lei, non capendo, gli rispose: "Che cosa, padre?", "Non preoccuparti". Tirò fuori una strana polvere dal taschino della giacca e gliela soffiò in faccia, facendole perdere i sensi. James portò Celia sulla spalla destra, tenendole le gambe con la mano. "Vuoi proprio andare fino in fondo?", gli disse a Facilier. "Sì", gli rispose quest'ultimo, "Non si può tornare indietro e con Tata Zulie non si scherza". Appena arrivarono a Black Island, James ordinò alla sua ciurma di restare di guardia sulla nave, mentre lui e Facilier scendevano a terra. Bethany notò James portare Celia sulla sua spalla e lei era priva di sensi. Spaventata, fece per andare a chiedergli spiegazioni, ma Scarlett la fermò, dicendole di non preoccuparsi. "Ma che vogliono farle?", disse Bethany. "Stai tranquilla", le rispose Scarlett, "Tu attieniti al piano. Noi dobbiamo restare qui al sicuro a proteggere la nave, nel caso qualcosa andasse storto", "Madre, non voglio che le facciano del male! Non ho mai avuto un'amica come lei, non voglio perderla!", "Non la perderai, fidati di me! Fidati di tuo padre, sa quello che sta facendo!". Bethany annuì, anche se questa cosa non le piaceva per niente.
Alcuni minuti dopo, Celia si svegliò. Era legata a una sedia. Si guardò intorno e riconobbe la casa di Tata Zulie. Provò a liberarsi, ma invano. "Eccoti qui, mia cara", disse una voce. Celia si girò e vide la strega che la osservava con un ghigno malefico. "Tuo padre non si è tirato indietro, ci tiene molto alla sua pelle", continuò. Lei, confusa, si girò dall'altra parte e vide suo padre in un angolo della stanza, con lo sguardo rivolto al pavimento. "Padre!", lo chiamò Celia, "Che cosa significa? Che sta succedendo?". Tata Zulie si rivolse a Facilier: "Oh, non gliel'hai ancora detto? Non volevi spaventarla troppo?". Quest'ultimo non rispose, tenendo sempre lo sguardo basso. Celia si spaventò, cercando ancora di liberarsi. "Che cosa succede?", urlò, "Che cos'è che non mi hai detto? Padre, ti prego, rispondimi!". Facilier, sospirando, le rispose: "Perdonami, Celia. Non avevo altra scelta", "Ma che stai dicendo? Non avevi scelta per che cosa?", "O tu o io. Mi dispiace, ma sono stufo di fare avanti e indietro dall'Aldilà", "Cosa?! NO! Padre, ti supplico! Non puoi farmi questo! Mi dispiace se ho fatto quell'incantesimo senza il tuo permesso, ma ti prego, qualunque cosa tu abbia in mente di fare ora, ti scongiuro, non farla!". Celia cominciò a piangere disperata. Tata Zulie rise, avvicinandosi a lei. "Mi serviva proprio un'anima come la tua", le disse, accarezzandole i capelli, "Il tuo affetto per tuo padre è puro e sincero. Nell'Aldilà saranno contenti di questo sacrificio, non come le altre anime comuni che ho donato i giorni scorsi". Celia non smise di piangere. Era spaventata e delusa da tutto ciò. Suo padre stava per sacrificarla a quella perfida strega e senza battere ciglio. Tata Zulie invocò l'enorme mascherone dell'altra volta e preparò tutto ciò che serviva per il sacrificio. "Sai", disse, rivolta a Facilier, "Mi aspettavo che tentassi di cercare qualche scappatoia, ma vedo che hai fatto ciò che ti ho chiesto senza esitare", "Come volevi tu, poi dovrai lasciarmi in pace!", "Io può darsi, ma Samdi non la pensa come me". Subito dopo, lo stregone uscì allo scoperto con un sacchetto in mano. Era identico a uno dei due di Facilier. "Ciao, Kiros", gli disse ghignando, "Hai perso qualcosa?". Facilier, spaventato, cercò nelle sue tasche. Purtroppo, però, non trovò nulla. Samdi era riuscito a portargli via le sue cose senza farsi scoprire. "Pensavi che non ce ne accorgessimo?", continuò, "Non siamo nati ieri, ragazzo mio! Sapevamo che stavi architettando qualcosa! Allora ci tieni a tua figlia, dopotutto! Vediamo