Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 4

Uscii velocemente da Lydia, coprendomi col lenzuolo, e mi voltai nella sua direzione incontrando la sua espressione soddisfatta.

Il sesso era un toccasana, per me.
Col mio lavoro facevo una vita movimentata, dura, e se c'era una cosa che riusciva a farmi dimenticare tutto era proprio quello!

Non ero uno di quegli uomini che collezionava donne come trofei, quello no, ma amavo la mia libertà, il fatto di non dover dipendere da niente e nessuno.

In quel momento c'era Lydia, un domani chissà. Il bello di non avere relazioni stabili era proprio la libertà di chiudere nel momento che io ritenevo più adatto.

«Ottima performance, Hockester. Come sempre!» disse Lydia, battendo il pugno sul mio palmo.

Scoppiai a ridere e lei si accoccolò a me.

La lasciai scivolare tra le mie braccia e la strinsi.

Non amavo le coccole post sesso, ma con Lydia non c'era nulla di sbagliato in quelle effusioni.

Entrambi volevamo solo divertirci, entrambi non volevamo relazioni serie.

In un certo senso eravamo una coppia ben assortita, se così ci potevamo definire.

«Domani ci sarà la festa per gli ex commilitoni. Ci andrai?» domandò, massaggiandomi una spalla.

«Ci va tutta la mia squadra, non voglio fare la figura dell'asociale, sono appena arrivato!
Non muoio dalla voglia di andarci ma mi tocca» confessai, giocando coi suoi capelli.

«Io ucciderei per andarci, invece! Ci sono tante cariche importanti, potrei conoscere un mucchio di persone che contano.
Ma, ovviamente, è aperta solo alle squadre speciali» constatò con una punta di rammarico.

Lydia non era da molto in polizia, ma già sognava di fare carriera e quelle feste erano un'occasione per procurarsi qualche amicizia importante.

Sorrisi pensando che in fondo era una amica e collega, per me, e che avrei potuto farle quel piccolo piacere.

«Vuoi venirci?» domandai, e lei si spostò dal mio petto per guardarmi negli occhi.

«Fai sul serio?» chiese incredula.

«Sì, perché no! Il capo ha detto che possiamo portare chi vogliamo» affermai.

«E verrei in qualità di...»

«Mia amica e collega. Non dobbiamo mica specificare che andiamo a letto assieme! Tranquilla, non è un appuntamento» esalai, mettendomi seduto e facendo per rivestirmi.

Lei, però, posò una mano sulla mia coscia, costringendomi a bloccarmi.

«Sei il migliore Bright, lo sai, sì?» sibilò sul mio collo, cingendomi la vita con entrambe le braccia.

«Sì, lo sapevo già!» ironizzai e lei iniziò a farmi il solletico, facendomi finire in un attimo ko.

Si sedette su di me e mi guardò intensamente.

«Grazie. Ti devo un favore, Hockester» sussurrò, cominciando a scendere sul mio petto, coprendolo di baci.

«Un favore molto, molto grosso» sibilò lentamente, scendendo più in basso.

«Lydia...» esalai con voce roca, stavo per andare fuori di testa.

«Un favore che ho intenzione di ricambiare subito.»

Furono le sue ultime parole, e quando la sua bocca finì lì, diventò tutto gemiti, ansimi, parolacce dettate dall'eccitazione.

Perché sì, lo confesso, era proprio quello il mio gioco preferito!

***

La sera della festa arrivai con qualche minuto di ritardo, accompagnato da Lydia.

Ci incamminammo insieme nell'enorme sala eventi che avevano affittato per l'occasione. Lydia era sotto al mio braccio, elegantissima in un abito blu notte di velluto.

Quando vidi Thomas con la sua ragazza mi avvicinai con un gran sorriso.

«Ehi. Finalmente ho l'onore di conoscere la donna di cui parli tanto» dissi, rivolto alla sua ragazza.

Lei sorrise, allungando una mano per presentarsi. «Samantha Bilson».

«Bright Hockester» risposi.

«Sei in squadra da tre giorni e già parla così tanto di me?» chiese, con un'espressione divertita.

«Ma no, lascialo perdere! Ti prende in giro. Avrò parlato di te mezza volta» si difese lui e io scossi la testa.

«È irrecuperabile» lo prese in giro Samantha e poi posò il suo sguardo su Lydia.

«E lei è...»

«Una mia amica ed ex collega del vecchio distretto dove lavoravo» intervenni al suo posto e lei allungò una mano per presentarsi.

«Lydia Gellert. Ero proprio curiosa di partecipare ad una di queste feste!» disse con entusiasmo.

Anche Thomas si presentò e rimanemmo per qualche minuto a conversare, finché non mi voltai verso l'ingresso.

Venni letteralmente folgorato.

Alexis Garamond stava entrando nella sala, sotto al braccio di suo padre.

Aveva un abito a sirena rosa chiaro che le vestiva alla perfezione, mettendo in risalto le curve del suo corpo.

Pur essendo molto magra aveva un sedere pronunciato e un meraviglioso stacco tra vita e fianchi.

Deglutii forte, tornando per un istante a guardare Thomas, Samantha e Lydia che conversavano di cibo gourmet, ma ero attratto come una calamita, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.

Così dolce, pura e affascinante. Così bella.

