Capitolo 2
Il giorno seguente, dopo la seduta mattutina sarei partita per Rio De Janeiro con la selezione brasiliana con cui stavo svolgendo gli allenamenti nell'ultimo periodo.
Avevo già sistemato tutto.
Udii il portone aprirsi e mi voltai.
-"Ehy, cosa sta preparando la mia sorellina?"- disse Maira avvicinandosi a me.
-"Un'insalata!"- dissi ridendo.
-"Sei pronta per domani?"- disse.
-"Sono emozionatissima."-
-"Perfetto, lui è Chippy. L'ho visto oggi in un negozio ed ho pensato che ti potesse fare piacere avere un pupazzetto con te."- disse sorridendomi prima di lasciarmi accanto un piccolo peluche marrone a forma di orsetto.
-"Oh, grazie!"- dissi mettendomi una mano davanti alla bocca.
Era un pensiero davvero carino.
-"Lo metto subito nel borsone!"- dissi andando nella mia stanza.
Dopo cena, diedi la buonanotte alla mia sorellona e mi misi a letto.
Diedi un ultima occhiata alle mie valigie e sistemai la tuta della squadra su una sedia.
Sarebbe stato un onore giocare per la mia nazione e rendere orgogliosa la mia famiglia.
Mi addormentai immediatamente, nonostante l'ansia.
Il mattino seguente mi svegliai felice e riposata.
-"Buongiorno."- disse mia sorella che cercava di spegnere la mia sveglia.
-"Buongiorno."- dissi prendendo il telefono.
Mi alzai e mi diressi in bagno.
Entrai in doccia e mi lavai accuratamente.
Uscita dalla doccia avvolsi il mio corpo in un morbido telo bianco.
Mi asciugai il corpo ed indossai la tuta del Brasile.
Legai i capelli in una crocchia mentre mia sorella si preparava per andare a lavoro.
Preparai la spremuta d'arancia per la colazione e tagliai la frutta.
Sistemai il tutto sul tavolo e mi sedetti con il cellulare in mano per svagarmi sui social network.
-"Maira, non ho voglia di arrivare in ritardo."- urlai.
In quel momento mia sorella arrivò in cucina ancora assonnata e si sedette di fronte a me.
Iniziammo a mangiare e dopo qualche minuto tornai in stanza per sistemare le cuffie e il caricabatteria nello zaino.
Postai una foto sui social scrivendo:"I'm ready!"
Sistemai tutto nella macchina di Maira che mi portò dalle mie compagne di squadra.
Salutai tutte e chi, di dovere, sistemò le nostre valigie sull'autobus che ci avrebbe portato fino all'aeroporto.
Il viaggio non fu affatto noioso. Tutte, anche le più grandi erano emozionate per quell'esperienza.
Alcune scattavano delle foto per tenere aggiornati i fan, altre dormivano, altre ancora, tra cui io, ci dedicammo ad ascoltare un po' di musica.
Arrivati a Rio De Janeiro, ci fecero sistemare nella stessa zona di tutti gli altri Brasiliani, al villaggio olimpico.
La nostra casa era vicino a quella della Colombia.
Chissà se sarei riuscita a fare una foto con James Rodriguez. Lui faceva parte dei tre fuori quota convocati nella sua Nazionale.
Io, fortunatamente, capitai in stanza con Marina. Lei mi conosceva davvero bene e quindi sarebbe stato un vero peccato dividerci durante quell'esperienza.
Sistemammo la nostra roba ed andammo ad esplorare.
Vidi di sfuggita la nazionale Colombiana ma nessuna traccia di James.
Fortunatamente riuscì a fare la foto con qualche campione americano e alcuni italiani.
Erano tutti simpaticissimi e nessuno si tirava indietro quando si trattava di fare delle foto.
La cerimonia di ingresso rappresenta uno dei momenti più belli della mia vita e tutti sorridevano emozionati.
Questa atmosfera di tranquillità e gioia mutò completamente quando iniziarono le varie gare.
Ad alcuni bastava essere lì, come i più giovani, che davano il massimo ma non per il risultato. Altri, come quelli che sapevano che sarebbe stata la loro ultima Olimpiade, piangevano dopo la loro prestazione, quando la ritenevano scadente, nonostante lasciasse tutti gli spettatori a bocca aperta.
La mia prima partita mi diede una scarica di energia assurda.
Inizia il riscaldamento.
Un boato si alzava dagli spalti. C'erano tantissime persone. Non credevo ai miei occhi.
Cercai di mantenere la calma e di non lasciar spazio al nervosismo.
Mi dovevo godere quel momento fino alla fine e divertirmi.
Spazio autrice:
Ecco il secondo capitolo. Cosa ne pensate dell'aria che si respira durante le Olimpiadi. Djeni non sta più nella pelle per l'emozione.
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Love u! 💕😝✌🏻
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