un po' che cos'abbiamo qui!". Detto questo, aprì il sacchetto e guardò dentro. All'improvviso, i serpenti di Facilier saltarono fuori e lo morsero sul viso. Samdi urlò di dolore, portandosi le mani al volto e cercando di togliersi di dosso i serpenti. Facilier rise: "Sapevo che sospettavate qualcosa! Quello che cercate, comunque, l'ho qui con me!". Mostrò un piccolo talismano che teneva ben nascosto. "Con questo, non potete toccarmi! Nessun incantesimo o roba simile potrà sfiorarmi finché lo indosso!". Mentre Samdi gemeva ancora per il dolore, Tata Zulie intervenne: "Forse non la magia, ma qualcun altro sì!". Schioccò le dita e dietro di lei apparve qualcuno. Si muoveva ciondolando ed emanava un odore terribile. "Lui è il mio servo non morto", spiegò la strega, "Sarà lui a far del male a te mentre donerò l'anima di tua figlia all'Aldilà!". Poi si rivolse al cadavere vivente e gli ordinò di ucciderlo. Quello sfoderò un'enorme spada e corse verso di lui. Facilier fischiò e subito dopo James entrò di corsa, sfondando la porta. Era rimasto fuori in attesa del segnale, e appena entrato si mise davanti a Facilier brandendo la sua spada. Poi, però, lasciò cadere l'arma per terra e si paralizzò. "Ehi, che cos'hai?", gli disse preoccupato Facilier, "Riprenditi, forza! Ci sono le nostre vite in gioco!". James, però, non si mosse. Iniziò a tremare. "No...", gemette, "No, non può essere! Io... io ti avevo ucciso molti anni fa!". Lo zombie si fermò davanti a James, squadrandolo bene. "James...", sussurrò. "Ma bene!", rise Tata Zulie, "Che bella riunione, dopo tutti questi anni! Hai la possibilità di vendicarti anche tu, Edward!". James arretrò. "Per la trippa di Nettuno!", urlò, "Barbanera! Tu, lurido diavolo!". Quest'ultimo ghignò, mostrando una fila di denti marci, con alcuni insetti sopra. James fece di tutto per non vomitare. "Sei invecchiato, James", disse Barbanera, "Hai fatto molta strada dall'ultima volta che ci siamo visti", "Come fai ad essere qui? Ti avevo ucciso!", "Questo è quello che credevi tu! Non ti sei mai chiesto perché una volta al mese lasciavo la nave in porto per venire a riprenderla giorni dopo?". James cominciò a ricordare. Una volta al mese approdavano in uno dei tanti nascondigli di pirati e lui partiva per alcuni giorni con un'altra imbarcazione, accompagnato da altri pirati. "Non ne ho mai parlato con nessuno", continuò Barbanera, "Meno persone sapevano e meglio era. Anni fa feci un patto con Tata Zulie, donavo per lei ogni mese tutte le anime che voleva in cambio dell'immortalità. Non ti sei mai chiesto perché non invecchiassi mai?", "Sì, e con questo? Credevo avessi usato la magia dell'Isola che non c'è!", "Ah, ah! Certo, come no! Sei sempre il solito ingenuo! Su quell'isola andavo solo per avere la polvere di fata per spostarmi velocemente da un posto all'altro. Ogni tanto cercavo anche di portare con me alcuni di quei mocciosi per avere delle anime innocenti da donare. Oppure, come nel tuo caso, cercavo di arruolarli nella mia ciurma. Più eravamo e meglio era. Un nuovo mozzo mi era sempre utile", "Ma come diavolo hai fatto a tornare?", "Ah, sì, giusto. Dopo che mi hai ucciso, l'incantesimo dell'immortalità non era svanito. Ma ci fu un effetto collaterale: continuai a vivere, ma sotto forma di non morto. Mi risvegliai sul fondo del mare dopo ore. Non potevo affogare né morire in nessun altro modo, ma il mio corpo, col tempo, continuava a decomporsi piano piano. Riuscii a tornare qui a Black Island camminando sul fondo del mare. Dopo un lunghissimo viaggio, Tata Zulie mi ha tenuto qui con lei. Continuavo a servirla mentre lei ricostruiva il mio corpo. Ho perso tutto per colpa tua, James! Ma finalmente posso vendicarmi del tuo tradimento!". Detto questo, Barbanera corse verso James per trafiggerlo con la sua spada, ma quest'ultimo, ripresa lucidità, recuperò la sua arma e parò i suoi colpi. "Lo sai? Mi ero quasi affezionato a te!", continuò Barbanera, "Sei stato come un figlio! E' stato bello suonare il clavicembalo assieme! Potevamo essere una famiglia, ma a te non stava bene!". James digrignò i denti e cercò di colpirlo con la spada. "Famiglia?!", urlò, "Tu mi hai rovinato la vita! Stare con te era una continua lotta per la mia sopravvivenza! Non c'era giorno in cui non cercassi un modo per andarmene via, e quando tornammo all'Isola che non c'è ho approfittato per farti fuori e scappare con la tua nave, abbandonando anche i tuoi uomini! Ti ho ucciso una volta e posso farlo ancora!", "Non posso morire! Tu non ti libererai mai di me! Ma ti concedo questo duello! In guardia!". Mentre i due duellarono senza sosta, Facilier cercò di liberare sua figlia, ma Samdi e Tata Zulie stavano eseguendo il rituale davanti all'enorme mascherone per sacrificarla. Facilier mandò la sua ombra a fermarli per cercare di guadagnare tempo. Slegò sua figlia, ma i due stregoni avevano completato il rituale e il demone spalancò la bocca, pronto a ricevere l'anima. Facilier si mise davanti a sua figlia per proteggerla. Poi, però, qualcosa gli strappò il talismano di dosso. Era un serpente, più grosso dei suoi, e strisciava velocissimo verso Tata Zulie, porgendole il talismano. "Ti presento Shango, il mio amico più fidato", disse la strega, "Mi aiuta sempre in momenti come questo. Ora che farai, Kiros? Chi ti proteggerà?". Le ombre di Tata Zulie e di Samdi attaccarono quella di Facilier, avendo la meglio. Quest'ultimo cercava di allontanarle, ma senza riuscirci. Cadde all'indietro, mentre le ombre strangolavano la sua, cercando anche di farla a pezzi. Facilier si sentì tirare ogni parte del corpo. Gemette, aspettando il peggio. Poi, all'improvviso le ombre lo lasciarono libero, allontanandosi. Qualcosa le stava respingendo e sembrava molto forte. "Lasciate stare mio padre!", urlò improvvisamente Celia. Facilier alzò lo sguardo e vide sua figlia avanzare verso i due stregoni. La sua ombra sembrava impazzita e, aiutata dall'ombra di suo padre, riuscirono a mettere in fuga le ombre di Tata Zulie e di Samdi. Quelli, però, non si arresero e chiamarono a loro altri demoni ombra dall'Aldilà. Facilier chiamò anche lui i suoi Amici, coloro con i quali aveva stretto altri patti nei giorni scorsi. Fu una lotta furiosa. Perfino i serpenti di Facilier combattevano contro Shango. Tata Zulie cercò di prendere la bambola Voodoo con l'aspetto di Facilier per trafiggere il suo cuore, ma prima di riuscirci, l'ombra di Celia gliela strappò di mano, gettandola lontano. Poi, Facilier prese il suo bastone e lo puntò dalla parte della pietra verso i due stregoni, non appena questi furono vicini all'enorme mascherone. "No, fermo!", gemette Samdi. Dalla pietra del bastone fuoriuscì un'abbagliante luce viola, accecando Tata Zulie e Samdi. "Smettila, non usare quella magia!", continuò a lamentarsi quest'ultimo, "Più la usi, più io perdo le forze!", "Ah, ma davvero? Se lo avessi saputo, avrei imparato molto tempo fa ad usarlo in questo modo! Peccato aver scoperto solo ora tutte le sue potenzialità!", "Ti prego, fermati! Se continui ad usarlo, l'effetto dell'immortalità su di me e Tata Zulie svanirà! E' in quella pietra che è racchiuso tutto il potere che ferma il tempo per noi!", "Interessante! Avrei dovuto distruggerlo anni fa, allora! Così non ti avrei mai più rivisto!", "Non potrai più tornare a casa tua! Rifletti, se sprechi così tutto quel potere, diventerà un semplice bastone da passeggio! Non vuoi andartene da questo posto?". Facilier si bloccò. Solamente col suo bastone poteva ripetere l'incantesimo per tornare a casa. Ripensò, però, anche a tutto il tempo che era passato e che probabilmente sarebbe stato impossibile tentare nuovamente di realizzare il suo sogno, tornando indietro. Puntò nuovamente il bastone verso i due stregoni e sprigionò tutto il potere da esso. Samdi e Tata Zulie urlavano, mentre i loro corpi si indebolivano sempre di più. Il potere del bastone, tuttavia, era molto potente e Facilier faticava a reggerlo da solo mentre scatenava tutta quella magia. Prima di mollare la presa, Celia afferrò il bastone per dare una mano a suo padre. Facilier sorrise, felice del sostegno di sua figlia. Insieme riuscirono a spingere i due stregoni verso la bocca del demone, che li risucchiò appena furono vicini. Mentre sparivano, Facilier notò i loro corpi trasformarsi in cenere. L'enorme mascherone richiamò a sé tutti i demoni ombra e sparì nel nulla. Successivamente, dal bastone uscirono molte anime, avvolte dalla luce viola della pietra. Uscite da lì, si dissolsero. Una di loro, prima di sparire, si avvicinò a Facilier. "Kiros...", sussurrò. Lui, curioso, la osservò bene. "Chi sei? Come mi conosci?", chiese. L'anima si avvicinò ancora di più, lo sfiorò con la mano per dargli una carezza, senza però riuscire a toccarlo, poi continuò: "Sono Aisha, tua madre". Facilier sgranò gli occhi, senza fiato. Fece un passo indietro, incredulo per ciò che aveva appena sentito. "Non è possibile!", disse, "Samdi ti aveva mandato nell'Aldilà!", "Ha mentito. Mi ha trattenuta qua dentro per tanto, tanto tempo, assieme a tanti altri. Per restare in vita, cercava anime giovani da rinchiudere nella pietra del suo bastone, e finché eravamo tutti prigionieri lì dentro, lui non invecchiava oltre. Ma ora che hai scatenato tutto il potere della pietra, noi siamo finalmente liberi". Facilier ascoltava rapito. Non sapeva nulla di tutto questo, in nessuno dei libri di Samdi aveva trovato nulla di simile, ma soprattutto non si aspettava di vedere sua madre. "Ora devo andare", continuò Aisha, "Sono felice di averti visto un'ultima volta. Addio, Kiros. Grazie di avermi liberata. Ora vai, e prenditi cura di tua figlia. Fai quello che non ho potuto fare io con te". Detto questo, Aisha sparì nel nulla. Facilier cadde in ginocchio, con lo sguardo perso nel vuoto. Sua figlia si inginocchiò di fianco a lui e lo abbracciò. Anche lei non riusciva a credere a ciò che era appena successo. Troppe cose erano accadute ed entrambi erano frastornati. Nel frattempo, James era riuscito a sconfiggere Barbanera. Spariti Tata Zulie e Samdi, anche i loro incantesimi vennero annullati, e Barbanera cessò di vivere. James sospirò, soddisfatto della sua vittoria, ma anche spaventato per il ritorno del suo ex capitano. Andò da Facilier, gli diede una pacca sulla spalla e gli disse: "Per tutti i diavoli, amico mio! Questa sì che è stata una battaglia tosta!". Facilier, però, non disse nulla. Ancora era sconvolto per prima. "Direi che ora possiamo tornare alla nave a festeggiare, offro da bere a tutti", continuò James. Celia si alzò per prima e aiutò suo padre ad alzarsi. Facilier, dopo un po', reagì. "Sì, giusto", disse, "Ora è finita, direi che ci siamo meritati una pausa". Prima di uscire, si guardò intorno e disse a James di chiamare i suoi uomini per farsi dare una mano a portare sulla nave tutte le cose che c'erano lì, perché più avanti gli sarebbero tornate utili. James annuì e andò verso la Jolly Roger a chiamare la sua ciurma. Celia, intanto, trovò i due serpenti sopra il corpo di Shango. Erano riusciti ad ucciderlo, ma erano rimasti feriti. Li prese in braccio e li tenne al caldo. Appena tornati sulla nave, li avrebbe curati subito.
Una volta finito di rifornire la Jolly Roger, partirono subito, lasciandosi alle spalle Black Island per sempre. Appena furono al largo, James propose un brindisi con tutta la ciurma, in onore di Facilier e sua figlia. Grazie a loro e alla loro magia, sarebbero stati imbattibili. I pirati esultarono, e per tutta la notte bevevano, cantavano e ballavano. James prese da parte Facilier per un momento e gli disse: "Orbene, tornando al nostro patto...". Facilier lo interruppe: "Sì, certo. Io ti aiuterò a sconfiggere Peter Pan e tu in cambio diventerai un corsaro al mio servizio appena dominerò una delle isole del Mare che non c'è", "Di posti da dominare non mancano, qui", "Questo è vero. Non è stato poi così terribile finire in questo posto", "Già, ora che sei qui, Peter non ha scampo!", "Certo, certo! Ora scusami, vado a dire una cosa a mia figlia", "Vai pure, io prendo ancora da bere". James si alzò e prese un altro boccale di rum, poi invitò Scarlett a ballare mentre alcuni pirati suonavano buona musica. Facilier si sedette di fianco a sua figlia. "Celia", le disse, "Sei stata formidabile prima a Black Island. Mi hai colpito". Lei, sorpresa, gli rispose: "Davvero, padre?", "Certo, cara. Senti, so che non avevi cattive intenzioni. Volevi aiutarmi praticando quell'incantesimo e mi fa molto piacere questo. Mi dispiace per come ti ho trattata. Non volevo farti star male, solo che ero seriamente preoccupato all'inizio dopo ciò che ci era successo. Come non avevo nessuna intenzione di sacrificarti a quei due. Mai e poi mai lo avrei fatto, sei il mio tesoro. Hai fatto uno sbaglio, è vero, ma volevi darmi una mano. E poi, in fondo, dove siamo ora abbiamo dei vantaggi in più. Assieme a questi pirati, potremo trovare un posto tutto nostro per realizzare il nostro sogno", "Il nostro? Non il tuo?", "No, cara. Qualunque cosa faremo, la faremo insieme. E ti insegnerò nuovi trucchi col Voodoo, se lo vorrai. Meglio che tu faccia pratica". Celia, commossa, lo abbracciò forte. "Ti voglio bene, padre", gli disse. Facilier ricambiò il suo abbraccio, poi le diede un bacio sulla fronte e continuò: "Il bastone, ora, è inutilizzabile. Meglio così, non voglio correre altri rischi. Magari un giorno lo donerò a te, come ricordo della nostra avventura. Qui in questo nuovo mondo ci rifaremo una vita dove non siamo riusciti nel mondo reale". Rimasero abbracciati a lungo, osservando il mare e il cielo stellato. Ogni tanto, Facilier sospirava, ripensando all'incontro inaspettato di sua madre sull'isola. Cercò di nascondere una lacrima, ma Celia se ne accorse e gli chiese se qualcosa non andava. Lui le sorrise, dicendole che era tutto a posto e di non preoccuparsi. "Vado a bere qualcosa", disse poi Facilier, "Stanotte dobbiamo festeggiare, vai e divertiti anche tu". Le sorrise, poi si allontanò. Celia rimase sola per un po', osservando felice i pirati che festeggiavano. Finalmente aveva fatto pace con suo padre. Lui non aveva mai smesso di volerle bene. Poco dopo, si avvicinò Charlie. "Ciao, Celia", le disse sorridendo, "Come va?". Lei, tornando seria, gli rispose: "Sto bene, grazie", "Sei sempre così seria?", "Forse perché sono ancora un po' scossa dopo ciò che mi è successo oggi?", "Oh, beh, giusto. Hai ragione, scusa. Senti, so che non vuoi, ma mi piacerebbe se ballassimo insieme. Almeno ti distrai". Prima che Celia gli rispondesse, arrivò Bethany. "No, Charlie. Lei balla con me", disse, prendendo Celia per mano, "Vieni, cara! Scateniamoci!". Celia, senza dire nulla, la seguì. Pur di non stare a sentire Charlie, ballò a lungo con Bethany. Danzarono la quadriglia e balli simili, proprio come gli altri pirati, e Celia si stava divertendo molto. Poi, Bethany chiese a suo padre se poteva mostrare a Celia il suo clavicembalo. Lui le diede il permesso e Bethany la portò nella sua cabina. Si sedette davanti allo strumento e cominciò a suonare e a cantare, con Celia di fianco che la ascoltava felice. Appena finito, le disse: "Sei molto brava. Io, a New Orleans, avevo appena imparato a suonare il pianoforte di mio padre". Bethany, sorridendo, le rispose: "Se vuoi, un giorno, ti insegno. Mio padre mi insegnò a suonare il clavicembalo anni fa", "Mi farebbe molto piacere, grazie", "Ora, però, andiamo nella mia stanza e stiamo tranquille. Ho bisogno di parlare". Si alzarono e si diressero verso la camera di Bethany. Appena furono lì, si sedettero sul letto e Bethany le raccontò il resto della storia della sua famiglia. Celia ascoltava rapita. "Che storia incredibile", disse, "Ora tocca a me". Raccontò a Bethany la storia della sua vita. Appena finito, quest'ultima le disse: "Accidenti, nemmeno tu hai avuto una vita facile. Comunque, hai fatto proprio bene ad uccidere il tuo patrigno. Se l'è decisamente meritato", "Già. Se non fosse stato per mio padre, comunque, sarei morta", "Anche mio padre, se qualcuno osava toccarmi, gliela faceva pagare molto cara. Comunque, visto che sei riuscita a fare pace col tuo? Tutti in famiglia litighiamo, ma al momento del bisogno si vede il vero affetto che viene fuori l'uno per l'altro", "Hai ragione. Mio padre è fatto a suo modo, ma dimostra sempre di tenerci a me", "Proprio come il mio", "Già. Comunque, non ti ringrazierò mai abbastanza. Se non avessi letto quel libro sul Voodoo, io e mio padre saremmo ancora nell'Aldilà", "Beh, son felice di avervi aiutato, allora". Chiacchierarono a lungo. Poi, Bethany diede una carezza a Celia e, fissandola dritta negli occhi, avvicinò il suo viso al suo. Celia, all'inizio si tirò indietro. "Che stai facendo?", disse. Bethany, senza smettere di fissarla, le rispose: "Celia, devo confessarti una cosa: parlare con te mi fa provare un'emozione che non ho mai provato con nessun'altra persona, e di persone ne ho incontrate tante. Non ho mai conosciuto una come te. Sei bella, intelligente, sensibile, coraggiosa... Sei perfetta. Quando sto con te, non so descrivere l'emozione che provo. Non so se per te è lo stesso, ma questo è quello che provo io per te. Non ti voglio forzare, questa è l'ultima cosa che farei. Però ora voglio darti un bacio. Sento che se non lo farò, non riuscirò a dormire stanotte. Se tu non vuoi, non ti obbligherò. Ma sappi che io ora voglio baciarti. Permettimi di dimostrati ciò che provo per te". Bethany si avvicinò dolcemente a Celia, ma lei, ancora sorpresa, si tirò nuovamente indietro. Bethany non insistette oltre, ma continuava a guardarla con dolcezza. A differenza di Charlie, lei non era fastidiosa e insistente. Le piaceva stare in sua compagnia, ma non si aspettava che Bethany si potesse addirittura innamorare di lei. Visto quanto era stata gentile, decise di assecondarla. "E va bene, ma solo uno", le disse. Bethany, sorridendo, si avvicinò piano piano, chiuse gli occhi e appoggiò le sue labbra sulle sue. Celia sentì la morbidezza della sua bocca contro la sua e lo trovò molto piacevole. Quando Bethany si allontanò, fu Celia ad avvicinarsi a lei.
Le diede una carezza e la baciò. Bethany ricambiò il suo bacio, aprendo la bocca. Celia, dopo il rifiuto iniziale, la lasciò fare. Voleva molto bene a Bethany, si era affezionata a lei e in quel momento capì che stava provando qualcosa di più di una semplice amicizia. Si abbracciarono e si scambiarono altri baci, dopodiché si addormentarono abbracciate sul letto. I giorni seguenti avrebbero mantenuto segreta la loro relazione, ma presto avrebbero detto ai loro genitori del loro amore, sperando che lo avrebbero accettato.
[continua]...
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