Non la conoscevo affatto, eppure ero sicuro che tutto ciò che avrei potuto scoprire di lei, mi avrebbe fatto andare ancora di più fuori di testa.

«Oh, è arrivato il capo. Capo!» gridò Thomas per farsi sentire e lui venne insieme ad Alexis nella nostra direzione.

Quando ci raggiunsero, provai uno strano imbarazzo nel farmi vedere accanto a Lydia, ma decisi di giocarmi la mia carta, evitando di presentarla come collega, ma dicendo solo il suo nome e cognome.

Notai una strana espressione dagli occhi di Alexis. Sembrava delusa.

Non dissi né feci niente, mi godetti con soddisfazione quegli sprazzi di piccola gelosia che sembravano trasparire dai suoi occhi.

A un tratto, Lydia si allontanò per andare in bagno e Pitt ci lasciò per salutare un po' di gente.

Rimanemmo solo io, Alexis, Thomas e Samantha.

Il mio collega mi guardava come a prendermi in giro, e quando arrivarono gli aperitivi al tavolo si allontanò insieme alla sua ragazza per lasciarmi solo con Alexis.

Il cuore iniziò, assurdamente, a battere più forte. Sentii il suo meraviglioso profumo e guardai i suoi bellissimi occhi guizzare da una persona all'altra, come se stesse osservando l'intera sala.

«Non ti annoi mai a partecipare a queste feste?» le domandai, per attaccare bottone.

Alexis si voltò di poco verso di me e sorrise in maniera forzata.

«Qualche volta. Ma tra una battuta di Thomas e i commenti divertenti di Patrick sugli uomini più sexy della sala...»

«Aspetta, Patrick è gay?» chiesi. «Non che siano affari miei, certo» aggiunsi.
Non dovevo essere sembrato molto cortese.

«Sì. Non sembra, lo so. Lo nasconde bene. A causa del lavoro che svolge si sente spesso in difficoltà. Ma quando siamo tra noi può essere finalmente se stesso.
Ormai siamo diventati come una grande famiglia.»

«Sì. È sempre così.» Lo affermai con una punta di rammarico. In fondo mi mancava il mio vecchio team. Abituarsi a qualcosa di nuovo non era mai facile.
E soprattutto lasciare andare il passato.
Ero una frana a chiudere i conti col passato.

«Tu, invece?» domandò.

«Io cosa?»

«Ti annoiano queste feste?» chiese.

«Il più delle volte. Insomma, non ho mai partecipato alla festa per gli ex commilitoni, ma a qualche riunione di dipartimento, cene, gala. Una noia mortale.»

«Perché ci sei venuto, allora?» domandò senza peli sulla lingua.

«Beh, sono al distretto solo da pochi giorni, sarebbe stato scortese rifiutare» dissi, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

Decisi di giocarmi la mia seconda carta e aggiunsi:

«Inoltre la mia collega Lydia ha espresso il suo interesse per questa festa, così le ho fatto un piccolo piacere e l'ho portata con me.»

I suoi occhi cambiarono espressione, ci notai una sorta di piccola soddisfazione, come se scoprire che Lydia non era la mia ragazza l'avesse resa contenta.

«Oh. Credevo fosse la tua ragazza» disse, abbassando lo sguardo imbarazzata.

Sorrisi e scossi la testa.

«No, Lydia è soltanto un'amica ed è stata un'ottima partner per due anni al mio vecchio distretto.»

«Capito.» Rimase qualche istante in silenzio e poi aggiunse:

«Quindi se hai portato lei immagino che tu non ce l'abbia una ragazza.»

Scossi di nuovo la testa e mi morsi un labbro.

«No. Non fa per me.»

«Perché?» chiese.

«Ho una vita incasinata, a stento riesco a trovare un attimo per me stesso.
Una ragazza al mio fianco durerebbe due giorni» ironizzai e lei sorrise dolcemente.

«Beh, forse non hai trovato nessuna abbastanza forte da lottare per te» ribatté, facendomi accapponare la pelle.

Stava flirtando? E perché io gliene stavo dando modo?
Perché avevo fatto quello stupido gioco su Lydia per farla ingelosire?
Che cazzo mi stava prendendo?

«Non esiste una donna del genere» ribattei, senza dargliela vinta, ma lei non mollò.

«Forse non hai cercato bene!»

«Non mi interessa cercarla.»

«Magari sarà lei a cercare te.»

«Troverebbe un muro» incalzai, continuando quello stupido scambio di battute che mi stava facendo eccitare.

«Nessun muro è impossibile da valicare, Bright.»

«Non sono d'accordo.»

«Cambierai idea» disse sicura, alzando le spalle.

«Come?» chiesi serio.

«Lo vedremo.»

Fu in quel momento che tornò Lydia, giustificandosi per la sua assenza col fatto che aveva incontrato un ex insegnante.

Si unì a noi e venimmo raggiunti da Patrick.

La serata trascorse lenta, non facevo altro che pensare a quel ridicolo flirt con Alexis.

Ci desideravamo entrambi, era chiaro più del sole.

Ma le nostre rispettive posizioni sarebbero bastate per tenere a freno la curiosità e gli ormoni?

La verità era che dopo quella sera volevo parlarle ancora, conoscerla meglio.
Flirtare nuovamente, battibeccare, ridere insieme a lei.

Cose che non desideravo fare con nessun'altra donna.

Cose che, a suo tempo, volevo fare solo con Tess.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro